'Collage' virtuale dell'artista americano Beeple, opera "digitale" venduta all'asta per 69,3 milioni di dollari in Nft (non-fungible token) con tecnologia blockchain.
L’euro digitale UE e la nuova moneta delle Banche Centrali
di Vincenzo Rampolla
Tramonta l’era dell’l'Istituto Poligrafico e della Zecca di Stato che batte la moneta per conto del Ministero Economia e Finanza. Scompare l’ente emittente che la distribuisce attraverso le Filiali della Banca d'Italia. Finite le monetine e a Milano un addio a Via Moneta. È l’ora della nouvelle vague della digitalizzazione del contante, il momento storico che potrebbe portare le banche commerciali all’esclusione dell’obbligo della riserva obbligatoria. Questa è la nuova tendenza del mondo. Di che si parla? Della rappresentazione virtuale delle monete di stato: invece di stampare euro, dollaro, yuan o rublo in contante, le Banche Centrali emettono monete virtuali. E allora?
Che cosa cambia nei pagamenti digitali eseguiti con carte o app? Non è forse digitale la moneta oggetto della transazione? In realtà, nei pagamenti digitali, l’oggetto dello scambio è la versione digitale dei biglietti e delle monete emessi dalle Banche Centrali e depositati presso le istituzioni finanziarie, il cui ruolo è mantenere riserve e depositi a sostegno della moneta. Al contrario, pur se emessa dalla Banca Centrale, la CBDC (Central Bank Digital Currency) sarebbe una moneta digitale universalmente e direttamente accessibile dagli utenti senza intermediario bancario. In barba al Bitcoin. In breve: la digitalizzazione della moneta non solo dovrebbe liberare le banche commerciali dalla riserva, ma renderebbe anche la passività detenuta dalla Banca Centrale come propria mansione normativa: nei suoi confronti l’utente acquisirebbe ipso facto un diritto di credito.
A favore dell’emissione di una CBDC concorrono certamente i minori costi di emissione rispetto a quelli legati al conio e alla stampa di monete e banconote, nonché al loro trasporto e custodia. Finita l’era degli stampatori di carta moneta e di assegni. I costi dovuti al lancio di una CBDC dovrebbero, infatti, essere limitati allo sviluppo della tecnologia che la gestisce e la supporta e che verrebbero assorbiti nel lungo termine. Chiamiamolo ammortamento del digitale. E ancora, potrebbero registrarsi altri benefici come l’incremento dei pagamenti offline e istantanei, l’accessibilità immediata e rapida al denaro, la resilienza del sistema di pagamento, l’interoperabilità di diversi sistemi di CDBC. A questi si aggiunge il sogno (o bisogno) di aprire una reale porta di inserimento finanziario per i mercati emergenti: anche chi non è titolare di conto in una banca privata potrebbe accedere ai pagamenti digitali.
Quali svantaggi? Il rischio di una riduzione del livello di tutela della privacy e dell’anonimato degli utenti. Non si tratta di anonimato assoluto, che potrebbe compromettere le regole di verifica identità del cliente e facilitare le transazioni illegali [Kyc (Know your customer) e – Aml (Anti-money laundering – antiriciclaggio)]. Si parla piuttosto dell’accesso potenziale delle Banche Centrali o degli intermediari privati alla smisurata mole di informazioni connesse all’utente: identificazione, tipologia e entità delle transazioni [rischi evidenziati da UK con l’introduzione del digital yuan], criticità ridotte in un sistema di CBDC decentralizzato, soggetto a rischi di perdita e furto delle credenziali di accesso all’account o del proprio token [informazione digitale, registrata su un registro distribuito, univocamente associata a uno e un solo specifico utente e rappresentativa di una forma di diritto da definire].
Attualmente sono 10 i Paesi che hanno lanciato con successo una valuta digitale della Banca Centrale (gli 8 Paesi della Banca Centrale dei Caraibi orientali più Nigeria e Cina), 14 Paesi nella fase pilota e 87 Paesi che ne stanno studiando l’introduzione. A buon punto in progettazioni pilota si collocano Russia, Iran e Giappone, che promettono il lancio delle loro CBDC entro la fine del 2022. Anche la Svizzera si trova alla soglia della seconda fase di test della sperimentazione della CBDC messa a punto dalla Banca Nazionale Svizzera, da 5 banche commerciali, dalla Banca dei Regolamenti Internazionali e da SIX, il principale fornitore di servizi di infrastrutture finanziarie elvetico. Novità arrivano anche dal continente africano: dopo il lancio dell’e-naira nigeriano, le Banche Centrali di Ghana, Zambia e Kenya hanno avviato uno studio di fattibilità delle rispettive CBDC. Tra gli elementi da valutare, il punto nodale della sperimentazione è rappresentato dalla ricerca della modalità di emissione della CBDC più adeguata e della conseguente tecnologia di base idonea a supportare il sistema adottato. Anche la Federal Reserve Usa e la Bce europea ci pensano. L’euro digitale in particolare sarebbe l’equivalente elettronico delle banconote e delle monete di euro, un coin virtuale parallelo e complementare al cash, con corso legale. Garantito dalla Bce e usato per i pagamenti nei 19 Paesi, il numero di euro digitali posseduti individualmente verrebbe calmierato, applicando anche dei tassi per importi superiori a una certa soglia. Dopo una fase istruttoria da completare entro ottobre 2023, si passerà ai test e a una sperimentazione di circa 3 anni, per essere sul mercato non prima del 2026.
Il primato per la migliore strategia mediatica nella diffusione della propria CBDC va alla Cina, che ha approfittato dell’interesse connesso alle Olimpiadi di Pechino per lanciare l’e-cny, versione digitale dello yuan. Le ha fatto eco la Ministra delle finanze indiana presentando la finanziaria 2022-2023: La valuta digitale porterà a un più efficiente e economico sistema di gestione della valuta e ha annunciato che l’India lancerà nel 2022-23 la rupia digitale. La pioniera del lancio della valuta digitale è stata la Banca Centrale delle Bahamas, a due bracciate dalla Florida, che a ottobre 2020 ha reso disponibile il suo Sand Dollar. Ma la BoJ (Bank of Jamaica) Banca Centrale della Giamaica è stata in assoluto la prima Nazione a riconoscere ufficialmente la valuta digitale Jam-Dex (Jamaica Digital Exchange) come moneta a corso legale. Ha legalizzato la sua CBDC nel tentativo di fornire un'alternativa a un’economia basata sulla liquidità e con scarsi livelli di utilizzo dei tradizionali metodi di pagamento elettronico, deterrenti per lo sviluppo e la sicurezza. A causa della diffusa sensazione di non avere abbastanza denaro per potere aprire un conto, il Senato giamaicano ha autorizzato la BoJ a emettere la CBDC. Secondo il Governatore, il Jam-Dex verrà lanciato ufficialmente per uso domestico nel terzo trimestre 2022: Il dollaro giamaicano digitale offre un'alternativa più sicura e conveniente alle banconote e alle monete fisiche e può essere utilizzato senza un conto bancario. Il Jam-Dex è in una fase di test pilota dall'agosto 2021. Per iniziare a usarlo, i cittadini devono configurare un portafoglio digitale chiamato Lynk, emesso da banche e da altri fornitori di servizi autorizzati e senza richiedere l’apertura di un conto bancario. Il denaro può essere ritirato presso uno Smart ATM, tramite un fornitore di portafoglio, ex. una banca, un trasferimento di portafoglio o un bonifico bancario. I pagamenti avvengono con codice QR o ID portafoglio. Nessuna commissione è richiesta per ogni tipo di transazione.
Il CEO della società fornitrice della tecnologia CBDC ha detto: All'unanimità i legislatori hanno ora spostato in Giamaica l’equivalente di un dollaro digitale. Puoi usarlo per saldare qualsiasi debito in Giamaica. È il mezzo di scambio. È il mezzo di conto. È importante che i Paesi inizino a riconoscere che i loro soldi possono arrivare in forma digitale. E poiché è digitale, per eseguire una transazione non devi essere nello stesso posto e nello stesso momento. È davvero uno strumento decisamente potente. E i media si sono lanciati, mentre sembra essere iniziata l’agonia delle criptovalute. Il Gruppo JMMB, Jamaica Observer, società di servizi finanziari, si dà già da fare per lanciare nuovi prodotti, nuovi punti vendita e-commerce e nuove soluzioni di pagamento per diffondere e facilitare l'adozione del Jam-Dex.
Nel recente summit BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) Putin ha proposto la creazione di una moneta digitale comune, progetto ventilato fin dal 2017, per contrastare la supremazia del dollaro, facilitare gli interscambi, creare le premesse per un circuito alternativo allo Swift, il sistema internazionale di pagamenti bancari, e svincolare Mosca dalle sanzioni che pesano sul Tesoro russo.
(consultazione: washington post; jamaica observer; mario di giulio, rossana tirenna - studio legale pavia e ansaldo; sole24ore; euro digitale – bce- rapporto ottobre 2020)