Ci scusiamo con l'Autore e con i Lettori per il ritardo con cui pubblichiamo questa terza parte dell'articolo sulla finanza americana nel mondo.
Come la finanza americana è padrona del mondo – Parte Terza
di Achille de Tommaso
Sebbene la maggior parte delle persone non ne abbia sentito parlare, State Street, BlackRock e Vanguard sono i silenziosi proprietari, o i piloti, di molti aspetti dell'economia mondiale. Nella parte prima ho descritto il loro coinvolgimento a livello mondiale. Nella seconda le loro partecipazioni nelle industrie più importanti e influenti a livello mondiale. Nella terza, questa, il loro coinvolgimento in attività di “beneficenza”; e in Italia.
“Le azioni delle più grandi società del mondo sono di proprietà degli stessi investitori istituzionali. Si possiedono tutti a vicenda ", afferma un osservatore finanziario.
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ONG e FONDAZIONI
Cosa sono effettivamente le organizzazioni non profit? Secondo alcuni osservatori appaiono essere l'anello di congiunzione tra aziende, politica e media. Per altri servono a nascondere i conflitti di interesse tra investitori e politici.
Sta di fatto che le organizzazioni non profit, chiamate anche ONG, GNO, e spesso "fondazioni", dipendono da donazioni, ma non devono necessariamente rivelare chi sono i loro donatori; possono investire i soldi nel modo che ritengono opportuno e non pagano le tasse finché i profitti vengano reinvestiti in nuovi progetti. In questo modo, le organizzazioni non profit gestiscono centinaia di miliardi di dollari in maniera non sempre trasparente. (Per altro, non tutti coloro che vi lavorano, sono volontari: le funzioni direttive sono assunte con laute retribuzioni).
Secondo, poi, la visione estrema del governo australiano (*), le organizzazioni non profit sono un modo ideale per finanziare i terroristi e riciclare massicciamente denaro sporco. Comunque, per dare un’idea delle loro influenze, secondo il sito web del World Economic Forum, la Fondazione Gates è il più grande sponsor dell'OMS. Quindi la Fondazione Gates può essere una delle entità più influenti in tutto ciò che riguarda la nostra salute.
La Fondazione Gates lavora anche a stretto contatto con le più grandi aziende farmaceutiche, tra cui Pfizer, AstraZeneca, Johnson & Johnson, Biontech e Bayer. Bill Gates, per altro, non era un povero nerd del computer che miracolosamente divenne molto ricco. Proviene da una famiglia di filantropi in stretto contatto con la élite descritta prima. La sua Microsoft è di proprietà di Vanguard, BlackRock e Berkshire Hathaway. (Ma la Gates Foundation, dopo BlackRock e Vanguard è il maggiore azionista di Berkshire Hathaway: si posseggono a vicenda…).
Visto che parliamo di ONG, ricordo che queste svolgono spesso anche una funzione di lobby, non sempre trasparente. Come il Qatargate e le due ONG “No Peace Without Justice” e “Fight Impunity” insegnano.
Non dimentichiamo poi che i tre giganti di Wall Street sono ben radicati anche in Italia. In particolare, Blackrock, che detiene pacchetti, del 5% ciascuno, in Intesa Sanpaolo, Unicredit, Enel e Snam. Black Rock e Vanguard sono i maggiori azionisti di un altro maxi-fondo americano, Blackstone, che fa private equity, e che nel nostro Paese è molto attivo nel settore immobiliare.
Blackstone sta trattando l’acquisto della holding Atlantia dalla famiglia Benetton. Atlantia cambia nome e si chiamerà Mundys, e sta per diventare socio al 24,5% di Autostrade per l’Italia, mentre una quota di pari misura andrà al fondo australiano Macquarie, che detiene anche il 40% di Open Fiber, la società della fibra ottica che dovrebbe fondersi con la rete di Tim. (qui c’è tanta incertezza a tutti i livelli…). Si dirà allora:” Beh, finalmente un australiano, e non un americano!”. Ebbene chi troviamo tra i maggiori azionisti di Macquarie? Ovvio, Blackrock e Vanguard!
L’intreccio, insomma, è fittissimo. E non mancano risvolti inquietanti nella storia finanziaria italiana. Nel 2015 su “Limes” apparve un articolo del professor Germano Dottori, secondo cui Blackrock «svolse probabilmente un ruolo molto importante nella crisi del debito sovrano italiano del 2011»: il fondo infatti era socio di maggioranza relativa in Deutsche Bank, che in quei mesi fu il primo istituto a ritirare in misura massiccia i propri capitali investiti in titoli italiani. Spingendo il nostro Paese sull’orlo del default, con le conseguenze politiche che sappiamo. Dobbiamo quindi pensare, se fosse vero, che i sorrisini tra di loro della Merkel con Sarkozy, quando Berlusconi parlava, non valessero una cicca: chi sorrideva veramente erano le “Big Three”.
In sostanza quando si parla di “capitalismo finanziario”, di “imperialismo neoliberista” o quando si evoca “la Finanza”, quella vera, quale bussola per orientare i destini della contemporaneità e del futuro, si parla di o, meglio, “si evocano”, le tre Big americane; senza menzionarle, quasi che parlarne sia tabù.
FONTI E RIFERIMENTI DEI TRE ARTICOLI
(*) https://www.aic.gov.au/publications/tandi/tandi424
(**) Gia’ nel 2017, Jan Fichtner, Eelke M. Heemskerk e Javier Garcia tre ricercatori dell’Università di Amsterdam spiegavano che: “Dal 2008 si è verificato un massiccio spostamento dalle strategie di investimento attivo a quelle passive. Il settore dei fondi indicizzati passivi è dominato dalle “Big Three”. Abbiamo mappato in modo esaustivo la proprietà delle Big Three negli Stati Uniti e abbiamo scoperto che insieme costituiscono il maggiore azionista dell’88% delle 500 società presenti nell’indice S&P.”
https://it.wikipedia.org/wiki/Project_Syndicate
https://en.wikipedia.org/wiki/European_Journalism_Centre
https://naturalnews.com/2021-06-18-blackrock-vanguard-own-big-pharma-media.html
https://www.lewrockwell.com/2021/04/bill-sardi/who-runs-the-world-blackrock-and-vanguard/
https://glaucobenigni.it/corporations/lo-spettro-dei-3-big/