Aggiornato al 05/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Belvedere - Numero 107

 

Julio Luis Coll (Contemporaneo – Venezuela) – Cerro “El Avila” a Caracas

 

In Venezuela ormai sono arrivati al fondo del degrado purtroppo. L’energia elettrica non c’è per nessuno per quattro ore tutti i giorni, si riducono le ore di lavoro (e i salari), i negozi sono vuoti, il 15% della popolazione non mangia due volte al giorno, la miseria si diffonde, si lotta per un sacco di cipolle. Una fine ingloriosa del chavismo, di un certo populismo latino americano e della improvvisazione. Una distruzione sociale ed economica paragonabile a quella dello Zimbabwe di Robert Mugabe.

Una lettura del filosofo argentino Ernesto Laclau, principale teorico del populismo in America Latina, può farci capire meglio questi fenomeni sociali e culturali che attraversano di continuo e da sempre quel continente. Si può scoprire un filone nazista in salsa marxista in tante rivoluzioni politiche che pure hanno sollevato interessi e sogni, poi naufragati spesso miseramente.

È terminata l’operazione di censimento in Messico e la popolazione risulta abbia superato i 93 milioni. In venti anni è praticamente raddoppiata. Il paese rimane ancora prigioniero di una grande criminalità e di grandi diseguaglianze, la democrazia non ha fatto molti passi avanti, come dice anche lo scrittore messicano Fernando del Paso, vincitore recente del premio Cervantes (il più importante per scrittori di lingua spagnola).

La vittoria della estrema destra in Austria (al primo turno) per le elezioni Presidenziali se confermata sarà un problema per l’Italia e per l’Europa. Questi vincitori sono contro ogni forma di immigrazione (con risvolti di razzismo) e vorranno certamente confermare il muro del Brennero. Un tema importante per la nostra diplomazia.

In Serbia vincono per le elezioni politiche i conservatori che sono al potere con Aleksandar Vucic   e che sono tuttavia europeisti, ma avanzano in modo significativo i populisti, che conquistano il terzo posto partendo dal niente. Un segnale per un futuro non proprio tranquillo.

Anche l’Austria e la Serbia dimostrano le tendenze che si stanno confermando in tutta Europa: le destre e i conservatori prevalgono sulle sinistre, si stanno sciogliendo i partiti tradizionali che sino ad ora hanno dominato la scena politica, avanzano i movimenti populisti (concentrati sulle figure dei leader) che si richiamano (con evidente successo) alle gestioni dissennate e volgari degli ultimi anni e pongono dubbi sui modelli di sviluppo attuali, i risvolti di tipo nazista sono sempre più percepibili, da più parti si invocano politiche di difesa contro l’immigrazione. La paura, l’insicurezza, la caduta di ideologie e valori di riferimento stanno consegnando alle nuove generazioni un continente semplicemente devastato.

L’indipendentismo inglese in questi giorni è capeggiato dal sindaco di Londra, Boris Johnson (che aspira al posto di David Cameron), e da John Redwood il più feroce antieuropeista dell’isola. Loro gridano di non pensare al commercio o alle imprese, ma alla loro democrazia. Dicono che bisogna spendere meno per gli altri e più per se stessi. Interpretano una viscerale identità patria e un disprezzo verso la cultura e gli usi europei. La vecchia xenofobia inglese, in altri termini, quella che parla di superiorità e nasconde magari risentimento, quella che dice che gli inglesi sono più civili, più pratici, più seri. Per questo è pericoloso Brexit ancor più che per il danno economico e politico per l’Europa e la Gran Bretagna, per questo ritorno al passato, per questo populismo egoistico, provinciale e culturale che cerca di opporsi ad uno sforzo per camminare insieme verso la pace prima e verso la giustizia per tutti.

In Brasile Dilma Rousseff cerca di difendersi anche a livello internazionale dall’impeachment che è già passato alla Camera nel suo paese e che tra poco passerà al Senato. Si difende, attacca, spiega che è un golpe antidemocratico in atto contro di lei, che il Parlamento del suo paese ha il 50% di persone indagate e sotto processo, che non ci sono prove a suo carico, che dopo Lula, lei ha portato fuori il paese dalla dittatura, insomma che il momento è tragico. Ed ha ragione, ma ormai il treno è partito e il paese soffre ed è destinato a soffrire di più.

La lentezza con la quale si muove l’Europa su temi urgenti, come per esempio l’immigrazione (ma non solo), è una cosa dell’altro mondo. La metodologia operativa va cambiata urgentemente, non si possono fare tante riunioni megagalattiche per decidere anche dettagli. Oltretutto il costo per tutta la comunità è enorme e il tempo perso dai dirigenti politici ancora di più.

A Teheran il capo della polizia ha annunciato l’assunzione di un gruppo di agenti addetti alla moralità (7 mila) che operano in modo coperto. Devono annotare e denunciare le auto dove ci sono donne che guidano senza velo, uomini che molestano donne, auto che circolano con la musica alta, eccetera. Questa cosa della musica alta anche da noi forse richiederebbe qualche intervento.

L’Arabia Saudita fa piani per essere nel futuro meno dipendente dal petrolio, preoccupata del calo del Pil, dell’aumento demografico, soprattutto dei nuovi assetti geopolitici nella regione e del calo del petrolio.  Crea un Fondo Sovrano dotato di due miliardi di dollari per investire (pare che la cifra corrisponda al 10% della capacità di investimento globale).

La storia del contrasto tutto interno al Vaticano tra la Segreteria per l’Economia (il cardinale George Pell) e la Curia Romana sulla trasparenza indica che il lavoro del Papa (se lo vuole fare) è ancora tanto. Infatti, il braccio di ferro è a proposito dell’incarico dato alla Pricewaterhouse Coopers di controllare e certificare i bilanci di 120 enti della Santa Sede dalla Segreteria per l’Economia e sospeso dalla Segreteria di Stato. Mah!

Il dubbio di larghi settori europei sul trattato di libero scambio tra Europa e Stati Uniti in discussione in questi giorni è assolutamente giustificato. Si capisce Obama che lo spinge perché è americano e prima di tutto fa gli interessi del suo paese, ma gli europei più vanno con i piedi di piombo e meglio è per loro. Senza dimenticare la protezione dei consumatori (nessuna voglia di equiparare verso il basso prodotti agricoli per esempio).

Per le nomination americane nel partito repubblicano si alleano Ted Cruz e John Kasich, gli avversari di Donald Trump, per non farlo vincere negli ultimi tre Stati ancora in ballo e per non farlo arrivare alla Convention con la certezza matematica e quindi tenere ancora i giochi aperti. Una strana alleanza dato che Ted Cruz è un ultraconservatore e John Kasich un moderato, ma evidentemente il Partito Repubblicano deve essere molto preoccupato.

Matteo Salvini è volato a New York per farsi conoscere (era assolutamente indispensabile) ed ha incontrato Donald Trump. Fotografie e sorrisi testimoniano l’incontro. Chissà chi ha dato più buone idee all’altro!

Barack Obama in una delle sue ultime missioni europee in Europa incontrando i responsabili dei principali paesi del continente ha detto che secondo lui i problemi che in questo momento attraversano il mondo si chiamano populismo e terrorismo. Per questo ha invitato i suoi interlocutori ad investire di più nella difesa, a rendere più veloci ed efficienti le loro azioni politiche e ad avere più coraggio. Ha citato le parole del poeta irlandese William Butler Yeats “ai migliori manca la convinzione, mentre i peggiori sono pieni di passione ed intensità”.

La intelligenza dei telefoni e di tutti gli strumenti che ormai fanno parte della vita della maggioranza della popolazione in quasi tutto il mondo possono influenzare, condizionare, lo sviluppo della intelligenza dell’uomo? Si sta studiando, finora senza conclusioni, ma l’ansia del futuro permane.

Sul tema Uber sono mesi che ormai si scrive, si polemizza, si fanno proteste, scioperi da parte dei tassisti. Sarà ancora lunga la battaglia ma alla fine i servizi di tipo Uber vinceranno perché allargano il mercato, abbassano i costi per i clienti e cioè per tutti e migliorano la qualità del servizio. Non ci si può opporre al futuro oltre un certo limite e oltre un certo tempo.

L’attacco politico di Pier Camillo Davigo alla classe politica e a questo Governo è molto violento e preoccupa perché lascia intravedere strategie e azioni (magari in coordinamento con altre forze ed interessi) che potrebbero svolgersi nel prossimo futuro in modo improprio (in modo visibile o sotterraneo).

Non sarebbe male spiegare perché il nostro paese per contrastare le azioni criminali deve ricorrere ad una quantità di intercettazioni di gran lunga superiore a qualsiasi altro paese occidentale. Inoltre, sul tema prescrizione su cui i magistrati continuano ad invocare revisioni, è opportuno precisare che il 70% di queste prescrizioni si verificano nella fase preliminare del processo che dipende totalmente dal lavoro della magistratura (non c’entrano gli avvocati, non c’entrano scadenze dei termini, non c’entra altro). Ed, infine, l’aspetto più importante: perché tutti coloro che fanno un lavoro quando sbagliano pagano e i magistrati non devono essere responsabili?

Una recente inchiesta riferisce che ogni anno nel nostro paese ci sono 7 mila persone che vengono incarcerate e poi riconosciute innocenti. Dopo 70 anni di democrazia, negli anni 2 mila, con la storia culturale che abbiamo, con la pretesa di rappresentare valori di civiltà, questa situazione è inconcepibile! Sempre più urgente la separazione delle carriere nella magistratura e qualcosa (una legge, una coscienza, una cultura) che imponga la limitazione dell’uso della carcerazione preventiva.

Nella CGIL la sua Segretaria, Susanna Camusso, continua a dire in ogni occasione che ci vogliono investimenti e che ci vuole una politica espansiva per il paese. Ricorda il buon Catalano quando diceva che è meglio essere bello, sano e ricco piuttosto che brutto, malato e povero.

La nuova struttura e il nuovo piano industriale della Rai, presentato dal suo amministratore delegato Antonio Campo Dall’Orto, ha ricevuto commenti di vario tipo provenienti da varie parti politiche e sociali, come è naturale. Questi commenti in larga parte sono il vero termometro di quanta sia vecchia la nostra società e la nostra politica. Pochi hanno capito e commentato e criticato se si vuole, la filosofia che sta alla base del piano e cioè la trasformazione dell’azienda. Verso il digitale, la media company e verso un conseguente e necessario profondo rinnovamento editoriale.

Il varo del piano per la Campania, come primo passo per un progetto di grande portata per il Sud, è stato firmato a Napoli e prevede un investimento mirato (cioè con la lista degli interventi) e controllato (cioè con la spesa assegnata e non con progetti da fare sviluppare a qualche consulente) di quasi dieci miliardi in quattro anni. È la prima volta che succede nel nostro paese.

Tutti gli occhi sono sul sistema bancario considerato obsoleto come struttura e colpevole di tante iniquità per motivi politici e per incapacità professionale negli anni passati. Si fanno incontri e seminari e tutti parlano del cambiamento. In effetti non sta succedendo niente a dimostrazione della lentezza, del conservatorismo, della incoscienza del management di questo settore. Va bene che sono attanagliati dalla paura, ma un po’ di coraggio diamine!

Perché i politici dovrebbero essere migliori dei cittadini che rappresentano?

Inserito il:27/04/2016 11:00:58
Ultimo aggiornamento:27/04/2016 11:05:24
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