Aggiornato al 05/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Giuseppe Bertini (1825-1898) - Galileo mostra l’uso del cannocchiale al Doge di Venezia -1858

 

Uno sguardo altrove (13)

di Gianni Di Quattro

 

Le caratteristiche della comunicazione di Donald Trump sono perfettamente studiate a tavolino e con grande abilità. Lui racconta delle balle o lancia delle provocazioni cui gli avversari sono costretti a rispondere come possono, perché non è facile contestare una cosa inventata o esasperata o alterata. In questo modo lui tiene sempre il pallino in mano, è sulla scena, evita che gli altri possano lanciare argomenti diversi e seri e, alla fine, finisce per condizionare tutta la campagna e questo rimane negli occhi degli elettori al momento di mettere la sigla sulla scheda (questa è la speranza e spesso accade). Una tecnica che funziona infatti ma che è difficile perché bisogna avere prontezza, capacità di deviare gli interessi della gente su qualcosa che possa eliminare le eventuali proposte alternative od obiezioni, semplicità di linguaggio e tono convincente, magari accompagnato il tutto da mimiche corporali adeguate e da abbondanti dosi di ironia anche pesante (anzi). Nel nostro paese ci sono e ci sono state situazioni di questo tipo e che vanno da Berlusconi prima maniera (ricordarsi dei duelli televisivi con Prodi per esempio) ad alcuni importanti esempi della nostra attualità sia nel campo politico propriamente detto che in quello giornalistico persino (e questo è un grave peccato sul piano civile).

È possibile che gli hacker che hanno disturbato i computer del partito democratico in America stiano a Mosca come per la verità in qualsiasi altro posto del mondo. Il Cremlino dice che è possibile e aggiunge che non c’è assolutamente il suo intervento e anche questo è possibile, come è possibile il contrario. Ecco la tecnologia cambia il mondo, non ha confini, annulla le distanze, raggruppa gli interessi perché per definizione è sovranazionale, rende obsolete e persino incongruenti e pericolose le prassi e le norme che hanno regolato sino ad ora la vita di una comunità, la democrazia.

Interessante rilevare da varie analisi le affinità di carattere e di visione tra Vladimir Putin e Donald Trump. Certi giudizi, certe affermazioni sul ruolo dei loro paesi, certi modi di esprimersi, certi giudizi su protagonisti internazionali sembrano proprio somigliarsi.

Ma se non si verifica in questi mesi qualcosa che terrorizzi l’elettorato vincerà Hillary Clinton. Perché ha più soldi per fare una campagna in tutti gli Stati (il suo avversario è concentrato su meno Stati) e poi perché Trump continua ad inanellare una bufala al giorno che fa rumore, lo rende popolare, ma lo allontana anche dalla gente come quando offende i genitori di un eroe di guerra solo perché musulmano (e agli americani non gli devono toccare i loro caduti in guerra a prescindere dalla religione).

La Turchia fa la voce forte verso l’Europa e questa reagirà non accettando ricatti. Forse e si può aggiungere speriamo. Ma tutto questo potrebbe portare ancor di più la Turchia nelle braccia dell’Isis, magari per reazione, per ripicca, per vendetta, per preparare un suo possibile ruolo futuro. Tutto questo è cinico e feroce, ma la situazione è cinica e feroce.

Erdogan in una intervista minaccia il nostro paese che sembra stia osando processare suo figlio, che studia a Bologna, per traffico illecito di valuta. Dice che questo processo potrebbe influire nelle relazioni tra i due paesi. Erdogan deve aver passato un po’ di tempo in Sicilia per essere così bravo a dire quello che non vuol dire mentre lo dice. Comunque Renzi a nome del governo italiano ha risposto molto correttamente e democraticamente che dalle nostre parti la magistratura risponde alla Costituzione. Di più e meglio non si può dire.

Allora ci siamo quasi. Il comitato elettorale del Venezuela ha avallato la raccolta di firme della opposizione per fare un referendum sulla legittimità del Presidente Nicolas Maduro. Si farà dunque questo referendum e Maduro cadrà senza alcun dubbio e con lui termineranno 17 anni di socialismo in quel paese. In modo inglorioso purtroppo, non si può fare a meno di dire.

Intanto Maduro, forse per acquisire più popolarità internazionale (!), nomina Ministro (degli Interni e della Giustizia) un suo Generale accusato di narcotraffico. E la violenza si scatena a Caracas, 500 morti violenti solo nel mese di luglio. Non credo che tale personaggio possa fare di più per il suo paese. Ha già dimostrato ampiamente che uomini di valore come è stato Hugo Chavez possono commettere errori compromettendo tutti i loro sogni e il loro lavoro.

In Colombia sono stati distrutti molti laboratori di raffinazione di cocaina che erano gestiti dai guerriglieri delle Farc per finanziarsi e di cui ora, dopo la pace ufficiale firmata a Cuba con il Governo, non ne hanno più bisogno. Speriamo abbia tutto questo una qualche influenza sul traffico di questo prodotto nel mondo.

E in Nicaragua Daniel Ortega si presenta per il suo quarto mandato alle elezioni, che vincerà anche perché le opposizioni non si presentano nemmeno, e annuncia che il suo nuovo Vice Presidente sarà sua moglie. Effettivamente è più comodo e forse più efficiente questa soluzione. La cosa ridicola che in questo paese si fanno le elezioni, così diciamo che è uno Stato democratico. Le coniugazioni della democrazia sono proprio infinite.

A proposito di violenza nelle strade dopo che il nuovo Presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte quello che come sua prima decisione ha reintrodotto la pena di morte, ha invitato i cittadini a farsi anche giustizia da soli, in tutto il paese ormai al mattino è un problema portar via i cadaveri.

Una delle tante guerre di cui poco si parla? Quella nello Yemen dei ribelli con l’Arabia Saudita e non è meno cruenta e violenta di quello che vediamo giornalmente in Siria per fare un esempio da manuale.

Del fatto che il beneamato leader della Corea del Nord continua a sparare missili in tutte le direzioni per provarli meglio non parlarne. In effetti si ha quasi la sensazione che questo giovanotto faccia costruire al suo paese ed ai suoi tecnici missili minacciando per poi divertirsi a spararli lui. Il suo popolo sarà felice?

A proposito di Arabia saudita la crisi morde anche da quelle parti e ovviamente si costruisce un po’ meno e si fanno meno progetti più o meno faraonici. Per questo il paese si prepara ad espellere una grandissima quantità di lavoratori che avevano chiamato da altre parti del mondo come India e Cina. La sensazione che anche in Arabia Saudita nulla sarà come prima. Le reazioni potrebbero anche non essere sensate.

In Brasile sono partite le Olimpiadi e nulla è pronto, il caos sembra essere totale. La dimostrazione che queste manifestazioni anche se riescono ad offrire spunti umani interessanti talvolta e qualche bella prestazione sportiva, sono degli affari montati per speculare con interessi che con il popolo e con il futuro non hanno niente a che fare. Poi quando si organizzano in posti come il Brasile è più facile fare affari.

Intanto in Brasile Dilma Rousseff deposta in attesa di giudizio dalla Corte Costituzionale del suo paese prepara una grandissima manifestazione popolare a suo favore che si svolgerà durante le Olimpiadi per impressionare il mondo evidentemente. Non sa che il mondo in questo periodo è già abbastanza impressionato e non farà molto caso alla sua manifestazione.

In Spagna la situazione è di stallo. Mariano Rajoy del Partito Popolare, incaricato dal Re di formare il Governo, si dimostra ottimista senza motivo. Sta cercando di forzare la mano al Partito Socialista perché si astenga e consenta a lui e al suo partito di governare. E cerca di fare in modo che sul Partito Socialista crescano le pressioni del Re, della opinione pubblica, della stampa e degli altri partiti e magari a livello internazionale. Tuttavia il suo programma è assolutamente indigeribile da parte del Partito Socialista che se accettasse di appoggiare un governo popolare rinuncerebbe a molti dei suoi principi e dei suoi punti programmatici. Non credo che alla fine il Partito Socialista accetterà, se si fa politica si deve fare politica e non altre cose, anche se non sempre quello che è giusto è opportuno e utile.

La preoccupazione in Europa sono le banche. In Italia e in Germania dove, a parte le prime due ormai sotto il fuoco degli osservatori, nulla si sa delle Casse di Risparmio regionali mai controllate da nessuno e di cui si dice tutto e il suo contrario. Il sistema economico in atto è basato sulle banche, un loro crollo o semplicemente flessione metterebbe in crisi tutto il sistema. Le Banche centrali e la BCE stanno facendo di tutto per salvarle e rimetterle in carreggiata ma la missione si sta rilevando molto più difficile del possibile. Questa situazione dentro una situazione politica disordinata e incerta non offre certamente prospettive di grande ottimismo. In ogni modo almeno in Italia in conclusione le banche sono in queste condizioni perché condizionate da gruppi di potere che le hanno derubate e non solo dalla politica e gestite da management spesso incapace o quantomeno inadeguato.

Inserito il:07/08/2016 16:24:59
Ultimo aggiornamento:07/08/2016 16:27:47
Condividi su
ARCHIVIO ARTICOLI
nel futuro, archivio
Torna alla home
nel futuro, web magazine di informazione e cultura
Ho letto e accetto le condizioni sulla privacy *
(*obbligatorio)


Questo sito non ti chiede di esprimere il consenso dei cookie perché usiamo solo cookie tecnici e servizi di Google a scopo statistico

Cookie policy | Privacy policy

Associazione Culturale Nel Futuro – Corso Brianza 10/B – 22066 Mariano Comense CO – C.F. 90037120137

yost.technology | 04451716445