Aggiornato al 05/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Giuseppe Bertini (1825-1898) - Galileo mostra l’uso del cannocchiale al Doge di Venezia -1858

 

Uno sguardo altrove (11)

di Gianni Di Quattro

 

Hillary Clinton ha scelto il suo Vice Presidente che è Tim Kaine, senatore della Virginia e hispanohablante (come ci tengono a dire gli spagnoli) forse per una attenzione anche alla America Latina. Un cattolico, missionario in Honduras quando era poco più di un ragazzo, vicino al mondo dei gesuiti che sono stati per lui una scuola di vita e di pensiero. Così la Clinton spera di avere i voti dei cittadini di quello Stato che potrebbero anche essere decisivi, infatti alle primarie la situazione delle preferenze della Virginia, che è molto importante, è stata precaria per l’ex Segretario di Stato. Ma naturalmente non avere scelto la senatrice Elizabeth Warren è stato un errore che potrebbe pagare caro, scelta fatta solo per evitare di avere due donne ai massimi vertici del paese pensando che molti benpensanti ne avrebbero avuto paura. Ci vuole più coraggio quando si sa cosa si vuole e perché la si vuole.

La Convention democratica di Philadelphia comunque sceglie Hillary Clinton anche se tra le polemiche perché si è scoperto che il Comitato Elettorale del partito non è stato, come avrebbe dovuto, imparziale nella gestione delle primarie favorendo la Clinton appunto a sfavore di Sanders. Lo dimostrano circa 20 mila email scoperti e pubblicati dagli hacker che qualcuno dice foraggiati, sollecitati e sospinti da Vladimir Putin che fa apertamente il tifo per Trump (importante scelta per lui e il suo ruolo nel mondo). La democrazia americana consente dunque anche l’intervento che può essere decisivo di una potenza straniera come la Russia nel determinare la Presidenza della Nazione. A dimostrazione che tutto questo è vero ci sono le dimissioni della Presidente del partito e del Comitato Elettorale e di altri membri dello stesso. E c’è anche l’evidenza che certe regole anche se hanno funzionato bene per cento anni ogni tanto si dovrebbero rivedere.

Molti sostenitori di Sanders non voteranno sicuramente per la Clinton a Novembre (a giudicare dalla violenza delle proteste), un punto a favore di Trump che peraltro è avanti nei sondaggi. La sua politica isolazionista (America first) contro quella interventista che ha caratterizzato il grande Stato americano negli ultimi decenni ha molta presa sul popolo anche se meno sull’establishment forse anche per motivi di interesse economico di alcuni settori del paese. La sua “dottrina” fa riflettere molto anche al di fuori degli Usa.

La Clinton ha esibito molti personaggi alla Convention nella speranza di impressionare il paese da Michelle Obama (non era naturale la sua presenza ed ha fatto un discorso formidabile) a Bloomberg, il repubblicano che ha annunciato il voto per i democratici. A dimostrazione ulteriore che le carte si stanno mischiando anche da quelle parti. Ma anche lo stesso Sanders che ha parlato di mancanza di alternative ed ha detto di essere sicuro che Hillary sarà un ottimo Presidente. E la senatrice Elizabeth Warren, l’economista che non ama Wall Street e che pensa che la ricchezza va un po’ distribuita per avere una società felice.

Il discorso di Michelle Obama è stato talmente fantastico ed entusiasmante che se la Hillary verrà eletta si può dire che questa donna ha contribuito a far eleggere due Presidenti nella storia degli Stati Uniti d’America. Prima suo marito Barack con un altro suo formidabile discorso otto anni fa ed ora la Hillary Clinton. Il suo discorso fra l’altro ha messo a tacere le proteste a favore di Sanders che stavano assumendo antipatiche proporzioni.

La campagna elettorale vera comunque sta per iniziare e i prossimi tre mesi saranno pieni di tutto e del contrario ma la sensazione che, purtroppo, Donald Trump ce la possa fare prende sempre più piede. Molti in giro sono con il fiato sospeso nel bene o nel male naturalmente.

Le ennesime stragi in Francia e in Germania dimostrano varie cose.  Certamente il terrorismo che agisce e fomenta, l’esistenza di tante persone disperate e molte delle quali si aggrappano all’Isis per dare un contenuto a quello che non sono, l’effetto emulazione fortissimo, le grandi città europee cresciute senza alcun criterio e che ora pagano per aggregazioni non controllate, le diseguaglianze economiche in crescita così come la povertà, la caduta di qualsiasi valore sociale, l’immigrazione che ogni giorno di più mischia culture, speranze diverse e modelli di vita ma anche odio e invidia, l’insicurezza che ormai è diffusa e che costringerà intere popolazioni a cambiare abitudini.

Una politica da parte dei paesi occidentali quando erano ricchi e potenti cieca, sbagliata e assolutamente suicida come la vita sta dimostrando. Ammetterlo e progettare un altro modo di stare al mondo sarebbe un atto di grande valore e, soprattutto, la migliore risposta a quanto succede e la migliore speranza per un futuro diverso. Le dichiarazioni dei leader occidentali che l’Isis sarà combattuta sino alla distruzione  ormai non bastano anche perché la gente ha capito che costoro non sanno quel che vanno dicendo.

Berlino vara un fondo di finanziamento di dieci miliardi di euro destinato a start up, nuove iniziative. Nella speranza di accaparrarsi almeno in parte attività ed ambienti che si pensa potrebbero abbandonare Londra in conseguenza di Brexit. Questo mette in moto un meccanismo utile di competizione e finirà per aumentare gli investimenti in ogni caso.

La Turchia ormai praticamente è un Sultanato. Molti diritti sono spariti o prorogati magari per non tornare più e altri sono destinati a sparire. Un paese forte, con una economia forte, in una posizione geografica strategica, con interessi vari nella regione e nel mondo. L’esito è prevedibile: l’Occidente chiuderà gli occhi e tutto tornerà come prima, non ci pensano nemmeno i paesi coinvolti economicamente con la Turchia a dismettere o modificare i rapporti e poi la lezione della Libia e dell’Iraq non verrà più dimenticata.

Erdogan deve andare veloce, deve far fuori tutti e mettere tutti i suoi nemici reali o potenziali in condizione di non nuocere nel più breve tempo possibile e prima che la opposizione si organizzi e tenti qualche protesta vera, al di là di qualche presenza in piazza.

D’altra parte l’ipotesi che sta prendendo piede nelle cancellerie è che il golpe è stato progettato in fretta e furia perché i golpisti erano venuti a conoscenza del piano di Erdogan di fare quello che sta facendo ed hanno tentato di fermarlo. Ma le spie di Erdogan hanno fermato loro e dato tutto lo spazio al sultano turco.

A proposito della morte del povero ragazzo italiano Regeni in Egitto ad opera dei servizi più o meno segreti di quel paese, si continua dopo sei mesi a non sapere bene cosa è successo e le fiaccolate si susseguono. Le domande che sorgono spontanee sono però: perché gli inglesi lo hanno mandato in Egitto veramente, si può avere la lista delle persone che doveva incontrare, perché questi universitari di Cambridge si rifiutano di rispondere alle domande dei giornalisti italiani e non solo, cosa hanno da nascondere. Insomma per cercare l’assassino (che si sa chi è insomma) nelle scuole di criminologia insegnano che la prima cosa è cercare il movente. Ormai è chiaro che il povero Regeni incontrava in un paese con una forte dittatura militare oppositori al regime e questo non vuol dire fare una cosa normale da che mondo è mondo.

Per gli inglesi uscire dalla loro isola in macchina da Dover per attraversare la frontiera francese adesso ci vuole un po’ più di pazienza sia per il terrorismo che spinge a controllare meglio e di più e sia perché ormai loro non fanno più quasi parte della Unione Europea. Se ne devono fare una ragione. Brexit dixit insomma.

In Spagna il Re ha deciso di stringere un po’ i partiti e di metterli di fronte alle loro pubbliche responsabilità. Per questo nei prossimi giorni farà incontri con tutti e forse gli toccherà inventare lui una qualche soluzione se vuole dare un governo al suo paese, perché i partiti che ci sono e soprattutto i loro leader, hanno ampiamente dimostrato di non esserne capaci. Andare ad una terza elezione sarebbe inutile, una dequalificazione anche internazionale del paese e della sua classe dirigente. A parte che l’economia continua a precipitare e nulla accade in un momento fra l’altro delicato nel mondo perché di grande cambiamento.

Mariano Rajoy del Partito Popolare vuole lui fare il Premier e non è disposto ad appoggiare un altro governo di un altro qualsiasi leader e non vuole concedere ad eventuali partner interni od esterni cose, i socialisti non lo vogliono perché non desiderano fare l’utile idiota  e nello stesso tempo non vogliono accordarsi con Podemos per paura forse (in realtà non si sa cosa vogliono), gli altri partiti, fra cui in primis Ciudadanos, non hanno le dimensioni per potere porre la loro candidatura o per aiutare in modo significativo. Come direbbero i francesi si ha la sensazione che gli amici spagnoli si siano cacciati in un cul de sac.

L’acquisto di Yahoo! da parte di Verizon va nella direzione della concentrazione in atto nel settore dei servizi collegati alle telecomunicazioni o, per meglio dire, che si sviluppano dentro le telecomunicazioni. La lotta dunque è sempre più tra colossi a livello globale e bisogna vedere lo spazio che ciascun paese con le proprie aziende impegnate nel settore può ritagliarsi anche nell’interesse della sua economia e come stimolo per lo sviluppo di iniziative collegate e di professionalità. Comunque sono in atto grandi manovre.

Inserito il:27/07/2016 07:40:58
Ultimo aggiornamento:27/07/2016 07:45:43
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