Aggiornato al 05/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Belvedere - Numero 100

James Webb (1825 - 1895) – La Cattedrale di Colonia- 1870

 

 

In Germania gli economisti discutono paradossalmente se le diseguaglianze favoriscono la crescita economica o la penalizzano. La realtà è che le diseguaglianze sono aumentate e sono riprese a crescere anche tra Est ed Ovest di quel paese. Con queste diseguaglianze prima o dopo dovranno fare i conti anche loro. E le diseguaglianze sono la rappresentazione della ingiustizia. E la ingiustizia alla fine non paga.

Angela Merkel candidata a sostituire Ban Ki Moon come Segretario delle Nazioni Unite. Non fa parte dei sette candidati in lizza sul piano formale, ma si sta creando una corrente che ha deciso di spingere il suo nome. Certo sarebbe degna e finalmente ci sarebbe un europeo a quel posto. Comunque gli effetti sul suo paese e sulla Unione Europea innegabilmente sarebbero profondi.

Cristina Fernandez, ex Presidente di Argentina, è inquisita come riciclatrice di denaro attraverso le imprese della sua famiglia e dei suoi amici. Non male come attività collaterale per un Presidente di Repubblica.

Il Brasile è in crisi e tutti parlano della corruzione in cui è coinvolta la attuale Presidente Dilma Rousseff e il vecchio Presidente, patron del Partito dei Lavoratori, Lula da Silva. Ci sono continui colpi di scena come l’abbandono nella alleanza di governo del PMDB, un partito centrista che da sempre è una importante forza del paese (dai tempi di Cardoso) e che lascia scoperta di fronte alla Camera dei deputati la Presidente o (altro colpo) la sostituzione del giudice che ha in mano il dossier a carico del vecchio Presidente Lula da Silva e che tanti dubbi sta sollevando nel paese.

Ma il vero problema del Brasile è che l’economia va male, la ricchezza è diminuita molto, la povertà è più diffusa, la situazione è avviata verso un grande baratro.  E non si vede la soluzione. Di questo si dovrebbe parlare e della dissennatezza dei governanti che non hanno saputo reagire alle avversità internazionali, come il calo del prezzo del petrolio e delle materie prime, la diminuzione dello interscambio commerciale con la Cina ed altro.

La Spagna continua senza governo e ha superato i cento giorni di questo non invidiabile primato e gli spiragli che si intravedono sono piccoli piccoli. Intanto il deficit cresce, l’economia va male e il futuro governo dovrà fare una politica di sacrifici per tutti nel paese e rinegoziare con la Unione Europea nuovi parametri. I partiti continuano nel balletto dei colloqui e soprattutto dei veti, come se tutto fosse un grande gioco lontano dalla pelle della gente.

Obama aveva programmato una sua visita in Spagna, che ha procrastinato a quando il paese avrà un governo nei suoi pieni poteri. Giusta la decisione del Presidente Obama. Non si va a casa della gente quando i familiari stanno litigando.

Il caso del cardinale Bertone nel Vaticano è brutto, molto brutto. Non solo va inquisito e condannato per furto, corruzione e quant’altro. Andrebbe soprattutto spedito in qualche posto isolato del mondo con l’obbligo di non farsi più vedere. In tutto il mondo ormai lui è il simbolo della corruzione della Chiesa Cattolica.

Ma i media italiani, salvo rare e pregevoli eccezioni, informano veramente su ciò che avviene in Vaticano, fanno analisi, cercano di interpretare? La risposta non può che essere negativa e non è una bella cosa.

L’INPS da quando ha un nuovo Presidente (l’economista bocconiano Tito Boeri) è sempre presente sui media per annunciare cose nuove, fare proposte, suggerire al governo. Insomma l’Istituto sembra prigioniero di un frenetico ballo di San Vito, che fa sempre più protagonista il suo Presidente, ma che, allo stesso tempo, preoccupa molti dei suoi assistiti attuali e futuri. Costoro preferirebbero una maggiore riservatezza, cautela, prudenza da parte dell’Ente che eroga le loro pensioni e che dimostra, secondo loro, una certa voglia di giocare con i soldi degli altri, come si usa fare nei grandi casino di Las Vegas da parte dei grandi giocatori professionisti.

Il comportamento di Ignazio Marino che ha deciso di pubblicare un libro e di rilasciare interviste a gò gò per dire la sua versione dei fatti del pasticciaccio romano di cui è stato un brillante comprimario e delle sue melanconiche dimissioni, sembra quello di un vecchio signore in frac che, uscendo da un tabarin di Montmartre all’alba con un casuale accompagnatore anche lui nottambulo, racconta in modo brillante, anche grazie ai tanti cognac della serata trascorsa, le sue avventure di quando era giovane e di come riusciva a conquistare tutte le donne che voleva. Una eleganza sgualcita, la nostalgia di rivivere il passato, i ricordi confusi e male interpretati, la influenza dei sogni, il risveglio triste e patetico nella realtà. Ma a molti piace starlo a sentire, in fondo è affascinante e poi sa andare in bicicletta.

Ci sono sindaci o Presidenti di Regione promotori del referendum contro le trivellazioni per la ricerca di gas e petrolio vicino alle coste che sostengono con molta forza la loro ferma battaglia contro l’inquinamento delle loro spiagge e delle loro cozze. Quelle stesse spiagge e cozze inquinate dai rifiuti organici della città dove governano e che scaricano a mare senza alcun depuratore. Un caso di sdoppiamento di personalità.

Il personale bancario nel nostro paese negli ultimi anni è già calato di 40 mila dipendenti tra fusioni, prepensionamenti e allontanamenti facilitati. Siamo ancora sopra i 300 mila dipendenti a livello nazionale. Le banche, che peraltro sono fisicamente sempre più vuote, denunciano un esubero ancora di circa 25 mila unità. Si sbagliano, perché gli esuberi veri sono il doppio o il triplo, naturalmente se decidono di ristrutturare per affrontare il futuro invece di aspettare il fallimento con rassegnazione come un vecchio soldato giapponese che non ha perso la fiducia di veder arrivare i nostri (che tardano tanto ad arrivare).

Andrea Camilleri ha scritto un delizioso romanzetto “La scomparsa di Patò”, di cui ne hanno fatto anche una fiction televisiva interpretata, tra gli altri bravi attori, anche da un fenomenale Nino Frassica. Racconta la storia di un ragioniere di una banca che innamoratosi della moglie di un amico che aiutava anche professionalmente e avendo famiglia con moglie e figli, dopo un periodo rocambolesco di frequentazione con la sua amata, decide di sparire lui e l’amata per vivere insieme la loro grande storia di passione e d’amore. Ed allora mette in piedi un marchingegno originale e geniale per fare sparire prima l’amata e poi lui stesso portando via anche un malloppo che un mafioso aveva depositato presso la sua banca. Il finale è molto d’effetto, ma anche coerente con la mentalità e la cultura conservatrice e bigotta, formalista e altezzosa del paese e di certe classi dirigenziali. Ma una cosa del genere sarà successa anche ai sindacati di questo paese? Chissà se Camilleri avesse voglia di indagare!

Il popolo italiano ama i leader, crede nelle persone e non nelle aziende o nei partiti. Non vota per quel partito perché ha un programma giusto o convincente, ma vota per quel leader o contro quell’altro leader. La personalizzazione della lotta politica, della azienda (compro quel prodotto perché mi fido o mi piace il capo, il padrone, il manager e viceversa non lo compro perché non mi piace) è un problema culturale per il nostro paese e che può spiegare la sindrome chiamata desiderio del capo (io non ho deciso di comandare il popolo italiano, è lui che ha deciso di ubbidire, diceva Benito Mussolini).

Il Parlamento italiano, i gruppi di potere, il Governo (che forse in questo caso è quello che conta meno) devono farsene una ragione. Nel nostro paese ci sono 200/250 mila persone che godono di pensioni d’oro come ormai si usa dire. Devono porvi rimedio e ridimensionare questa ingiustizia brutta, perché la situazione non è più sostenibile sul piano giuridico, etico, politico e sociale. Prima o dopo arriva la rivolta dei contadini che andranno con i forconi da questi difensori dei privilegi estorti con i colpi bassi parlamentari. I conti prima o dopo tornano sempre, lo dice la storia (e quel gran filosofo di Giambattista Vico).

Non si vuole mettere una tassa sul patrimonio nel nostro paese, forse anche perché con lo sfascio organizzativo e informatico che c’è un po’ dovunque, è difficile calcolare veramente i patrimoni di tutti. Ma almeno si potrebbero tassare le successioni ereditarie (ci sarebbero meno avari in circolazione)!

Le statistiche non sono sempre la verità rivelata, ma spesso dicono qualcosa. Nei primi due mesi di questo anno le presenze (per turismo, per affari, per cultura) di visitatori a Milano sono state più alte di quelle di altre città italiane titolate e famose come Roma e Venezia per esempio. Sembra uno scherzo, ma attenzione a non scivolarci sopra.

Le dimissioni del Ministro Federica Guidi sono state tempestive ed immediate anche perché doverose e inevitabili. Ha fatto bene perché sul piano istituzionale ha commesso una leggerezza indipendentemente che ci siano o meno risvolti giuridici e al di là della correttezza del suo comportamento. Un Ministro che non riesce a prestare attenzione a questi aspetti non può fare il suo lavoro in un regime aperto come il nostro.

L’affare Guidi, fra l’altro a pochi giorni dal referendum (un po’ equivoco per la verità) sulle trivellazioni e a poche settimane dalle elezioni amministrative in importanti città (dove secondo i sondaggi il PD è in generale perdente), è l’ostacolo più grosso che questo Governo presieduto da Matteo Renzi, abbia incontrato sinora sul suo cammino da quando è Segretario del PD e Presidente del Consiglio. Non tanto per l’ostacolo in se stesso, quanto per il possibile sfruttamento (nella forma, nel momento in cui succede e nella possibile manipolazione che offre il contenuto). Un grande regalo per chi sta facendo politica con l’obiettivo principale di far cadere il governo senza altri pensieri per la testa. I prossimi eventi diranno.

Praticamente deciso il nuovo Presidente di Confindustria che è Vincenzo Boccia di Salerno, titolare di una impresa tipografica. Dicono sostenuto da Marcegaglia, Past President della Associazione. Tutti sono sostenuti da qualcuno dovunque, e nel nostro paese in particolare, e questo è un fatto assodato e non deve stupire nessuno. L’occasione è comunque ghiotta per chiedersi se questi corpi intermedi (associazioni di imprenditori e sindacati, ordini professionali, rappresentanti di utenti o di categorie di cittadini) hanno ancora una funzione e quale è questa funzione nell'epoca della tecnologia e di internet che consente i contatti diretti senza bisogno di alcuna intermediazione. Probabilmente devono cambiare rispetto alla situazione attuale, ma ne saranno capaci e come possono essere stimolati e, infine, cosa non da poco, hanno le persone dotate di coraggio e di visione?

La scelta di Milano e dell’ex Expo da parte IBM per organizzare un Centro Watson, il primo europeo dedicato alla Sanità è una buona notizia per Milano, per il nostro paese e per l’IBM che sicuramente sfrutterà l’occasione per rilanciarsi. L’iniziativa prevede un investimento da parte dell’impresa di 150 milioni di dollari e l’assunzione di 600 persone. Importante l’effetto alone e la cultura che ne potrà derivare anche per la circolazione di personaggi europei di rilievo.

Nello stesso tempo l’IBM Italia ha un piano per alleggerire in modo drastico il suo organico attraverso varie facilitazioni offerte ai dipendenti. Ma questo è il dramma del cambiamento e del nostro tempo: da una parte si creano nuove opportunità, ma non vanno più bene le vecchie professionalità e i vecchi mestieri.

La Telecom Italia aumenta alcune tariffe della telefonia fissa (lo stanno facendo anche altri operatori in Europa) e l’AGCOM (l’Autorità per le telecomunicazioni) boccia la decisione. E la Telecom Italia ha deciso di tirare innanzi, come diceva la buonanima. La sensazione è che questa Autorità sia arrivata alla frutta (e forse tutti se lo aspettavano e poi non è neanche un male).

Un periodo questo nel nostro paese in cui si vendono pochi libri come mai nel passato. Forse anche perché si pubblicano pochi libri interessanti e forse anche perché gli editori non sanno fare più il loro mestiere (antico e bellissimo).

Il populismo è la politica dell’indignazione e non della speranza. Facile la sua diffusione in un momento che segue a malgoverni od a situazioni di crisi. Questa indignazione può essere catturata allo stesso modo da ideologhi di destra o di sinistra. Per questo motivo in un paese il populismo può andare verso destra e in un altro verso sinistra senza alcuna differenza, magari nello stesso paese un po’ verso destra e un po’ verso sinistra. Poi c’è il populismo felice come alcuni merluzzi, cavalcato da quelli che non saprebbero pensare altro e che in questo modo sono arrivati al palcoscenico.

Craig Calhoun è il direttore della prestigiosa London School of Economics che lascerà dopo quattro anni nella prossima estate per andare a dirigere a Los Angeles l’Istituto Berggruen, un think tank specializzato in analisi e studi in sistemi di governance fondato da Nicolas Berggruen. È interessante perché quello che nel mondo si sta scoprendo è che ormai la modernità influenzata dalla tecnologia e dalla globalizzazione, condizionata dalla finanza e da interessi sovranazionali, non può più essere governata con metodi del passato. In altri termini non si deve studiare come aggiustare la democrazia e la libertà in molti paesi ferite, ma si deve partire da quale governance per poi ridisegnare i modelli più democratici e liberi possibili. Tra le altre cose Calhoun sostiene che l’Europa, almeno in questo momento, non è capace di fare una politica collettiva (e la sua è una voce non del primo che passa).

Inserito il:03/04/2016 20:54:54
Ultimo aggiornamento:03/04/2016 20:59:57
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