Aggiornato al 05/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Belvedere - Numero 20

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Jan Steen (1626-1679) – La scuola del villaggio

I fatti nostri.

Il progetto sulla scuola presentato dal Governo verrà cambiato, perché non piace all’elettorato del PD molto presente nel settore scuola. I cambiamenti saranno formali (quali e quante deleghe al Governo) e di merito (ruolo dei Presidi, consiglio di gestione, eccetera). Questa volta il Premier Renzi dunque non se la sente di fare la prova di forza, ma cede alla base del partito e ai sindacati. Il disegno di legge modificato probabilmente sarà presentato dopo le elezioni amministrative, mentre l’assunzione dei precari verrà fatta al più presto con decreto (prima non previsto anche su indicazione del Presidente della Repubblica). D’altra parte è la storia di questo paese e la storia dell’apparato scolastico nel bene o nel male prigioniero di un mondo estremamente sindacalizzato. Anche Renzi se ne è fatta una ragione!

Questa storia dei derivati del Ministero del Tesoro, evidenziata dalla trasmissione Report di Milena Gabanelli e ripresa da tutti i giornali con commenti, interviste e analisi, è una brutta storia. Una storia che dimostra come il potere di questi grandi burocrati è grande e incontrollato, come è sbagliato tenere uno di questi per un tempo lungo (ad esempio quindici anni) allo stesso posto con la stessa funzione, come forse la nostra competenza dimostra, inoltre, sacche larghe di superficialità, come ancora siamo molto spesso nelle mani di consulenti finanziari, di banche che consigliano e poi sono i compratori dei nostri titoli. Insomma una storia molto grigia e chissà chi sarà capace di rischiare per cambiarla. Si capisce che non è facile!

La verità è che non solo il nostro paese, ma il mondo o gran parte di esso è nelle mani delle banche di affari e bisogna essere molto bravi per non cadere di continuo nelle trappole o nei ricatti di queste.

Una storia interessante a proposito è comunque come mai con i passati governi queste vicende non sono mai venute alla luce, come mai non si sapeva cosa succedeva, come mai i media non ne parlavano e i consulenti e gli osservatori pure. Anche perché quello che sta venendo fuori è un retaggio del passato. Come mai? Cosa è successo? Non sono domande inutili, si tratta di capire se prima c’era una omertà che adesso non c’è, se ci sono complotti di mezzo, se c’è maggiore capacità adesso, se ci sono accordi internazionali che siamo riusciti a fare o qualcuno ha fatto sopra le nostre teste.

La campagna elettorale per le amministrative si sviluppa in mezzo alla volgarità. Imprecazioni, ingiurie, lanci di pomodori, urla, ostruzionismo nei confronti di oratori di parti diverse, centri sociali antagonisti, organizzazioni di destra presenti, insomma di tutto e di più, non ci manca niente. Intanto i sondaggisti lavorano e ci comunicano che la popolazione è incavolata ma rassegnata, non andrà a votare ma si oppone, ama quelli che urlano e insultano, segue leader volitivi e tira a campare come si diceva ai tempi della buonanima.

La Corte Costituzionale scopre ora a distanza di alcuni anni che il decreto Fornero che bloccava gli adeguamenti per le pensioni superiori alle 1400 euro è anticostituzionale e pertanto è abolito. La prima considerazione è che in un paese in cui il Governo fa una norma che viene abolita dopo anni e dopo budget, consuntivi, approvazioni europee e parlamentari, è impossibile governare. Questa storia è semplicemente allucinante! Nel merito poi magari era giusto decidere in quel momento quello che il Governo ha deciso. Le decisioni politiche ed economiche vanno sempre viste nel momento in cui sono prese e se sono giudicate storicamente bisogna sempre vederle nel contesto. Questo tuttavia non tutti i giuristi lo sanno fare.

A proposito di Corte Costituzionale non si può non ricordare l’abolizione della legge elettorale in vigore (il porcellum) dopo anni e anni (e dopo elezioni, Presidenti della Repubblica eletti e via discorrendo). Anche questa cosa è allucinante per il tempo impiegato a valutare e decidere. Ma ancora più inquietante è far mente locale sul fatto che questa decisione la Suprema Corte l’ha presa dopo cinque giorni che era stato nominato Renzi Presidente del Consiglio (a pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si indovina diceva un protagonista di rilievo del passato).

La fiducia sulla legge elettorale è stata da parte del Governo e della maggioranza del PD una chiara sfida alla minoranza dello stesso partito (chi ha cominciato prima?). Senza questa opposizione interna non c’era alcun motivo di metterla e si sarebbe evitato certamente uno strappo parlamentare e un fiume di polemiche che lasceranno uno strascico non da poco anche nel paese.

Tuttavia l’occasione è importante e utile per una chiarificazione. Dopo questo episodio molto cambierà veramente e niente sarà lo stesso di prima. In questo senso non è interessante definire l’atto di Renzi una prova di forza o una prova di debolezza (come dice Ezio Mauro), ma quello che conta è che è una prova di chiarezza (nel bene o nel male). E questo è opportuno per molti osservatori equilibrati e indipendenti, mentre i media italiani sono divisi in funzione dei loro pregiudizi ideologici o degli interessi di cui sono portatori.

Sempre a proposito di quello che sta succedendo nel PD, è interessante leggere le dichiarazioni dei vecchi componenti la minoranza e che sono poi anche i reduci del vecchio PCI, la Ditta come dice Bersani. Costoro dicono che non prevedono di andarsene e che hanno deciso, malgrado tutto, di rimanere. Qualcuno potrebbe dire: dove pensavano di andare?  E a far cosa? A fare quale politica, con quali progetti, quali speranze, quali obiettivi? La verità è che sperano ancora di riprendersi il partito. Bersani ha, infatti, dichiarato che qualcosa cambierà (senza precisare se si tratta di una promessa o di un ricatto). Ci sono comunque anche dei lati comici di questa vicenda, come, per esempio, le dichiarazioni di Pippo Civati (portatore di circa una trentina di voti complessivamente nel paese) che minaccia dopo il voto di andarsene.

La Carta di Milano, ideata dal filosofo Salvatore Veca, è stata presentata ed è disponibile dal primo maggio per tutti coloro che la vogliono sottoscrivere. Una specie di protocollo di Kyoto che proclama il diritto al cibo appunto come diritto fondamentale dell’uomo. Naturalmente contiene indicazioni sulla ricerca, sull’impiego delle tecnologie, sul risparmio energetico, sulla eliminazione o riduzione degli sprechi. Non è sottoscritta dai Governi (come Kyoto) ma da tutti, dal basso per rappresentare una spinta verso i Governi ad operare in tal senso, ad accordarsi, a fare politiche nuove nel futuro sul tema del cibo. Un’idea interessante, utile, spettacolare in concomitanza con un evento internazionale come l’Expo.

Certamente l’Expo, come tutte le cose italiane, è stato ed è fonte di speculazioni, occasione per affari leciti o illeciti, opportunità per tanta gente per lavorare. Potrà avere più o meno successo e questo lo vedremo, è comunque un tentativo di metterci all’attenzione del mondo. Un modo per favorire l’esportazione e per fare cose nel paese che altrimenti non si sarebbero fatte. Perché opporsi per motivi ideologici? Perché criticare per partito preso? Perché stare sempre dalla parte dei disfattisti per cambiare cosa e chi e come e quando? Non sarebbe male un maggior equilibrio, una maggiore consapevolezza comunitaria.

La devastazione del centro di Milano ad opera dei black block. Una operazione come questa richiede soldi, tanti soldi e una organizzazione non banale. Ci vogliono depositi dove mano a mano accumulare il materiale necessario, mazze, bombole per imbrattare, materiale incendiario, maschere anti gas, vestiti, materiale accessorio. Una organizzazione studiata nei dettagli da tempo, coordinamento strategico, definizione dei punti di fuga. Ed ancora tutto questo attraverso incontri, viaggi, supervisioni, intelligence, alloggi e complicità. Chi finanzia tutto questo e perché?

Il Presidente della Repubblica poteva venire a Milano per inaugurare l’Expo come avrebbe fatto qualsiasi altro capo di Stato!  C’erano il Governo di oggi e rappresentanti di quelli passati, c’era gente di tutto il mondo, c’erano personalità illustri, c’era Napolitano. Mah! come diceva mio nonno, non si possono raddrizzare le gambe ai cani.

La vera prova del Governo Renzi è però la politica sulla immigrazione. Per il momento opportunamente il Governo tace e fa quello che ha sempre fatto (ordinaria amministrazione). A livello europeo non è andata bene perché gli Stati membri sono distanti, assenti e presi da altre immigrazioni che provengono dall’Ucraina o da altri paesi dell’Est. Trovare la mediazione tra gli estremisti e i buonisti costi quel che costi non è facile, ma dietro questa politica ci sono molti voti e sempre di più ce ne saranno data la situazione. Prima o dopo una posizione netta va presa nel bene o nel male e da questa presa di posizione dipenderanno varie percentuali elettorali. La scommessa politica più grande di Renzi.

La cessione della maggioranza del Milan e poi forse la cessione di una quota di Mediaset con i francesi alle porte (o forse più probabilmente Murdoch) sono le probabili prossime decisioni del cavaliere (disarcionato ma sempre cavaliere in pectore). Intanto il figlio Pier Silvio è stato nominato amministratore delegato del gruppo Fininvest (e questo ha un significato per chi sa leggere). La liquidità derivante (eventuale evidentemente) da qualche parte andrà e sarà interessante seguirne le tracce. Sul piano politico invece l’ex cavaliere sarà più tranquillo e senza fardelli sulle spalle, ma difficilmente potrà arrestare la deriva del suo movimento ormai dilaniato, anche se con il popolo italiano mai dire mai (Lega docet!).

Coloro che sostengono che Salvini ha cambiato strategia della Lega sbagliano. In fondo la Lega è passata dal razzismo verso i meridionali al razzismo verso gli immigrati. Più coerenza di così! (cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia).

Il Papa fa dichiarazioni a favore delle donne e dice che bisogna rispettarle di più e che bisogna pagarle come gli uomini se fanno lo stesso lavoro. Bene! Una autorità morale fondamentale come il Papa non può che fare bene alla istaurazione di una maggiore giustizia sociale e di un rispetto vero della donna. Certo viene da pensare alla politica della Chiesa Cattolica passata e presente che in merito non può certo dare lezioni a nessuno!

Il nuovo direttore generale dell’Agenzia Digitale, in sostituzione di Alessandra Poggiani che si è dimessa (vedremo se ha fatto bene a scendere in politica direttamente), è Antonio Samaritani che era sinora responsabile dei sistemi informativi della Regione Lombardia. Tanti giudizi e tante ipotesi, meglio aspettarlo al varco (in senso buono) per vedere se riesce a continuare il lavoro impostato e come (di fondamentale importanza per il futuro del paese).

Contrariamente a quanto si diceva o temeva, il Direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, si è dimesso e se ne è andato come aveva annunciato rispettando così il suo impegno. Ha fatto il suo ultimo editoriale togliendosi qualche sassolino dalla scarpa e approfittando per scagliarsi contro il Presidente del Consiglio in carica (un caudillo) che lui ha già avuto modo di classificare  in varie occasioni come una grande disgrazia del paese presente e futura.


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Miroslav Stojkovic (1955-       ) – Houses of Parliament in London

Uno sguardo altrove.

Sta per concludersi la campagna elettorale in Gran Bretagna perché il prossimo 7 maggio si vota. È interessante rilevare come buona parte del dibattito si svolge sulla politica estera del paese che viene considerata lacunosa (quella di Cameron) da gran parte dei cittadini. Il Premier attuale, infatti, rischia molto anche per questo. Ma interessante notare come i sudditi di Sua Maestà la Regina, di solito indifferenti a quello che succede al di fuori dei confini del Regno Unito, cominciano a capire che la politica estera non è solo un vezzo o una manifestazione di forza, ma parte integrante di qualsiasi piano di sviluppo interno.

Google si accorda con otto editori europei e investe 150 milioni di euro per sviluppare studi intorno all’uso della tecnologia per un giornalismo di qualità e in linea con il modo di vivere e di informarsi del futuro. Tra questi otto editori europei ce ne è uno italiano che è La Stampa di Torino. Un tema che meriterebbe maggiore attenzione e un dibattito serio e competente e non solo politico o di parte. E poi vediamo anche l’atteggiamento degli altri editori italiani, verso la tecnologia, verso i grandi protagonisti tecnologici.

In Germania la lite alla Volkwagen tra il Presidente Ferdinand Porsche (azionista importante dell’azienda insieme alla moglie) e l’amministratore delegato Winterkon, che continua a macinare successi, si è risolta, contrariamente alle previsioni a favore di quest’ultimo. Perché il Consiglio di Amministrazione e quello di Gestione hanno pensato e deciso a favore dell’azienda e non a favore di questo o di quello. Un ottimo esempio di comportamento che tiene conto degli interessi di tutti (azionisti, investitori, lavoratori, manager, clienti e paese). Nel gioco del futuro questa decisione è importante sulla configurazione degli assetti industriali mondiali del mercato dell’automobile.

La sensazione è che forse questa volta l’accordo tra Grecia e Unione Europea sia vicino. Infatti, l’allontanamento formale di Varoufakis dal gruppo dei negoziatori (sicuri che non ci sia sotto un gioco ben organizzato?) è un punto a favore di quelli dell’Unione che adesso devono ricambiare. Tsipras ha fatto vedere che da una parte ha la schiena dritta e dall’altra è uno statista di buon senso. Se il colpo riesce gli si può dire bravo!

Il Papa Francesco ha dichiarato per bocca di un suo portavoce che gli archivi del Vaticano si apriranno sul periodo della dittatura dei Generali in Argentina. Tenendo conto che allora i contatti tra il Nunzio Apostolico e la Giunta Militare furono molto stretti, molte cose interessanti per la storia dovrebbero piano piano saltare al chiaro. L’apertura degli archivi segreti è sempre, da parte di chiunque compie un atto del genere, una prova di democrazia e soprattutto di rispetto umano di rilievo, di grande rilievo a prescindere.

Il Primo Ministro giapponese, Shinzo Abe, parlando al Congresso degli Stati Uniti chiede perdono per Pearl Harbor e per tutte le vicende della seconda guerra mondiale a distanza di tanto tempo. Una notizia di valore storico e morale importante, dietro alla quale ci sono evidentemente interessi precisi e rilevanti del Giappone e del suo futuro (tra cui la trattativa per la stipula del rapporto di libero scambio tra Stati Uniti e dodici paesi del mondo asiatico, Giappone incluso). È chiaro che il Giappone vuole riacquistare un ruolo internazionale diverso anche in relazione alla nuova politica estera cinese.

Il nuovo Presidente della Repubblica Cinese (Xi Jinping) ha 62 anni e sta cambiando la strategia del paese in chiave economica accelerando gli investimenti in molti paesi che si possono considerare chiave o di rilievo (attuale o di prospettiva) nei vari continenti e cercando di spingere verso una politica industriale originale e non solo di prodotti copiati grazie al basso costo del lavoro (sa che questo è destinato a cambiare in breve tempo). Gli investimenti servono per accrescere il ruolo del paese nella economia mondiale, per fare affari e per acquisire conoscenza, metodologia e tecnologia per la nuova politica industriale. Il Presidente cerca di introdurre uno stile cinese anche nei comportamenti e nel vestire. Per questo ha rilanciato la famosa giacca di Mao (di colore blu e non più grigio, con tre tasche invece di cinque, con i ricami nel colletto e con un taglio sartoriale e non più a sacco). Ed anche la bella moglie, Peng Liyuan, si fa portatrice di uno stile cinese, che fa dire ai giornali del suo paese “l’America ha Michelle e noi abbiamo Peng”. È proprio vero che il ruolo delle first lady non è più quello di organizzare tè pomeridiani e scegliere pasticcini!

Inserito il:02/05/2015 18:50:18
Ultimo aggiornamento:21/05/2015 00:17:45
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