SVG Illustrazione vettoriale - Bitcoin, criptovalute, blockchain
Criptovalute news gennaio-maggio 2022
di Vincenzo Rampolla
Sintesi del mercato Bitcoin. A inizio anno i.l BTC ha lasciato sul terreno -10% e -20% a fine mese: giornate nere, scambiato il 22.01.2022 a poco più di $38.800 (fonte Coinbase) e il 02.06.2022 caduto a $29.937 da oltre $51.000 nel Rapporto criptovalute settembre 2021 Il crollo di questo periodo secondo gli analisti è legato alle incertezze del protrarsi della crisi sanitaria e all’inflazione. BTC ci ha abituati a vigorose riprese dopo gli scivoloni che si sono susseguiti negli anni e non è da escludere che la cosa si ripeta. Alla prospettiva di generare un guadagno importante in tempi brevi, spunta lo spauracchio di un ulteriore ribasso che finirebbe per svalutare il capitale convertito. Magra consolazione vedere anche le altre criptovalute cadere a picco, soprattutto nel caso di Ethereum, ETH sceso da $3.766 il 3.01 2022 a $1.705 il 02.06.2022. Con un crudele tempismo nei confronti dello scenario, Eric Adams, nuovo sindaco di NY, ha reso noto in via ufficiale che a fine gennaio preleverà il suo primo stipendio in BTC e ETH, attraverso l’Exchange Service Coinbase. Non ha ancora idea di ciò che incasserà oggi…
In calo l’utilizzo di Bitcoin in El Salvador. Dopo il boom iniziale dovuto alla novità e ai $30 in BTC distribuiti gratuitamente dal Governo, sembra che il suo utilizzo in El Salvador non stia decollando. Dal recente Report del National Bureau of Economic Research (NBER) di Cambridge, (Massachusetts), l’utilizzo di BTC in El Salvador per le transazioni quotidiane è ancora basso e concentrato nella fascia di popolazione istruita, giovane e già utilizzatrice dei servizi bancari tradizionali. Da un’intervista a 1.800 famiglie, si scopre che solo il 20% dichiara di utilizzare il wallet statale Chivo. Tra questi solo il 10% afferma di utilizzare meno contanti o carte di debito e credito. Il Paese in totale ha circa 6,8 milioni di persone, quindi si potrebbe stimare che Chivo venga in effetti utilizzato da molto meno di 1,5M previsti. Il quadro emerso rivela che la maggior parte degli utilizzatori lo ha scaricato l’anno scorso per incassare i 30$ in Bitcoin regalati dallo Stato, per poi accantonarlo. Infatti, il 40% di tutti i download dell’app avvenne a settembre 2021, quando fu lanciato, mentre nel 2022 non ne risultano. Il Report rivela anche che solo il 20% delle aziende afferma di aver accettato il BTC come mezzo di pagamento, poiché chi non dispone ancora dell’attrezzatura per poterlo fare è libero di non accettarlo e in media solo il 4,9% di tutte le vendite è pagato in BTC e l’88% delle aziende converte immediatamente i BTC in dollari sonanti, appena li riceve. Oggi il valore degli acquisti del Tesoro è circa $74 M, ben al di sotto dei $103 M iniziali, con il Presidente della Banca Centrale che nega il rischio di default, mentre l’agenzia di rating Fitch ha abbassato il giudizio a CCC da B- .
Bitcoin: assicurazione contro le catastrofi finanziarie. Lo dichiara il miliardario Bill Miller. Per come la vedo io, il BTC è una polizza assicurativa. Anche nei periodi più turbolenti, il BTC ha continuato a funzionare, senza alcuna interferenza esterna. Miller, fondatore miliardario e Chief Investment Officer (CIO) della Società di Investimenti Miller Value Partners, durante un recente incontro, ha difeso l'uso della criptovaluta per accedere ai servizi finanziari da qualunque angolo del pianeta, anche nelle regioni con un conflitto. Ha usato come esempio il crollo delle infrastrutture finanziarie in Afghanistan dopo il ritiro degli Usa nell'agosto 2021: Quando gli Usa si sono ritirati dall'Afghanistan, Western Union ha smesso di inviare le proprie rimesse o di prelevarle. Con il BTC, questo non sarebbe stato un problema. BTC può essere inviato a chiunque e dovunque, basta un telefono. Ha inoltre evidenziato le prestazioni del BTC durante le prime fasi della pandemia e la reazione della Federal Reserve: Quando la Fed è intervenuta e ha notevolmente incrementato l'offerta di moneta, il BTC ha continuato a funzionare come sempre. Non c'è stata alcuna corsa agli sportelli in BTC, il sistema ha è andato avanti senza alcuna interferenza esterna. Tutti hanno avuto i loro BTC, il prezzo si è adattato, e quando la gente ha iniziato a capire con un: “Aspetta, ci sarà un'enorme inflazione in futuro”, il BTC è schizzato alle stelle.
Miller è noto per aver gestito un portafoglio che, per 15 anni consecutivi tra il 1991 e il 2005, ha costantemente battuto i rendimenti dell'indice S&P 500. È un convinto sostenitore del BTC, tanto che a gennaio 2022 ha investito metà del suo patrimonio netto nell'asset e ha confermato che circa l'80% è suddiviso fra Amazon e Bitcoin.
Indagine BCE: una famiglia su dieci in Europa possiede criptovalute. Un’indagine BCE tra adulti di età compresa tra 18 e 70 anni è stata condotta in 6 aree dell'eurozona (Italia, Paesi Bassi, Spagna, Belgio, Francia e Germania) sulla crescente adozione delle criptovalute, nonostante l'alto fattore di rischio. In totale il 10% degli intervistati ha detto di possedere criptovalute. Solo il 6% ha dichiarato di avere asset digitali per un valore superiore a 30.000€; il 37% ha criptovalute per meno €1.000. Nelle 6 Nazioni il 20% più ricco della popolazione ha la percentuale più alta di criptovalute.
Il sondaggio fa parte di un Rapporto più esteso pubblicato dalla BCE che ha citato anche un sondaggio secondo cui nel 2021 il 56% degli investitori avrebbe eseguito operazioni con le criptovalute, a fronte del 45% nel 2020. La maggiore disponibilità di derivati e titoli basati su criptovalute all'interno di borse regolamentate potrebbe aver contribuito a tale incremento; la migliore disciplina del settore conferma il sostegno delle criptovalute da parte delle Autorità Pubbliche. Per questo la BCE ha citato la Germania, che consente ai fondi istituzionali di investire fino al 20% delle loro partecipazioni in criptovalute ma ha affermato che, se le attuali tendenze dovessero continuare, questi asset potrebbero rappresentare una minaccia per la stabilità finanziaria.
Considerazioni del Governatore I.Visco. Estratto dall’Assemblea Annuale della Banca d’Italia del 31.03.2022. La diffusione di prodotti, processi e canali distributivi innovativi richiede di rafforzare i presidii per la tutela della clientela e la corretta gestione dei dati personali; la loro regolamentazione beneficia del confronto con utenti e operatori di mercato. Un rilevante aumento dei livelli di alfabetizzazione finanziaria è condizione necessaria affinché le capacità di scelta dei clienti si rafforzino e le norme e l’azione di vigilanza possano meglio proteggere i consumatori.
Il ricorso alle tecnologie dei registri distribuiti DLT (Distributed Ledger Technologies) può migliorare l’efficienza nell’offerta dei servizi finanziari e recare benefici significativi per gli utenti. La riduzione dei tempi dei pagamenti e dei costi collegati all’emissione e alla circolazione degli strumenti finanziari favorisce l’ampliamento della platea degli investitori, accresce lo spessore dei mercati di attività sinora considerate poco liquide. Su questo fronte anche in Italia, come in altri Paesi europei, sono in corso di definizione iniziative di sperimentazione, in coerenza con la prossima introduzione nell’UE del regime pilota per le infrastrutture di mercato basate su DLT (Pilot Regime for Market Infrastructures based on DLT Regulation).
Queste tecnologie vengono utilizzate per l’emissione e lo scambio di criptoattività. Tale denominazione, per la quale mancano ancora tassonomie condivise a livello internazionale, fa riferimento a strumenti tra loro molto eterogenei. Un’importante distinzione va fatta tra le criptoattività emesse a fronte di attività reali o finanziarie (fully-backed stablecoins) e quelle prive di tale supporto. Le prime, se adeguatamente regolamentate ed emesse da soggetti ben identificati, possono mantenere un valore relativamente stabile nel tempo e fornire servizi all’economia. Le altre – tra cui le cosiddette stablecoins con meccanismi di stabilizzazione basati su regole automatiche che adeguano l’offerta alle variazioni della domanda (algorithmic stablecoins) – sono prive di un valore intrinseco, connotate da un’elevata volatilità e, di conseguenza, esposte a significativi rischi di vendite improvvise; esse vengono per lo più utilizzate con finalità speculative.
A seconda delle loro caratteristiche, le criptoattività possono quindi presentare diversi livelli di rischio, di cui la regolamentazione, nel disciplinarne la diffusione, deve tenere conto. Va nella giusta direzione la proposta della CE di un regolamento europeo sui relativi mercati (Markets in Crypto-Assets Regulation) MiCAR, che prevede sia regole comuni per l’emissione e l’offerta al pubblico di criptoattività, sia requisiti per la prestazione di servizi a esse collegati, come l’acquisto, la custodia e la vendita. Restano tuttavia questioni aperte, come la possibilità che gli utenti accedano ai mercati delle criptoattività senza il coinvolgimento di operatori regolamentati. Siamo consapevoli del permanere di ulteriori rischi, spesso non sufficientemente compresi dagli utenti, che possono derivare dal ricorso a portafogli elettronici che consentono lo scambio automatico di criptoattività, senza l’intervento di fornitori di servizi (i cosiddetti unhosted wallets), e dalla fruizione di servizi finanziari attraverso programmi informatici (smart contracts) resi disponibili direttamente da soggetti non sottoposti a controlli (Finanza Decentralizzata) DeFi. Un ordinato sviluppo di questi fenomeni non potrà prescindere dalla definizione di standard e prassi in grado di costituire un riferimento non soltanto per gli intermediari vigilati, ma per tutti i soggetti coinvolti. Stiamo intensificando, per condividerli con le altre autorità di controllo, gli approfondimenti necessari per accrescere la trasparenza e l’affidabilità di queste nuove forme di intermediazione finanziaria.
Al di là delle distinzioni tra criptoattività, occorre avere ben presente che anche gli strumenti emessi ricorrendo alle DLT da soggetti chiaramente identificati sarebbero passività di enti privati, e come tali caratterizzate dal rischio di insolvenza. L’unico strumento in circolazione privo di tale rischio è il contante emesso della Banca Centrale. È sulla base di questa consapevolezza che la Banca d’Italia contribuisce, nell’ambito dell’Eurosistema, al progetto per la possibile introduzione dell’euro digitale. Una valuta digitale della Banca Centrale rappresenterebbe un’ancora per la fiducia del pubblico nella moneta e fungerebbe da complemento al contante e ai mezzi di pagamento elettronici esistenti, nonché allo sviluppo privato di strumenti digitali affidabili. Affinché ciò sia possibile l’euro digitale dovrà soddisfare le aspettative degli utenti garantendo protezione dei dati personali, sicurezza e facilità di utilizzo, favorendo l’innovazione e accompagnando la trasformazione digitale dell’economia. La decisione sulla sua possibile emissione sarà presa nei prossimi anni alla luce dei risultati delle attività in corso.
(consultazione: coinbase; btc report; eth report; le monde; financial times; indagine bce; intervento governatore i.visco assemblea annuale banca italia 2022)