Anonimo (anno 1951) - Hospital room - Tempera
Considerazioni sulla spesa sanitaria (1)
di Remo Arduini
Con la fine della seconda guerra mondiale si sono poste le basi delle politiche sanitarie che hanno comportato una progressiva crescita della spesa pubblica.
In 50 anni, in Italia la spesa sanitaria totale, privata + pubblica, è aumentata in termini reali di 6,8 volte. Rispetto al PIL, è passata dall'1% nel 1946 al 15,1 nel 2010.
Successivamente, questa percentuale si è mantenuta più o meno costante fino ai nostri giorni.
La spesa sanitaria è aumentata per cause reali e monetarie. Sono reali le cause riconducibili alla crescita delle prestazioni, in conseguenza all'aumento della popolazione, dell'aspettativa di vita e della frequenza al ricorso delle prestazioni.
L'aumento, in termini monetari, si verifica quando aumenta l'inflazione, i prezzi medi aumentano più della media del settore e i costi medi crescono più della produttività del settore.
L'espansione dell'offerta dei servizi sanitari, l'evoluzione della tecnologia, la rivoluzione delle conoscenze, i nuovi stili di vita hanno influito in modo significativo sulla crescita e sulla composizione della spesa. Infatti, i costi per curare una malattia sono molto più elevati di ieri. In particolare, le malattie croniche-degenerative richiedono prestazioni molto costose e continuative.
E' noto che l'invecchiamento progressivo, con la crescita della vita media e i maggiori investimenti nella tecnologia, costituiscono le principali cause di aumento della spesa.
Il nostro paese è uno dei paesi dove si registra un'alta percentuale di anziani rispetto al totale della popolazione e dove l'indice di senescenza (rapporto tra coloro che hanno più di 80 anni e coloro che hanno superato la soglia dei 65 anni) è in costante aumento.
Da tutto ciò emerge che, anche alla luce delle diminuite risorse, il problema della sostenibilità della spesa sanitaria sta diventando uno dei problemi prioritari.
Gli interventi sul contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica è di attualità da più di un decennio. In campo sanitario, negli ultimi anni si sono moltiplicate le direttive tese a ridurre la spesa farmaceutica, indurre i consumatori e gli operatori a far uso dei farmaci equivalenti, a tagliare la spesa relativa ai beni e servizi, introdurre nuovi ticket e, soprattutto, bloccare gli investimenti, le assunzioni e gli aumenti di stipendio degli operatori.
( continua )