Aggiornato al 05/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Belvedere - Numero 76

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Filippo Carcano (1840 -1914) – Veduta del Lago Maggiore – 1876/78

È passata alla Camera in quarta lettura le legge di RIFORMA COSTITUZIONALE che modifica il nostro bicameralismo perfetto, ormai rimasto unico al mondo, ed altre cose di non poco conto come l’articolo quinto che dava una grande autonomia alle Regioni nella spesa di alcuni settori e che ha consentito a queste il dilapidare in modo scellerato di notevolissime risorse e poi l’abolizione dell’inutile Cnel, che ha il solo merito di ospitare alcuni dipendenti fortunati senza alcun lavoro da svolgere in una bellissima villa romana. Mancano ancora altre due letture anche se più leggere delle altre e poi manca il referendum popolare che chiamerà il popolo a esprimere la sua opinione e che farà ad ottobre. Questa vicenda evidentemente ha molti significati politici, giuridici ed economici, ma dice anche che per fare una modifica alla nostra Carta di riferimento ci vogliono circa due anni, uno spreco di lavoro, di risorse, di tempo enorme e questo malgrado l’attuale governo abbia affrontato la questione con estrema decisione e forse, secondo alcuni, addirittura in modo molto aggressivo.

I partiti, il Parlamento, i media e i commentatori di mestiere di questo paese sono riusciti a trasformare questa vicenda, importante per la vita di oggi del paese stesso e soprattutto per il suo futuro, in una lotta politica. In altri termini è mancata quella collaborazione tra le forze politiche anche assolutamente opposte e inconciliabili che pure c’era stata quando dopo la seconda guerra mondiale la Costituzione fu varata dal Parlamento Italiano. Ecco la principale differenza tra ora ed allora e che è l’indice principale della differenza culturale, politica, ambientale tra i due momenti, soprattutto per quanto concerne gli uomini.

Adesso stanno partendo i comitati elettorali per il REFERENDUM che dovrà, ad ottobre, confermare o abrogare quanto fatto in due anni e sei passaggi dal Parlamento. Una manna per giornali e i media in generale che faranno di continuo interviste, inchieste e approfondimenti e le tante persone che potranno occupare i loro pensieri e azioni con questo importante tema per il paese. Naturalmente i comitati centrali e periferici di questi gruppi elettorali saranno pieni di vecchi magistrati, avvocati, burocrati, accademici in pensione che ritroveranno un momento di celebrità pensando di essere ritornati giovani a prescindere da quale è la loro visione del futuro e della evoluzione sociale e tecnologica possibile. Si mobiliterà il paese e soprattutto gli apparati delle burocrazie preoccupate che questo andazzo possa dimostrare che prima o dopo anche i loro poteri sono modificabili, ma alla fine andrà a votare poca gente perché il popolo italiano non sente questi momenti, non li percepisce come importanti, non ne ha la cultura, pensa che sarebbe stato meglio occuparsi del costo della distribuzione dei pomodori, come se anche questo ultimo problema non dipendesse dal corretto funzionamento del Parlamento.

La CORRUZIONE DILAGA e invade qualsiasi area geografica del paese e inquina tutti gli uomini delle istituzioni di qualsiasi partito. Ormai pare chiaro anche se gli strilli non si attutiscono. Tutti si difendono dicendo che ovunque ci sono le mele marce e che comunque marce non sono fino a che non lo dice la magistratura e fanno leggi per non far sentire la puzza delle mele alla popolazione continuando comunque a pagarle e a lisciarle, anche perché quelli che strepitano ma comunque partecipano a questa operazione di pagamento e di lisciamento, lo fanno perché pensano che prima o dopo può toccare a loro. Peraltro la magistratura per motivi che tutti conoscono, ma che non si possono dire per non apparire antidemocratici, ha dei tempi di svolgimento dei processi molto lunghi, più che in ogni altra parte del mondo, un po’ perché impegnata a perseguire qualsiasi reato che passa e di reati ne passano tanti veri o presunti e un po’ perché dice che gli manca la carta per fare le fotocopie o che deve difendersi da chi tende a limitarne l’autonomia. L’ipotesi che il livello professionale di tale magistratura sia inadeguato non può essere non solo detto ma neanche pensato, non si sa perché, ma forse solamente perché la cosa non piace a chi gestisce da qualche parte qualche potere.

Si sta aprendo nel nostro paese il dibattito sulla POPOLAZIONE CHE DIMINUISCE e sarà interessante vedere come si evolverà. Tre dati sembrano certi. Stanno calando gli immigrati che arrivano (anche se qualcuno grida tutti i giorni in televisione o tramite i giornali per far apparire che non è così) perché si sono aperti altri canali utilizzati da questa povera gente per arrivare nel nostro continente, calano le nascite (le polemiche intorno a questo dato sono tantissime, l’invecchiamento della popolazione, il pericolo per le pensioni del futuro, la mancanza degli asili nido, la legislazione carente) e aumentano le morti (anche in questo caso grandi polemiche, la sanità che funziona peggio perché il governo ha tagliato le spese, i reati in aumento incluso quelli gravi di omicidio, il ritardo nella edizione e applicazione di una legislazione stradale adeguata, la mancanza di attenzione agli anziani incluso il costo per il loro ricovero in caso di solitudine o di impossibilità di attenzioni familiari).

Infine, un quarto dato pure agitato da molti è quello dei giovani che abbandonano il paese come conseguenza della crisi che si manifesta soprattutto nella alta percentuale di giovani disoccupati. La principale considerazione che speriamo si faccia da parte di tutti è comunque che questo dato globale è forse l’indice più importante che l’attuale MODELLO DI SVILUPPO del paese non funziona e che in un tempo non lunghissimo il nostro paese forse potrebbe scomparire come paese, ristrutturarsi in territori diversi od ancora diventare satellite di un altro paese. Ecco un dibattito importante che l’intelligenza del paese dovrebbe fare e proporre alle classi che guidano il paese e la sua produttività e la sua cultura, invece di fare comitati o pensare a non abbandonare qualche potere a prescindere dal corso della storia e dalla sua età anagrafica.

Inserito il:14/01/2016 10:44:50
Ultimo aggiornamento:28/01/2016 19:51:54
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