Aggiornato al 05/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Belvedere - Numero 66

Il poeta è un uomo particolare, con una sensibilità particolare, perché riesce con poche parole, ben integrate tra di loro, a rappresentare un sentimento, un aspetto della natura, una visione della vita nel modo più profondo. La sua intuizione lo porta a vedere cose e connessioni che altri non riescono a vedere e non saprebbero comunque rappresentare. Ma per essere un grande poeta bisogna essere anche un grande sognatore. Perché il sogno stimola la fantasia e la fantasia stimola la visione. I poeti danno colore alla vita di tanti e il mondo senza di loro sarebbe più grigio, certamente più banale.

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Giovan Battista Caretti (1803 - 1878) – Croce di Pozzano di Castellammare di Stabia – Affresco in Villa Torlonia - 1835/40

I fatti nostri

Polemiche a non finire, e non poteva essere altrimenti considerando gli interessi in gioco e quant’altro, a proposito del dimezzamento dei soldi disponibili per L’ACQUISTO DI APPARATI TECNOLOGICI PER L’ELABORAZIONE DEI DATI NEI MINISTERI, che sembrerebbe previsto nella legge di stabilità in fase di approvazione e discussione. Subito molti commentatori spontanei (si direbbe in Spagna) hanno connotato il fatto come una limitazione alla innovazione, come se l’innovazione dipendesse dalla quantità di strumenti di cui sono dotati gli uffici a prescindere da come li usano, come li fanno funzionare e per che cosa. Sono anni che diciamo (noi cittadini italiani) e che è scritto in tutte le analisi, gli studi indipendenti di società primarie di consulenza che lo Stato italiano è pieno di strumenti non usati, usati male. E questo fatto come conseguenza di incapacità professionale diffusa, responsabilità operative affidate male e cioè a persone non adeguate, mancanza di direttive, assenza di progettualità, mancanza di controlli, superficialità, disinteresse. Inoltre sappiamo come l’utilizzazione degli stessi fornitori magari attraverso aste pilotate, varianti di progetto che fanno viaggiare montagne di danaro verso i soliti noti da sempre ha suscitato sospetti di ogni tipo. Adesso la tecnologia è cambiata e non è casuale che si parla di tecnologie della discontinuità, in cui servono meno soldi per gli apparati e più intelligence, più capacità progettuale, più fantasia nello studiare e nello innovare. Forse anche nello Stato di questo paese qualcuno ha cominciato a capire che non si può continuare a spendere e spandere senza alcuna logica solo per interessi di qualcuno o di tanti o, soprattutto, per fare ammoino e che la organizzazione tecnologica, la innovazione organizzativa, e non solo, dipende da altro.

SCANDALI all’INPS, scandali all’ANAS, scandali alle Ferrovie, scandali nella Sanità a partire dalla Lombardia e distribuiti in tutta Italia, scandali nei Comuni, gente che non lavora, appalti truccati, bandi di concorso fatti per gli amici. La domanda è: solo negli ultimi anni succede questo o succede da sempre, da tanto tempo e magari tanti hanno sempre saputo? Ed allora perché prima la magistratura, la guardia di finanza, i carabinieri non scoprivano, perché queste cose non emergevano? Non è che per caso prima c’era in vigore una specie di omertà per cui era meglio non vedere, non sentire, far finta di non capire e invece qualcuno adesso ha detto che le malefatte vanno denunciate e punite e certe coperture sono saltate? E’ pura fantasia?

Certamente SE SI VUOLE COMBATTERE LA CORRUZIONE nel paese il percorso è lungo, bisogna cominciare a risanare la politica intesa come centro legislativo e sociale, ma è importante pensare alla formazione etica dei dirigenti, di tutti i dirigenti pubblici e privati. Non si dovrebbe diventare dirigente di una Azienda, di un Ente, senza preventivi corsi di formazione sulla etica economica e professionale, senza prima avere accertato anche le doti in questo senso del potenziale manager. Sembra banale fare queste affermazioni, ma senza queste regole la fine non può essere tanto lontana.

LA POLEMICA TRA MILANO E ROMA E’ ANTICA, da sempre si dice che Roma è la capitale politica ed è bella e Milano è la capitale economica, è brutta, ma è il motore del paese. Questo rimane vero ancora con alcune differenze: Roma l’hanno imbruttita e Milano l’hanno abbellita e forse la differenza tra le due è meno distante di prima. Inoltre, effettivamente sul piano morale Roma è in questo momento in tali condizioni di degrado che non può reggere il paragone neanche con qualsiasi altra città europea. Tuttavia la polemica che a Roma stanno facendo è assolutamente ridicola e somiglia a quelle che si fanno il lunedì quando alcuni al bar si accalorano a discutere se la palla è entrata oppure era sulla linea.

Raffaele Cantone è OSSERVATO SPECIALE, forse dà fastidio ad alcuni o a tanti e per costoro se non ci fosse sarebbe meglio. E poi è anche uno autonomo, fa quello che pensa e che ritiene giusto e non si conforma al pensiero degli amici o della Associazione Nazionale Magistrati per esempio, che per questo lo bacchetta. Allora lui dichiara che forse, proprio per essere del tutto autonomo anche formalmente, si potrebbe dimettere da questa libera associazione. E il Presidente della associazione lo invita a riflettere e a non distaccarsi dai loro valori (sic!). Assistendo a queste cose ogni tanto viene da pensare che ci si trova dentro un racconto di fantasia e non dentro una realtà sociale vera, che certa gente dice cose che non dovrebbero essere permesse dalla educazione, dal rispetto e dal buon gusto. Ma bisogna essere pazienti in questo paese per sopravvivere senza il medico accanto.

LA FARSA, come dicono in Vaticano, è finita a Roma. Le dimissioni di 26 consiglieri sciolgono il Consiglio Comunale e quindi decade la Giunta con il Sindaco che scompare mentre fa il saluto militare (e gridando non vi deluderò), come un Comandante mentre la propria nave affonda inesorabilmente!

DUNQUE MARINO TORNA A CASA con le sue scatole preziose, il suo piccolo mappamondo e gli altri ninnoli che ornavano il suo ufficio di primo cittadino di Roma per lasciare il posto al Commissario che è il Prefetto di Milano. Scelta veloce del Governo, giustificata dalla esperienza del funzionario acquisita con l’Expo e utilizzabile per il prossimo Giubileo, soprattutto è stato evitato l’utilizzo del prefetto di Roma di cui non si parla un gran bene. La vicenda Marino lascia l’amaro in bocca alla fine, popolata da personaggi mediocri, da un modo di far politica assolutamente farsesco. Due cose da dire in merito in più: il ruolo della stampa è stato penoso (cronaca, mai analisi, mai studio dei protagonisti e delle trame) e poi che la vicenda avrebbe potuto ispirare un ulteriore capolavoro di Alberto Sordi (sarebbe stato fantastico!).

LE COSE IN TELECOM ITALIA si sono complicate (forse solo in apparenza?). Adesso oltre il 20% è nelle mani di Vivendi e oltre il 15% è nelle mani di Xavier Niel che, con la sua impresa Iliad, è uno dei più grossi provider internet di Francia. Si dice che tra Niel e Vivendi non c’è accordo, se ci fosse sarebbe grave perché vorrebbe dire che di fatto è stato superato il 25% del capitale da parte di una cordata, anche se non in modo palese e, pertanto, sarebbe obbligatoria l’OPA. Ma i misteri della finanza sono infiniti e le regole nel settore non è raro che vengano calpestate in nome degli affari. Niel è consigliato dalla Banca Lazard, ma ha certamente vari consiglieri in Italia sui quali si appoggia. Pare che uno di questi sia Franco Bernabè (così dopo aver tentato invano di vendere Telecom Italia ai tedeschi adesso ha visto che l’hanno comprata i francesi). Qualcuno dice che in mezzo c’è anche l’egiziano Sawiris (che è un provider internet oltre ad essere l’uomo delle telecomunicazioni del Mediterraneo), cui piacerebbe giocare un ruolo in Europa dopo la sfortunata esperienza Wind (su cui comunque non ha perso soldi). L’ambizione di Niel (potrebbe essere interessato anche ad Orange) è internet e tutti i suoi sviluppi nel settore business e in quello privato (la televisione, la casa, la salute). Per questo deve espandersi in Europa, deve acquisire clienti (lui ne ha già circa 16 milioni), ampliare il fatturato (il suo supera già i 4 miliardi) per investire e sviluppare il network. L’accordo tra Vivendi e Niel potrebbe essere interessante per entrambi (possono sempre dire che è successivo alle operazioni di acquisto di quote Telecom Italia), perché Niel vuole essere uno dei grandi riferimenti europei nel settore e Vivendi, che è interessata a distribuire contenuti, può vedere in questa operazione un ampliamento del mercato.

Ma da un punto di vista Telecom Italia L’OPERAZIONE E’ POSITIVA? Intanto è una chiarificazione sulla sua appartenenza e si può sapere con chi trattare per spingere un piano industriale, per una trattativa sindacale, per una politica del paese nel settore. In secondo luogo è molto probabile che sia propedeutica ad un cambiamento strategico e organizzativo dell’azienda che non può non essere interessante dopo anni di immobilismo e di minuetto veneziano. Infine, potrebbe essere una opportunità per rivedere qualche piano nazionale sul mondo della banda larga, delle telecomunicazioni e degli interessi nazionali. Ma un fantasma aleggia tuttavia in tutta questa vicenda e cioè siamo sicuri che l’azienda resterà come è o piuttosto non venga spezzata e specializzata? Forse in questo caso si potrebbe salvare anche qualche lavoratore in più rispetto al piano di dismissioni che fra non molto sarà inevitabilmente studiato e diffuso. Per ultimo bisogna aggiungere che se i lavoratori dipendenti non possono aspettarsi niente di buono (in generale, ma saranno certamente previste assunzioni per professionalità che mancano), gli azionisti, piccoli e grandi che siano, applaudono perché hanno tutto da guadagnare (sta già avvenendo anche senza particolari annunci).

L’EXPO E’ FINITO, viva l’Expo e il suo successo, malgrado le previsioni negative di tanti bravi (!) analisti e osservatori. Adesso si discute del dopo Expo e ognuno dice la sua. Il pericolo viene dagli architetti che vedono ciò che si costruisce come opera artistica più o meno e basta, senza capire e sforzarsi di capire i riferimenti politici, sociali, culturali. Non percepiscono spesso che la bellezza non è un concetto astratto e questo forse è il loro più grave difetto. Per cui c’è ne è uno in questi giorni che propone di costruire case, un nuovo quartiere, proprio quello che già ne ha costruito un altro a Milano (di quartiere) senza tenere conto che la gente si deve muovere, possiede delle auto, si deve e si vuole incontrare, ha dei bisogni di vario tipo. Questi architetti spesso danno l’impressione di costruire i quartieri cittadini, le case per la gente come se costruissero dei cimiteri, dove mettere le persone (da una parte vive e dall’altra morte) e farle stare là per sempre, mentre loro possono guardare soddisfatti e mostrare con orgoglio la bellezza dell’opera.

Nei prossimi mesi si parlerà molto di Expo, SI FARANNO CONSUNTIVI, i fautori guarderanno il successo formale nazionale e internazionale, gli oppositori guarderanno alle spese, ai costi globali. L’aspetto più importante dell’Expo è stato tuttavia quello di cui si parla meno e cioè gli incontri commerciali, politici, culturali e diplomatici. I contatti acquisiti da parte delle industrie, gli accordi raggiunti, i progetti avviati nel pubblico e nel privato. La sensibilità che è riuscito a suscitare su determinati argomenti, il ruolo che il nostro paese ha avuto e che da tanto tempo non aveva. E, infine, la spinta a Milano: grazie all’Expo Milano ha ripreso forza e si è rilanciata al punto da essere oggi considerata la città europea che nei prossimi dieci anni avrà maggiore sviluppo.

ALCUNE COSE SULL’EXPO sono state sbagliate o critiche o semplicistiche. Per esempio le previsioni fatte da coloro che lo hanno conquistato all’Italia, a Milano, vincendo la concorrenza di Smirne (Romano Prodi e Letizia Moratti). Queste previsioni parlavano di un numero di visitatori doppio rispetto a quello consuntivato (erano altri tempi, la decadenza di questo tipo di manifestazioni non si era ancora ben manifestata, internet era in discussione, la voglia di avere un successo italiano tanta e forse troppa). Il primo progetto esecutivo era troppo faraonico, cosa che ha fatto perdere tempo e denaro, oltre a richiamare tutte le cosche del paese per conquistare una fetta di qualcosa. L’intervento anti corruzione con la chiamata di Raffaele Cantone è stato fatto tardi (solo da questo Governo e a ridosso della manifestazione) ed anche questo ha fatto perdere tempo e denaro, oltre a provocare tutte le polemiche possibili appropriate o strumentali. Ma, alla fine, nelle colonne delle perdite e dei profitti, questi ultimi sono in netto vantaggio, soprattutto se si includono i valori aggiunti.

CI SONO DELLE COSE CHE SI SANNO, ma quando si vedono stampate sui giornali, quando tutti ne parlano, è come se non si sapessero, come se si apprendessero per la prima volta e la rabbia che si prova è sempre quella della prima ora. Si sa che la trasmissione di Fazio è dispensatrice di danaro ad amici e consulenti in modo abbondante e che distribuisce danari agli ospiti in modo non casuale. Si sa e poi si capisce. Ma alcune cose superano il livello della dignità professionale ed umana, culturale e del buon gusto (il caso Varoufakis è solo una occasione). C’è da domandarsi con che faccia questo personaggio cerca di assumere un ruolo un po’ distaccato come un grande intellettuale, come fosse diverso e migliore dai tanti saltimbanchi (in tutti i sensi) dello spettacolo italiano.

Non c’è solo la Germania con la Deutsche Bank, ma ANCHE IN ITALIA LE BANCHE cominciano l’opera di ristrutturazione, a prescindere da come sono sistemati i bilanci. Ecco l’Unicredit per esempio ha annunciato che deve far fuori circa 12 mila dipendenti, di cui 2700 in Italia. Prima o dopo doveva arrivare, si sapeva, si sa che le strutture sono assolutamente non compatibili con strategie, attività e futuro.

Nelle prossime settimane, ha detto il Governatore della Banca d’Italia, si definiranno I PROGRAMMI DELLA BAD BANK, necessaria per consentire alle banche che aderiranno di scaricare la enorme quantità di crediti inesigibili o esigibili a scadenze lontane e incerte. Vediamo se l’Europa lo consentirà (ma forse riusciranno a convincerla prospettando altrimenti scenari più complicati) e quale soluzione operativa adotteranno. Sarebbe un ulteriore passo verso la pulizia e la semplificazione del settore, oggi estremamente inquinato da decisioni “politiche” del passato.

Dopo la parziale privatizzazione delle Poste IL TESORO HA INCASSATO la cifra preventivata, pari a 6,5 miliardi di euro. La cifra deriva anche da alcune operazioni relative ad Enel, Enav e Monte dei Paschi fatte durante l’anno. Tale importo per legge deve andare alla diminuzione del debito dello Stato, mentre a prescindere cala il deficit come annunciato ufficialmente dal Ministro dell'Economia. La manovra della legge di stabilità in fase di approvazione parlamentare sconta (cosa forse non sottolineata abbastanza) la eliminazione degli aumenti dell’IVA e del prezzo della benzina che erano state varate dai Governi Monti e Letta (per un importo pari a 17 miliardi, oltre la metà dell’intera manovra). Il deficit cala perché il tesoro spende meno per interessi, cala il fabbisogno per il controllo delle spese e aumentano le entrate fiscali regolari e come conseguenza della lotta alle evasioni fiscali che comincia a dare frutti importanti (soprattutto perché entra nella regolarità del comportamento degli uffici, si avvale fortemente della tecnologia e non è dovuta, come nel passato, a operazioni straordinarie).

QUESTO TAVECCHIO, Presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio, dice un giorno sì e uno no cose contro gli ebrei, i gay, i negri, le donne. Insomma è un grande razzista e a prescindere da questo fatto sembra una persona estremamente mediocre, abbastanza ignorante, di un livello personale e intellettuale basso e comunque inadeguato a quello che fa o dovrebbe fare. In questo paese nessuno è in grado di cacciarlo? O forse è solo uno più sincero di altri che pensano le stesse cose e non le dicono?

 

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Johannes Kip (1653 - 1722) – Chepstow Castle – Coloured engraving -1712

Uno sguardo altrove

Certamente L’AZIONE DEL PAPA ha creato un divario molto forte tra il suo entourage e le istituzioni ecclesiastiche consolidate, in particolare quelle vaticane. Questo è un Papa che, almeno nelle intenzioni, porta innovazione, conquista consensi, porta la Chiesa a giocare un ruolo strategico nelle vicende del mondo, fa della Chiesa un punto di riferimento, ha capito la modernità e va verso di essa perché non ci sono alternative, predica, infine, la misericordia e altri valori umani un po’ dispersi quando non cancellati. Ecco non è strano, non è sorprendente che un Papa così sia contrastato dalla sua Chiesa (da questo grande e potente apparato), da chi dovrebbe capirlo di più e aiutarlo a predicare? No, non è strano perché questa è la storia della Chiesa da sempre!

Il Papa comunque sta giocando UNA GRAN PARTITA PER LA SUA CHIESA E PER IL MONDO. E lo sta facendo anche in modo spregiudicato come si conviene, perché ha capito che il risultato finale è la cosa più importante al di là di certe decisioni che nella marcia potrebbero sembrare persino fuori luogo (anche talvolta incredibili). Per esempio le indulgenze concesse alla potente organizzazione dei Legionari di Cristo (struttura chiacchierata a dir poco). 

La GERMANIA SEMPRE CON PROBLEMI. Dopo la Volkswagen si sapeva della Deutsche Bank, ma adesso si stanno precisando i provvedimenti presi e in esame per riparare al disastro in questa banca. Licenziamento di 9 mila dipendenti e abbandono della presenza in dieci paesi, per cominciare (perché i dipendenti da eliminare entro il 2018 sono 35 mila). Non è facile fare previsioni di budget in Germania per il prossimo anno da parte di chiunque. Sarà dura certamente, anche per le aziende di proprietà di gruppi italiani che vedevano la Germania come l’Eldorado nel quale investire sino a poco tempo fa.  

La sensazione è che NEGLI STATI UNITI I REPUBBLICANI, a prescindere da chi verrà nominato, non ce la possono fare a battere la Hillary Clinton o il Partito Democratico in genere in questa tornata. Troppo sgangherati Donald Trump e Ben Carson, non sanno le cose più elementari, non hanno idea delle cose del mondo a giudicare dai dibattiti televisivi che si susseguono. Troppo fragile il povero Jeb Bush che ha dalla sua solo il nome della sua grande famiglia. Quelli che emergono sono Marco Rubio e Paul Ryan, sono troppo giovani per questa volta, ma rappresentano il futuro del Partito Repubblicano. Certamente sarà un elemento della campagna presidenziale vera, quella in cui l’argomento garanzia del futuro può avere valore e appeal (ma non sarà sufficiente).

La nomina di Bidya Bhandani, PRIMA DONNA A DIVENTARE PRESIDENTE DEL NEPAL, è un fatto storico e non solo per il suo paese. Lei è femminista, di sinistra e molto popolare. È vero che in quel paese il Presidente ha compiti scarsi e poco potere, ma sul piano formale è importante ed è l’inizio di un nuovo percorso.

Ricorrono i VENTI ANNI DALLA MORTE DI RABIN, ex Premier israeliano, uomo di pace che aveva una visione a lunga scadenza per il suo popolo cui voleva garantire non solo la prosperità, ma anche la sicurezza e un posto bello dove vivere e pregare. È stato assassinato da un ebreo ortodosso e fanatico. La sua storia, la sua morte è la rappresentazione plastica della situazione di Israele.

In SPAGNA SI VOTA tra qualche settimana. A parte il Partito Popolare e il Partito Socialista, considerati giustamente storici perché nati con la Monarchia nel dopo Franco, le due formazioni che sono cresciute di recente nel paese sono Ciudadanos di orientamento di destra e Podemos di orientamento di sinistra. Fino a poco tempo fa sembrava Podemos in grande auge e godeva dei favori dei sondaggi. Ma ora, mano a mano che si avvicina la data delle elezioni, i favori dei sondaggi vanno a Ciudadanos e al Partito Popolare.  Una inchiesta dice che gli spagnoli non hanno capito che vuole la sinistra tradizionale o nuova e si rifugiano sempre più nella sicurezza di sempre. Certo dipende dalla cultura del paese, ma anche dalla politica delle sinistre, come sempre e come dovunque.

LA VITTORIA DI ERDOGAN in Turchia con la maggioranza assoluta cambia di molto le cose nella regione. Intanto nel paese il pugno di ferro sarà sempre più pesante verso le opposizioni in qualunque forma e con qualsiasi mezzo, proseguirà l’opera di islamizzazione facendo fare al paese un passo, un grosso passo indietro. I rapporti con i curdi, che in questo momento sono gli unici che via terra combattono lo Stato Islamico, saranno da rivedere certamente. Intanto la presenza dei curdi in Parlamento è ciò che non permette ad Erdogan di avere la maggioranza dei due terzi, cosa che gli consentirebbe di cambiare pure la Costituzione. Speriamo piuttosto che sia confermata questa presenza quando tra dieci giorni saranno proclamati i risultati ufficiali (perché i dati diffusi danno il partito dei curdi poco sopra il 10%, limite per entrare in Parlamento). Modifiche ci saranno anche in tutto lo scacchiere medio orientale e sicuramente i recenti contatti e accordi con Putin avranno la loro influenza, anche se non si conoscono.

Inserito il:03/11/2015 07:52:14
Ultimo aggiornamento:23/11/2015 10:32:52
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