Aggiornato al 05/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Belvedere - Numero 104

Abdussalam Nattah (1948 – Tripoli) – Sunset Old Tripoli - 2010

 

In Siria e in Iraq, grazie ai russi (soprattutto) e agli americani, l’Isis sta arretrando e perde terreno, lasciando alle spalle distruzione e morte. Adesso l’Isis ha nel mirino la Libia dove ha raddoppiato i suoi uomini presenti sul campo e dove sarà il suo prossimo terreno di battaglia. Mentre pensa dove collocare il suo prossimo atto terroristico in Europa. In Libia c’è ora un governo unificato che arranca a fatica e che avrà bisogno di tanto aiuto per ricostruire uno Stato e per combattere gli uomini del Califfato.

In questo contesto la posizione dell’Italia è particolarmente delicata perché è, come si direbbe in qualche torneo sportivo, testa di serie per nostra volontà e per riconoscimento internazionale. E poi perché la Libia è la vera porta di imbarco degli immigrati verso il nostro paese. Le diplomazie sono al lavoro e forse lo stanno facendo anche bene, ma tutto l’equilibrio è attaccato ad un filo molto delicato e leggero. Il rischio di dover intervenire chiamati formalmente dal governo libico e con il consenso e supporto dell’ONU è molto attuale.

Chiudere un occhio, far finta di niente, lasciar fare ad altri non si può fare. Perché c’è di mezzo la storia della immigrazione, la Libia è dietro l’angolo, abbiamo delle vicende che ci legano, facciamo parte di una comunità internazionale. E poi perché quando abbiamo lasciato fare agli altri (vedi la Francia e la Gran Bretagna nel caso Gheddafi) costoro hanno combinato un pasticcio che è ricaduto anche su di noi.

In Africa ci sono più abitanti con il telefonino di quanti abbiano accesso all’acqua potabile o a una toilette igienica collegata ad un sistema fognario. Il ruolo della comunicazione e dell’accesso alla informazione non cambia le diseguaglianze, al massimo consente di prenderne coscienza. Forse potrebbe persino diventare una minaccia.

La Turchia non rispetta i patti con l’Europa a proposito degli immigrati, non rispetta i diritti umani, il Presidente Erdogan sta islamizzando il paese che tende a governare con il pugno di ferro e senza guanti, combatte i curdi, non sopporta le critiche anche quando vengono da comici in esercizio. È un problema e sarà un problema.

Il Brasile è l’ultimo paese ad avere abolito la schiavitù. Nel 1888. Ogni tanto in quello splendido paese c’è gente che se lo dimentica purtroppo. Intanto l’impeachment del Presidente Dilma Rousseff si avvicina dopo il rigetto da parte della Corte Costituzionale del ricorso della stessa Presidente. Che brutta e ingloriosa fine la stagione del Partito dei lavoratori e dei suoi leader!

In Canada (grazie alla volontà del Premier Justin Trudeau) passa la legge che consente il suicidio assistito per malati terminali. La legge vale solo per cittadini canadesi per evitare un macabro turismo. Il percorso verso il rispetto umano è lungo ma alla fine arriva. Speriamo non si fermi e arrivi anche da noi.

In Gran Bretagna importante la presa di posizione ufficiale del Partito Laburista a favore della Europa e contro Brexit. Con un significativo e inatteso discorso del suo leader Jeremy Corbyn. Potrebbe cambiare i sondaggi.

La Cina rallenta la crescita (è al rispettabile 6,7%) ma sta raggiungendo la stabilità e sta cambiando la sua economia, dando un ruolo diverso al mercato interno rispetto al passato e rispetto all’esportazione. Questo significa profonde rivoluzioni sociali, urbanistiche, di organizzazione dello Stato, nella cultura di mercato. Un compito grandioso che il paese sta facendo pare in modo non troppo traumatico.

Israele continua ad autorizzare la costruzione di case in Cisgiordania per i coloni. Adesso altre 200. Prima o dopo qualcuno glielo deve dire e soprattutto far capire di smetterla.

Settimana dopo settimana la stella e la popolarità di Emmanuel Macron, Ministro dell’Economia, dello Sviluppo e del Digitale (corretto l’accorpamento), in Francia continuano a crescere. La sinistra è in difficoltà (Hollande solo a fine anno dirà se si ripresenta o meno), la destra pure sia la si guardi dal lato di Nicolas Sarkozy oppure da quello di Marine Le Pen, specie dopo le notizie panamensi sulla sua famiglia. In fondo il giovane Macron (fondatore del movimento “En Marche”) con il suo pensiero né di destra e né di sinistra ricorda i nuovi movimenti europei spagnoli o italiani, ma in grande crescita in tutto il continente.

Nell’ultimo dibattito a New York per la prossima tornata di primarie Hillary Clinton e Bernie Sanders se le sono date di santa ragione. Ha vinto Sanders (che è venuto a Roma per vedere il Papa che non lo ha ricevuto). La sensazione è che la Clinton sia in difficoltà, ma le risorse del clan possono fare miracoli.

Si svolge in questi giorni il Congresso del Partito Comunista Cubano che deve ratificare la nuova politica di Raul Castro, le nuove riforme e più mercato a cominciare dal riconoscimento dei lavoratori in proprio (cuentapropistas) che sono l’embrione del capitalismo. Inoltre il Congresso deve cominciare ad individuare il successore allo stesso Raul quando è previsto lasci nel 2018. Comunque i possibili successori di Raul tra due anni sembra possono essere o il Vice Presidente Miguel Diaz Canel (favorito) o Alejandro Castro, figlio di Raul, che è il capo dei servizi di informazione e di controinformazione dello Stato (ruolo chiave).

Nel suo intervento di apertura Raul Castro ha fra l’altro detto che le relazioni con gli Stati Uniti non saranno completamente serene sino a quando Cuba non tornerà in possesso del territorio di Guantanamo che gli appartiene. E poi Raul Castro ha stabilito i limiti di età: 60 anni per far parte del Comitato Centrale del Partito, 70 anni per occupare posti di responsabilità nell’apparato dello Stato.

Le trattative tra il Governo Colombiano e i guerriglieri delle Farc procedono in modo positivo per fortuna, dopo tanti anni e tanti morti. Adesso un’ombra si è insinuata e cioè il fatto che le Farc hanno un tesoro di oltre 10 miliardi di dollari, non si sa accumulato come. Lo dice l’Economist che ha le sue fonti riservate. Anche con le guerriglie si può guadagnare e speculare!

I giornali sono pieni di ipotesi ed elucubrazioni sul futuro del movimento 5 stelle dopo la morte di Gian Roberto Casaleggio. Ai media italiani piace tentare di indovinare quello che succederà, spesso inventano e quasi sempre sbagliano.

La verità è che Grillo farà il possibile per garantire e continuerà a gridare per farsi sentire, Dario Fo parlerà di cose che non conosce e forse neanche capisce affascinato da chi gli suggerisce scenari misteriosi (lui è prigioniero della magia che vede ovunque), i deputati e senatori del movimento cercheranno di mantenere un ruolo che è per loro una carriera, un futuro, un lavoro, mentre Davide, il figlio di Casaleggio, lo sostituirà nella titolarità e nella gestione del blog e delle regole. La gente continuerà a votare il movimento ancora per molto tempo, non per nulla il nostro è un paese di conservatori. Figuriamoci, c’è gente che vuole votare ancora DC e PCI ed è disperata perché non li trova!

Intanto intervistato alla televisione italiana TG1 Luigi Di Maio ha dichiarato di essere pronto e disposto a fare il Presidente del Consiglio. Amici, così è se vi pare, diceva una grande buonanima.

A proposito di Gian Roberto Casaleggio tutte le sue biografie parlano con enfasi della sua provenienza olivettiana, come per dire che in fondo lui si potrebbe considerare come una specie di erede di Adriano con le sue visioni e con il suo ascetico e religioso amore verso la rete e la società tecnologica. Non c’è dubbio che possa avere respirato un po’ di quell’aria, ma lui è arrivato in Olivetti quando tutto ormai era finito e lo spirito di Adriano era del tutto disperso e superato da tempo. Questo non vuol dire che non si possono fare paragoni, come si fanno anche tra Adriano e tanta altra gente, ma l’eredità è altra cosa.

Il Presidente della Corte Costituzionale non smette di intervenire e suggerire, dichiarare e promettere. Se parlasse di meno e mantenesse una certa riservatezza non sarebbe meglio e magari più adeguato al ruolo?

Nei prossimi giorni il Governo dovrebbe sostituire il Ministro per lo Sviluppo Economico in conseguenza delle dimissioni della Signora Guidi per le note vicende legate al suo fidanzato. Ma non si potrebbe accorparlo al Ministero della Economia (sarebbe logico), semplificare e ridurre il numero dei Ministri?

La lotta più grande che si sta svolgendo nel nostro paese è tra lo Stato e le Regioni. Lo Stato che tende a riappropriarsi di certe funzioni dato il malfunzionamento delle Regioni e la lievitazione enorme delle spese e queste ultime che non vogliono perdere il potere di spendere. Questa lotta si manifesta in tanti modi (anche attraverso referendum) perché non si vuole dichiarare politicamente il vero motivo del contendere.

Più passa il tempo e più il Ministro Graziano Delrio somiglia ad Abramo Lincoln. Potrebbe rappresentarlo magnificamente in una pièce teatrale.

La Commissione Trilaterale è stata fondata nel 1972 da David Rockefeller con il sostegno di Gianni Agnelli e riunisce periodicamente alti dirigenti politici e di impresa provenienti dai tre continenti (America, Europa e Asia) per discutere dei grandi problemi del mondo. Si è riunita nei giorni scorsi a Roma ricevuta in pompa magna da Mattarella. È una cosa inutile, con i soldi spesi per fare incontrare alcuni vecchi tromboni si potrebbero fare cose più intelligenti e utili.

Ormai la consapevolezza delle imprese verso la digital trasformation è acquisita e adesso la maggior parte di loro ha il problema di correre per non rimanere tagliata fuori. “Accelerate”, si intitola l’ultimo libro di John P. Kotter, il guru internazionale dei processi di cambiamento organizzativo e di business. Obiettivo ripensare e ridisegnare la relazione con consumatori e clienti in virtù delle tecnologie digitali, sociali e mobili. Ma non solo. Si tratta anche della necessità di ripensare i modelli di business alla luce della rottura tecnologica in atto, dei processi di digitalizzazione, di smaterializzazione e di connettività ubiqua. In altri termini, l’opportunità di tener conto dei nuovi modelli di generazione di valore che si sono affacciati all’orizzonte.

Il settore assicurativo è tradizionalmente uno dei più arretrati nelle applicazioni della informatica. Nel senso che tutti gli investimenti del settore sono stati sempre di tipo conservativo e mai innovativo, poco orientati al cliente, al marketing, alla gestione competitiva del mercato. Oggi si nota un approccio diverso e questa è una buona notizia per il mercato, per le compagnie e per i clienti. Certo hanno bisogno di uomini nuovi anche loro, soprattutto se vogliono correre per recuperare.

Grande eccitazione di giornali e politici per l’apertura ad Arese, al posto della fabbrica dell’Alfa Romeo chiusa da anni e che è stata un fiore all’occhiello della meccanica italiana, del più grande supermercato di tutta l’Europa con tanti negozi, spazi, merce e servizi compreso una guardia medica e naturalmente posti di ristoro. Si può dire che per molti è l’occasione di una grande tristezza?

I colossi dell’economia digitale, americani e tecnologici, hanno introdotto il concetto del capitalismo senza profitti o meglio del capitalismo senza la smania del profitto immediato, come dice Federico Rampini nel suo nuovo libro La Rete padrona. L’obiettivo principale di questi colossi è aumentare il fatturato, eliminare o ridurre la concorrenza, puntare al semi monopolio, la redditività arriverà al termine di un percorso che persegue altri obiettivi strategici, forse i grandi numeri e il dominio planetario. Così pensa Amazon, così pensano Zuckerberg e tutti gli altri. Costoro hanno scavalcato i giganti tradizionali delle telecom, si pongono come interlocutori degli Stati, condizionano lo sviluppo quantitativo e qualitativo del mondo, soprattutto condizionano le abitudini, i costumi, la cultura del futuro.

Forse l’obiettivo vero verso il futuro è la guerra delle monete virtuali che avrà come protagonisti Google e Facebook, Apple e Amazon. Tutti i grandi esperti sono convinti che il business del futuro è il governo della moneta. La grande sfida alle banche centrali e al sistema delle banche. Bitcoin ha già 60 imitatori. Quando il mondo sarà diverso molti si chiederanno quando è cambiato.

FCA (Fiat Chrysler) per bocca del suo Presidente e del suo Amministratore Delegato dichiarano che sono interessati sempre ad una grande alleanza (il futuro del settore è solo dei grandi). E Sergio Marchionne spera sempre nella General Motors, mentre continua a collaborare con Google ed Apple per l’auto con la guida assistita. Il Presidente John Elkann dato che lo è anche di Exor tesse le lodi del lavoro e del bilancio dell’Economist, di cui è ormai l’azionista di riferimento (40%).

Un’analisi sondaggio fatto dal Fondo Monetario Internazionale su due milioni di aziende dice che quelle che vanno meglio sono dirette da donne. Bisognerà prenderne atto prima o dopo o no?

Si dovrebbe nel futuro riconoscere la professione di libertino come ormai si riconosce quella del lobbista e anzi si dovrebbe autorizzare la creazione di un albo apposito. Prendere atto della realtà sociale è un bene per tutti, perché l’Italia pare sia piena di libertini che esercitano la professione con impegno.

Nel mondo va sempre più di moda l’uomo forte. Non solo nei paesi dove c’era e dove si conferma, ma il fenomeno, diciamo così, è in espansione. Perché? La delusione della democrazia, la voglia di sapere chi è responsabile dei destini della gente, i principi liberali che non interessano più, l’odio verso la corruzione diffusa, il minor livello culturale, la paura del futuro? Non è una cosa da sottovalutare.

Più le influenze religiose avanzano nel mondo, sostituiscono la mancanza di idee e di ideologie, i politici di tutte le parti e di tutte le nazioni si aggrappano ai capi religiosi per vincere una competizione, i popoli pregano invocando speranze e miracoli invece di cercare di capire e di partecipare, ecco più viene la voglia di laicismo. Il piacere intellettuale del laicismo, del pensare in modo libero e senza alcun condizionamento, del giudicare in relazione non alla appartenenza ma ai comportamenti, la voglia di sapere, di non fermarsi davanti ad alcun steccato pur rispettando tutto e tutti. Ma il laicismo postula cultura, capacità di autonomia di pensiero e mancanza di paura del futuro ed anche del suo oltre.

Bere molto e giocare molto è pericoloso, sono malattie anche riconosciute dal Servizio Sanitario Nazionale. La cosa vale anche per chi naviga molto in internet? Sarà anche riconosciuta come malattia e, soprattutto, si ha qualche idea di come curarla? Forse nasceranno anche i navigatori anonimi e le cliniche specializzate?

Inserito il:17/04/2016 10:40:22
Ultimo aggiornamento:17/04/2016 10:44:25
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