Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Zoran Kutuzovic (Croazia, Multimedia artist) – Bitcoin New Chapter n.7

 

Il Bitcoin sotto la lente (2)

di Vincenzo Rampolla

 

Bitcoin e Ecologia

La produzione di Bitcoin incide in modo significativo sul fattore ecologico e di surriscaldamento globale. L’energia necessaria per chiudere ogni transazione è prodotta principalmente con carbone e altre fonti di energia non rinnovabile; secondo le stime degli esperti ogni transazione Bitcoin immette nell’atmosfera 120 kg di CO, mentre l’intera rete sarebbe responsabile della produzione annuale di 16 milioni di tonnellate di CO. Tali cifre sono parziali, tengono conto solamente della rete dei Bitcoin, mentre si affacciano al mercato centinaia di nuove criptovalute. Per produrre gli Ethereum, criptomoneta seconda dopo il Bitcoin per valore di mercato e volume di scambi, sono necessari 47 kWh per ogni transazione. senza contare le fasi di completamento, la validazione e l’immissione di CO nell’atmosfera.

 

Il mercato delle cripto valute

Considerando la volatilità del Bitcoin dall’inizio della sua introduzione nel mercato delle criptovalute, è un dato di fatto che essa si mantiene nell’ordine del 5%, confrontata con l’1,5% di volatilità dell’oro e lo 0,5 – 1,0% di volatilità delle valute correnti sul mercato finanziario. Si osserva che maggiore è la volatilità di un asset finanziario e maggiore è il rischio sottostante, oltre a essere maggiore il costo per coprire il rischio connesso. Nel mercato delle criptovalute, Ethereum il 18 dicembre 2018 ha superato per la prima volta la quotazione del Bitcoin.

Di seguito si riportano le 10 migliori criptovalute a inizio 2019, con valore unitario della moneta virtuale e variazione rispetto alla quotazione del mese precedente:

  1. Bitcoin $3.845,39 (-1,72%)
  2. Ethereum $152,66 (-1,22%)
  3. Ripple $0,362 (-1,95%)
  4. Bitcoin Cash $163,09 (-4,56%)
  5. EOS $2,73 (-4,01%)
  6. Stellar $0,114 (-2,18%)
  7. Litecoin $32,40 (-2,22%)
  8. Tether $1,02 (+0,11%)
  9. Bitcoin SV $89,48 (-3,69%)
  10. TRON $0,020 (+0,98%)

Il Sole 24 Ore ha aperto il nuovo anno con un approfondimento sul Bitcoin, stimando la speculazione tra i motivi che nel 2018 hanno portato al crollo del suo valore.

La speculazione è anche all’origine della crescita del Bitcoin tra gennaio e dicembre 2017, quando il valore della criptovaluta passò da 1.000$ a circa 20.000$.

L’eccitazione creatasi intorno a Bitcoin, poi disattesa nel 2018, sarebbe la causa primaria del crollo. In questi primi giorni del 2019 è quotato a un prezzo inferiore ai 4 mila dollari, con una capitalizzazione azionaria di 67 miliardi di dollari.

Un’analisi approfondita permette di cogliere cause più convincenti del crollo.

A novembre 2018 l'annuncio di una spaccatura interna di Bitcoin volta ad ottenere nuovi clone di Bitcoin (Bitcoin Cash e Bitcoin SV) privi di reali innovazioni, provoca lo scompiglio sui prezzi e rompe i fragili equilibri in essere.

Una quota sostanziale di miners sposta la propria potenza di calcolo da Bitcoin verso le valute-clone puntando su profitti dalla duplicazione privi di rischio. Bitcoin invece riprende la spirale discendente del prezzo, trascinando con sé anche le valute-clone su cui i miners avevano speculato. Una parte dei miners è estromessa dal mercato e per la prima volta in assoluto provoca uno crollo della potenza di calcolo globale della rete Bitcoin, che declina del 50% in poche settimane.

In questo breve lasso di tempo Bitcoin va in caduta libera come mai successo subendo perdite dell'ordine del 70%.

 

Per i curiosi e gli amanti di algoritmi: cos’è la criptovaluta?

Nonostante la loro eccessiva volatilità i Bitcoin hanno iniziato a guadagnare legittimità con l’emissione di futures (strumenti finanziari di protezione del rischio e altamente speculativi.

Un contratto Bitcoin future si basa sul prezzo della criptovaluta e gli investitori possono scommettere sul suo futuro valore, speculando sul prezzo senza effettivamente possederla !!).

Il 17 dicembre 2017 il future a breve termine ha spinto il prezzo ai massimi sull’onda speculativa generale per la criptovaluta, sfondando il tetto di 20.000$ con il CME Group Exchange - Usa.

Si ipotizza che nel breve termine le criptovalute non avranno un vero e proprio utilizzo, essendo alto il rischio di esplosione di una bolla speculativa.

La criptovaluta ha messo in fermento il pianeta nonostante il fatto che i Bitcoin siano in numero finito. Questo è l’espediente: la loro quantità è determinata dal sistema e dalla struttura dell’algoritmo sottostante. Dopo l’estrazione di un certo numero di Blocchi, la compensazione dei miner si dimezza secondo un piano lineare e dura fino a quando varrà la legge sulla crescita esponenziale della capacità di calcolo (ogni due anni il numero di elementi di un circuito raddoppia). L’estrazione dell’ultima moneta virtuale è prevista nel 2030.

Per completare questo sguardo sotto la lente, in estrema sintesi si vuole chiarire il termine di criptovaluta dato al Bitcoin, lungi dal procurare emicranie.

Si parte dalla domanda chiave: chi risolve i problemi crittografici e estrae i Bitcoin?

Chi, come un miner, deve estrarre una risorsa che esiste in quantità limitata (e sempre più scarsa) dalla miniera della rete e deve mettere al sicuro la rete attraverso la risoluzione di complessi problemi crittografici e calcoli matematici?

Il Chi non esiste. Il Chi è in pratica un Che cosa: una singola apparecchiatura con dimensione di una scatola (30x12x15 cm) contenente circuiti stampati dotati di tecnologia specifica e software altamente specializzato per crittografia. Ogni apparecchiatura, dotata di proprio ventilatore, dispone di una potenza di calcolo molto elevata: consuma 1.300 Wh pari a 11.300 kWh/anno. Le più diffuse sono l’Antminer S7 a 950$ e il modello Z9 a 3.600$, entrambi raddoppiati di prezzo nell’ultimo semestre; per convenzione tutti i modelli sono chiamati Bitcoin miner. Il significato di miner è ora più chiaro: denomina sia l’addetto all’apparecchiatura che l’apparecchiatura stessa.

E’ il momento di approfondire la crittografia adottata dal protocollo del sistema entrando nei meandri degli algoritmi matematici.

Due sono i tipi convenzionali:

1. Asimmetrica: tecnologia crittografica molto diusa, che consente di risalire all’autore di un messaggio: ogni utente possiede due chiavi, una pubblica e una privata, questa nota a lui solo e usata per criptare il messaggio. Il messaggio viene decriptato usando unicamente la sua chiave pubblica che lo fa risalire direttamente a lui e consente alla rete di identificarlo istantaneamente.

2. Crittografia di Hash: è una funzione hash (riduzione, frantumazione) che ha il compito di creare un’impronta digitale unica e non reversibile (un identificatore) di un file o di un messaggio.

Tecnicamente il processo di mining è una semplice operazione di hashing inverso: a partire da una sequenza qualsiasi di lunghezza arbitraria di cifre e lettere (string) che rappresenta il Blocco contenente i messaggi relativi alle transazioni criptate, restituisce una stringa binaria ridotta e di lunghezza fissa, inferiore a una soglia assegnata, per consentire un’operabilità in tempi ridotti.

Ad esempio, con l’hash SHA-2, l’algoritmo più affidabile e comunemente adottato, con massima lunghezza in bit del messaggio pari a 2 elevato alla potenza 64 (!!!) e con lunghezza di ogni Blocco (ottenuto frammentando il messaggio) pari a 512 bit, la lunghezza della stringa ridotta restituita è pari a 256/226 bit. Magia dell’hash …

La funzione hash non è reversibile perché non è possibile ricostruire la stringa originaria a partire dalla lunghezza della stringa ridotta. Chiaro?!

Questa lunghezza, chiamata dicoltà, determina la natura concorrenziale del Bitcoin, il mining: più potenza di calcolo viene aggiunta alla rete Bitcoin e più questo parametro cresce: aumenta il numero di calcoli necessari in media per creare un nuovo Blocco, lievita di conseguenza il suo costo di creazione, si spingono i nodi a migliorare l’ecienza dei loro sistemi di mining, aumenta vorticosamente il bisogno di raffreddamento e si mantiene un bilancio economico positivo.

Ogni volta che i miner trovano la soluzione alla difficoltà assegnata e chiudono un Blocco ricevono in ricompensa nuovi Bitcoin. In pratica l’attività di mining è l’unica che garantisce l’immissione controllata di nuovi Bitcoin. La quota immessa viene aggiornata circa ogni 14 giorni e si dimezza ogni quattro anni. La dimensione avviene in modo che un nuovo Blocco di 12,5 Bitcoin sia generato ogni 10 minuti sapendo, come già detto, che ogni singola transazione richiede tra i 10 minuti e le 17 ore per essere completata e confermata, (l’ultimo dimezzamento è avvenuto nel 2016, quindi il livello dell’attuale premio durerà sino al 2020). La logica del protocollo è basata sui tempi di produzione, non sui volumi prodotti.

Ciò garantisce che ci sia un numero massimo teorico di Bitcoin (i 21 milioni citati sono il risultato di una serie geometrica convergente …) e un continuo incentivo per i miner che sostengono il sistema. Tutti i nodi (computer) della rete competono per essere i primi a trovare una soluzione di un problema crittografico che riguarda il Blocco candidato, problema che può essere risolto solo con una forzatura e richiede perciò un enorme numero di tentativi.

Quando un nodo trova la giusta soluzione al calcolo della soglia di difficoltà da raggiungere, automaticamente informa il resto della rete attribuendosi nello stesso tempo i Bitcoin in premio previsti dal protocollo. I nodi che ricevono il nuovo Blocco lo verificano e lo aggiungono alla loro sequenza (chain) entro il Blockchain.

Riparte così il lavoro di mining iniziando dalla fine del Blocco.

Nel centro CriptoMining di Milano ognuna delle 12 Antminer in funzione a aprile 2018 è stata in grado di generare 0,0014 Bitcoin al giorno. Con i modelli attuali oggi riesce a ottenere circa 0,02 Bitcoin al giorno. Al cambio di aprile 2018 con il Bitcoin a $7.000 si producevano circa $140 per macchina, pari a €114 al giorno, più che dimezzati a inizio anno con il Bitcoin a $3196 il 12.1.2019. A fine 2018 CriptoMining ha ottenuto nuova liquidità dagli investitori, programma l’inserimento di altre 200 macchine e apre una seconda sede a Milano, in via della Moscova.

 

E chi vuole acquistare i Bitcoin in contanti?

Il mining non è l'unico metodo per acquisire i Bitcoin. Grazie al trading online e alle piattaforme di exchange con transazioni regolate in contanti possono essere acquistati online da venditori o intermediari agenti di cambio che già hanno un portafoglio in Bitcoin.

Come si acquistano, senza il rischio di essere truffati? Con distributori automatici ATM. In Italia ce ne sono 6 o 7. Non vanno intesi come dei veri bancomat, ma come distributori in cui introdurre gli euro in contanti per avere in cambio l’accredito di bitcoin sul portafogli elettronico (wallet).

Gli ATM Bitcoin italiani si trovano a Torino all’interno del Sella Lab (via Maria Vittoria 38), a Milano presso il TAG (Talent Garden, via Merano 16), a Firenze in un negozio a quattro passi dal Duomo, a Rovereto (Tn), nel bar Mani al Cielo, nel Computer Shop di Pisa e da Gavrilobtc a Udine, il primo in Italia. Installati dalla Robokiosk permettono di cambiare gli euro in bitcoin e viceversa. La procedura da seguire per ottenere i bitcoin con l’ATM non è immediata: “La prima volta prevede 4 fattori di autenticazione, nel rispetto delle leggi contro il riciclaggio di denaro”.

E’ il momento giusto per investire in Bitcoin o per esserne investiti…?

 

Inserito il:14/01/2019 19:04:27
Ultimo aggiornamento:14/01/2019 19:36:12
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