Donne e finanza: un binomio vincente. La Columbia ce lo insegna
di Ilaria Portaluri
Il ruolo delle donne in posizioni di leadership nel settore finanziario ha attirato una considerevole attenzione pubblica, in seguito alle numerose evidenze empiriche sulle conseguenze economiche ed i benefici in termini di performance.
L’acclamazione e la critica generate dalla microfinance, dal women banking e da altre pratiche che promuovono l’accesso di donne a risorse finanziarie in paesi in via di sviluppo, hanno messo in luce la disparità di genere ancora esistente. L’obiettivo di inclusione, finalizzato alla piena partecipazione femminile nella vita economica, come esplicitato nel Sustainable Development Goal 5 delle Nazioni Unite, richiede agli Stati uno sforzo per la realizzazione di una maggiore uguaglianza di genere.
All’interno di questo quadro il 9 marzo si è svolto l’evento “Women in Finance: Toward Equality”, presso la Columbia University di New York. Il workshop è stato organizzato congiuntamente dalla School of International and Public Affairs (“SIPA”) di Columbia e dal CFA Institute, con la partecipazione di numerosi relatori di grande rilievo internazionale, tra cui l’ex Sottosegretario alla Finanze del Tesoro Americano, Mary J. Miller, il Rettore di SIPA, la Direttrice del Programma “Gender and Human Rights di SIPA, Yasmine Ergas, il Vice-Governatore della Banca di Israele, Nadine Baudot-Trajtenberg ed illustri accademici e senior executives.
L’evento è strutturato in panel, in cui la tematica della disuguaglianza di genere nel settore finanziario viene declinata in tre diversi aspetti. Il primo affronta la questione di ‘uguaglianza’ in termini di rappresentazione femminile sia nel ruolo di leader ed investitori specializzati, che come clienti. Il secondo è incentrato sulle conseguenze di tale sotto-rappresentazione e sui potenziali benefici di una maggiore partecipazione femminile a livello globale. Infine, il terzo analizza la correlazione esistente tra l’evoluzione della rappresentazione di genere ed i cambiamenti recenti nell’industria finanziaria.
Action Institute, con la figura della sua Presidente Carlotta de Franceschi, ha partecipato al dibattito intervenendo al panel “Promoting Gender Equality in Finance, Views from the Top”. Durante la tavola rotonda gli esperti si sono confrontati su cosa crei disparità di genere e quali possano essere le soluzioni. In particolare, la Presidente di Action Institute ha sottolineato che ci siano due grandi pilastri su cui lavorare, uno è la leadership e l’altro è la comprensione ed il rispetto dell’”identità femminile”, in luoghi spesso “dominati” dagli uomini. “In ambienti fortemente maschili, alla donna è richiesto di conformarsi, rinunciando spesso alla propria identità, oppure di essere fedele alla propria identità, diventando potenzialmente una sfida per l’ambiente di lavoro. […] La diversità senza l’inclusione è un’opportunità persa. Le donne portano delle caratteristiche essenziali all’organizzazione e complementari a quelle degli uomini. E’ fondamentale che, il valore di una maggior partecipazione femminile e più in generale di un ambiente effettivamente equo, sia realmente sentita dai vertici e non rimanga un’enunciazione sterile per le Relazioni Pubbliche o le Risorse Umane.” La presidente ha successivamente proposto delle best practices volte a ridurre la disparità di genere, come ad esempio la mentorship, la sponsorship, coaching per le donne e perché no anche per gli uomini.
Lo scopo primario di questo workshop è stato promuovere una discussione efficace, finalizzata a dare risposte concrete alle questioni sopra elencate. L’evento, inoltre, si è preposto due obiettivi di lungo periodo. Creare l’opportunità per la creazione di un network influente sensibile alla tematica, ed ergersi come modello di riferimento ed incentivo per future discussioni sulla finanza inclusiva.