Aggiornato al 05/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Belvedere - Numero 50

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Istvan Csok (1865-1961) – Godfather at breakfast - 1932

I fatti nostri.

A proposito del famoso funerale romano di un noto capo mafia (o capo clan o capo cosca o capo semplicemente) di cui si è parlato molto, in una intervista il Prefetto di Roma ha dichiarato che non ne era stato informato. Da sbellicarsi dalle risa! Il Prefetto potrebbe fare una circolare a tutti i delinquenti della capitale pregandoli di avvertirlo ogni volta che progettano qualche reato o pensano di fare qualche azione eclatante non proprio in linea con l’immagine e la serietà di quella che dovrebbe essere la capitale del paese.

Il funerale romano comunque ha definitivamente sottolineato come Ignazio Marino sia assolutamente incapace di fare il Sindaco di Roma, soprattutto per il fatto che essendo in vacanza negli Stati Uniti non ha sentito il bisogno e il dovere di rientrare immediatamente nella sua città in cui succede di tutto e di più. Soprattutto di non essere manco presente quando si è riunito il Comitato per la Sicurezza. Decisamente le forze politiche devono sostituirlo. Capisco il PD che teme di perdere la sua posizione in città, ma un po’ di senso del dovere civile e morale bisogna pur averlo anche nelle lotte più violente o nei momenti più difficili.

Quello che succede nella loro città i romani una volta dicevano che era colpa del Papa, poi del Re, poi di Mussolini e dei suoi seguaci, adesso dei politici detto così in generale, degli uomini del Sud che vengono a comandare, di quelli del Nord che vengono a chiedere e corrompere, degli ultimi rigurgiti della fine dell’Impero Romano. Poi rivendicano una supremazia culturale, quella di non necessitare di cultura per vivere, anzi. Forse sono solo l’avanguardia di gran parte di tutto il popolo italiano.

Il merito non è una parola sconosciuta in questo paese, ma una parola odiata, considerata pericolosa, una parola di destra, fascista, che attenta alla giustizia sociale, che vuole sottomettere i più deboli e che vuole privilegiare alcuni contro altri. Il paese è cresciuto nel dopoguerra con questa cultura che è stata diffusa nelle scuole, nel sindacato, nel Parlamento. Potevano acquisire posizioni più vantaggiose solo coloro che avevano raccomandazioni o voti o in qualche modo qualche controllo sociale su una azienda, su un ente, su qualche cosa. La cultura del potere con i suoi clan e i suoi gruppi in lotta tra di loro che sostituisce la cultura del merito, di chi è più bravo, di chi sa di più, può fare di più, è meglio di altri. I partiti, a partire dai due principali, seppur con ruoli diversi ma in un sistema di alleanza di fatto, hanno favorito, promosso e gestito questa situazione prima di tutto culturale. Adesso il problema è che per andare in giro per il mondo, per affrontare il futuro non bastano gli amici e gli amici degli amici, ma bisogna avere dei meriti e quindi come si può fare? Capirlo è già tanto, iniziare la marcia verso il meglio ancora più importante. Non bisogna avere fretta di arrivare, bisogna solo voler arrivare.

Non si riesce a capire, soprattutto da parte di chi la ama, perché la Sicilia non “produce” uomini validi che possono diventare protagonisti della cosa pubblica e che possono operare rispettando e facendo rispettare le leggi. Probabilmente perché gran parte della gente è abituata a lavorare, a campare a carico di strutture statali o parastatali, vive e si lamenta, protesta e accetta, fa finta e si arrangia, non crede che possa esistere un modo diverso di vivere, di impegnarsi, di relazionarsi. Quindi è un problema di cultura, una cultura che viene da lontano e che è scolpita nella storia. Il fatto è che il cammino verso un diverso futuro non è neanche iniziato. Ed è un grande dolore per tanti davvero.

Si continua a parlare di banda larga, di una struttura di rete in cui il paese deve investire, di una cultura che deve penetrare ovunque nelle famiglie e nelle aziende. Bene, siamo sicuri che una azienda di proprietà dello Stato come la Rai non potrebbe fare qualcosa per la diffusione di questa cultura? E siamo sicuri che la cosa non potrebbe essere di interesse della stessa Rai e della sua programmazione? Certo che queste cose bisognerebbe farle fare a gente che le sa fare, o no?

Francesco Caio da quando è diventato amministratore delegato delle Poste Italiane, a parte una apparizione dalla Gruber in una trasmissione televisiva serale, è come scomparso. Sembra che voglia assumere dei postini, così si dice ma non è una notizia certa (per qualche cosa che vuole o deve dare ai sindacati?).  Della privatizzazione dell’azienda, meglio dire del gruppo, se ne sta occupando la Presidente Todini. Per il resto tutto tace sulla strategia della azienda nell’area della logistica, in quella bancaria e forse anche in quella della connettività, certamente nell’area di alcuni servizi. È come se una delle più importanti e strategiche aziende italiane fosse completamente congelata in un momento in cui il paese sta discutendo di rilancio, di innovazione, di crescita, di collegamenti. Mah!

Bisogna fare la riforma della giustizia penale e bisogna soprattutto che non si tengano in galera le persone per molto tempo senza regolare processo. Le persone in attesa di giudizio sembra siano tante e questo non va bene per un paese civile. Bisogna accelerare lo svolgimento dei processi e cambiare le norme. La libertà personale richiede il massimo rispetto e rappresenta un termometro per giudicare il livello di democrazia di un paese.

È urgente che il sindacato si rinnovi, riveda i suoi piani, si dia una strategia adeguata ai tempi e alle tendenze e alle situazioni economiche previste in difesa della gente che lavora e non solo in difesa della gente che ha lavorato. È importante perché in una società democratica non si possono cancellare i corpi intermedi come vengono denominate le associazioni di gruppi omogenei di cittadini. Ma bisogna che queste associazioni siano guidate da persone capaci e in grado di capire, di interpretare i tempi e scegliere le strade migliori per gli associati stessi. Non si devono difendere principi o privilegi, si devono difendere interessi e dignità. Bisogna che lo capiscano!

Come si può capire che una impresa non è competitiva o non è più competitiva? Da varie cose naturalmente, ma una è quando si osserva la struttura e l’organico e si scopre che sono sempre gli stessi da tanto tempo. Si capisce dunque che quella impresa non si rinnova, non è attenta all’innovazione, non tenta altre strade, continua nel suo percorso senza alcuna speranza di migliorare o cambiare. Lo si nota in alcune importanti aziende italiane, soprattutto in quelle statali o privatizzate, ma dove la cultura non è ancora cambiata o dove il management è fatto di gente paurosa. Un management che predica la coerenza e l’esperienza e non più propriamente il saper fare le cose e l’elasticità di adattarsi.

“Banche e Telecomunicazioni: il percorso verso il futuro”. Entrambi operano in un mercato regolamentato, ricercano nuovi assetti e professionalità, dimensioni e sistemi per sfruttare il grande patrimonio in loro possesso rappresentato dai clienti e dai data base che li fotografano. Entrambi devono riscoprire il marketing e la vocazione di mercato (ci stanno provando?). Se ne parla giovedì 12 novembre 2015 alle 14,30 alla Fondazione Ambrosianeum, Sala Falck, in Via delle Ore 3 a Milano in un incontro professionale organizzato dalla Associazione Culturale Nel Futuro. La presenza è gratuita, gradita, utile e interessante!


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Giovanni Fattori (1825 -1908) – In vedetta (Il muro bianco) - 1872

Uno sguardo altrove.

L’Europa sulla politica della immigrazione che la sta investendo e che non accenna a segni di rallentamento si comporta in modo slegato, scoordinato e con decisioni assolutamente incredibili. Purtroppo! La Macedonia costruisce un muro per non fare passare i migranti che arrivano dalla Grecia, l’Ungheria costruire il muro per non fare passare quelli che arrivano dalla Serbia, a Calais Francia e Gran Bretagna concordano un muro di polizia per bloccare e respingere questi migranti. Si fanno riunioni in cui non si decide, si decretano finanziamenti irrisori data la vastità del problema, sulla Libia non si prendono decisioni. Insomma l’Europa non esprime una politica unitaria, meglio ancora non esprime una politica o ne esprime una prigioniera di paure, di pressioni politiche conservatrici e di incapacità insite nel management chiamato a questa responsabilità. L’immigrazione, lo spostamento dei popoli è il motivo dominante che caratterizzerà questo secolo almeno per tutta la prima parte.

Poi verso la fine del secolo dicono che la popolazione del mondo, che nel frattempo dovrebbe raggiungere i 10 miliardi di persone, potrebbe cominciare a scendere e comunque si fermerà. Lo dicono gli esperti dei cicli demografici e speriamo che siano più affidabili dei sondaggi sparpagliati in giro per il mondo a raccontarci le loro previsioni e darci il solito sorriso.

L’ONU dovrebbe intervenire per difendere le opere d’arte che gli uomini del Califfato stanno distruggendo o trafugando per motivi economici (se li vendono in alcuni centri del contrabbando artistico mondiale). Intervenire per difendere la bellezza e la cultura significa difendere l’umanità. Se l’ONU non fa questo, cosa ci sta a fare, ci si potrebbe anche chiedere.

Il leader e figlio del caro leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, aveva ordinato all’esercito di tenersi pronto per potere scatenare attacchi a sorpresa contro la Corea del Sud.  Le due Coree hanno tenuto il mondo con il fiato sospeso perché qualcuno non voleva spegnere degli altoparlanti e qualcun altro non li sopportava (è quello che hanno detto, anche se nessuno ci ha creduto). Speriamo che la smettano di farci paura una buona volta.

Continua la marcia trionfale di Donald Trump almeno nei sondaggi e per quel che valgono questi ultimi. Il newyorkese 69enne è talmente ricco da poter dichiarare che per fare la campagna elettorale non ha bisogno dei soldi di nessuno. Ha impostato la sua narrazione al popolo americano mischiando il volere parlar chiaro, con le dichiarazioni di non voler rispettare il politicamente corretto (per esempio a proposito delle donne), con l’impegno di costruire un muro con il Messico (e farlo pagare a questo paese), cacciare i clandestini e gli indesiderabili dal paese, proteggere i lavoratori che rimangono senza lavoro, fare gli interessi del suo paese prima di tutto a prescindere da accordi internazionali e da interessi di gruppi industriali o di sistemi di alleanze consolidate. In grande e con gli adattamenti ovviamente dovuti alla specifica situazione non è un comportamento molto diverso da quello di Salvini o di Grillo in Italia o da quello di Marine Le Pen in Francia, così come di altre situazioni europee e non solo. Rispetto a Berlusconi di qualche tempo fa ha il vantaggio di non avere scadenze urgenti per la sua situazione patrimoniale e industriale e quindi si può sentire assolutamente libero senza dover fare compromessi con nessuno come è toccato al nostro cavaliere.

Lo scandalo Petrobras in Brasile ha già mandato in galera centinaia di persone (meglio dire personalità di rilievo), ha coinvolto la stessa Presidente del Governo Dilma Rousseff (del Partito dei Lavoratori) e continua a coinvolgere ancora altri grandi rappresentanti come senatori e il Presidente del Congresso. Tutti manifestano contro il Governo, il Presidente e la corruzione e le strade sono sempre piene di manifestanti. Gli unici sostenitori di Dilma Rousseff e dei suoi sono rimasti i sindacati e questa cosa sembra proprio bizzarra. Le tangenti sono come i rosari, quando si comincia con il primo mistero si deve arrivare fino all’ultimo, altrimenti non vale.

In una esaustiva intervista Luis Ivan Cuende, che ha vinto il premio come miglior hacker europeo ancora nel 2011, spiega con molta precisione come esistono i bassi fondi di internet. In altri termini il 95% di internet è occulto, uno spazio riservato dove le sue pagine non sono indirizzate dai vari motori di ricerca e non sono accessibili per i navigatori convenzionali. Uno spazio dove si trovano depositi di documenti di vari governi o di atti della Nasa e tracce di tantissimi affari illegali nel campo delle armi, dell’arte e di accordi clandestini e inconfessabili. Una storia affascinante se non fosse anche molto inquietante per il futuro del mondo. Oggi Cuende ha una sua impresa che si chiama Stampery e si occupa di validità legale di documenti e di pagamenti elettronici.

Siamo sicuri che il suffragio universale è ancora il termometro o simbolo della democrazia? Una provocazione, moderna e soprattutto attuale. In molti paesi si vota eppure questi non si possono chiamare veramente democratici per molte profondissime cause. Insomma non basta dire che c’è un Parlamento eletto dal popolo e non nominato da un caro leader qualunque per dire che quel paese è democratico. Ci vuole ben altro!

In Cina una azienda, la Lens Technology, produce i cristalli per i telefonini ed ha il 20% del mercato mondiale. L’azienda ha un grande azionista che la dirige ed è una donna, Zhou Qunfei, 45 anni con 60 mila dipendenti, un patrimonio personale stimato in circa 7 mila milioni di dollari (la donna più ricca di tutta la Cina). In un paese comunista (almeno formalmente) è forse un bel record.

Il recente disastro ecologico sta scatenando in Cina reazioni molto violente e si sta scoprendo che nel mondo industriale in generale la insicurezza dei lavoratori e dell’ambiente è parecchio diffusa. Se il paese decidesse di intervenire per moderare questa situazione, non più a lungo sostenibile peraltro, probabilmente la situazione economica tutta ne risentirebbe in modo significativo ulteriormente.

Ma la Cina è in evidenza per la sua situazione economica generale evidenziata dal crollo delle Borse e che sta trascinando il crollo delle altre Borse mondiali e che potrebbe avere effetti dirompenti ovunque. La crisi della Cina non è passeggera, è strutturale, è conseguenza di un cambio strategico di politica economica che tende a privilegiare i consumi interni più delle esportazioni come, invece, è avvenuto sinora. La Cina sta tentando di portare la gente dalle campagne nelle città e farla consumare, ma ancora non ci sta riuscendo. Gli effetti per l’economia mondiale non saranno né leggeri né passeggeri.

La Bolivia ha deciso di investire al massimo nelle miniere di litio, il materiale necessario per la fabbricazione delle batterie. Ecco la durata delle batterie è ancora il tallone di Achille della tecnologia. La scoperta di qualche sistema che consente di potere disporre di dispositivi che allungano il periodo di tenuta delle alimentazioni negli strumenti che ormai sono di uso continuo e quotidiano è il prossimo urgente passo.

Allora in Turchia Erdogan ha deciso: elezioni il primo novembre prossimo. Il problema per lui è che queste elezioni sono incerte, non riuscirà di nuovo a vincere in larga misura per consentirgli di cambiare la costituzione e di islamizzare il paese, avrà attentati in continuo provenienti non solo dal PKK, ma anche da altre forze di opposizione legale o extralegale. Inoltre lui non ha una strategia per la Regione, una situazione economica in declino, paura del ruolo dell’Iran, non gode di buona stampa internazionale, gli investitori stranieri si sono fermati in attesa di vedere che succede.

Il mondo è pieno di edifici, opere straordinarie, frutto dell’ingegno e della fantasia dell’uomo, ma altresì spesso totalmente inutili o comunque abbastanza inutili. Uno spreco insomma.  E queste opere si collocano soprattutto in quei paesi che hanno regimi che vogliono farsi ricordare per questo, non potendolo fare per le azioni di governo, o che culturalmente sono prigionieri di voglie di grandezza magari in ricordo di un grande passato.  Poi c’è anche il caso di opere grandiose e inutili erette perché dietro di loro opera un sistema di corruzione e di ruberie generalizzato. I cittadini comunque dovrebbero sempre diffidare e non godere quando sono annunciate opere ingiustificabili.

Inserito il:28/08/2015 10:12:15
Ultimo aggiornamento:14/09/2015 10:43:44
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