L’innovazione viene anche dal passato.
L’artigianato qualche decennio fa è morto perché molti che lo praticavano lo hanno abbandonato aspirando ad un lavoro in una fabbrica, in un ufficio o in uno studio di progettazione.
Gli stessi sindacati e partiti politici di sinistra hanno favorito il suo declino perché consideravano e forse considerano i suoi addetti un elettorato di destra o di centro e perché prevaleva l’abitudine culturale e ideologica di catalogare tutti i lavoratori o come padroni o come dipendenti, una volta si diceva proletariato.
E il mondo dell’artigianato è sempre sfuggito a queste classificazioni così nette e improprie socialmente, anche perché coinvolgeva gruppi familiari o parentali in forme di collaborazione originale.
In altri termini, l’artigianato non è stato protetto mai politicamente, anzi la sua anomalia era considerata pericolosa e fuori dagli schemi, e ha dovuto affrontare il mercato senza supporti sociali adeguati in un mondo in trasformazione e in un mercato che offriva in apparenza opportunità di lavoro più facili, sicuri e retribuiti.
Mentre questo mondo scompariva, non ci si rese subito conto della sua importanza non solo come fonte di occupazione intelligente, ma anche del ruolo di formazione, di innovazione, di invenzione, di cultura che svolgeva nella società. Molti non hanno voluto vederlo per motivi di tattica politica spicciola.
La decadenza dell’artigianato ha coinciso con l’irrigidimento delle posizioni nel mondo del lavoro e con l’inizio di un processo sociale mancante di visione del futuro e solo interessato alla gestione del potere nell’attualità.
L’artigianato era e potrebbe essere un modo per entrare nel mondo del lavoro dolcemente, per imparare, per sviluppare fantasia, per rendere disponibili prestazioni e servizi personalizzati utili per migliorare la qualità della vita o la qualità dei prodotti a seconda della loro destinazione: i cittadini o le imprese.
Nel nostro paese tra l’altro, l’artigianato gode di grandi tradizioni provenendo direttamente dalla storia delle vecchie botteghe che hanno allevato grandi artisti e favorito importantissime scuole.
Da un po’ di tempo si assiste ad una ripresa di questo modo di partecipare alla vita sociale ed economica del paese da parte soprattutto di giovani e di immigrati di varie nazionalità, a Milano per esempio particolarmente cinesi. Si può parlare quindi di una ripresa dell’artigianato, di sviluppo di piccoli servizi di cui alcuni tradizionali e altri nuovi in relazione al cambiamento in atto nella società e nel modo di vivere e che stanno trovando nuove forme di esecuzione anche con l’utilizzo della tecnologia. Per questo si parla correttamente anche di un artigianato digitale, pur se per il momento non ben definito e non ben classificabile.
Servizi tradizionali che vanno dall’assistenza domestica specializzata alla piccola sartoria, dalla fornitura di servizi tecnici alla organizzazione di eventi familiari, dalla esecuzione di servizi esterni di vario tipo alla gestione di partecipazioni a centrali di acquisto, da interventi nell’area della tecnologia domestica e personale a progetti culturali o turistici.
Servizi meno tradizionali come per esempio quelli che si sviluppano nell’area dell’agricoltura e dell’alimentazione in generale, nella fornitura di servizi tecnologici in forme diverse come il brokeraggio della messaggistica per le imprese o la creazione e gestione di siti internet o ancora l’esecuzione di progetti di comunicazione digitale.
Naturalmente non manca la produzione di oggetti innovativi per il turismo, lo sport e la moda, così come quella di oggetti per la casa o per i luoghi di lavoro o di studio su misura o modulari cioè adattabili molto di più di prima, proprio per il diverso valore che si attribuisce sempre di più alla stabilità.
Il fermento in questo settore cresce di continuo perché corrisponde a precise esigenze di mercato, è in linea con il cambiamento della società, approfitta della continua evoluzione della tecnologia e soprattutto vede finalmente la partecipazione di molti giovani non più ancorati all’attesa di trovare il lavoro esclusivamente conseguente allo studio fatto e a suo tempo scelto per caso o per passione, ma senza un riferimento alle concrete possibilità offerte dalle esigenze della società anche nel suo divenire.
Sarebbe interessante cominciare a riservare a questo fenomeno maggiore attenzione da parte della politica, dei media, del mondo sindacale se cominciasse a prendere in considerazione il mondo del lavoro e non solo quello dei lavoratori iscritti alle loro organizzazioni, della scuola e della cultura del paese.
Lo sviluppo del nuovo artigianato può essere non solo la dimostrazione di come l’innovazione può venire anche da un passato opportunamente rivisitato, ma anche come potrebbe rappresentare un anello significativo di collegamento tra generazioni ed esperienze. Infine, di come può rappresentare un formidabile strumento di cambiamento della società, di rivitalizzazione dell’ambiente e di riprogettazione del futuro.