Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Paul Klee (1879-1940) - Zaubergarten (Magic garden) – 1926

 

Industria italiana e provvedimenti industria 4.0

di Simone Fubini

 

Recentemente in molti convegni sono stati criticati i provvedimenti Industria 4.0 del Governo in quanto incentivanti tutte le industrie in un’ottica orizzontale, quindi evitando l’approccio di una politica industriale con scelta dei settori da favorire. La mia opinione è che in realtà i provvedimenti in oggetto hanno avuto effetti sia orizzontali che verticali.

Prima di tutto occorre considerare che in ottica verticale hanno favorito le industrie che producono macchine per l’industria (produzione, confezionamento e packaging), uno dei settori in cui l’Italia è tra i leader a livello internazionale.

In secondo luogo ha favorito l’industria meccanica tramite i prevalenti e necessari investimenti in automazione con macchine robotizzate e programmabili.

E poiché l’industria meccanica in Italia produce il 7-8% del PIL (su circa il 20% dell’intera industria manifatturiera) coprendo diversi settori industriali, con un’occupazione di circa 1.800.000 addetti, vi è un elemento di orizzontalità nel provvedimento.

Globalmente quindi anche nell’ambito delle ridotte possibilità del bilancio pubblico, mi sembra che si sia raggiunto un risultato nei riguardi dell’industria italiana molto significativo e le statistiche lo confermano.

Se consideriamo il quadro dell’industria del Paese, è ben noto che la grande maggioranza delle attività industriali è rappresentata da imprese piccole e piccolissime, sotto i dieci addetti. La mia opinione è che se si vuole cambiare ulteriormente in meglio questo quadro occorre a livello nazionale un programma pluriennale, a partire da scuola e università, per sviluppare capacità e interesse imprenditoriale nei giovani, utilizzando anche tutta la strumentazione informatica disponibile.

In effetti, la maggioranza delle attività industriali italiane non sono delle vere imprese, ma delle attività di fabbricazione per conto terzi. Il vero imprenditore è quello che fa il salto culturale per individuare un’esigenza di mercato a cui rispondere con un’offerta innovativa e concorrenziale. L’informatica lo aiuta in quanto facilita l’analisi di mercato favorendo le innovazioni nell’offerta; partendo da questa base è possibile riorganizzare il funzionamento dell’intera impresa e non solo delle attività produttive, presupposto per operare con successo su un mercato che oggi è senza limiti geografici.

Soltanto gli imprenditori con queste caratteristiche potranno sviluppare con successo le loro imprese.

 

Inserito il:24/11/2017 09:55:17
Ultimo aggiornamento:24/11/2017 10:02:08
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