Aggiornato al 05/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Belvedere - Numero 108

Claudio da Firenze (1943 -            ) - Costa Brava

 

In Spagna come volevasi dimostrare. Quattro mesi (dal 20 dicembre) non sono bastati ai partiti per mettersi d’accordo e dare un governo al paese. Si voterà il 26 giugno e le previsioni dicono che le sorprese non saranno moltissime. Gli stracci stanno volando ed è iniziata già la campagna elettorale. Mentre la situazione economica è peggiorata e la disoccupazione aumentata.

Negli Stati Uniti il cammino di Trump verso la nomination è sempre più trionfale (almeno in apparenza) e sta vincendo le primarie in tutti gli Stati. Il Partito Repubblicano dovrà faticare parecchio se vuole escludere il presunto nominato, come lui stesso si definisce, dalla nomination (anche se teoricamente tutto può accadere nella Convention a causa di strani e complicati meccanismi elettorali). Fra l’altro la caratteristica del populismo che Trump interpreta è proprio di aumentare il successo partendo dal successo che ottiene.

La conferenza da lui tenuta a Washington nei giorni scorsi e dedicata a spiegare la sua visione della politica estera è stata molto illuminante. Lui pensa prima di tutto che il miglior Presidente del suo paese è stato Ronald Reagan (tanto per definire la sua piattaforma economica). Poi ritiene che il suo paese deve ritornare ad essere il guardiano della democrazia nel mondo ma gli alleati e gli assistiti devono collaborare sul piano economico, bisogna potenziare gli arsenali nucleari per non perdere il primato e avviare la lotta senza quartiere all’Isis (seriamente e non nel modo come si sta facendo). Insomma Trump pensa ad una politica forte del paese, ad una politica reaganiana 02. Questa sua visione può probabilmente preoccupare molte persone.

Hillary Clinton anche continua la sua marcia verso la nomination, ma il suo avversario Bernie Sanders è molto più forte di quelli che stanno cercando di ostacolare Trump. La Clinton quasi certamente otterrà la nomination democratica, ma deve avere paura se Bernie Sanders deciderà di presentarsi comunque come indipendente perché questo fatto può portarle via dei voti a favore del suo avversario (in Italia questa operazione strana si chiama “sindrome Cofferati”, una cosa di nessuna utilità che serve solo ad esercitare un ricatto o una vendetta). Ma forse Sanders non lo farà se potrà giocare un ruolo di primo piano nel nuovo governo (e Hillary non correrà il rischio di perdere i voti di molti giovani che lo seguono).

Il fatto che il Presidente della Banca Centrale della Germania (Bundesbank) venga in visita ufficiale a Roma e in una conferenza tenuta nella sede della Ambasciata tedesca in Roma attacchi il Governo Italiano, il suo Ministro dell’Economia, la politica economica del nostro paese in generale è un fatto inusuale non solo diplomaticamente, grave ed è l’indice più evidente del contrasto profondo tra l’Italia e la Germania in termini politici. Probabilmente la nostra politica e le nostre denunce stanno imbarazzando i poteri del grande paese europeo e forse è anche un segnale di paura (tutto è possibile con la Germania di oggi che non marcia più come quella degli anni scorsi).

In Egitto, come si poteva prevedere, il regime si indurisce sempre più. Il problema non è la democrazia perché in quel paese non c’è, non c’era e non ci sarà almeno a breve, ma il rispetto dei diritti umani (un tema molto simile a quello della Turchia più o meno). In questo contesto il timore che il caso Regeni rimanga formalmente insoluto è alto, mentre la ripetizione di vicende simili non è più un timore, ma una realtà.

I paesi che non rispettano i diritti umani sono sempre di più nel mondo e molti paesi occidentali non sanno che cosa fare. Vogliono continuare ad avere rapporti anche per motivi venali e cioè economici, non se la sentono di fare forte opposizione internazionale, peraltro non ci sono gli strumenti per fare qualcosa. Ci vorrebbe una grande confluenza internazionale magari tramite qualche organismo come l’ONU (anche se questa istituzione sembra sempre più in crisi) con forti decisioni di condanna condivise e con qualche mezzo concreto di persuasione.

Sul piano teorico in Siria dovrebbe esserci una tregua delle ostilità proprio per consentire lo svolgersi di trattative e contatti per cercare un accordo che consenta una pace e una stabilizzazione. Ma i colloqui sono falliti e sono ufficialmente fermi (anche se niente si ferma nella vita) e le ostilità proseguono, i morti aumentano insieme alle atrocità. L’incaricato dell’ONU si appella alla Russia e agli Stati Uniti, ma con scarso successo perché le posizioni sono molto distanti (e nessuno vuole perdere).

La pretesa austriaca di chiudere il confine del Brennero è quasi la locandina di un paese impaurito, di grande tradizione di destra, provinciale culturalmente, orientato al passato, influenzato dalla Grande Germania e forse un po’ rancoroso verso il vicino Italia. Per il momento il muro ipotizzato non si costruirà, ma rimane la minaccia, che naturalmente non considera gli obblighi europei, gli effetti economici non solo sull’Italia ma anche sulla stessa Austria, l’appannamento della immagine del paese a nord dell’Adige.

La Germania rifiuta alla Grecia la riunione dei Ministri finanziari per discutere delle sue difficoltà sui rimborsi del debito così come schedulati un anno fa e compie un atto di grande altezzosità e nello stesso tempo di cecità politica. La Germania risponde a Tsipras che paghi, riformi il paese e costringa i cittadini a tutti i sacrifici necessari per rimborsare i creditori. Questo atteggiamento riporta la situazione della Grecia alla attenzione delle cronache e la costringe a rappresentare, non volendo, una mina vagante per tutta la Unione forse più pericolosa dello stesso Brexit. E conferma l’atteggiamento della Germania come uno dei problemi centrali a proposito del futuro della Unione Europea.

In Gran Bretagna a proposito di Brexit gli ultimi sondaggi danno le due posizioni alla pari con il 50% ciascuno e quindi il filo è sempre più esile. L’Europa con il fiato sospeso.

La Corea del Nord continua a tirare missili a medio raggio, a lungo raggio, con o senza testate nucleari. Per esperimento e soprattutto per fare paura, per minacciare, per ricattare. Ma questo cinematografo, di grande pericolosità perché l’operatore della macchina sembra un po’ ebbro, per quanto tempo può continuare?

La Presidente del Brasile, Dilma Rousseff, che è sotto impeachment già dalla Camera e in attesa della votazione del Senato, sta cercando di difendersi in tutti i modi. Parlando all’ONU, facendo conferenze, scrivendo, contattando ambasciatori. Adesso fa sapere al mondo che non può garantire l’apertura delle Olimpiadi previste in quel paese nei prossimi mesi.

Ha ragione Papa Francesco quando dice che uno dei motivi delle tragedie che ci sono nel mondo e forse il più grave è l’azione sostenuta dai fabbricanti di armi a scopo di lucro. Costoro fomentano rivoluzioni e guerre, condizionano governi, sostengono paesi contro altri e poi forniscono entrambi. Fermare costoro significa risolvere molti drammi e situazioni nel mondo. Chi troverà il modo avrà il Nobel sicuramente.

Il petrolio è molto lontano dai valori di due anni fa circa e, soprattutto, il suo prezzo è volatile e le previsioni sono che rimanga volatile per un pò, per qualche anno. Ecco come si è potuto dimostrare in concreto che l’andamento della economia è in gran parte indipendente dall’oro nero con buona pace di molti economisti illustri.

L’Arabia Saudita continua nel progetto di sganciare la sua economia dal petrolio tenendo conto dei suoi valori bassi, della incertezza della loro risalita e del fatto che la sua disponibilità non può essere eterna. Ecco allora il suo piano, un fondo dotato inizialmente di due miliardi di dollari per investimenti. Questo farà sì che molti paesi cercheranno la sua amicizia e benevolenza sperando di essere preferiti in questo piano di investimenti. Alla faccia dei diritti umani, dei condannati alla pena di morte, del trattamento non proprio civile verso i lavoratori stranieri e le donne. Il mondo va così, il potere e i soldi attirano e vincono.

Molti dicono che bisogna aiutare questi poveri emigranti nei loro paesi ed sostenere la loro crescita, a fare in modo che possano avere una vita decente senza essere costretti di andare a cercarla altrove. E sono tutti d’accordo. Ci vogliono soldi, investimenti da fare in quei paesi e sono tutti d’accordo. I soldi infatti si possono trovare. Ma in paesi come Siria, Egitto, Somalia, Etiopia, Libia, per esempio, a chi si danno i soldi?

La Apple da un po’ che non è più capace di innovazione e gli ultimi prodotti li ha pure sbagliati e sono un flop infatti (vedi orologio ad esempio), anche se Tim Cook, il patron della azienda e successore di Steve Jobs, si arrampica sui vetri nelle conferenze stampa (ma rimane molto antipatico a tanti). Adesso persino il finanziere Carl Icahn ha deciso di vendere tutte le azioni della compagnia che aveva (4,4 miliardi di dollari) provocandone un bel calo in Borsa.

La prescrizione è uno dei temi più dibattuti nel nostro paese ed è una materia del contendere tra politica e magistratura. La magistratura intanto dovrebbe precisare perché la maggior parte dei processi che non si concludono causa prescrizione sono concentrati su quattro tribunali, mentre in tutti gli altri del paese la situazione è abbastanza regolare e sicuramente a livello europeo.

Inoltre una vocina suggerisce forse malignamente che più è lunga la prescrizione più comoda è la vita per i magistrati e più alti sono i guadagni per gli avvocati. Gli utenti naturalmente non contano. Perché non se ne parla quando si sottolinea l’indecisione del Parlamento su questi temi? Senza dimenticare che il Parlamento è prevalentemente fatto da magistrati in aspettativa e da avvocati.

La verità è che l’allungamento delle prescrizioni non serve e soprattutto non serve a svolgere i processi nei tempi ragionevoli come impone la Costituzione. Il vero problema è la revisione delle procedure per lo svolgimento del processo, la delegificazione a favore della semplificazione, la ristrutturazione della organizzazione del lavoro nei Tribunali. Insieme alla riduzione, almeno per la gran parte dei reati, dei tre gradi di giudizio e, soprattutto, la separazione delle carriere tra magistratura giudicante e magistratura inquirente (come in tutto il mondo e come ormai richiesto da tutti quale che sia la parte politica o ideologica).

Sempre nell’ambito della giustizia, uno degli aspetti che suscita di tanto in tanto interesse, ma non per molto nella popolazione e soprattutto nella classe politica, è la situazione delle carceri. Non è ammissibile tenere degli esseri umani nelle condizioni miserevoli in cui versano a prescindere dal reato commesso. In questo contesto si capisce di più l’orrore drammatico della carcerazione preventiva (soprattutto quando prolungata).

I media parlano con dovizia di particolari di quello che succede all’interno del movimento 5 stelle, chi sta raccogliendo l’eredità di Gian Roberto Casaleggio, quale sarà il ruolo del figlio Davide, come si chiamerà il blog, quale la funzione di Beppe Grillo. Forse parlare un po’ di più dei programmi e delle risorse umane e professionali per fare quello che vogliono fare sarebbe meglio (a parte l’onestà).

A Roma il cavaliere (o ex per chi ama la precisione) cambia cavallo, nel senso che fa fare un passo indietro a Bertolaso (che rimane comunque nella squadra ed è considerato una risorsa) e appoggia Alfio Marchini, scartando il duo Meloni Salvini. A questo punto la lotta per il Comune di Roma diventa interessante. Dopo il candidato dei 5 stelle (Virginia Raggi) che è al 25%, gli altri candidati (Roberto Giachetti per il PD, Giorgia Meloni per la destra e Alfio Marchini per il centro) sono al 20%. I candidati minori sono naturalmente solo comparse. Il dubbio è dunque: chi andrà al ballottaggio con Virginia Raggi?

Ma il Cavaliere, dimostrando una sua superiorità strategica indiscutibile, ha fatto questa operazione non solo sperando di vincere a Roma o comunque di giocare un ruolo di primo piano (magari al secondo turno potrebbe essere arbitro), ma anche, e forse soprattutto, pensando al futuro prossimo. Ad un futuro nel quale lui immagina due concentrazioni: quella di centro e quella di destra che in certi momenti e per certe occasioni si possono alleare. Ma rimangono distinte perché distinte sono le premesse e i contenuti ideologici e diversi sono i metodi di comportamento politico.

Per questo il ponte tra Parisi e Passera a Milano e Marchini a Roma è giusto per creare attorno a loro il nuovo centro liberale, conservatore, democratico, europeista. Un centro che potrebbe attrarre molti che hanno abbandonato, piccole formazioni che si possono aggregare, personalità che potrebbero trovare spazio (come Monti ad esempio) e, soprattutto, gli indecisi, la massa degli astenuti. Un centro che potrebbe avere in lui un padre nobile, un riferimento, un rifugio e un aiuto. Un disegno politico insomma e non solo una tattica elettorale contingente.

Una strategia, quella del cavaliere, peraltro in linea con le tendenze che si stanno manifestando in Europa e con una riclassificazione delle società occidentali anche in relazione alle diseguaglianze che progetti economici fantasiosi e soprattutto la globalizzazione finanziaria ha provocato.

La vendita del Milan ad un gruppo cinese capitanato da Alibaba è un tassello importante inoltre della strategia di Berlusconi. Sul piano personale si libera di una situazione debitoria annuale che sta diventando pesante ed incompatibile per Fininvest (il vero azionista del Milan) forse anche di disturbo per l’affare Mediaset Vivendi in ballo, incassa 750 milioni, diventa il precursore di un nuovo assetto del calcio nel paese. Inoltre crea un rapporto con Alibaba (il campione mondiale dell’e-commerce, più di Amazon), che evidentemente compra il Milan perché pensa ad una sua presenza in Europa e interpreta l’operazione come uno strumento di comunicazione.

La Fondazione Cariplo lancia l’operazione “Cariplo Factory” con una dotazione iniziale di 10 milioni di euro e che sarà alimentata dalla stessa fondazione e dai partner che sono Microsoft, Fastweb, Terna e Novartis. L’obiettivo è di costituire un amplificatore di talenti, una piattaforma di incontri ed è collocata al centro di Milano nella vecchia fabbrica Ansaldo restaurata in modo splendido dal Comune e che ora è uno spazio polivalente e culturale. Un punto di riferimento per nuove iniziative giovanili (start up), obiettivo 10 mila posti di lavoro per giovani. Una iniziativa importante, utile, moderna, un modo per far crescere il paese.

Le differenze tra regione e regione nel nostro paese si possono individuare senza alcun dubbio ed in modo drammaticamente evidente.  Dalle attese di vita che vengono periodicamente calcolate e pubblicate, giustamente senza pudore, e che presentano grandi e profondi divari, purtroppo in aumento. Le attese di vita sono certamente influenzate da fenomeni di miseria, da servizi sanitari mal funzionanti, da disattenzione sociale da parte delle autorità locali, da situazioni di degrado morale che contano anche per accorciare o allungare la vita.

Si parla molto della digitalizzazione delle aziende come una necessità improrogabile per affrontare e vivere nel futuro. I problemi connessi sono tanti. Uno di questi (importante) è il fatto che le aziende nella loro grande maggioranza non sanno organizzare i dati che possiedono e, soprattutto, non sanno sfruttarli.

La attuale generazione politica è la peggiore preparata per la democrazia o è la democrazia che non è più adeguata allo scorrere del tempo e avrebbe bisogno di una manutenzione? Allo scopo di garantire libertà e giustizia sociale. Forse invertendo i fattori perché senza giustizia sociale non ci può essere libertà come ebbe a dire Sandro Pertini. Ma questo si può dire senza essere tacciati di adesione alle teorie fasciste o peggio?

 

Inserito il:30/04/2016 11:56:06
Ultimo aggiornamento:30/04/2016 12:22:29
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