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La Via del Cotone
II Corridoio IMEC (India-Middle East Europe Economic Corridor)
di Vincenzo Rampolla
Presentata il 9.09.2023 al PGII Forum (Partnership for Global Infrastructure and Investment) del G20 a New Delhi, la Via del Cotone è la risposta di Usa e UE alla Via della Seta cinese e alle politiche dei BRICS in MO (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa con inseriti il 1.1.2024 EAU, Argentina, Egitto, Arabia Saudita, Etiopia, Iran). Il progetto è tornato alla ribalta durante l’intervento di B. Netanyahu all’assemblea ONU, il 27.09.2024. Al Palazzo di Vetro il Premier israeliano ha mostrato 2 cartelli: la maledizione (the curse), con Iran, Iraq, Siria e Libano e la benedizione (the blessing), il Corridoio dall’India all’Europa, evitando la Palestina.
L’IMEC. La Via del Cotone è il nome dato all’IMEC: India-Middle East-Europe Economic Corridor, Corridoio India-Medio Oriente-Europa alternativo alla Road Belt Initiative (RBI), che prevede l’unione dei porti dell’India agli Emirati per trasferire gas, petrolio e merci su rotaia fino alla costa sud-est del Mediterraneo. Il protocollo è stato sottoscritto da Francia, Germania, India, Italia, UE, Arabia Saudita, EAU e Usa. I firmatari rappresentano più della metà del PIL globale e il 40% della popolazione mondiale. I collegamenti principali della Via del Cotone sono due: uno ferroviario tra l’Europa e il Golfo (EAU, Arabia, Israele e Giordania) tramite Giordania e Israele e uno portuale tra l’India e gli Stati Arabi. In aggiunta, sono previste condotte per l’H₂ verde, per rafforzare gli obiettivi climatici e decarbonizzazione e per cavi sottomarini per trasmissione dati e energia elettrica. Durante l’incontro a New Delhi, U. Von der Leyen ha dichiarato: Questo asse commerciale e energetico ridurrà del 40% il tempo necessario per il trasporto delle merci tra l’India e il MO.
Il memorandum d’intesa siglato al G20 del 2023 traccia una bozza della geografia del Corridoio. L’obiettivo è chiaro: aumentare la cooperazione energetica tra i firmatari, migliorare la connettività, lanciare la sfida alla Via cinese, offrire un’alternativa agli investimenti garantiti da Pechino ai Paesi in via di sviluppo e fare concorrenza all’attuale rotta commerciale che transita attraverso il Canale di Suez. Per l’UE, IMEC significa soprattutto massimizzare l’influenza geopolitica in Asia e rafforzare il commercio con i Paesi del Golfo.
Il Corridoio. Arriva in Italia (snodi di Gioia Tauro, Golfo Aranci in Sardegna e Genova) attraverso il Global Gateway, il piano infrastrutturale che la CE ha messo in piedi per collegare l’UE con i suoi partner, in particolare i Paesi confinanti e in via di sviluppo. Il piano di investimenti, varato nel 2021, prevede €300 Mld: €18 Mld in sovvenzioni dirette provenienti da programmi comunitari dedicati all’azione esterna, €145Mld da prestiti di banche d’investimento e da Bei per la ricostruzione e lo sviluppo, €135 Mld dal settore privato.
Il corridoio IMEC è possibile grazie agli Accordi di Abramo di agosto 2020, avendo normalizzato i rapporti Israele - EAU e grazie alle solide relazioni India-UE con Israele, EAU e Arabia Saudita. A rafforzare l’intesa tra India, EAU, Israele e Usa è il sistema I2U2, un raggruppamento creato nel 2022 per consolidare la cooperazione a 4 su energia, acqua, trasporti, commercio e connettività digitale. Negli Usa, forti del Quadrilateral Security Dialogue con Australia, India e Giappone, la strategia del Corridoio si proietta verso l’Indo-Pacifico fin dalle precedenti Amministrazioni.
Usa e UE mirano ad avvicinare l’India, stabilizzare il MO, contrastare l’influenza cinese e resistere a shock imprevedibili come gli attacchi Houthi alle rotte di navigazione del Mar Rosso, con l’UE che punta anche a migliorare la sicurezza energetica nel contesto della guerra Russia-Ucraina. Per EAU e Arabia Saudita la Via del Cotone significa poter diversificare l’economia sganciandosi dai combustibili fossili e diventando snodi centrali e ponte economico tra Oriente e Occidente. Nel caso dell’India, economia in rapida crescita, con demografia giovane e che guiderà la crescita globale nei decenni a venire, il Corridoio servirà al mercato interno per crescere e evitare l’accerchiamento di Pechino.
Le mire di Erdogan. La Turchia, storico ponte Asia-Europa grazie alla posizione geografica, tanto per non nuocere, è fuori dall’IMEC e Erdogan, molto critico nei confronti del Governo israeliano ha promesso un percorso alternativo a questo Corridoio, annunciando l’Iraq Development Road Project, progetto che dovrebbe collegare il Golfo con l’Europa attraverso una ferrovia e un’autostrada, passando per i porti di EAU, Qatar, Iraq e Grand Faw (in costruzione).
Le voglie di Macron. Nonostante le manovre turche e le enormi sfide che presenta l’instabilità in MO, India e EAU hanno firmato a febbraio 2024 il primo accordo per lo sviluppo del Corridoio e il Presidente Macron ha nominato inviato speciale per l’IMEC G.Mestrallet (ex numero uno di Suez e AD di Engie). La Francia vuole essere un attore chiave dell’IMEC e mobilitare Marsiglia e il suo porto come testa di ponte, specie per quanto riguarda l’H₂.
Il progetto Italia. Il Ministro degli Esteri A.Tajani ha giocato una carta-chiave: inserire e assicurare l’ambizione dell’Italia nel corridoio IMEC con l’esigenza di concludere il Free Trade Agreement (FTA) tra UE e India, progetto da anni sul tavolo e di cui l’Indian Chamber of Commerce, ha diffuso una memoria. Le aziende italiane stanno dimostrando una crescente attenzione all’India e viceversa, dice P.Formentini, VP Commissione Esteri Camera, assiduo sponsor del Comitato Indo-Pacifico e in stretta collaborazione con il senatore G.Terzi di Sant’Agata. E Tajani ha affogato le voglie di Macron su Marsiglia rilanciando Trieste, annunciando al Business Forum di New Delhi (10.04.2025) che entro l’anno Trieste ospiterà un vertice con i Ministri degli Esteri dei Paesi IMEC. Tajani ha ribadito che l’Italia è pronta a offrire il porto come hub di riferimento. L’Italia prevede il sostegno alle imprese di costruzione nazionali nelle infrastrutture indiane e un primo timido passo da leader del Mediterraneo allargato, con un occhio rivolto anche a Est, non più soltanto verso Sud.
Il Piano Mattei. Emerge la reciproca funzionalità con il Piano Mattei e opere infrastrutturali in Africa, sostenute anche dalla strategia infrastrutturale definita Global Gateway e dal PGII del G7. In quest’ottica, risulta chiave l’interazione Corridoio - Piano Mattei per l’Africa, sia nel rapporto con i Paesi potenzialmente coinvolti che per le priorità condivise, come energia e digitale. La stessa UE, ha di fatto riconosciuto un nesso tra IMEC e Piano Mattei, collegandone gli sviluppi all’evoluzione della Global Gateway e alla European Economic Security Strategy.
Le cifre. È chiaro che il Corridoio nasce con fini commerciali. L’UE è oggi il primo partner commerciale dell’India: nel 2023 l’interscambio in beni ha toccato € 124 Mld (12,2% del totale commercio indiano), mentre nei servizi ha sfiorato € 60 Mld, il doppio rispetto al 2020, con 1/3 legato al digitale. Usa e Cina rappresentano il 10,8% e il 10,5% del commercio indiano. L’India è anche il 9° partner commerciale dell’UE (2,2% del totale europeo), e con Bruxelles nell’ultimo decennio ha visto gli scambi crescere del 90%. Non basta. L’India è il secondo partner commerciale dell’Italia in Asia, dopo la Cina ed è il 3° nell’UE, dopo Germania e Belgio. Dal 2022 l’interscambio commerciale è stabile sopra € 14 Mld. Le esportazioni italiane cubano € 5,2 Mld (+1%) e le importazioni indiane sono in lieve flessione (€ 9 Mld, -2%), con disavanzo commerciale italiano di € 3,8 Mld. A trainare le vendite italiane sono i macchinari e gli apparecchi ad alto valore aggiunto (40,2% del totale). L’India resta anche la seconda destinazione degli investimenti diretti netti italiani nell’Indo-Pacifico, dopo la Cina, con uno stock di € 6,7 Mld.
(consultazione: e.rossi – le formiche; l.stella martini e g.giordano - ecco climate; t.marino e a.fordea– cesi- centro studi internazionali roma; vas shenoy, indian chamber of commerce; a.zopo – borsa e finanza )