Aggiornato al 05/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Giuseppe Bertini (1825-1898) - Galileo mostra l’uso del cannocchiale al Doge di Venezia -1858

 

Uno sguardo altrove (10)

di Gianni Di Quattro

 

Il legame della Spagna con tutto il Latino America (o Hispano America, come dicono loro) è sempre stato forte e lo è ancora adesso come peraltro è naturale dopo tanti anni di vicinanza e la comunanza della lingua, di tanta cultura e di tante esperienze. Adesso che il Venezuela è in situazioni difficili e forse più, la Spagna è presente con i suoi uomini politici che cercano di consigliare, mediare e aiutare a ricercare una soluzione pacifica e con aiuti concreti per la popolazione che ha fame e che non potrà più correre in massa in Colombia a comprare cibo perché hanno chiuso le frontiere.

Intanto in Spagna Mariano Rajoy si aggiudica il primo round avendo collocato alla Presidenza della Camera una sua fedele persona (Ana Pastor). Questo è importante per i lavori politici parlamentari e lo è anche perché dimostra come intorno ai popolari si sta formando una adesione anche se forzata perché tutti sanno, socialisti compresi, che non si può andare inutilmente ad una terza tornata elettorale. Il problema adesso è la capacità di mediazione di Mariano Rajoy sulla quale qualche dubbio persiste, ma forse riceverà dal Re un invito perentorio anche in termini di tempo che avrà a disposizione per fare o non fare il governo.

Comunque sulla capacità dei socialisti spagnoli di capire il momento politico e di trovare una soluzione per il paese, qualche dubbio continua ad esistere. Per esempio il fatto che non siano capaci di allearsi con nessuno è un fatto politicamente bizzarro.

Le cose che stanno succedendo in Turchia non richiedono alcun commento e del resto si tratta di una situazione che parla da sola, come si può dire. Si possono ripescare nella storia altri fatti improntati allo stesso cinismo ed alla stessa brutalità a partire dalle purghe di Stalin. La cosa grave è che tutto il mondo occidentale e orientale salvo qualche telefonata per far sapere alla stampa che si è presa una qualche iniziativa è immobile a guardare e ad approvare perché chi tace acconsente, in nome di interessi economici e militari. Mamma li turchi si diceva una volta in Sicilia per indicare che le loro invasioni erano le più feroci. Oggi possiamo dire che la Turchia è la rappresentazione reale di come le speranze del mondo sono proprio poche e gli assetti politici che si stanno sistemando nei vari continenti non lasciano presagire niente di buono. Ci vuole più coraggio forse da parte di chi pensa che la giustizia e la libertà sono valori cui la civiltà non deve rinunciare. Sempre che ci sia ancora qualcuno che ci crede.

In Turchia intanto le cose vanno come tutti prevedono. Si è dichiarato lo stato di emergenza e si è dichiarata sospesa la convenzione dei diritti umani. Serve altro per capire?

La Turchia è un paese importante, ha una struttura industriale tra le più significative, una posizione geografica strategica, un ruolo nella Nato di primo piano, una tradizione di alleanza con l’Occidente e con gli Usa. Adesso i rapporti sono freddi con gli Usa e con l’Europa (come si comporteranno tutti i turchi di Germania?), in cambio si stanno stringendo sempre più con la Russia, sono ripresi con Israele, non sono buoni con l’Iran. Che può fare l’Europa e quale effetto sulla Nato dove la forza turca viene solo dopo quella degli Stati Uniti? Sul tavolo ci sono interscambi commerciali importanti, punti di convogliamento di fonti energetiche, rapporti con tutto il mondo islamico e possibili effetti sul terrorismo dell’Isis.

Ha vinto Trump, era previsto, lo abbiamo detto tutti. Adesso pochi ancora (ma crescono) dicono che potrebbe battere la Hillary Clinton che otterrà sicuramente la nomination dei democratici nei prossimi giorni. Però l’ombra di Donald Trump si allunga sempre più e comunque dopo di lui la politica americana è cambiata e cambierà ancora a prescindere. Intanto ha distrutto il vecchio Partito Repubblicano trasformandolo e adesso bisogna vedere che faranno i puri adepti della prima ora, i vecchi conservatori, lasceranno il partito e ne fonderanno un altro, si ritireranno, lotteranno per riconquistare quello ormai devastato? Ed inoltre, la sua azione, a metà tra il populismo e il fanatismo, ha scavalcato gli apparati ed ha creato un ponte diretto con il popolo che da qualche tempo non c’era negli Stati Uniti inquinando definitivamente il sistema democratico su cui era basata la forza di quel paese oppure, secondo altri, rendendolo veramente per la prima volta democratico. In ogni caso l’America non sarà più la stessa. Ora bisogna vedere se tutto questo avverrà a partire dai prossimi mesi in caso di vittoria del biondo newyorkese oppure bisognerà aspettare ancora quattro anni in caso di vittoria della ex first lady.

Ma quello che succede in America e di cui Trump è il portabandiera inconsapevole e quello che sta avvenendo in tutta l’Europa e nel mondo lascia intravedere una situazione che dal burlesco di oggi potrebbe facilmente passare al drammatico.

L’afgano che con un’ascia ed un coltello ha ferito gravemente 5 persone su di un treno in Germania e la cui azione è stata subito rivendicata dall’Isis potrebbe gettare nello sconforto molti tedeschi al di là di ogni ragionevole timore. Un timore che si aggiunge alle voci che le loro cose politiche ed economiche non vanno poi così bene come una volta e come potrebbe sembrare. Senza contare l’antipatia che il paese si è attirata in tutta l’Europa con l’arroganza del suo potere e con i suoi affari e con la voglia di supremazia neanche tanta mascherata. In altri termini il paese, il grande paese, ha problemi di ricostruire una stabilità politica, di rivedere certi circuiti economici che sono ormai incrostati ed inefficienti ed ha anche la necessità di ridare fiducia al suo popolo che si sta lentamente intristendo. E speriamo anche che altri afgani o di altri paesi magari naturalizzati non prendano in mano altre asce creando scompiglio.

In Gran Bretagna il Partito Laburista non ha ancora deciso cosa fare. Vogliono fare fuori il segretario attuale Jeremy Corbyn, ma non hanno trovato il sostituto. Sembrava in corsa Angela Eagle, ma ha rinunciato o la hanno fatto rinunciare, adesso c’è Owen Smith ma non si capisce se ce la può fare. Forse qualcuno condiziona pesantemente dal di fuori il Partito ed uno di questi è sicuramente ancora Tony Blair. Ma comunque in queste condizioni, come più volte detto, per il momento non vanno da nessuna parte.

Intanto Theresa May rinuncia alla Presidenza di turno della Unione che toccava alla Gran Bretagna nel 2017, dimostrando così che anche lei vuole accelerare l’iter procedurale del distacco (fine anno) e anche rispetto per le istituzioni. Un modo per tenere buoni rapporti in futuro a prescindere. Forse dimostra anche di avere un piano e che le sue mosse non sono casuali!

Il coreano del Nord, figlio e nipote di benefattori del popolo, continua a lanciare missili che cadono un po’ qua e un po’ là e lui dice che sono prove e che è tutto pianificato. Sembra che lanci inoltre strani messaggi ad altri paesi ed ovviamente in primis alla Corea del Sud, che potrebbero sembrare molto minacciosi. Certo che il mondo sta sottovalutando questo giovanotto che prima o dopo qualche serata divertente è capace di organizzarla, come per esempio un’altra Promenade magari con un camion nucleare.

È proprio vero che i settori industriali tradizionali in Cina stanno progressivamente perdendo in redditività come peraltro avviene in altre parti del mondo e questo malgrado ancora oggi le condizioni di lavoro siano più favorevoli per l’imprenditore pubblico o privato rispetto all’Occidente industriale. Anche se questo è sempre meno vero tanto che molte aziende stanno riportando a casa fabbriche che avevano situato nel territorio cinese esclusivamente per le condizioni favorevoli del costo di produzione. Comunque la Cina ha attuato e sta implementando la strategia di sviluppare l’industria basata sulla tecnologia e sta investendo massicciamente nel settore, più degli Stati Uniti. Allo scopo evidentemente di equilibrare prima di tutto la sua situazione industriale complessiva e poi per diventare un riferimento mondiale del settore. Forse di questo fatto se ne discute poco nei centri politici europei e forse non tutti capiscono cosa si deve fare. E in Europa con la maestrina Germania noi continuiamo a parlare di austerità, di flessibilità, di quote latte invece di parlare di futuro e stendere un piano industriale europeo.

In Ottobre l’ONU dovrà eleggere il sostituto dell’attuale segretario generale Ban Ki moon e si dice che questa volta potrebbe essere una donna, sull’esempio di quanto sta avvenendo in altre istituzioni internazionali e in tanti grandi paesi. Il problema è che il mondo, soprattutto i partecipanti, dovrebbero interrogarsi sul ruolo che deve avere nel futuro questa importante istituzione, perché in pratica oggi non ha alcun peso nella storia della politica internazionale. Potrebbe rifarsi una strategia adeguata ai tempi oppure trasformarsi in un club di amici che ogni tanto si vedono e si raccontano come vecchi pensionati al bar della piazza centrale del paese.

In una conferenza stampa Mario Draghi Presidente BCE ha dichiarato che in caso di emergenza gli Stati possono intervenire per salvare le banche con iniezioni dirette di capitale o altri prestiti speciali. Adesso vediamo come reagiscono gli amici tedeschi. Ma forse faranno finta di niente perché conviene anche a loro, vedi il caso per esempio della Deutsche Bank per non parlare delle varie Sparkasse.

In Venezuela l’opposizione fa sapere di avere già raccolto le firme, con largo anticipo sulla scadenza prevista, per indire un referendum “revocatorio” del Presidente Maduro. Siamo quindi verso la fine di una vicenda che sta facendo soffrire molto il popolo di quel paese ricco di risorse primarie e senza cibo da mangiare per la gente. Ci vorranno ancora dei mesi comunque per l’adempimento di tutti gli aspetti formali e il rispetto dei tempi procedurali.

In Argentina un segnale negativo per il nuovo governo è l’esportazione di capitali in dollari che sta uscendo dal paese. Proprio mentre Macrì sta facendo ogni sforzo per restituire credibilità alla finanza del paese, molto preoccupante.

 

Inserito il:22/07/2016 14:10:41
Ultimo aggiornamento:22/07/2016 14:19:31
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