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Le idee dei cinque presidenti per un’Europa più solida e unita

di  Irene Brescini – Action Institute

 

Il 9 giugno si terrà a Bruxelles la sedicesima edizione del Brussels Economic Forum, l’evento più importante dell’anno per l’economia dell’Unione Europea. Il tema di quest’anno: riforme strutturali per rilanciare la crescita. Action Institute fa una panoramica del Five Presidents Report, uno dei documenti strategici che verranno discussi durante l’evento.

 

L’Unione Monetaria ed Economica Europea appare oggi ai nostri occhi come una casa costruita in vari decenni, ma ancora parzialmente finita. Una struttura complessa come quella dell’Unione Europea non può stare in piedi senza fondamenta solide. È giunto dunque il momento di rinforzarle, in modo da creare un’Unione capace di resistere a qualunque intemperia e volta a garantire ai suoi cittadini un posto prospero in cui vivere, all’insegna della stabilità e della crescita economica.

Jean-Claude Juncker con Donald Tusk, Jeroen Dijsselbloem, Mario Draghi e Martin Schulz, i Presidenti delle Istituzioni europee, hanno pubblicato il cosiddetto Five Presidents Report, che contiene alcuni suggerimenti e proposte dalle quali partire per migliorare e rendere maggiormente efficaci alcuni aspetti dell’Unione Monetaria. All’interno del panel “Present and Future of the Euro” verranno discusse le idee contenute nel Report, che comprende anche una tabella di marcia volta a indicare i principali passi da compiere per completare l’Unione Monetaria ed Economica entro il 2025.

Convergenza, coordinamento, resilienza, stabilizzazione e trasparenza, queste sono le cinque parole chiave sulle quali si articolano le proposte dei Presidenti.

L’obiettivo di convergenza tra i Paesi Membri dell’Unione rimane prioritario e necessario per il raggiungimento di elevati livelli di prosperità e per consentire ai Paesi di rispondere prontamente a shock economici. A tal fine viene prevista la creazione di un’Autorità per la Competitività dell’area euro, che vigilerà sugli sviluppi dei Paesi e sull’evoluzione degli stipendi che dovranno essere in linea con la produttività. Inoltre, verrà implementata in modo più deciso la cosiddetta Macroeconomic Imbalance Procedure, per identificare prontamente potenziali rischi e prevenire squilibri macroeconomici che potrebbero risultare dannosi. Questa procedura, nella visione dei Presidenti, avrà anche il compito di suggerire misure adeguate ai Paesi che hanno consolidato posizioni creditizie rilevanti nei confronti di altri Stati Membri.

Il coordinamento delle politiche economiche è stato favorito dal semestre europeo, ma rimane necessario capire quali sono le vere priorità da discutere. Per sensibilizzare maggiormente le forze politiche nazionali è necessario dare agli Stati Membri delle raccomandazioni chiare, su come rilanciare la crescita, creare nuovi posti di lavoro e strutturare le possibilità offerte dal Mercato Unico. Le raccomandazioni dovranno inoltre essere ambiziose, ma dovranno rimanere “politiche”, ovvero gli Stati Membri manterranno un certo grado di libertà nel decidere le misure con cui implementarle.

 

 

La crisi economica e finanziaria ha certamente messo in luce l’importanza per un sistema di essere resiliente, ovvero in grado di reagire e di adattarsi prontamente ad eventi inaspettati. Da qui nasce l’esigenza di fornire all’Unione Monetaria un sistema finanziario che sia davvero unito, in modo da poter diffondere in maniera uniforme tra gli Stati Membri gli effetti derivanti dalle decisioni della politica monetaria.

Per un pieno completamento dell’Unione Finanziaria risulta imprescindibile implementare appieno quelli che sono i pre-requisiti: Unione Bancaria, Unione dei Mercati dei Capitali ed un programma di assicurazione comune sui depositi.

In particolare, l’Unione Bancaria serve a proteggere i contribuenti dal costo dei salvataggi delle banche e per questo sarà affiancata dallo European Deposit Insurance Scheme, un deposito assicurativo che renderà le banche più solide e capaci di reagire a future crisi. Così facendo, l’Unione Bancaria consentirà di individuare rischi anche all’interno sistema bancario ombra, riducendo ulteriormente il rischio sistemico.

Altro obiettivo che l’Unione Monetaria si è prefissata è quello di porre dei limiti alle esposizioni delle banche nei confronti del debito sovrano, in modo da interrompere il rapporto di dipendenza tra stabilità finanziaria e pubblica.

Infine, l’Unione dei Mercati dei Capitali assicurerà fonti di finanziamento più diversificate alle aziende, incluse le piccole e medie imprese, consentendo l’accesso ad altre risorse di finanziamento diverse da quelle tradizionali (bancarie).

La funzione stabilizzante che l’Europa dovrà garantire, passa anche attraverso le politiche fiscali, difatti l’Unione Finanziaria ed Economica orientata alla stabilità dei prezzi e la politica monetaria comune non sono sufficienti.

Diviene quindi necessario creare un organismo di consulenza fiscale europeo (European Fiscal Board) che assicuri l’efficacia delle politiche fiscali a livello d’insieme, considerando i bilanci di tutti gli Stati Membri. La funzione di stabilizzazione fiscale, che l’area euro dovrà garantire, è necessaria anche per evitare che i conti nazionali subiscano ingenti perdite in seguito a crisi economiche. Convergere verso un’Unione Economica solida non significa uguagliare i redditi tra gli Stati Membri e neanche consentire trasferimenti permanenti e in un’unica direzione tra Paesi. L’Europa dovrà agire in modo da incentivare l’emanazione di politiche fiscali solide a livello nazionale, che permettano di superare le debolezze strutturali.

L’Unione Europea rappresenta nel mondo un importante blocco commerciale soprattutto per il settore manifatturiero e dei servizi. La sua dimensione economica e finanziaria rende le decisioni politiche e di sviluppo economico sempre più rilevanti per l’economia mondiale ed è per questo che è necessaria più trasparenza.

Un primo passo pratico deve essere fatto dal Parlamento Europeo che deve potenziare la sorveglianza parlamentare come parte del Semestre Europeo. Inoltre, sarà necessario migliorare gli attuali rapporti di cooperazione tra Parlamento Europeo, Commissione, Consiglio ed Eurogruppo, incentivando forme di collaborazione inter-parlamentari che facciano incontrare insieme esponenti europei e nazionali. Una vera Unione Economica, Finanziaria, Fiscale e Politica sarà perseguibile solo se le decisioni verranno prese collettivamente, assicurando una responsabilizzazione trasparente, democratica e legittima.

Di certo il piano presentato dai Presidenti nel report è ambizioso, ma queste proposte forniscono degli spunti da cui partire per iniziare a riflettere su un’Europa diversa, più unita e più solida. Probabilmente non basterà perseguire dei cambiamenti marginali, occorrerà nel tempo una vera e propria rivoluzione, ma è importante che le forze politiche ed economiche collaborino e rispettino i bisogni e gli interessi di tutti i cittadini nelle loro decisioni.

 

(Clicca per accedere al sito di Action Institute)

 

Autore: Irene Brescini

Inserito il:03/06/2016 19:44:30
Ultimo aggiornamento:03/06/2016 19:56:12
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