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Shale gas e shale oil (3) - Strategia francese
di Vincenzo Rampolla
Dalla fine del 2021, la Francia ha importato oltre 4,5 Mld m³ di gas naturale liquefatto (LNG), quasi esclusivamente da gas di scisto. Questo gas è stato acquistato da Engie, la società di cui lo Stato francese è azionista di riferimento. Nel 2022, la Francia ha importato più gas naturale liquefatto (GNL) di qualsiasi altro paese europeo. Eppure per mesi il governo francese ha eluso la questione e ha cercato di nasconderla, mantenendo segreta l'origine del gas importato. L’indagine di un giornale indipendente ha rivelato che Mld di m³ di LNG statunitense importati in Francia da novembre 2021 sono derivati da shale gas. Inoltre il 60% del gas naturale liquefatto statunitense esportato in Francia è stato prodotto da Cheniere Energy, il principale produttore di gas statunitense.
Il fracking, estrazione di gas dallo scisto tramite fratturazione idraulica, è vietato in Francia dal 2011 a causa delle conseguenze disastrose per l'ambiente e il clima. La ministra francese per la transizione energetica Agnès Pannier Runacher a luglio 2022 ha ammesso in un discorso ai senatori francesi che il paese aveva già fatto scorta di shale gas prima della guerra in Ucraina e delle conseguenti drastiche riduzioni delle importazioni di gas russo. La Ministra è stata anche ansiosa di minimizzare la questione.
Strategia vincente: perché correre i rischi di produrre in Francia shale gas e shale oil se posso acquistarlo direttamente dagli Usa che lo producono e lo smerciano via nave, in forma di LNG destinato a gassificatori piazzati in punti chiave dell’esagono?
Non solo, è anche tattica astuta, ben collaudata e mai capita dall’Italia come nel caso del nucleare: in assenza di reattori italiani, perché non acquistare reattori francesi, esportati in tutto il mondo, anziché vietarne la produzione con referendum che ha condannato a morte il nucleare italiano?
Una ricerca di Disclose, giornale indipendente, ha iniziato analizzando i dati del Governo Usa sulla produzione di gas e li ha confrontati con i dati sul commercio marittimo sul sito MarineTraffic.
È davvero difficile tracciare il gas statunitense, dato che viene trasportato sulle coste degli Usa tramite condotte prima di essere raffreddato in modo da poter essere trasformato in LNG.
È complesso, non impossibile. Il gruppo possiede 2 terminali in cui il gas viene trasformato in LNG destinato al trasporto via nave: Sabine Pass e Corpus Christi, nel Golfo del Messico, in Texas. Il sito di Corpus Christi esporta ogni anno più di 20 Mld m3 di LNG, con le sue decine di ciminiere e serbatoi distribuiti su diverse centinaia di ettari. Si prevede che le sue capacità di stoccaggio e produzione cresceranno addirittura di oltre il 60% entro il 2025.