Aggiornato al 05/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Belvedere - Numero 115

di Gianni Di Quattro

Robert McCall (1919 – 2010) – Città del futuro

 

LE CITTA’ NEL FUTURO non saranno così come sono ora e vanno reinventate. Per le dimensioni e la quantità di gente che ci vivrà prima di tutto, poi per come saranno il lavoro, le abitudini, la cultura, gli incontri. Tutto sarà diverso e alcune città nel mondo stanno già investendo nel cambiamento (Bordeaux ad esempio). Nel nostro paese siamo lontani ancora da questi dibattiti e da progetti proiettati verso il futuro (si parla un po’ di periferie, ma timidamente). Non abbiamo soldi probabilmente, ma non abbiamo neanche la volontà, il coraggio e la cultura per farlo.

La cosa buffa che il popolo italiano non ama, salvo rare eccezioni, l’innovazione. Uno slogan di successo della Democrazia Cristiana in altri tempi proponeva il PROGRESSO SENZA AVVENTURE. Il popolo italiano ama la conservazione senza sapere però conservare.

ATTENZIONE AGLI ARCHITETTI. Saranno bravi, saranno capaci di fare cose belle, ma non hanno alcuna visione del futuro, non sono capaci di contestualizzare le loro opere, non capiscono che la bellezza funzionale è più bella. Basta osservare con spirito obbiettivo quello che sono stati capaci di fare in questo paese nel dopoguerra.

A CUBA PARTE LA LIBERALIZZAZIONE. Infatti, in un recente documento ufficiale del Partito Comunista viene considerato indispensabile il riconoscimento legale della attività privata del lavoratore e della sua famiglia e della piccola e media impresa per lo sviluppo della economia e per il benessere del popolo. Non sono ancora chiare modalità e tempi, ma il processo è ormai avviato e non torna indietro. La fine di un sogno, ma la capacità di cambiare per continuare un percorso adattato e coerente con la modernità e le esigenze del popolo.

Il SILENZIO DEL VENEZUELA. Nel paese continuano a mancare l’elettricità e la carta igienica, i diritti umani e la libertà. Qua il sogno è proprio scomparso del tutto e nel modo più traumatico possibile senza alcuna speranza.

Nello Stato di Washington nelle ultime primarie per la nomination per il Partito Repubblicano non era importante verificare a chi andava la vittoria, perché DONALD TRUMP ha già i numeri (1238 delegati, uno in più del necessario) per la Convention e poi non ha più avversari. Era importante verificare la percentuale dei voti che avrebbe avuto. Ebbene, è stata il 76%, in altri termini ha conseguito una grande vittoria.

Anche HILLARY CLINTON ha vinto le primarie democratiche nello Stato di Washington, ma non erano in palio delegati e perciò la sua è stata una vittoria importante sul piano formale ma non sostanziale.

E INTANTO BERNIE SANDERS non molla e se dovesse battere Hillary in California potrebbe anche vincere la Convention, che comunque vuole condizionare. Sanders dice che Trump ha superato Hillary nei sondaggi ma non lui e che quindi lui solo può veramente batterlo. E questo ragionamento può influenzare molto la Convention ed anche i delegati che non sono suoi. Ma Sanders è comunque un fanatico, la versione sociale di Trump, uno che sa mettere le parole l’una dietro l’altra direbbe Sciascia.

Una osservazione generale che riguarda questa CAMPAGNA PRESIDENZIALE AMERICANA a prescindere da chi potrà prevalere e da altre considerazioni prettamente politiche, riguarda la volgarità della campagna e il comportamento assolutamente poco istituzionale dei candidati, dei loro sostenitori e finanziatori. Questo dimostra inoltre che il meccanismo delle primarie così come è e che da tanto tempo garantisce un percorso democratico sta accusando i suoi anni e la sua inadeguatezza. In altri termini anche la democrazia ha bisogno di manutenzione.

L’hanno trovato questo benedetto e inevitabile accordo. I ministri dell’eurogruppo hanno dato via libera ad una tranche di poco più di dieci miliardi di PRESTITO ALLA GRECIA. Ma soprattutto hanno accettato la riduzione dell’ammontare del debito totale e la sua nuova schedulazione (la definizione del nuovo ammontare e dei tempi di rimborso saranno definiti nel 2018, così si scavalcano le elezioni tedesche senza che i partiti di quel governo ne possano risentire elettoralmente). Il merito comunque è del Fondo Monetario Internazionale, altrimenti gli europei sarebbero stati prigionieri della Germania (maggior creditore) che si opponeva.

A proposito dell’affare Grecia bisogna dire che alla fine LA UNIONE EUROPEA SI E’ COMPORTATA correttamente come deve fare una Unione qualsiasi nei confronti di uno dei suoi soci. Questo pareggia in parte il pessimo comportamento che era stato tenuto un anno fa quando la Grecia era stata trattata come un barbone (ubbidisci e taci). È stato bravo Tsipras a mediare tra le varie esigenze e comportamenti.

IN BRASILE, il nuovo Presidente Michel Temer dopo che è riuscito a strappare il posto a Dilma Rousseff, sta facendo i conti con una situazione dello Stato che dice di avere trovato dissestata e con le casse vuote (e probabilmente ha ragione). Insieme al suo Ministro delle Finanze sta chiedendo al Congresso di potere ridimensionare la spesa per la salute e la educazione (la percentuale di queste spese in relazione alla spesa generale dello Stato è fissata in Costituzione), mentre altri drastici provvedimenti fiscali e tariffari di competenza governativa sono in fase di definizione (comincia a piovere sul bagnato).

IN ARGENTINA la situazione sociale preoccupa molto il Presidente Macrì (e non solo lui per la verità). L’inflazione sale (40%), i sindacati sempre più forti, le proteste sempre più frequenti e violente. Il Presidente sta concedendo aumenti generalizzati e sostanziali a tutti, anche per compensare i grandissimi aumenti del gas e della elettricità (sino al 400%). Va bene per calmare la piazza, ma il paese prima o dopo finirà per pagare. Anche Peron usava elargire e acquisire popolarità e poi lo Stato è fallito.

Sta per finire il quinquennio di Francois Hollande IN FRANCIA e il paese, non certamente per colpa solo sua, è in condizioni che si possono definire precarie come mai lo è stato nella sua storia. I parametri economici di base sono negativi, la situazione sociale è molto bollente, le grandi città con le loro incontrollate periferie sono in crisi di gestione (al contrario fortunatamente del paese che si può definire periferico), il fenomeno del terrorismo in aumento, una classe dirigente politica che annaspa e una grande assenza di ricambio della stessa, lo sviluppo di movimenti populisti e xenofobi (non nella tradizione culturale del paese), l’economia nelle mani di alcuni grandi gruppi che la determinano (e quindi alti rischi e condizionamenti).

Certo la Francia non ha più I GRANDI PENSATORI DI UNA VOLTA e questo fatto non è solo folklore o una semplice battuta comica. Questa caratteristica culturale è stata la connotazione principale del suo essere avanti sempre e la causa del suo ruolo nel mondo.

LA GERMANIA è entrata in un periodo che si può definire di instabilità per contrasto con quello trascorso caratterizzato invece da una grande stabilità e garantito soprattutto dalla grande coalizione (CDU e socialisti) e dalla leadership di Angela Merkel a livello nazionale e internazionale. Adesso un sondaggio dice che il 64% dei tedeschi è contraria ad una sua rielezione il prossimo anno quando si faranno le elezioni politiche. Inoltre, il Partito Socialista per anni architrave della politica tedesca è in grave crisi come hanno dimostrato le ultime elezioni regionali (alcuni sondaggi lo danno al di sotto del 20%), la stessa CDU è pure in crisi (e con grandi contrasti interni soprattutto) per cui la grande coalizione non si potrà più rifare. Cresce il partito AfD (Alleanza per la Germania) di estrema destra e xenofobo. È strano come la situazione va sempre più somigliando all’Austria nel senso che dipenderà dal successo o meno dei verdi che potrebbero sostituire i socialisti al governo o pensare ad altre alleanze. Insomma, la situazione è instabile.

 La sua struttura industriale, inoltre, è sempre potente evidentemente, però COMINCIA AD ACCUSARE qualche inconveniente nel modello di gestione, incorre sempre più frequentemente in incidenti di percorso, potrebbe essere scavalcata nella innovazione perché troppo conservatrice e i sintomi ci sono tutti.

UN G7 IN GIAPPONE dove Capi di Stato e Presidenti di Governo hanno discusso del mondo. Malgrado la forza conservatrice della Merkel e di Cameron le dichiarazioni finali parlano dell’impegno per diminuire le diseguaglianze e favorire la classe media, prendono atto dei grandi flussi migratori che attraversano il mondo in questo periodo, del timore per l’economia mondiale in caso di Brexit. Prima o dopo i grandi del mondo, dovranno decidersi a proporre di cancellare o ridurre drasticamente i debiti finanziari degli Stati per costruire una prospettiva economica mondiale felice e, soprattutto, nuova.

I giornali ci informano che il capo dei TALEBANI AFGANI è stato effettivamente ammazzato dagli americani e che prontamente è stato nominato un successore come era assolutamente da aspettarsi e naturale. E siamo punto e daccapo. La soluzione non è quella di ammazzare la gente, forse è più importante agire sulle fonti di finanziamento eventualmente di questi gruppi terroristici e poi approntare un progetto per il paese coinvolgendo tutti, anche i ribelli per disprezzabili che siano. Sono comunque figli della cultura dei paesi in cui nascono ed operano.

La Hewlett Packard Enterprise VENDE UN ALTRO PEZZO DI AZIENDA, quello relativo ai servizi informatici, alla Computer Sciences Corporation, nome storico del settore. La HP a sua volta è stata una grande protagonista dell’informatica, ad un certo punto entrata in difficoltà e poi distrutta da alcuni manager inadeguati come la favolosa Carlyn Fiorina.

Certamente il mondo gira e I MERCATI NON SONO PIU’ AFFRONTABILI con le strutture e, soprattutto, con la cultura del passato. Tutti sembrano capirlo, ma molti non hanno il coraggio di agire di conseguenza.

L’INTERESSE CHE APPLE STA MANIFESTANDO nei confronti di Time Warner non solo dimostra la strategia di diversificazione dell’azienda, ma è la prova più evidente di come il settore della comunicazione è in fase di grande integrazione e movimento creando nuove forme di imprenditoria e di professionalità. Time Warner significa tra l’altro CNN e Warner Brothers.

Il RITORNO IN ITALIA ANCHE DEL SECONDO MARO’ che era detenuto ai domiciliari in India in attesa di processo è un risultato della diplomazia italiana. Successo che cancella gli errori commessi negli anni passati nella impostazione delle richieste e delle relazioni con quel paese. Questo dimostra che ci vuole capacità e professionalità per fare bene le cose, la passione e la speranza non bastano da sole (ed anche la capacità di sapere gridare).

Tra il 2003 e il 2015 il calo delle IMMATRICOLAZIONI NELLE UNIVERSITA’ DEL SUD è stato del 30% (mentre al centro del 22% e al nord del 3%). E poi tra i laureati del Sud dopo il diploma circa un quarto se ne va e, ancor più forte il dato tra i laureati scientifici perché dopo il diploma più del 40% se ne va. Un dato non considerato nella sua drammaticità, una situazione che peggiora anno dopo anno, lo svuotamento culturale di un territorio, la cancellazione di qualsiasi forma di futuro per queste zone, non qualcosa che può succedere in prospettiva, ma qualcosa che è dietro l’angolo. Dipende certamente dalla mancanza di opportunità di lavoro, ma dipende anche e soprattutto dal degrado di un ambiente che si è realizzato nel corso di circa 70 anni e che sta producendo una popolazione di rassegnati, poco colta, attenta ad arrangiarsi, non autonoma e in attesa di interventi per vivere e prigioniera di una violenza antica che si va ripetendo nel percorso della storia.

Il fatto che i partigiani che hanno fatto i partigiani siano SOLO IL 4% (5 mila persone che diminuiscono purtroppo anno dopo anno) del totale rende legittima la domanda: chi sono tutte le altre persone iscritte all’ANPI (120 mila) e perché si iscrivono. Quale ruolo ha l’ANPI e a che titolo parla quando dichiara, si schiera e prende posizioni politiche?

Forse le domande che sono legittime sull’ANPI possono farsi per tante altre associazioni presenti nel nostro paese. E MAGARI SI PUO’ SCOPRIRE che queste associazioni prendono contributi dallo Stato o da altri enti pubblici, hanno locali dove riunirsi gratis ed altre facilitazioni rispetto ad un cittadino non iscritto a niente (non sarebbe da meravigliarsi!).

A proposito di persone scomparse. CHE FINE HA FATTO Corradino Mineo, noto tribuno e raffinato ragionatore di utopie e che tanto si è fatto sentire nella sua opposizione a questo Governo tacciato di non essere a sinistra a prescindere dai programmi e dalle cose?

Enrico Letta, dopo avere lasciato la Presidenza del Consiglio, forse perché turbato, arrabbiato con la Presidenza della Repubblica e soprattutto con Renzi l’odioso e spregiudicato usurpatore, aveva deciso e annunciato di lasciare la politica attiva e dedicarsi ad altre attività culturali. Magari sempre attinenti alla politica senza tuttavia scendere nell’agone come si dice. Adesso HA CAMBIATO IDEA, come è legittimo per tutti, e ha deciso di ritornare a combattere. Dunque per prima cosa attacca Renzi considerando che se si riesce a cacciarlo si aprono per lui altre buone possibilità di rifare il Presidente del Consiglio si suppone (e così si può tornare al passato che gli italiani spesso apprezzano anche se non serve per costruire alcunchè).

Vincenzo Boccia allora è stato eletto quasi alla unanimità Presidente della Confindustria, la potente associazione sindacale DEGLI IMPRENDITORI. Questa associazione forse dovrebbe cominciare non solo a richiedere al Governo facilitazioni e semplificazioni (la prima richiesta è infatti sul fisco più leggero), ai sindacati collaborazioni, ma dovrebbe anche spingere e suggerire i soci verso una maggiore professionalità e verso la digitalizzazione delle imprese, verso maggiore attenzione alla formazione e al mercato. Ma l’esperienza di questo nuovo Presidente è sufficiente o la sua nomina fa parte piuttosto della solita cordata? Ai posteri come sempre la sentenza, per quel che può servire.

Predisporre un progetto di RIDUZIONE DEL COSTO DEL LAVORO, al di là di quanto già onestamente fatto, per il 2017 da prevedere nel patto prossimo di stabilità e comunicarlo nel corso di questo anno è una giusta politica verso il mondo imprenditoriale e magari tentare il tutto e per tutto per farlo insieme alle parti sociali (imprenditori e sindacati). Perché questo mondo in tal modo può progettare strategie ed investimenti e così si muove l’economia. Muovere l’economia non è un esercizio statistico, ma significa occupazione (cioè lavoro), maggiori consumi a beneficio di commercianti, professionisti, del paese in generale.

E se il Governo riprende a parlare con i sindacati, il discorso della ELASTICITA’ DELLE PENSIONI, dell’aumento di quelle minime magari attraverso un bonus tipo 80 euro, di come porre un limite a quelle che vengono denominate d’oro, così come anche dell’aggiustamento di alcune clausole delle varie veloci riforme che in merito sono state fatte (tra cui la fatidica riforma Fornero), sono ottimi argomenti di conversazione.

ALLORA METROWEB DOVREBBE ANDARE VERSO ENEL e fondersi con Enel Open Fiber, diretta da Tommaso Pompei, per una valutazione di 814 miliardi. La Cassa Depositi e Prestiti ha fatto la sua scelta rispetto alla offerta di Telecom Italia e rimarrà nella compagine azionaria. Forse ci entrerà anche Swisscom tramite la sua consociata Fastweb, dato che ha una opzione del 10% sino a marzo del prossimo anno e che così si aggiungerebbe a Wind ed a Vodafone. In ogni caso in questo modo la maggioranza della nuova rete digitale rimarrà sotto il controllo di aziende italiane (per molti è importante).

E la stessa Cassa Depositi e Prestiti con l’acquisizione dallo Stato del 35% delle azioni diventa il maggior azionista di POSTE ITALIANE e di conseguenza lo Stato direttamente cessa di esserlo. Due considerazioni positive al riguardo: la prima è l’aver portato le Poste al di fuori dei pantani clientelari e verso le aree della competitività professionale e la seconda è relativa al ruolo sempre più attivo e motore di sviluppo dell’economia italiana da parte della Cassa Depositi e Prestiti.

L’UNICREDIT, dopo Banca Intesa la più grande banca italiana, fa fuori (detto sinceramente anche se brutalmente, ma la liquidazione si può essere certi che sarà ricca) l’amministratore delegato, Federico Ghizzoni. Il motivo? La Banca non va bene e il Consiglio e i regolatori (Banca d’Italia e BCE) sono insoddisfatti. Adesso il Consiglio deve scegliere il nuovo amministratore delegato e sarebbe interessante sapere come lo sceglie (attraverso quale società di head hunting e se solo per la pura selezione). Certo la banca avrebbe bisogno di un rinnovamento strategico, di liberarsi di tutti quegli oneri notevoli di cui è stata caricata dagli amministratori precedenti (per esempio gli investimenti nell’Est Europa), di rinnovare la prima linea, di rifarsi l’immagine, di imparare a comunicare, di fare una vera digitalizzazione dell’impresa all’interno e di ripensare alla gestione della clientela (fare marketing vero, professionale).

È NATO IL BANCO-BPM ratificato da tutti i consigli statutari e sono stati nominati gli organi direttivi. Rappresenta, pare, la terza banca del paese ed è il frutto della fusione della Banca Popolare di Verona e della Banca Popolare di Milano. A scorrere le nomine della quantità di gente che è nel Consiglio di Amministrazione e poi la quantità di Comitati, ognuno con tanta gente e poi la Direzione, i Vice Direttori, i Vice Presidenti e via discorrendo vengono in mente due cose: quanti soldi ci vogliono per pagare tutta questa struttura gestionale e direttiva e, forse soprattutto, che è praticamente impossibile gestire una azienda, qualsiasi azienda, in modo moderno e cioè dinamico, veloce, corto, attento, competitivo con apparati così appesantiti (il famoso concetto in vigore nelle banche italiane è quello di avere tanta gente sul ponte per avere consenso, per distribuire denari agli amici e per non avere responsabilità dirette ma solo distribuite e cioè inesistenti).

Il nuovo amministratore delegato dell’ISTITUTO CENTRALE BANCHE POPOLARI, che controlla anche Cartasì, è Paolo Bertoluzzo ex amministratore delegato di Vodafone Italia e da qualche anno responsabile delle strategie commerciali del gruppo. Mentre Vice Presidente è stato nominato Franco Bernabè che, tra le altre cose, è stato anche amministratore delegato di Telecom Italia. Un altro Vice Presidente è, per il momento, Giuseppe Capponcelli sino ad ora amministratore delegato dell’Istituto e che ne ha garantito la ristrutturazione, lo ha valorizzato e ne ha accompagnato la cessione. Queste nomine hanno anche il significato di far vedere che aria nuova, nel senso di professionalità ed esperienza anche internazionale, sta entrando nel mondo delle banche.  E poi le telecomunicazioni e le banche hanno in comune sempre più il modo di fare marketing, sono aziende di servizi con importanti data base, molto condizionati dalle tecnologie, con la necessità di valorizzare sempre più la qualità dei loro servizi come vero strumento di vendita.

La modifica della LEGGE DI BILANCIO che sta camminando in Parlamento e che è seguita e presentata dal Ministro Padoan dovrebbe rendere seria una cosa seria come l’approvazione del bilancio e che negli anni passati veniva chiamata legge mancia perché consentiva interventi ad hoc per microsettori o addirittura per persone da parte di tutti i parlamentari. Dovrebbe essere eliminata questa possibilità, semplificato il tutto nella forma e nella sostanza. Tutto ciò consentirà ai parlamentari (se ne saranno capaci) di pensare al bilancio davvero e non agli amici e ai clienti. Ecco queste riforme forse si vedono poco ma sono fondamentali per il futuro e aiutano a togliere di mezzo un po’ di corruzione.

Ogni tanto le COMMISSIONI DELLA CAMERA E DEL SENATO convocano per audizioni capi d’azienda, personalità ed esperti per fare delle domande e acquisire conoscenza, esperienza e idee. Magari per capire una situazione o in preparazione di una situazione legislativa. Ma coloro che hanno potuto ascoltare le domande che queste parlamentari rivolgono agli esperti o ai manager riferiscono che, spesso, potrebbero stare in una pellicola comica tanto sono ridicole e imbarazzanti per incompetenza e per approssimazione.

ANCHE IL GRANDE STATISTA ALLA FINE HA PARLATO. L’ex Premier Massimo D’Alema (quello che ha dato i poteri con l’articolo quinto alle Regioni, cosa che è stata una delle principali cause del disastro economico e della corruzione locale nel nostro paese) ha invitato i cittadini e soprattutto i suoi colleghi di partito a votare no al referendum di ottobre, andando contro il Governo e il Segretario del suo partito. L’abitudine a non capire le vicende del mondo è sempre la stessa, così come a criticare in modo superficiale. Oggi che vive ricco e famoso, tranquillo e ossequiato può permettersi anche questo alla faccia del paese che lui ha contribuito a dissestare. 

PERCHE’ GLI ITALIANI SANNO POCO DI MATEMATICA E FISICA? Perché soprattutto alle elementari e poi al liceo non ci sono i professori che la sanno insegnare (le medie non stanno meglio ma hanno meno importanza), perché non ci sono i piani di studio adeguati, perché è faticoso studiare queste materie. I laureati in matematica e fisica non vanno ad insegnare, fanno altro e allora queste materie sono insegnate da chi non si è specializzato nelle stesse. Siamo al penultimo posto in Europa ed è un fatto molto grave di cui il Ministero e chi di dovere, come si diceva una volta, dovrebbero preoccuparsi.

Qualcuno ha detto che è difficile distinguere i partigiani (od i loro eredi) veri da quelli finti, ma non è difficile al contrario INDIVIDUARE UN FASCISTA. Molti pensano che ha ragione!

Inserito il:29/05/2016 10:54:23
Ultimo aggiornamento:29/05/2016 10:58:55
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