Aggiornamento in vista del referendum che domani si terrà in Grecia.
Come sapete l’atteggiamento tenuto fino ad oggi dai nuovi governanti greci, ha portato ad un blocco totale delle trattative volto a creare un quadro che sia ragionevole; quindi non solo una serie di generiche promesse (peraltro su misure di fatto non attuabili).
Il nocciolo della questione è: A) combattere una situazione interna al paese ormai inaccettabile e davvero anacronistica con riforme che siano (finalmente) davvero credibili e possano sviluppare i loro effetti nel tempo, B) arrivare ad un drastico abbattimento del debito greco oggettivamente insostenibile (cosa peraltro mai negata dai creditori europei), C) a fronte dell’iniezione di liquidità a banche e a un Paese ormai senza disponibilità e soprattutto della rinegoziazione del debito greco in termini di importo, dilazione delle scadenze e possibile ulteriore riduzione dei costi, avere la certezza che riforme serie, credibili, attuabili, verificabili regolarmente siano implementate come controparte ai punti precedenti.
Esattamente quanto non è stato fatto in questi mesi dagli attuali governanti greci e il contrario di quanto stanno “vendendo” carico di demagogia e retorica a basso prezzo al Popolo greco per orientare i votanti al "no" nel confronto di domani per mascherare la realtà e l’evidenza di una totale incapacità negoziale e politica. Ovviamente data la disperata situazione che i Greci stanno vivendo, è estremamente probabile che messaggi non propriamente realistici, possano avere un peso sull’esito del voto.
Di fatto, tecnicamente parlando, la Grecia è già in default. Tuttavia le autorità europee non hanno attuato tutte le manovre pesanti che da questa situazione sarebbero dovute scattare automaticamente. Questo per fornire ulteriore spazio di collaborazione alle trattative. Tutto in pratica è stato "congelato”.
Se vincesse il “si” le trattative si riaprirebbero senza tuttavia che ci si possa aspettare una soluzione immediata proprio (anche) per il punto appena esposto. L’incoscienza di indurire questo referendum ha avuto, tra le tante conseguenze, quella di congelare non solo i risultati dei colloqui di questi mesi, ma anche di creare altri pesanti e nuovi problemi alle trattative che verranno a partire da lunedì prossimo indipendentemente dall’esito del voto.
Se vincesse il “no” le conseguenze sarebbero pesantissime innanzitutto per il popolo e lo Stato greco. Tuttavia le trattative non sarebbero finite, ma sarebbe inevitabile un forte incremento delle difficoltà al raggiungimento di un futuro accordo.
Al momento comunque continua a essere reputata come piuttosto "improbabile” una vera uscita della Grecia dall’area euro e dalla valuta comune.
Quali le possibili conseguenze per i mercati?
In caso affermativo è immaginabile un probabile rimbalzo non tale da creare grandissime aspettative nel brevissimo. Ci sarebbe comunque un clima ragionevolmente molto più disteso (in funzione di una condizione che avrebbe questa volta spazi di trattativa finalmente ragionevoli e realistici) che contribuirebbero ri-creare una situazione concentrata sui dati fondamentali delle economie oggettivamente pesanti in termini di PIL sia europeo che mondiale.
In caso negativo, in particolare nel brevissimo, si incrementerebbe la volatilità e a esserne colpiti oltre ai corsi azionari, sarebbero in particolare i mercati obbligazionari con un forte aumento degli spread dei titoli di stato. In questo caso tuttavia gli interventi delle autorità europee sono previsti molto forti e diversificati per modalità e intensità per assorbire con efficacia, l’urto del momento. Le istituzioni (non solo europee) hanno avuto anni per preparasi a eventualità di questo tipo e ora sono sicuramente ben attrezzate in termini di strumenti a disposizione. Successivamente è ragionevole immaginare un calmierarsi della situazione come conseguenza di un proseguo delle trattative che certamente non saranno interrotte.
Rimane sullo sfondo l'impegno ad oltranza per arrivare comunque a una ragionevole soluzione del problema e alla creazione di un futuro ragionevole per il Popolo greco.
Sarà comunque una grandissima esperienza che svilupperà una maggiore collaborazione e quindi maggior forza per tutta l’area euro. Quindi un oggettivo passo in avanti verso un’Europa più efficiente e meglio governata.
Oltre diventa impossibile e irragionevole fare qualunque considerazione.
Vi lascio infine con un interessantissimo e lucidissimo articolo apparso oggi sul sito del Sole 24 Ore.
http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-07-04/non-ci-sara-alcuna-vittoria-la-grecia-urne-102330.shtml?uuid=ACBhRoL
Distinti saluti.