Aggiornato al 05/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Belvedere - Numero 116

di Gianni Di Quattro

Giovanni Domenico Tiepolo (1727-1804) – Costruzione del cavallo di Troia - 1760

 

L’ECONOMIA COLLABORATIVA o la share economy rappresenta un traguardo importante e non molto lontano. Si riferisce un po’ a tutto evidentemente e non solo alle auto o alle vacanze, cioè al turismo. Si riferisce alle abitazioni e a qualsiasi forma economica che può significare proprietà e che assorbe investimenti frutti del lavoro o di operazioni finanziarie. Investimenti che, nel futuro, potranno essere destinati ai servizi, alla formazione, alla cultura, al benessere e alla prevenzione fisica. La share economy è in definitiva l’occasione per un cambio drastico del modello di vita a livello globale, che prevede meno risorse per acquisire proprietà appunto, più impegno per vivere, per camminare meglio e con altri valori.

La share economy in altri termini è un cavallo di Troia, UN MODO PER CAMBIARE IL SISTEMA ECONOMICO, quello industriale e quello finanziario, dei servizi, un modo per spostare e qualificare il lavoro, per utilizzare la tecnologia. È l’occasione che il mondo non deve perdere per cambiare i suoi modelli e le persone che li presidiano.

Adesso si comincia a saperne di più sull’esistenza del PIANO CONDOR NELLA AMERICA LATINA sottoscritto nel dicembre ‘75 da molti dittatori di quel continente a partire dal cileno Pinochet e dall’argentino Videla (il più sanguinario tra i sanguinari). Un piano o meglio, un patto che consisteva in una collaborazione tra i vari paesi (con regime dittatoriale che nel continente erano tanti) allo scopo di individuare ed eliminare oppositori ad uno qualsiasi di questi regimi diciamo così consorziati. Una brutta storia (una vergogna per l’umanità), le prime condanne forse in Argentina, ma ancora tanti a piede libero, non si può dimenticare.

BREXIT SE SI VERIFICASSE il 23 di giugno sarebbe un problema politico e finanziario per la Gran Bretagna ed anche per l’Europa e per il mondo occidentale. Ma sarebbe anche una grave sconfitta della Unione Europea, la dimostrazione della assenza per anni di una politica comune, di un progetto, di una struttura rivolta solo a gestire interscambi economici, a fare da auditing nei vari paesi, ad avere introdotto regolamenti e leggi l’una staccata dall’altra senza alcun filo logico, senza una visione, senza una relazione con i territori e con la gente.

QUELLI CHE SONO PER BREXIT in Gran Bretagna in effetti manifestano anche una loro opposizione all’establishment del loro paese, al potere delle loro banche e di quelle dell’Europa. E sono soprattutto i giovani ed è per questo che Brexit sta anche allargando il divario generazionale.

UN TUNNEL DI 57 CHILOMETRI sotto le Alpi che collega l’Italia con la Germania via Svizzera. Bisogna riconoscere alla Svizzera le capacità tecnologiche e organizzative, la lungimiranza negli investimenti infrastrutturali, il valore politico (costruire collegamenti invece di muri) dell’opera.

Il sistema giudiziario, LA GIUSTIZIA, HA BISOGNO DI UN RIPENSAMENTO A LIVELLO GLOBALE. Ci sono paesi in cui i sistemi attuali sono efficaci e paesi in cui non lo sono per vari motivi politici e organizzativi (come l’Italia ad esempio), ma questo è poco rilevante di fronte al fatto che il concetto e le competenze della giustizia in questa epoca vanno ridefinite perché il mondo e i suoi valori sono cambiati. Inoltre, va semplificata la sua applicazione (tribunali, gradi di giudizio, competenze, l’intervento popolare, il network degli esperti, la comunicazione), rivisto il sistema delle pene (quali, quante, dove e come), sviluppata l’applicazione delle tecnologie, verificata la possibile compatibilità dei sistemi di vari paesi tra di loro.

IN FRANCIA LE PROTESTE hanno raggiunto livelli molto forti. Si può capire che i lavoratori e i sindacati non vogliono perdere privilegi e diritti e che in difesa di questi siano disposti a mettere a ferro e fuoco tutto. Si sa che nel paese c’è un governo mediocre e debole e mal gestito da anni. Ma la protesta per una lieve liberalizzazione (come dice l’Economist provocatoriamente) non può raggiungere questa violenza. La verità, forse, è che sulla pelle dei lavoratori e di molti francesi si sta cercando da parte dei sindacati di fare una lotta di sopravvivenza (da tempo il loro ruolo si è di molto reso enigmatico) e lo stesso dicasi da parte di tutta la sinistra, assente da qualsiasi elaborazione e progetto politico, macerata da contrasti interni.

PRIMA O DOPO LA SINISTRA DEVE PRENDERE ATTO che il mondo è cambiato e che non si può continuare con i vecchi modelli politici ed economici. Se continua così è destinata a perdere, cosa che peraltro sta avvenendo in giro per il mondo. In alternativa, organizzi la rivoluzione se riesce (hasta la victoria!).

GLI ECONOMISTI PIU’ AVVEDUTI, che però sono pochi, lo stanno dicendo ormai. Non si può più fare un piano economico a breve, ma bisogna ragionare a lungo termine perché i tempi dei mercati sono più rapidi di quelli delle decisioni politiche (democratiche). Si deve pesantemente investire nelle infrastrutture (come i cinesi per esempio) anche per sfruttare gli avanzamenti tecnologici e, soprattutto, predisporre la società del futuro. Si deve pensare non ad un liberalismo sfrenato, ma ad un sistema regolato che METTE AL CENTRO NON IL LAVORO MA IL SALARIO (anche integrato tra pubblico e privato, tra sociale e produttivo).

Una iniziativa forse destinata a diffondersi ed a svilupparsi. A Ginevra due guru della Silicon Valley hanno organizzato e gestiscono UNA UNIVERSITA’ DEL FUTURO sostenuta da Google e dalla Nasa e dedicata a manager pubblici e privati. Le rotture economiche, sociali e politiche provocate dalle nuove tecnologie e gli scenari futuri. L’obiettivo è quello di fornire rudimenti e sensibilità sulla cultura necessaria per guidare qualunque cosa verso il futuro.

Il DEBITO DELLA CINA negli ultimi anni è salito di molto ed ha raggiunto il 250% del PIL, quasi. Secondo alcuni economisti se la crescita non le permetterà di ridimensionarlo, la crisi che potrebbe arrivare sarebbe superiore a quella subita dal Giappone e dagli Stati Uniti. Naturalmente i riflessi internazionali sarebbero molto negativi (per usare una parola salottiera) per tutti.

CHI PENSA DI ESSERE ERDOGAN in Turchia e quali sono le sue ambizioni? Basta riflettere sulla campagna che sta facendo a favore dello sviluppo delle nascite e sulla sua lotta contro ogni forma di contraccettivo (in un paese che in pochi anni è passato da 68 a 78 milioni di abitanti). In nome dell’Islam naturalmente.

LA FRANCIA dovrebbe cancellare i campionati del mondo di calcio in programma tra pochi giorni e il BRASILE le Olimpiadi del prossimo Luglio. Due paesi in mezzo alle proteste, in situazioni economiche precarie, a rischio attentati (soprattutto la Francia) o di epidemie (soprattutto il Brasile). Far finta di niente pur di mantenere queste manifestazioni per motivi di prestigio è stupido prima ancora che pericoloso.

L’ARABIA SAUDITA investe 3,5 miliardi di dollari nella iniziativa Uber. E la Commissione Europea raccomanda che bisogna proteggere i tassisti, ma non si deve nemmeno chiudere la porta al futuro.

Il sindacato e la magistratura QUANDO TROVANO UN APPIGLIO LEGALE perché una azienda, un ente (come un teatro per esempio) debba assumere o riassumere persone, vanno avanti senza scrupoli. Quello che sta succedendo al Petruzzelli di Bari tanto per dire. Se dopo si verifica il fallimento della azienda, la chiusura della istituzione non importa, perché i sindacati e la magistratura hanno fatto quello che credono il loro mestiere. Naturalmente dopo, come sempre, si chiedono i soldi allo Stato per non chiudere l’azienda e soprattutto l’Ente. Qualcuno dovrebbe spiegare a questa gente che non si può più fare perché non ci sono i soldi e che non si possono mantenere le cose che non funzionano.

IL CSM, l’organo di gestione autonomo della magistratura, riconosce che un magistrato milanese ha scambiato favori con la Lega (passaggio ad un suo avvocato di informazioni coperte da segreto istruttorio) e quindi invece di cacciarlo per indegnità gli taglia sei mesi di anzianità (!), forse il massimo della pena. Sarebbe da sciogliere il CSM per indegnità, non può la magistratura che deve giudicare i cittadini, giudicare in questo modo assurdo se stessa! E l’autonomia rivendicata serve per fare queste cose?

LA BATTAGLIA PER LA CONQUISTA DI RCS continua. La Consob autorizza l’offerta di Cairo che andrà in Borsa dal 13 giugno sino all’8 luglio e verificherà il suo successo o meno. Nell’attesa l’offerta della cordata Bonomi è congelata. La battaglia è soprattutto politica: è in gioco l’indipendenza del Corriere della Sera.

L’idea di usare LE STRUTTURE FERROVIARIE DELL’ALTA VELOCITA’ negli orari non occupati dai passaggi dei treni passeggeri (per esempio di notte) per il trasferimento delle merci a livello nazionale ed europeo è giusta e importante. Ovviamente è necessario investire per fare le strutture di carico e scarico, i vagoni per il trasporto ad hoc, le strade per i collegamenti, i sistemi di controllo. E poi bisogna convincere i tanti padroni e padroncini di autotrasporti ad organizzare il loro lavoro nel futuro in altre direzioni. Ma non ci sono alternative ed è giusto continuare ad immaginare così il futuro.

E sarebbe anche fondamentale LA RIVALUTAZIONE DEI PORTI e il loro collegamento con i centri dell’alta velocità per le merci e per il turismo. Naturalmente sarebbe anche un modo per far ripartire il Sud, o perlomeno per provarci. Se ne parla da tanto tempo senza alcun seguito come capita nel nostro paese.

Il DISASTRO DI VENETO BANCA, dopo quello della Banca Popolare di Vicenza che non è geograficamente molto lontana, dice che anche da quelle parti alcuni spregiudicati e incompetenti hanno lavorato ed agito e tanta gente, persone di vari ceti sociali ed imprenditori, è rimasta fregata. Dice anche che le banche sono state la grande opportunità per ruberie e soprusi nel paese (quanti soldi scomparsi!).

Le Banche che sono SULL’ORLO DEL FALLIMENTO nel nostro paese sono tante e la storia è ancora all’inizio. La conseguenza di anni di influenze politiche perverse e di conduzioni spregiudicate e nello stesso tempo incompetenti. Rimettere ordine sarà durissimo e lascerà sul terreno parecchie vittime.

Intanto IL GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA, Ignazio Visco, sollecita le Banche a ripensare alla loro struttura, a ridurre drasticamente il personale, a progettare nuovi modelli di business. Ha ragione, anche se il suo Istituto ogni tanto invece di fare statistiche e predicare alla Catalano, potrebbe dare una mano a sviluppare progetti, a dare indicazioni, a stabilire comportamenti.  Insomma non solo guardare.

Questa Virginia Raggi, CANDIDATA A SINDACO DI ROMA per conto del movimento 5 stelle, dice delle cose che ai più sembrano delle sparate comiche od elettorali. Tuttavia ogni tanto i politici dovrebbero pensare in grande e magari strano, fa parte del loro mestiere. Devono loro immaginare il futuro anche per noi. No?

LE LISTE CIVICHE CHE SI DIFFONDONO OVUNQUE NEL TERRITORIO sono un segnale di sistemi elettorali sbagliati, di un sistema politico complicato e poco trasparente, spesso corridoi per infiltrazioni mafiose, strumenti per l’attuazione di disegni criminosi relativi alla corruzione delle amministrazioni in altri termini.

MOLTI PICCOLI COMUNI DEL NOSTRO PAESE al di sotto dei cinquemila abitanti continuano a spopolarsi, soprattutto quelli del nord e quelli posti in situazioni ambientali critiche per l’accesso ed i collegamenti, per situazioni climatiche. Una situazione sottovalutata e che può incidere nella cura del territorio del paese a lungo termine. Prendere atto di questo problema e fare qualcosa non sarebbe male!

LENIN, IL FONDATORE DELLO STATO SOVIETICO, NON CREDEVA MOLTO AGLI STUDI, lui che non aveva finito nemmeno l’ Università (come D’Alema e forse non è casuale). Diceva che il mondo doveva andare verso l’ inevitabile dittatura del proletariato e in questi casi la gestione degli affari pubblici potrebbe anche essere affidata ad un lavapiatti. La profezia di Lenin non si è avverata per la prima parte della sua affermazione perché nei paesi dove la dittatura del proletariato è stata introdotta, il successo non è arrivato e tutti sono tornati o stanno tornando indietro. Mentre per la seconda parte certamente si è verificata perché, a prescindere dal proletariato, gli affari pubblici in molti paesi sono affidati a protagonisti che sarebbero dei buoni lavapiatti, ma niente di più ed inoltre ci sono tanti lavapiatti che si danno un gran daffare per prendere le redini del comando dei vari paesi.

UNA ALLEANZA TRA FACEBOOK, MICROSOFT E TELEFONICA per l’installazione di un cavo sottomarino sotto l’Atlantico tra America ed Europa per internet. Queste strutture sono il futuro, da soli non si possono più fare e non avrebbe senso farle, le collaborazioni sono la strada. Collaborazioni anche tra aziende che sempre di più sono concorrenti, ma la concorrenza si fa nei contenuti, nel metodo, nei servizi, nella qualità.

LA VITTIMA PRINCIPALE DELLA TECNOLOGIA nel tempo sarà l’intermediazione. Perché consentirà il contatto diretto tra il fornitore di beni e di servizi e l’utente che potrà capire, scegliere, decidere senza bisogno di particolari supporti e consulenze. L’intermediazione nel mondo oggi ha un grande valore e occupa una grande quantità di persone. La tecnologia cancellerà questi apparati che dovranno riversarsi in altri settori.

Nei nostri sistemi democratici occidentali nessun candidato può organizzare una campagna elettorale senza avere un RESPONSABILE DELLE TECNOLOGIE. Colui che coordina uno staff che si occupa di creare e gestire il data base, di utilizzare i social network, di sondare la popolazione in modo da pianificare gli andamenti e gli annunci della campagna, di diffondere attraverso una rete di comunicazioni   personalizzate messaggi ed, infine, coordinare la raccolta fondi. Quello che è stato il famoso Harper Reed per Barack Obama, per esempio. Nuovi mestieri per molti giovani che sanno maneggiare la tecnologia.

LA PRESENZA DI EUGENIO SCALFARI IN REPUBBLICA forse è meno assidua di prima e speriamo non sia per problemi di salute. In compenso Calabresi, il nuovo direttore, è assolutamente condizionato dal vecchio e tradizionale apparato. Se Calabresi dovesse abbandonare non ci sarebbe da sorprendersi molto.

Quando muoiono grandi protagonisti della cultura, della politica, della economia, delle imprese, di qualcosa insomma, assistiamo ad un sacco di interventi che esprimono giudizi, raccontano episodi condivisi, interpretano. LA MORTE MERITEREBBE MAGGIOR RISPETTO!

 

 

 

Inserito il:03/06/2016 07:31:04
Ultimo aggiornamento:03/06/2016 07:37:54
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