Helena Tiainen (from Berkeley, CA - United States) - Onward Upward (2017)
Dalla ripresa post pandemia alle attese verso il 2030
di Bruno Lamborghini
Come riporta il Rapporto di settembre di Prometeia, l’economia mondiale sta cercando di ritrovare un equilibrio post pandemia non ancora conclusa. Prometeia conferma il forte rimbalzo di tutte le economie dopo l’”annus horribilis” 2020, un rimbalzo che per alcuni paesi consente di recuperare, già entro la fine del 2021, le perdite subite, ma nello stesso tempo vi sono alcuni rischi da gestire, in primis la crescita dell’inflazione a livelli mai sperimentati nel decennio trascorso.
In particolare negli USA l’inflazione sale dal +1,2% del 2020 al +4,3% nella media del 2021 con punte del +5% tra maggio e luglio, per restare al +3,3% nel 2022. Minore appare la crescita dei prezzi nell’Eurozona ed in particolare in Italia per i prezzi al consumo (+ 1,8% nel 2021 e + 1,5% nel 2022), mentre sono in netto rialzo nel 2021 i prezzi dell’industria (+8,9% nel 2021 e +2,7% nel 2022), a causa del forte rincaro delle materie prime nella prima parte del 2021. In particolare l’elemento più grave è rappresentato dalla triplicazione rispetto a inizio anno del costo del gas naturale (70 Euro per megawattora) con impatto pesante sul costo dell’energia elettrica, a causa della crescita della domanda, ma soprattutto delle difficoltà dei rifornimenti, della ridotta produzione di energie alternative (problemi dell’eolico) e del forte rialzo dei diritti di emissione Co2. Se nel 2022 i costi delle materie prime potranno riassestarsi, vi è qualche rischio ulteriore nel periodo invernale a causa anche del basso livello delle scorte di gas.
In Italia gli aumenti delle bollette del gas (+14.4%) e dell’elettricità (+29.9%), sono frenati dagli interventi governativi, ma comunque con effetti pesanti su famiglie e imprese. Dopo un secondo trimestre di forte crescita, l’economia dellterzo trimestre si presenta in rallentamento a causa delle incertezze sugli effetti delle varianti Delta ed anche per carenze di offerta rispetto alla domanda. La crescita dell’economia mondiale 2021 si prospetta al +6%, di cui +5,2% nei paesi industrializzati (USA +6%, UEM: +5%) ed anche in Italia (+6%), mentre la Germania si ferma al +2,4%, a causa in specie del rallentamento dell’industria dell’auto.
La Cina che nel 2020 aveva avuto, come nessun altro paese, non una perdita, ma una crescita al +2,1%, presenta nel 2021 un aumento del +8,4%, nonostante la crisi della grande azienda immobiliare Evergrande e l’impatto sulla borsa cinese anche degli interventi governativi per l’industria hightech. Il 2022 appare proseguire una netta crescita economica, anche se più contenuta (+ 4,1% a livello mondo, in USA e nella UEM). Per l’Italia la previsione di Prometeia è del + 6% nel 2021 (come il MEF) e del +3,8% nel 2022, trainata dalla spesa delle famiglie/consumi (+4,8% nel 2021 e +3,8% nel 2022), ma soprattutto dagli investimenti industriali (+11,2% e +9,4%) e particolarmente dagli investimenti nelle costruzioni (+21,6% e +8% grazie agli incentivi fiscali).
L’export nel 2021 ha un andamento molto trainante (+12,6%), nell’ambito di una crescita del +8,5% del commercio internazionale. La netta ripresa dell’economia italiana è sostenuta anche dalla maggiore spesa pubblica (il deficit è pari al 9,5% del PIL sia nel 2020 che nel 2021 con una crescita del debito a circa il 156% dl PIL) e successivamente anche dagli interventi del PNRR sia in termini di spesa che di riforme in grado si ridurre le inefficienze e migliorare l’attrattività verso gli investimenti esteri.
Da queste analisi e previsioni emerge a livello internazionale un quadro positivo che potrebbe consentire al decennio 2020-30, non di essere contrassegnato, è vero, dalla più grave pandemia del secolo, ma sopratutto di prospettare una fase storica di straordinario sviluppo qualitativo e quantitativo del mondo verso obiettivi di crescita più sostenibile, sia ambientale che sociale, con effetti anche sulle aree marginali depresse (in specie l’area sub-sahariana in grave carenza energetica e alimentare).
La lotta al riscaldamento globale ed i programmi per la decarbonìzzazione sembrano finalmente al centro dell’attenzione dei governi (G20 grazie alle iniziative del Presidente Draghi), determinando peraltro costi elevati a breve e a medio termine per l’energia “pulita” e per la totale riorganizzazione non facile delle produzioni e dei consumi, così come per i cambiamenti nella catena internazionale del valore, che la globalizzazione selvaggia ha prodotto con crescenti costi e colli di bottiglia nei rifornimenti. Richiede anche di rafforzare un continuo impegno sanitario a livello globale per contrastare possibili attacchi epidemici.
La crescita mondiale inoltre non sarà più sostenuta come in passato dalla straordinaria iniezione di liquidità messa in atto da anni con i programmi di Quantitative easing da parte delle banche centrali (la Fed 120 miliardi $ al mese la BCE 60 miliardi Euro al mese) e con la fine dei tassi zero e la crescita dei tassi di interesse a livelli auspicabilmente solo fisiologici e senza impatto inflazionistico. Quindi l’economia mondale dovrà ritrovare la strada dello sviluppo nelle sue sole forze naturali. Last but not least, il decennio 20-30 vedrà l’effettivo passaggio da una società ancora analogica ad una società definitivamente digitale con effetti positivi di sviluppo, nuove imprese e nuove competenze di lavoro e professionali, ma nello steso tempo con problemi di inadeguata formazione e preparazione al cambiamento di parte di cittadini, lavoratori ed istituzioni, con rischi di fasi di disoccupazione strutturale e con l’esigenza di profonde trasformazione dei sistemi formativi verso forme di apprendimento lifelong e nuove strutture organizzative a carattere orizzontale e transgenerazionale.
Vi sono poi rischi nel contesto geopolitico internazionale, non solo per possibili riprese del terrorismo con la crisi afgana, ma per le incerte prospettive della competizione, non solo economica, tra le due grandi potenze mondiali, USA e Cina. Anche l’Unione Monetaria Europea presenta incertezze, considerando le possibili prospettive delle scadenze elettorali nel 2021 già in atto in Germania, nel 2022 in Francia e nel 2023 in Italia.
La strada aperta dal Next Generation EU può e deve rappresentare l’avvio di una nuova e vera Unione Europea, ma molto dipende da chi saranno i protagonisti. La domanda finale è: saremo in grado di volere ed attuare operativamente i grandi cambiamenti con l’accordo di tutti e con una governance effettiva ?