Aggiornato al 05/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Belvedere - Numero 83

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Lucas van Uden (1595 - 1672) – Panoramic river landscape

 

LE BORSE SONO IN ALTALENA e ci sono vari motivi perché ciò accada come la debolezza dell’economia americana, il rallentamento di quella cinese, problemi in quella tedesca e poi il prezzo del petrolio, le banche, l’incertezza di situazioni internazionali come il terrorismo e le turbolenze di alcune regioni dove ci sono casi aperti come la Siria ad esempio. In Italia la situazione delle banche, almeno sino a quando non si chiarisce la vicenda delle sofferenze sul piano quantitativo e procedurale ed, inoltre, non si procede ad accorpamenti e fusioni, rimane tra le più critiche. La fiducia degli investitori stranieri nel nostro paese, mentre è decisamente buona quando si tratta di acquistare titoli di Stato malgrado i bassi rendimenti, fatica quando si rivolge al sistema delle imprese. Ed è su questo punto che il governo deve lavorare per risollevare l’economia e l’occupazione, non basta avere in ordine i conti dello Stato e gestire bene il paese.

Gli ACCORDI SULLA SIRIA dei negoziatori che si erano riuniti a Ginevra con la moderazione di Staffan De Mistura non arrivano, i colloqui sono sospesi, le posizioni distanti. Un brutto segnale da qualsiasi punto di vista lo si voglia vedere, anche perché è la condizione pregiudiziale per qualsiasi altra decisione della regione (soprattutto per la Libia che rimane il punto di maggiore criticità politica).

La notizia che IL VENEZUELA, paese importante nella produzione di petrolio a livello mondiale, sia costretto per la prima volta a comprare l’oro nero proprio dagli Stati Uniti (il grande avversario) è la dimostrazione più evidente del fallimento della politica del paese negli ultimi venti anni. Se poi è colpa di qualche complotto (magari delle democrazie plutocratiche dell’occidente capitalista), come certamente qualcuno dirà, è difficile dire, ma la realtà, come si dice, è veramente dura. Le previsioni dicono anche che i giorni dello stesso Nicolas Maduro sono contati.

Il capitalismo è una ingiusta ripartizione della ricchezza, mentre il comunismo è una giusta ripartizione della miseria. Lo ha detto ufficialmente UN ANONIMO RUSSO e le dicerie che lo abbia detto Lenin sono false.

Lo SCANDALO DELLE CASE del centro di Roma (sembra circa 600, ma qualcuno parla di 9 mila comprendendo negozi, ristoranti, scantinati e non solo appartamenti) di proprietà del Comune date a pochi euro di affitto (praticamente a gratis) non si sa se è lo scandalo più grande per dimensioni e per valore tra quelli che scoppiano giornalmente nel nostro paese. Forse no, perché ci sono le grandi ruberie della sanità, quelle sulle ricostruzioni necessarie dopo eventi naturali tragici, le tangenti sulle grandi opere, lo storno di ingenti somme dai vari bilanci della Pubblica Amministrazione centrale e periferica. Certamente è il più brutto sul piano della volgarità, del disprezzo degli altri. Un simbolo di mafiosità, di prevaricazione, un segnale del livello morale di una città, di un paese.

QUANDO IL PARLAMENTO ITALIANO affronta una discussione di un livello superiore alla concessione di qualche beneficio, alla introduzione di una tassa o alla sua eliminazione o a qualsiasi altra cosa di tipo operativo e discute di valori, di diritti, di libertà, di qualcosa un po’ più alto, risulta evidente la sua pochezza intellettuale, culturale, morale. L’occasione della discussione sulle unioni civili in Senato non fa eccezione a questa regola, a prescindere da come uno la può pensare nel merito e dalla possibile decisione legislativa. Dire che questa è la democrazia è sufficiente per giustificare questo bassissimo livello? I partiti non dovrebbero selezionare e instradare la classe politica che in nome dei cittadini dovrebbe regolare la società (almeno così dice la Costituzione)? Siamo sicuri che non ci sia niente da fare per mettere in condizione queste persone a rappresentarci con intelligenza e magari anche con dignità?

A proposito, Aristotele diceva che la DIGNITA’ non consiste nel possedere onori, ma nella coscienza di meritarli. Quanto è lontano il nostro Parlamento da questo pensiero!

Si parla di risparmio energetico e di inquinamento e ovviamente si parla di riscaldamento e di auto, ma non si parla di aerei che volano in tutto il mondo contribuendo non poco a rendere l’aria impregnata di nocività grave. Si sperava almeno nella riduzione dei VIAGGI D’AFFARI grazie alla necessità delle imprese di risparmiare e, soprattutto, grazie alla tecnologia che consente con il sistema della videoconferenza di collegarsi in tutto il mondo in modo efficiente, pratico ed economico.  Invece i viaggi d’affari sono in aumento secondo le previsioni della Global Business Travel Association che stima il giro economico collegato a oltre 1200 miliardi di dollari per quest’anno. Per fare un esempio la compagnia Netjets di proprietà di Warren Buffet (dedicata solo ai viaggi business) ha circa 700 aerei che volano sempre (per dare una indicazione, ne ha 200 in più rispetto alla Lufthansa). Se ne parla poco, un tema poco trattato, forse perché il traffico business è soprattutto delle grandi compagnie internazionali e americane?

TWITTER ARRANCA. I crash si fanno più frequenti, si sono dimessi cinque top manager, la formula dei 140 caratteri non funziona più e sembra prossima la decisione di estendere ogni tweet sino a 10 mila caratteri facendo un bel salto strategico e in qualche modo rinnegando lo spirito iniziale. Insomma il social più amato da giornalisti, da opinionisti e da politici e da rivoluzionari così non funziona, ha il coraggio di cambiare e sarà un vantaggio per tutti perché la sintesi richiesta attirava veramente molte idiozie o affermazioni incomprensibili.

Quello che LA NOSTRA BUROCRAZIA non è mai riuscita a capire e che continua a non capire è il fatto che la tecnologia viene dopo un processo di organizzazione e di semplificazione per potere esprimere tutti i suoi effetti positivi sulla efficienza, sui costi, sull’accessibilità da parte di tutti i cittadini a prescindere dal livello di conoscenza e di vocazione. Pensare di installare tecnologia per progettare sistemi di automazione senza modifiche profonde alla organizzazione significa quasi sempre l’ottenimento di risultati negativi, un disastro rispetto alla situazione di partenza. La burocrazia pubblica si difende sostenendo che l’organizzazione non si può toccare perché per farlo ci vogliono degli interventi legislativi (a dimostrazione di quanto borbonica è la struttura del nostro Stato). Da anni, quindi, si spendono soldi per fare interventi che producono peggioramenti della situazione e così siamo arrivati nell’attuale caos che rende folli tutti i cittadini quando quale che sia il rapporto che devono instaurare con la pubblica amministrazione. La verità è che i burocrati mentono quando dicono che ci vogliono in tutti i casi interventi legislativi e comunque non suggeriscono mai ai loro Ministri (e se sollecitati inventano progetti e consulenze compiacenti che sostengono le loro valutazioni) azioni da intraprendere in sede parlamentare per adeguare ai tempi e alle conoscenze internazionali i loro dipartimenti. In questo modo mantengono il loro potere e i loro privilegi anche a scapito dell’interesse generale che non rappresenta mai per la burocrazia un obiettivo. E quando e se il Ministro, il Governo, per caso dovesse scavalcare l’apparato burocratico e provare a rifare la tela in cui è avvolto, i suoi campioni contano sul Parlamento che o per incompetenza o per fare un piacere ai burocrati (che sanno ricompensare) od ancora per connivenze più volgari tende a rigettare o a ritardare (contando sempre sulla caduta dei governi e sull’azzeramento di tutto il precedente). Così va la vita nel nostro paese e così che il cittadino normale e cioè non appartenente a qualche casta di potere diventa prigioniero (alla faccia della libertà che non dovrebbe essere solo quella di decidere autonomamente se purgarsi o meno).

Certo che, A PROPOSITO DI LIBERTA’, diceva Thomas Jefferson che se un popolo si aspetta di diventare libero rimanendo ignorante, spera in qualche cosa di impossibile. Chissà perché ricorda il nostro paese!

La istituzione di una GIORNATA DEL TEATRO il 22 ottobre secondo la comunicazione del Ministero dei Beni Culturali è una iniziativa non solo simpatica, ma che va nella direzione giusta. Naturalmente alcuni la giudicheranno banale, populista (un termine che è diventato estremamente offensivo anche se molti non ne percepiscono l’esatto significato), una mossa del governo per acchiappare voti o per altri fini che sicuramente ci saranno (secondo questi critici solitamente ben informati!). In un paese tuttavia si devono fare anche cose normali come azioni di sensibilizzazione della gente verso il teatro, il cinema e altre forme di arte, così come aprire gratuitamente i musei la prima domenica di ogni mese (grande successo peraltro), organizzare e investire anche in modo banale, anche a scopo elettorale, ma il paese ne ha bisogno e tutti dovrebbero non solo accogliere, ma seguire queste iniziative. Servono a portarci lontano prima o dopo.

Il dibattito in corso chiamato sulle UNIONI CIVILI dimostra che è impossibile parlare di diritti, di rispetto di tutti in una comunità in cui molti ragionano con un pregiudizio ideologico (religioso o meno è lo stesso). Soprattutto è molto difficile che la società faccia passi avanti sul cammino dei diritti civili quando la stampa, i media per partito preso o per fare azioni politiche (per conto di un partito, di un gruppo, di una persona) parallele e che niente hanno a che vedere con il tema in discussione, non informano in modo corretto la gente che è ignorante (non è un delitto) e che non ha alcuna chance di conoscere esattamente le cose e poi giudicare.

Mentre si discute (anche a livello della Autorità di competenza) sulla operazione di integrazione tra Tim (Telecom Italia) e Metroweb (con investimenti previsti per oltre due miliardi e mezzo per cablare 250 città), anche IL TEMA DELLE TORRI per la telefonia cellulare e per la televisione ritorna in discussione. Dopo la bocciatura qualche tempo fa dell’acquisto da parte di Ei Towers (Mediaset) di Rai Way (ma la prima voleva la maggioranza), adesso se ne riparla come si parla degli interessi di Inwit (Telecom Italia) su 3Italia. Insomma, non sarebbe male un’unica grande compagnia per le comunicazioni via etere, che sia in grado di garantire accesso paritario a tutti gli operatori in termini di spazio ed economico. Se l’Autorità se la sente di garantire la cosa, la soluzione è giusta (anche ecologicamente e poi è inutile disperdere denaro in infrastrutture raddoppiate con tutto quello che c’è da fare in questo paese), basta non fare leggi ed evitare di investire il Parlamento (per carità!).

Le LEGGI INUTILI indeboliscono quelle necessarie, diceva opportunamente Voltaire.

Il Ministero dello sviluppo economico dice no, continua a dire no alle richieste di TRIVELLARE lungo le nostre coste entro le 12 miglia dalle stesse per cercare petrolio. Questo da una parte forse dovrebbe o potrebbe rendere inutile il referendum che la Corte Costituzionale ha autorizzato e dall’altra ridimensiona il fenomeno e le proteste, dimostra soprattutto che non è necessario che il governo non tenga conto della opinione dei cittadini, anche se superficiale e forse ideologica.

Diceva Bertrand Russell: NON VORREI MAI MORIRE PER LE MIE IDEE, PERCHE’ POTREBBERO ESSERE SBAGLIATE!

 

Inserito il:08/02/2016 15:23:10
Ultimo aggiornamento:22/02/2016 12:39:53
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