Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Rubens Andrade (Rio de Janeiro, 1972) - Evolution of Bahia Women (Brazilian Carnival)

 

Tristeza não tem fim / Felicidade sim

(Dall’America latina)

di Giorgio Cumo

 

La tristezza non ha fine / La felicità, sì.

(Tom Jobin, Vinicius de Moraes)

 

Ho sempre pensato che in un Paese la festa più importante dell'anno abbia molto a vedere con storia, carattere, anima di un popolo.

Se in Messico la festa più importante dell'anno è il giorno dei morti, ha a che vedere con il carattere fatalistico, tragico di quel popolo. Nel caso dell'Italia, il Natale, quello col presepio, ha a che vedere con cattolicesimo ed importanza della famiglia.

Il Brasile, fortunatamente per i suoi abitanti, riconosce il Carnevale come la festa principale. Non è un privilegio da poco.

La cosa non fa del Paese una colorita "banana republic", ma ne fa una realtà diversa, dove la festa è collettiva, ha un ritmo (quello del batuque africano), una coreografia, sia che si tratti della sfilata di una scuola di samba, sia che si tratti dell'impeachment di un Presidente.

Ciò talora spiega perché il Brasile è grande negli sport per squadre, come il calcio, molto meno negli sport individuali, come l'atletica.

E l'allegria non è mai completa, perché, come in ogni buon samba-enredo, deve esserci la giusta nota di tristezza.

Anche quest'anno, imponenti sfilate delle scuole di samba: a Rio ha vinto la Portela, la scuola più antica. Ma, passati i quattro giorni di samba, si è ricaduti nella realtà del mercoledì delle ceneri, in piena "ressaca", che sta per il mal di testa dopo una sbronza.

Il gigante brasiliano (PIL pari a 2.015 miliardi di dollari, lo scorso anno, leggermente superiore al PIL italiano), riprende contatto con la propria situazione politica e la mediocrità di un governo che non nasce da un percorso elettorale, ma da un traumatico impeachment della "Presidenta" Dilma Rousseff.

Con una situazione che ricorda l'Italia di "Mani Pulite", ove, in presenza di una delle distribuzioni di reddito più sperequate al mondo, il partito socialdemocratico (con venature veterocomuniste) di Lula, che  rappresenta i più sfavoriti (e tanti opportunisti), si è sfracellato contro il muro della crisi economica e della corruzione.

Una situazione economica, figlia di tanta cattiva gestione, ma ancor più della caduta dei prezzi delle commodities, con 13  milioni di senza lavoro (e probabilmente altrettanti con lavori precari o sottoimpiegati). Con un PIL in caduta libera: - 7,2% nell'ultimo biennio.

I programmi sociali, indispensabili in un paese con tanta povertà, non possono continuare a macinare debito: il deficit nominale del settore pubblico è salito all' 8,5% del PIL, in compenso l'indebitamento lordo del governo è pari al 70% del PIL, relativamente poco per i parametri dei paesi sviluppati, ma molto in un paese che deve finanziare il debito a tassi del 12% all'anno.

Ma, nel Paese del Carnevale, c'è sempre un motivo di allegria. Accompagnando una certa ripresa di altri paesi emergenti e la risalita dei prezzi di varie commodities, la borsa di São Paulo sta vivendo un'autentica euforia, con l'indice Bovespa che ha guadagnato il 50% in un anno.

Corrispondentemente, la moneta brasiliana, il Real, si è apprezzata del 30%, nonostante il tasso del decennale sia sceso, in un anno, dal 16% al 10% (il che, comunque, con un'inflazione oggi attorno al 5% all'anno, dà uno dei tassi reali più alti al mondo).

Il fatto conferma il sempre più frequente scollamento fra economia reale e mondo della finanza, esaltato dalla grande disponibilità di capitali in cerca di alto rendimento.

Sui livelli di capitalizzazione delle borse emergenti (la Bovespa capitalizza circa un terzo della borsa di Londra), una convergenza dei colossali fondi pensione, fondi Paese, Hedge founds è in grado di provocare significative rivalutazioni, con il guadagno addizionale dell'apprezzamento della moneta.

Finché questi capitali di breve termine, come sono venuti, così se ne vanno, e qualcuno ricorda che "Tristeza não tem fim".

Inserito il:14/03/2017 17:39:40
Ultimo aggiornamento:14/03/2017 17:47:17
Condividi su
ARCHIVIO ARTICOLI
nel futuro, archivio
Torna alla home
nel futuro, web magazine di informazione e cultura
Ho letto e accetto le condizioni sulla privacy *
(*obbligatorio)


Questo sito non ti chiede di esprimere il consenso dei cookie perché usiamo solo cookie tecnici e servizi di Google a scopo statistico

Cookie policy | Privacy policy

Associazione Culturale Nel Futuro – Corso Brianza 10/B – 22066 Mariano Comense CO – C.F. 90037120137

yost.technology | 04451716445