Aggiornato al 05/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Belvedere - Numero 69

La solitudine è uno stato d’animo, un cocktail di sentimenti che si contrastano e che impediscono o limitano le relazioni con il mondo esterno, che bloccano il sorgere di singoli sentimenti come l’amicizia, l’amore e il confronto e favoriscono invece la nascita di altri sentimenti come la diffidenza, la paura di non essere capaci, di soccombere, la certezza di non essere compresi, la disperazione dell’abbandono. Uno stato d’animo spesso sorgente dopo una delusione, un insuccesso oppure dopo un percorso sbagliato, in conseguenza di una rottura di un rapporto umano più o meno intimo. La solitudine si combatte con la cultura, con l’impegno, con la bellezza, con il piacere di sognare. Se non occupa la nostra vita per un lungo periodo è salutare persino, perché consente di ricostruire valori, di fare mente locale sulle nostre speranze e sui nostri obiettivi, di conoscersi meglio e di pianificare meglio la nostra vita. Se invece la solitudine ci tiene prigionieri per molto tempo, è molto difficile trovare vie di uscita, si rischia di precipitare in una atmosfera di tristezza permanente, in una disperata lotta contro se stessi per cercare di combattere il proprio stato, di tentare di ricostruirsi. Ed allora si cercano alleati in sostanze esterne, in comportamenti disarticolati che possono dare l’illusione di dominare ancora la propria vita almeno in parte e di non dare importanza a ciò che non si riesce a dominare. Oppure si precipita nella depressione, un grande male, diffuso e spesso sottovalutato, un padrone cattivo che rende in schiavitù.

                                                                                        

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Michael TMAD Finney (Contemporaneo - Michigan ) – Solitude – Oil on canvas - 2009

I fatti nostri.

IL CONFORMISMO è insito nella natura umana come hanno dimostrato vari esperimenti al riguardo. L’istinto della maggior parte degli uomini è di fare come fanno tutti, come fa la maggioranza delle persone perché è più facile, più protettivo, meno pericoloso, più rapido, non serve riflettere, pensare, decidere, scegliere. Il mondo di oggi è il trionfo del conformismo e i social hanno contribuito, stanno contribuendo a renderlo più radicato magari dando l’illusione di essere anticonformisti perché personalizzano la presenza e fanno risaltare il pensiero di ciascuno a prescindere che sia uguale a quello di tutti. Si può lanciare un quesito sui social e chiedere alla gente che ne pensa e poi uniformarsi al pensiero della maggioranza, come fanno tanti, troppi. Naturalmente un livello culturale in generale non elevato spinge verso il maggior conformismo possibile. Scavalcare la barriera del conformismo richiede tempo, voglia e una grande determinazione. In genere i governi democratici, i governi in genere, amano il conformismo e cercano di favorirlo, più è diffuso nella popolazione, più i leader politici mantengono il potere con tranquillità.

Il progetto del Governo di fare SULL’AREA EXPO a Milano un grande centro di ricerca e tecnologia applicate alle scienze è una idea più che buona, nuova per il nostro paese, importante per tutto il paese e per Milano in particolare che può, anche grazie a questa iniziativa, avviarsi ad essere metropoli di riferimento europeo. Il campo di attività dovrebbe andare dalla genomica ai big data, impiegare circa 1600 ricercatori coinvolgendo le Università milanesi. Il Governo si impegna in partenza ad un finanziamento di 150 milioni anno per un periodo di dieci anni, ma si dice pronto a ulteriori interventi.  Speriamo che le istituzioni locali non comincino a litigare tra loro vedendo in questa iniziativa una opportunità di sviluppo delle loro clientele e di collocazione di amici come avviene di solito nel nostro paese. Buona anche l’idea di affidare il coordinamento all’Istituto Tecnologico di Genova, secondo il principio che è meglio far fare le cose a chi ha già dimostrato di saperle fare e anche bene.

Molti giornali fanno polemica sul fatto che sembra che I CONTI DELL’EXPO SONO IN PERDITA e che ciò dimostrerebbe l’incapacità gestionale o commerciale o strategica di Sala e dei suoi collaboratori. Può essere ed è giusto che se così è si sappia. Diciamo tuttavia che questa polemica sa tanto di campagna elettorale perché sembra che Sala possa candidarsi con il PD e quindi, facendo il loro lavoro, gli altri partiti e i giornali che li fiancheggiano enfatizzano la cosa. La verità è che l’Expo andava fatto, forse si poteva fare meglio, forse si poteva spendere di meno, ma, ripeto, andava fatto al punto in cui si era arrivati. Meglio discutere di una cosa fatta bene e che doveva essere fatta meglio e non di una cosa non fatta o fatta male.

I GIOVANI OGGI fanno parte in apparenza di una generazione sfortunata perché non hanno le facilità di lavoro come nei decenni passati. Però, dice giustamente Tim Cook il capo della Apple, l’azienda più grande del mondo, sono la generazione più connessa. Più collegata con il mondo, con più informazioni, con più possibilità di successo. Ma dipende dallo studio, dalle idee, dall’impegno e dal coraggio. Se i giovani cercano i vecchi lavori o il lavoro come si faceva prima si imbarcano in una missione impossibile. Devono essere diversi perché sono di un’altra generazione, devono vivere il tempo di oggi. Devono avere ideali e pensare in grande, devono inventarsi il lavoro, crearlo e non cercarlo. Sarebbe anche compito delle famiglie e della scuola aiutarli, incoraggiarli, spingerli in questo sforzo culturale (ma forse, almeno nel nostro paese, è troppo illuministico!).

È patetico vedere come CERTI POLITICI sono disposti a tutto pur di apparire, pur di giocare un ruolo, sono pronti a smentire se stessi e di fare qualsiasi salto mortale ideologico, politico, personale. Gente che passa da una parte all’altra e che inventa cose per giustificare insuccessi e incapacità. L’imbarazzo (per loro) è forte, vederli difendere con la loro voce stridula (alcuni) cose incredibili, darsi all’offesa più personale che denota rancore e forse anche odio, dichiarare di essere disponibili a fare cose che qualche mese fa avrebbero bollato come atti volgari e fascisti. Mah, è la vita che è piena di queste strane comparse e il nostro paese dovrebbe capire che questa gente andrebbe emarginata se vuole progredire per davvero.

Un’ importante azienda bancaria ha annunciato un piano di ristrutturazione e di rilancio aziendale. Un piano che prevede investimenti, dismissioni e, anche se in modo assistito, alleggerimento di personale. Naturalmente il piano prevede una crescita importante e comunque più della crescita dell’economia del paese. In televisione hanno intervistato i sindacati di alcune sigle collegate alle centrali nazionali di riferimento. Il linguaggio di questa gente è molto diverso, profondamente diverso al punto che non si capisce come e su quali basi tra di loro ci può essere collaborazione. Anche questo è un problema del paese: l’ ESTREMA DIVERSIFICAZIONE DELLA CULTURA DEI SINDACATI che operano sul territorio e che si spartiscono i lavoratori.

E difficile da capire perché le decisioni del governo o di qualche altra istituzione vanno bene o male solo se sono DI DESTRA O DI SINISTRA per un largo gruppo di persone, politici, giornalisti e commentatori vari. Una cosa può essere giusta o sbagliata, appropriata al momento e alla situazione o non esserlo, rispondente a certe esigenze oppure no, nella linea di un progetto utile per il paese oppure solo estemporanea, populista come si dice oggi (come se fare cose di tipo popolare fosse una cosa immorale). Questo a prescindere se, nella tradizione della sinistra italiana (che ancora oggi pretende di costituire l’élite intellettuale del paese) era nei programmi del partito comunista oppure in quelli della democrazia cristiana o del partito liberale di Malagodi. Difficile da capire per un osservatore neutrale davvero questo tipo di approccio che tende a vedere ogni aspetto della società attraverso delle lenti che sono diverse per ciascuno come la natura vuole per la nostra vista d’altronde. Un modo per non costruire una comunità, per non farla progredire e per ancorarla a principi e modi di pensare stabili indipendentemente dai tempi, dallo spazio e dai contesti.

L’Enel ha deliberato di fare una società ad hoc per gestire l’installazione della RETE A BANDA LARGA e ultra larga secondo anche le indicazioni politiche. La società nascerà nelle prossime settimane e opererà dal prossimo anno. Ci sono ancora alcuni nodi coperti e da sciogliere. Per esempio i soci della nuova società saranno la Cassa Depositi e Prestiti e altri fondi di investimento nazionali e internazionali o saranno gli operatori di telecomunicazione? I consulenti dell’Enel (Mc Kinsey si potrebbe scommettere) forse avranno suggerito gli operatori (ma non ci sarebbe conflitto di interesse se sono anche consulenti di qualcuno degli operatori?), ma forse non sarà così (o forse è meglio alla fine che non sia così). La palla è ancora in campo comunque e l’arbitro non ha ancora fischiato la fine della partita. In ogni modo Tommaso Pompei sembra si stia scaldando.

Con l’ambiente che pare ci sia in Vaticano e nella Chiesa e che si disvela sempre più grazie al Papa, ad alcuni giornalisti intraprendenti e agli interessi in gioco viene da pensare: chissà quante LETTERE ANONIME devono circolare a destra e manca. Soprattutto chissà quante ne riceve il Papa tutti i giorni.

La SINISTRA ITALIANA DI SINISTRA ha subito nei decenni varie scissioni, fusioni, integrazioni. Ha sostenuto una montagna di cause perse, sempre coccolata da intellettuali, giornalisti e vecchi amanti delle vecchie lotte postbelliche, quelle per andare verso la democrazia dopo il fascismo. Tutta gente che vive in una utopia e che quando si è avvicinata ai centri istituzionali ha dato prova non tanto di incapacità di governare e di capire la modernità, ma soprattutto di non volerlo fare e di non accettarlo. Ora un gruppo di questi magnifici sognatori si mette insieme per formare un unico partito che molti già chiamano la cosa rossa, ma questo è solo un dettaglio folkloristico. Certamente litigheranno prima di arrivare forse alle elezioni amministrative, sicuramente a quelle politiche e dopo si frantumeranno in altri gruppi che poi di nuovo si rifonderanno. Rappresentano in fondo il meraviglioso carattere italico più puro che spesso ama combattere per le cose inutili o fare il tifo per il perdente perché è più affascinante.


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Thomas Alexander Harrison (1853 – 1930) – Solitude

Uno sguardo altrove.

I fatti terribili di PARIGI suscitano orrore, sgomento, paura. Dimostrano, come la storia indica, la cattiveria e la ferocia dell’uomo e come il suo livello di fanatismo integrato all’ignoranza può essere assolutamente incontrollabile. Le parole in queste occasioni non servono, i concetti sono certamente nella testa di tutti. La coscienza che questo evento sia uno di quelli che cambiano la storia è tuttavia precisa e inconfutabile.

Il DIBATTITO IN MERITO comunque è aperto, nel senso che le ipotesi per cancellarli, sconfiggerli si ammucchiano. Qualcuno, anche autorevole, dice che sono il segnale che l’Isis comincia ad essere in difficoltà e tenta di tenersi a galla in questo modo per non perdere il vantaggio accumulato in questi due anni, cioè aumentando il suo livello di ferocia e di terrorismo. Può essere, ma il mondo è triste per quello che è successo e che può succedere e pieno di paura. Fate presto se volete e potete fare qualcosa.

HA RAGIONE AMOS OZ. Alla fine solo l’Islam moderato potrà battere l’Islam fanatico ed estremista, se vuole.

FARE SPECULAZIONI POLITICHE sui fatti cruenti che accadono come quelli di Parigi è sicuramente di cattivo gusto, espressione di un grande cinismo e di ignoranza, di mancanza di rispetto. Per la verità tutto si può dire anche in queste circostanze, basta usare i toni appropriati e non dimenticare gli interessi di tutti.

L’IDEA DI DAVID CAMERON di porre delle condizioni alla Unione Europea come pregiudiziali sine qua non perché la Gran Bretagna continui a permanere nella Comunità fa riflettere. Il metodo prima di tutto sicuramente ricattatorio anche perché Cameron sa benissimo che l’uscita della Gran Bretagna significherebbe un colpo sicuramente mortale per tutta l’iniziativa. E poi le condizioni poste sono la richiesta di modificare le ragioni basilari su cui è nata ed è stata costruita l’Unione (più libertà economica, più competitività, più sovranità, limitazione della immigrazione e della circolazione delle persone). Adesso l’Unione dovrà trattare, la Merkel ha già detto che una soluzione si trova, ma insomma i ricatti si possono superare ma lasciano sempre le cicatrici, non passano mai inosservati. Diciamo che gli inglesi per bocca di Cameron hanno dato una spallata all’Unione in ogni caso. Infatti, forse ne usciranno due Unioni con due velocità e due tipi di governance (non bisogna dirlo a Romano Prodi).

Nella battaglia elettorale per LE PRIMARIE REPUBBLICANE negli USA per avere la nomination si susseguono i dibattiti e i confronti ed emergono sempre più Marco Rubio e Ted Cruz (più moderato il primo, più conservatore il secondo), giovani e preparati che stanno facendo fare la figura di vecchi tromboni a Donald Trump e a Ben Carson (l’Ignazio Marino americano). Il che vuol dire che in quel paese alla fine la democrazia funziona ed ha sistemi regolatori che funzionano. In altri termini, quando uno è un trombone alla fine si vede e la gente lo abbandona per quanto possa essere affascinante o per i soldi o per la sua oratoria.

LA SCOMPARSA DEL FILOSOFO francese Andrè Glucksmann è una perdita per la cultura europea. Un uomo di pace, un uomo che ha attraversato il secolo scorso partecipando a tutti gli eventi principali a partire dal 68, un grande ponte culturale tra epoche, paesi e pensieri diversi. Quando scompare una persona così è sempre particolarmente triste, è come se venisse a mancare un riferimento che aiuta a vivere anche se in modo inconsapevole.

ALTRO MURO tra Slovenia e Croazia, costruito dalla Slovenia. Questa storia dei muri che si stanno costruendo per l’Europa fa molta tristezza e non si può fare a meno di pensare che tutti quelli che costruiscono un muro per isolarsi, per proteggersi, per tenere le distanze da altri lo fanno perché hanno paura, sono infelici, non hanno progetti, non amano le sfide. Rimarranno ordinati ma vuoti dentro, senza futuro.

L’INDIPENDENZA DELLA CATALOGNA in Spagna si complica. Il Parlamento catalano ha votato l’indipendenza, il Governo ha fatto ricorso per direttissima alla Corte Costituzionale, questa ha deliberato la nullità dell’atto del Parlamento catalano, quest’ultimo ha dichiarato che intende comunque andare avanti. A questo punto lo scontro diventa violento perché teoricamente il Governo potrebbe denunciare e mandare in galera per secessione i dirigenti responsabili delle istituzioni catalane con gli effetti imprevedibili nelle piazze e non solo. Un caso importante di vitale importanza per il paese iberico e per l’Europa sia dal punto di vista politico che giuridico ed economico.

Inserito il:15/11/2015 16:52:42
Ultimo aggiornamento:29/11/2015 22:08:12
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