Aggiornato al 21/12/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Paul Klee (Münchenbuchsee, Berna, CH, 1879 - Muralto, Ticino, CH, 1940) - With the Rainbow (1917)

 

Reddito di cittadinanza per tutti

di Franco Del Vecchio

 

Sebbene il termine “di cittadinanza” lasci intendere un reddito per tutti i cittadini, in realtà, si tratta dell’ennesimo sussidio per i meno abbienti senza reddito, o presunti tali. L’iniziativa di solidarietà può essere l’occasione per una radicale riforma fiscale nel rispetto dei principi di equità, semplicità ed efficacia del rapporto con lo Stato.

 

Lo Stato ha il compito di definire e far rispettare regole chiare nell’interesse della collettività e nel rispetto dei cittadini, ma negli ultimi 50 anni assistiamo ad una progressiva interferenza nella vita delle persone dimenticando il riconoscimento del merito e la certezza del diritto, nell’intento di accattivare simpatie di parte, piuttosto che operare con lungimiranza a favore di tutti.

Ad esempio, 50 anni fa le istruzioni per la dichiarazione dei redditi erano meno di 4 pagine, oggi le regole fiscali del Modello 730/2019 sono contenute in 120 pagine, comprensibili forse al 10% della popolazione. Una complessità burocratica motivata dal solo obiettivo di concedere ad ogni legislatura deduzioni e detrazioni per le fasce più basse di reddito e combattere l’evasione fiscale, mentre nella realtà la giungla fiscale così creata, offre maggiori possibilità di evasione per i “furbi”.

Ogni legge fiscale ha l’obiettivo di conseguire maggiore equità e solidarietà nel rispetto della progressività della tassazione prevista dalla Costituzione, nel riconoscimento del merito (per chi ottiene maggiori risultati) e nella certezza del diritto basata sulla stabilità delle regole nel tempo.

Se la distribuzione delle aliquote fiscali è certamente definita dalla politica economica-sociale, le modalità di implementazione e gestione della fiscalità dovrebbe rispondere a criteri di trasparenza, semplicità ed efficacia gestionale.

Il progressivo invecchiamento della popolazione e la riduzione delle nascite impongono iniziative per evitare il declino del paese e proprio in questo momento di difficoltà politica e finanziaria dobbiamo ritrovare lo slancio e il coraggio per costruire le basi per un futuro migliore per le nuove generazioni.

Proviamo allora ad analizzare il reddito di cittadinanza per verificare se sia possibile sviluppare un modello di gestione in grado di soddisfare meglio i principi di equità nel rispetto di tutti i cittadini e degli impegni di bilancio.

Un reddito di cittadinanza, così come lascia intendere il titolo, cioè per tutti, rappresenta una significativa conquista di civiltà se applicato veramente a tutti i cittadini, piuttosto che essere concesso solo a chi ne fa richiesta.

Per il solo fatto di essere cittadini, tutti dovrebbero ricevere un reddito costituito dalla distribuzione degli “utili” di gestione della finanza pubblica, e tale importo dovrebbe essere proposto nel modello precompilato del 730 e degli altri modelli per la dichiarazione dei redditi.

La finanziaria dovrebbe quindi contenere la posta di bilancio “Reddito di Cittadinanza” che verrebbe distribuita a consuntivo, l’anno successivo, in parti uguali a tutti i cittadini, compresi i bambini e quindi i genitori riceverebbero un incentivo e un sostegno concreto al mantenimento dei figli. Anche i pensionati avrebbero la garanzia di una pensione pari almeno al Reddito di Cittadinanza. Un reddito di cittadinanza sarebbe cioè un contributo di solidarietà a favore di TUTTI, per il solo fatto di essere cittadini residenti in Italia.

Tutti i cittadini potrebbero quindi detrarre il “Reddito di cittadinanza” dalle tasse dovute e se la differenza risultasse a credito riceverebbero tale importo come reddito di solidarietà riconosciuto dallo Stato.

Con il “Reddito di Cittadinanza” a tutti, si potrebbero eliminare la detrazione per redditi di lavoro dipendente (978-1.880 €) e i limiti di reddito (8.000 €) per la presentazione della dichiarazione, etc. assicurando piena equità per tutti. Solo per compensare le riduzioni delle detrazioni e le fasce di reddito non tassate, il Reddito di cittadinanza potrebbe essere superiore a 3.000 euro annui, cioè almeno 250 euro mensili per tutti.

Le differenze di tassazione avverrebbero unicamente modellando le aliquote ed eventualmente riducendo gli scaglioni (che sono attualmente cinque: 23% fino a 15 mila euro, 3.450,00 + il 27% della parte eccedente i 15 mila e fino ai 28 mila euro, 6.960,00 + il 38% della parte eccedente i 28 mila e fino a 55 mila euro, 17.220,00 + il 41% della parte eccedente 55 mila e fino a 75 mila euro, 25.420,00 + il 43% della parte eccedente i 75 mila euro, ma in realtà gli scaglioni sarebbero 6 considerando l’esenzione fino a 8 mila euro).

Il “Reddito di cittadinanza” a tutti, al posto di detrazioni e deduzioni su determinate spese, darebbe maggiore libertà di scelta ai cittadini e garantirebbe maggiore trasparenza riducendo la percezione di oppressione fiscale.

Il rapporto economico, dare-avere, dello Stato con i cittadini dovrebbe essere gestito da un unico ente che potrebbe così meglio controllare la situazione fiscale combattendo l’evasione e le truffe.

Insomma un “Reddito” per ciascun cittadino risultato della buona gestione dei conti dello Stato e un semplice sistema di tassazione “chi più ha più dà” permetterebbe a ciascuno di avere un’idea chiara sulle scelte da fare e un sistema fiscale semplice che permetterebbe di dare con i fatti la caccia all’evasione fiscale.

Con regole chiare e semplici lo Stato potrebbe restituire ai cittadini la libertà di decidere le proprie scelte piuttosto che sperare nella generosità delle finanziarie.

Riassumendo, il reddito di cittadinanza dovrebbe essere basato su poche semplici regole:

  1. A TUTTI i cittadini italiani residenti fisicamente e fiscalmente in Italia lo Stato riconosce un reddito di cittadinanza di uguale importo.
  2. Tale reddito è definito dalla distribuzione degli “utili” di bilancio dell’anno precedente assicurando in tal modo il pareggio di bilancio.
  3. Il reddito di cittadinanza sarà utilizzato in detrazione per il pagamento delle tasse e l’eventuale credito sarà restituito con accredito mensile al cittadino avente diritto al reddito di cittadinanza.
  4. Con il reddito di cittadinanza a TUTTI sarebbero eliminate le esenzioni per redditi esentasse, le detrazioni per lavoro dipendente ed altre eventuali detrazioni e deduzioni sostituite dal reddito di cittadinanza.

Naturalmente sarà sospeso il “Reddito di cittadinanza” ai detenuti, per compensare le spese della detenzione, e saranno dedotti da tale reddito gli importi dovuti irrevocabilmente allo Stato (tasse arretrate, multe, etc.).

Le prospettive del Paese miglioreranno solo se si affermeranno regole semplici e stabili a sostegno dell’equità per tutti i cittadini, nel rispetto del riconoscimento del merito e il “Reddito di cittadinanza” potrebbe avere sviluppi interessanti per tutti.

 

Inserito il:23/08/2019 08:04:23
Ultimo aggiornamento:23/08/2019 08:09:01
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