Aggiornato al 05/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Belvedere - Numero 98

Jan Brueghel il Vecchio (1568 - 1625) – Paesaggio fluviale con bagnanti

 

 

Forse in Spagna gli ultimi episodi del terrorismo stanno facendo capire ai partiti che il tempo del gioco per un po’ di potere è finito di fronte ad eventi che fanno scomparire sconfitte e vittorie inutili e che soprattutto stanno facendo capire a chi ha responsabilità istituzionali che è giunta l’ora di dimostrarsene degno. Per questo i partiti hanno ricominciato a parlarsi, incluso i socialisti con il Partito Popolare di Mariano Rajoy, e forse potrebbe prospettarsi qualche soluzione per il paese a breve. Il paese in questo momento sta vivendo ai limiti della legittimazione costituzionale per la sua situazione di governo.

La visita di Obama in Argentina è da considerare un appoggio importante al nuovo Presidente Mauricio Macri, un supporto per il reinserimento di quel paese a livello internazionale, un esempio di una nuova politica degli Stati Uniti in tutto il Continente e un riferimento per altri paesi della regione. Sicuramente sta giocando a favore di Mauricio Macrì la sua decisione di rispettare i debiti del suo paese e di rimborsare gli investitori nei famosi bond argentini degli anni passati. Comunque il tango di Barack Obama a Buenos Aires può rappresentare simbolicamente un percorso nuovo per il paese latino americano.

Di rilevanza l’annuncio di Obama sulla apertura degli archivi degli Usa relativi al colpo di Stato che ha introdotto la dittatura in Argentina proprio 40 anni fa. Un annuncio che dovrebbe consentire di verificare se in quel maledetto evento ci sono stati dei ruoli del paese nordamericano o, a sua conoscenza, di altri. Un annuncio atteso da tutto il paese argentino, dagli storici e dagli intellettuali di tutto il continente.

Cuba dopo la visita del Presidente Obama vuole accelerare il suo ingresso nei circuiti finanziari internazionali come la Banca Interamericana di Sviluppo e, soprattutto, il Fondo Monetario Internazionale. Ne ha bisogno la sua economia, ha il problema di razionalizzare la sua moneta. In altri termini spera di allontanarsi un po’ da Marx e di avvicinarsi molto a Christine Lagarde. Spera soprattutto che gli Usa non pongano ostacoli avendo, nel caso del FMI, il diritto di veto. Ma la ola allo stadio di Obama e di Raul Castro è pare un buon viatico.

Intanto i Rolling Stones hanno fatto alla Città Sportiva dell’Avana un concerto indimenticabile.  Un concerto che è già diventato storico perché segna simbolicamente il cambio politico di Cuba, la sua apertura verso un mondo che per tanti decenni ha combattuto, osteggiato e da cui si è isolata. Sono questi i segnali che fanno capire tante cose, che riescono a rappresentare sentimenti e speranze popolari, fanno sapere quello che non si vuole dire in altro modo.

La vittoria di Bernie Sanders nelle primarie americane negli Stati della Alaska e a Washington spaventa Hillary Clinton che rimane in testa ma che non può assolutamente essere sicura della vittoria a questo punto. La domanda che un osservatore distaccato si fa è la seguente: per battere Donald Trump sarebbe meglio Hillary Clinton o Bernie Sanders, il socialista? I famosi gruppi di potere di quel paese per il momento danno l’impressione di osservare la competizione come fossero al cinema, ma fra non molto dovranno schierarsi ed allora vedremo. Certo che non c’è una scelta da fare fantastica anche se per motivi diversi.

In Brasile Lula (l’ex Presidente indagato per forte corruzione) continua a fare braccio di ferro con la magistratura del paese. Quest’ultima non lo vuole Ministro e lo vuole in galera. Lui propone una mediazione e cioè non va a fare il Ministro e si limita ad essere solo un consulente del Governo (naturalmente come se il Governo fosse cosa sua e di amici suoi e non una cosa seria). Se la magistratura non accetta, lui potrebbe scappare, rifugiarsi nella Ambasciata Italiana e chiedere asilo politico al nostro paese. Sembra una commedia di Gilberto Govi se non fosse tragica la situazione del grande paese latino americano.

La soluzione gestionale dei grandi gruppi e che vede coinvolti allo stesso tavolo, condividendo responsabilità, imprenditori, sindacati e management ha consentito al sistema industriale tedesco grandi passi avanti e di diventare il primo in Europa. Ma è ancora valida? Forse adesso sta accusando qualche problema per esempio nella trasparenza delle decisioni strategiche e anche in quelle operative, sembra spinga gli accordi sottobanco tra i componenti il consiglio di gestione (che non sono mai una bella cosa), sviluppa fenomeni di omertà (reciproca) tra le parti e che alla lunga possono essere pericolosi per il futuro delle aziende.

L’esempio del caso Volkswagen (ma anche di Deustche Bank e di altre industrie tedesche) è tipico del degrado di questo tipo di governance che era rimasto positivo per tanti anni. Fra l’altro è di questi giorni l’annuncio che l’azienda deve ritirare un milione di SUV per difetti tecnici.  E la cosa non si deve probabilmente solo ad errori o disattenzioni delle linee.

Amazon, il cui successo è in aumento in tutto il mondo come del resto tutto il settore delle vendite on line, ha dichiarato ufficialmente che in tutto il gruppo il trattamento economico delle donne e degli uomini è esattamente uguale. Speriamo sia vero perché devono cominciare un po’ di esempi, soprattutto di importanti gruppi (non sarebbe male), per chiudere la brutta storia della differenza di trattamento tra i generi che sa tanto di razzismo e di prevaricazione.

Il terrorismo, ormai tutti lo dicono, cambierà la vita quotidiana di tutti i cittadini europei, cambierà molte loro decisioni relative a dove e come vivere, a cosa fare e come studiare, a se e dove viaggiare. Ma riguarderà anche il divertimento e lo sport. Gli stadi dove si svolgono le partite di calcio e i teatri, soprattutto i grandi teatri, sono, così dicono, obiettivi golosi per azioni terroristiche del tipo di quelle che stanno avvenendo nel continente, azioni che tendono a fare molto danno alle popolazioni, a creare il panico e ad introdurre il terrore nella vita di tutti. E si avvicina l’estate con le sue diffuse manifestazioni internazionali sportive!

La cosa che il terrorismo sta mettendo in luce, la più drammatica, è la consapevolezza da parte dei cittadini europei di essere nelle mani di incompetenti, improvvisatori, disattenti coscientemente, superficiali e in buona parte anche disonesti. Questo management politico di molti paesi e della Unione Europea ha provocato negli ultimi anni disastri incalcolabili sotto tutti i punti di vista.

Naturalmente sul piano della incompetenza e delle responsabilità l’imputato maggiore sono gli Stati Uniti. Con la loro politica estera sballata e imperialista, egoista e prevaricatrice, presuntuosa e arrogante che li ha portati, tra l’altro, alla guerra in Iraq, che è la madre di tutte le cause dei disastri nella regione.

Si stanno cominciando a fare analisi sociologiche su questi terroristi e in genere su tutto il mondo del fanatismo dell’Islam concentrato almeno per il momento intorno al Califfato. Si scopre che questi terroristi sono giovani, non sono analfabeti e anzi spesso sono dotati di titoli di studio, molti sono nati in Europa dove vivono le loro famiglie, la loro situazione economica è discreta e quindi è la ideologia, l’avventura, il mistero che li spinge, la voglia di emergere, la mancanza di valori civili e sociali. Vuol dire che nelle nostre città e soprattutto nelle nostre scuole di ogni ordine e grado è ‘mancato (manca ancora) completamente ogni forma di insegnamento sulla società, sulla integrazione, sui valori e sul perché di questi valori, sulla evoluzione del pensiero.

Il Califfato nasce e si sviluppa per volontà di un gruppo di Stati che grazie al petrolio sono riusciti a condizionare l’Occidente per decenni ed a vivere come secoli fa, fermando ogni forma di progresso e nuotando nelle ricchezze da parte di un gruppo selezionato di padroni. Questi Stati nella paura di perdere la loro influenza, il loro potere hanno voluto creare un diversivo per l’Occidente e per i loro nemici di etnia religiosa, uno strumento di ricatto per potere, così ritengono, continuare la loro vita nel passato e nell’oro.

Ma sul terrorismo a prescindere da ogni discorso sociologico, politico, economico e sociale rimane il fatto acclarato della inefficienza della polizia belga e della sua intelligence soprattutto. Un paese che non è riuscito ad integrare i fiamminghi con i francesi ed i tedeschi che convivono sul suo territorio e che continuano ad odiarsi ed a dividersi, come può integrare musulmani e altri popoli provenienti da altre terre e culture? Il Belgio è un problema al centro della Europa con la sua anacronistica monarchia, le sue divisioni interne, le sue culture che si combattono, i suoi quartieri ghetto, la sua tristezza. E la presenza di funzionari europei in abbondanza ha creato un’altra casta, quasi un’altra etnia assolutamente staccata dal tessuto sociale del paese.

La sicurezza di un paese, di qualsiasi cosa è sempre più un problema di professionisti e non è come una volta che serviva solo mettere quattro marcantoni alla porta dicendogli di non fare entrare nessuno. La tecnologia, la comunicazione, la facilità dei trasporti, la globalizzazione, la rete rendono complicato, difficile e costoso realizzare un sistema di sicurezza se non sicuro, almeno quasi sicuro. Bisogna che lo capiscano questi paesi e la Unione Europea.

Forse hanno ragione quelli che dicono che il nostro paese è più attrezzato, infatti ha avuto di tutto e di più in merito. Il terrorismo rosso, quello nero, gladio, le spie della CIA e della NATO, il contrabbando per non parlare delle varie mafie che hanno attraversato e che ancora attraversano il paese.

Le sorti della guerra contro il Califfato volgono al bello sembra e si stanno conseguendo buoni successi come ad esempio la riconquista della città di Palmira e la morte del loro numero due, importante non solo per il livello ma anche perché era una specie di Ministro delle Finanze. Ma sta risultando chiara una cosa e cioè che tutto questo sta avvenendo grazie alla discesa in campo della Russia, della sua forza e dei suoi servizi di intelligence. L’Europa e gli Stati Uniti devono ripensare la loro politica e tenerne conto di questo fatto.

Le analisi politiche più avvedute dicono che in questa situazione di insuccessi territoriali, il Califfato potrebbe spingere gli interventi terroristici in Europa e dove possibile e spostare suoi interessi verso altri territori (Bosnia Erzegovina ad esempio). Speriamo che le intelligence lo confermino o meno e nel primo caso capiscano di più.

Nel nostro paese molti hanno protestato perché l’italiana Federica Mogherini che è in pratica il Ministro degli Esteri della Unione in una pubblica occasione in cui si parlava degli attacchi di Bruxelles e dei morti e feriti provocati, ha mostrato di piangere, di commuoversi. I protestatari hanno usato parole pesanti come che vergogna, non possiamo farci rappresentare da una così ed altre amenità del genere. Ecco una cosa incomprensibile! Mostrare commozione davanti ad un evento tragico, al di là del sesso e del ruolo e del momento, molti lo considerano una debolezza, una cosa da femminucce che il loro machismo evidentemente non può consentire. Allora viene una gran voglia di esprimere solidarietà a Federica Mogherini e alla sua umanità e prendere le distanze da tutti coloro che non riescono a capire questa umanità e che rappresentano loro un pericolo per qualsiasi comunità anche per la loro volgarità.

La condanna del serbo di Bosnia Karadzic a 40 anni di galera è una notizia positiva per il mondo civile. L’uomo è stato accusato di avere ordinato il massacro di 8 mila musulmani ed è quindi considerato uno dei più feroci assassini dell’umanità. Una condanna che dà grande tristezza, perché prendere atto che nel mondo ci sono persone come questa e persone che ubbidiscono ai suoi ordini vuol dire che il percorso verso la convivenza civile è ancora molto lungo. Soprattutto che la tesi dell’homo homini lupus non è campata in aria per la soddisfazione di Thomas Hobbes.

E a proposito di feroci assassini la resa di Boko Haram in Nigeria potrebbe essere una splendida notizia se fosse veramente confermata (per ora siamo fermi alle dichiarazioni del suo leader che potrebbe avere avuto una giornata storta). Questa gente solo nel 2015 ha ammazzato quasi 7 mila persone sembrerebbe, a parte stupri, rapimenti di massa, razzie e altre lievità del genere. Ma il dubbio che questi decidano di giocare in modo spregiudicato e falso è reale. Questi non sono terroristi, come impropriamente spesso vengono chiamati, ma sono semplicemente degli assassini senza scrupoli, senza strutture morali o culturali o sociali.  Sono dei selvaggi in libertà in cerca di prede e di sangue.

Molti dicono che la destra e la sinistra esistono ancora, nel senso che a sinistra ci stanno i poveri, i più deboli, quelli che si barcamenano per vivere al contrario di quelli che stanno a destra. Come si fa a definire i più deboli, viene da pensare tuttavia se non esiste un sistema fiscale giusto e se nel paese molti non pagano le tasse ancora oggi, per cui magari un avvocato o un orefice risulta che guadagnano meno di una segretaria presso la Amministrazione Provinciale di Ragusa? O di un bracciante o di un contadino pagato a giornate e solo di estate?

Come mai finora il paese non è riuscito a realizzare un sistema fiscale giusto e come mai non è riuscito ad avere un sistema legislativo che riesce a mettere in galera gli evasori? Evidentemente grazie alla collusione con gruppi politici influenti presenti in Parlamento. Adesso smontare tutto questo ambaradan, far funzionare la burocrazia abituata a lasciare passare, chiedere ai parlamentari di essere onesti senza dare priorità ai loro affari ed a quelli dei loro amici e dei loro elettori è una impresa di quelle che sarebbero da scrivere nel libro dei primati qualora fosse realizzata.

Di chi è la colpa di tutto questo? Certamente di chi ha governato il paese dalla fine della seconda guerra mondiale in poi. Ma le opposizioni cosa hanno fatto per scoprire e combattere questo cancro? E i sindacati? E i tanti osservatori, gli intellettuali di questo paese, i grandi giornalisti che magari ne hanno approfittato?

Ogni tanto in televisione si vedono interviste a personaggi politici anche di rilievo che colpiscono veramente per la stupidità delle domande che il giornalista, o pseudo tale, rivolge e soprattutto per le risposte che riceve. Risposte che molto spesso denotano che quel politico non conosce la materia di cui parla, dice cose a vanvera, grida slogan, cambia discorso, alza la voce per offendere qualcosa o qualcuno senza che nessuno glielo abbia chiesto. Un pessimo spettacolo morale oltre che professionale e intellettuale. Queste cose miserabili servono solo a far capire perché siamo in queste condizioni (e perché i media dovrebbero porre più attenzione alla loro professionalità, perché prima o dopo tutto si paga).

Il movimento 5 stelle tramite uno dei suoi maggiori rappresentanti, Luigi Di Maio accreditato pare come futuro Premier appena riescono a cacciare Matteo Renzi, sta proponendo alla Europa di spaccare l’euro in due creando dunque due monete, di cui una per i paesi nordici della Unione si capisce e una per paesi del Sud. Non si conoscono le reazioni degli interlocutori europei che sembra si stanno consultando da parte del suddetto Di Maio e dei suoi collaboratori, né si conoscono i nomi degli economisti (se ci sono) che stanno collaborando a questo progetto fine di mondo (del tipo perché non ci abbiamo pensato prima?). Poi dicono che uno si butta a sinistra direbbe il grande Totò!

L’accordo tra la trasmissione otto e mezzo di Lilli Gruber e il giornale Il Fatto Quotidiano diretto da Marco Travaglio è palese e legittimo. L’accordo prevede la presenza settimanale di Marco Travaglio nella trasmissione e di altri giornalisti di punta del quotidiano in modo da propagandare il giornale, collaborare con le analisi politiche della Gruber e forse portare avanti una tesi politica comune, anche questo in piena legittimità anche se a scapito della obbiettività. Per il Fatto Quotidiano è importante dato anche il forte calo di vendite che lo sta massacrando da un anno a questa parte. Forse tuttavia bisognerebbe avere la correttezza di annunciarlo, di dirlo con chiarezza ai telespettatori e ai lettori che queste due iniziative hanno preso a collaborare e che hanno le loro tesi e pensieri da propagandare. Sarebbe molto più onesto e normale.

La fusione tra la Banca Popolare di Milano e la Banca Popolare di Verona è in linea con le nuove leggi italiane (anche recenti) ed europee, con le tendenze internazionali, con la necessità di concentrare competenze e capitali. La nascita dunque del terzo gruppo bancario italiano è una buona notizia (soprattutto per i clienti), anche se ci sono dubbi su tutte le promesse che il management impegnato nella fusione in questo momento sta facendo, come per esempio il mantenimento del posto di lavoro per tutti i 25 mila dipendenti. Ma questo problema in ogni caso ci sarebbe stato anche se la fusione non si fosse fatta.

Il progetto del Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, in merito alla unificazione sui territori delle sovraintendenze in modo da avere un unico punto riassuntivo, una maggiore semplificazione e anche organici più qualificati e più ridotti, sta incontrando l’opposizione non solo di quelli che dovrebbero sparire, ma possiamo dire di tutto o di buona parte dell’establishment del settore. Da sottolineare anche la creazione di dieci nuovi musei e parchi archeologici con dieci nuovi direttori per i quali è in fase di preparazione un bando di gara internazionale. Gli oppositori evidentemente sono dei conservatori, non vogliono che i beni culturali siano trattati come un business, difendono il loro operato passato, temono di non essere più adeguati e temono altresì la perdita del loro ruolo futuro. È sempre così quando si fa innovazione.

Il tema dei beni culturali nel nostro paese (il bel paese) meriterebbe maggiore attenzione nel mondo intellettuale e mediatico in generale, specie in questo periodo, nel quale molto si sta facendo per questo settore, certamente più di prima, mai come prima.  Più investimenti, strutture più moderne, nuove professionalità anche internazionali, nuove politiche di marketing, una articolazione più consona sul territorio, più semplificazione, più contatti internazionali, maggiore presenza nei consessi internazionali, iniziative promozionali e di informazione. In altri termini, una politica, in questo settore si sta facendo, nel bene o nel male, una politica, cosa che non si è mai fatta.

Pensare che Berlusconi, ancora capace di fare politica e dotato di fantasia malgrado l’età e le difficoltà, accetti la situazione che si è venuta a creare nel centro destra a Roma in modo passivo è una illusione. Sicuramente proverà ad inventare una soluzione che cancelli anche la mossa di Salvini a proposito della leadership del centro destra. La soluzione può essere Marchini e il ritiro contemporaneo di Bertolaso e della Meloni, creando in questo modo un blocco compatto e forte che può obbiettivamente competere con il centro sinistra e con lo stesso movimento 5 stelle. Sicuramente il cavaliere sta parlando, ha attivato emissari e spioni, sta concludendo accordi. Salvini non si faccia tante illusioni, probabilmente non è giunto il momento del funerale politico di Berlusconi e poi è ancora da vedere se l’officiante sarà lui.

 

Inserito il:29/03/2016 10:42:45
Ultimo aggiornamento:29/03/2016 10:46:09
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