Chloe Cushman (illustrator based in Toronto, Canada) - The Chaos Agent (The Globe and Mail)
Anche il caso Ucraina è un segnale
di Gianni Di Quattro
Un segnale che invita alla riflessione su quello che sta succedendo nel mondo, su come si muovono le politiche e le società di tanti Stati, su come funzionano le alleanze e le convergenze.
La prima e più importante riflessione è relativa all’aumento dei fenomeni di sovranismo e nazionalismo nel mondo ed è riscontrabile in tutti i continenti e in modo sempre più diffuso. Anche Stati paladini della democrazia da sempre come gli Stati Uniti ogni giorno di più si avvicinano a questo modo di vedere la loro società e i partiti e le persone che si contendono il potere, in primo piano l’ex Presidente Trump, sempre più difendono questo modello di vita comunitaria. Del resto, i grandi paesi orientali, di quella parte di mondo verso la quale si sta spostando sempre più il centro politico ed economico, come la Cina per dire, ne sono un esempio, oltre a rappresentare un modello sempre più imitato. E i paesi dove ancora la democrazia è in vigore sono in crisi per il cattivo funzionamento delle istituzioni, per la mediocrità delle personalità che il sistema riesce a selezionare, per la corruzione dilagante, per le ingiustizie e le diseguaglianze che il sistema non riesce a mitigare, per l’incapacità di competere ad armi pari con il consesso internazionale.
Le aggregazioni tra Stati non stanno funzionando proprio per l’aumento della cultura del nazionalismo, in primis l’Unione Europea che sembrava destinata a integrare il continente europeo, a costituire un modo nuovo di pensare dei popoli che hanno rappresentato il riferimento culturale e politico per il mondo. L’Unione Europea ha costruito enormi edifici, ha assunto migliaia di persone, spende grandi somme di denaro per la gestione e la manutenzione di tutto, traduce tutto in più lingue, consuma tanta carta che fotocopia e archivia, adotta tecnologie moderne per comunicare, continua a produrre regole. Queste regole vanno al dettaglio di tante cose, impongono ai paesi aderenti standard da adottare che influenzano la vita dei cittadini, dalla lunghezza delle banane alle dimensioni e ai contenuti delle etichette sui prodotti, dal volere assimilare prodotti diversi sotto lo stesso nome dal formaggio al vino. Ma l’Unione Europea, mentre si deve riconoscere che supporta i paesi membri sul piano economico e finanziario, niente ha fatto e fa per cercare di avvicinare le culture e la scuola, per creare cittadini europei, per garantire un sistema di protezione sociale più o meno uguale per tutti, per rendere i modi del lavoro e della sua remunerazione compatibili, dando l’impressione di avere solo una visione burocratica e gestionale, senza nessuna visione ideale, nessun interesse verso un futuro più integrato e più affascinante per tutti gli europei.
Le democrazie faticano a continuare a vivere, era più facile quando i partiti che si contendevano il potere tramite il consenso elettorale avevano valori e ideali, proponevano alternative sociali ed economiche diverse, ora che propongono solo cose e, soprattutto, un leader contro un altro, hanno perso molto interesse e i popoli lentamente li abbandonano così come decidono di conseguenza di non partecipare al rito del voto. Questo è un altro motivo, e pure importante, dello sviluppo del nazionalismo ovunque. Perché il nazionalismo sostituisce i valori di una volta, rappresenta esso stesso un valore, stringe i cuori attorno al concetto di patria, dà un senso di appartenenza, spinge alla partecipazione per la difesa di ideali utopistici che riempiono la vita di tutti a prescindere dalla cultura, dal rango sociale, dalla situazione economica personale. Dà ai poveri, ai meno abbienti un motivo per vivere, mentre i ricchi non ne hanno bisogno.
Il caso Ucraina che tanto dolore sta procurando è figlio di questa cultura, di questo andazzo. Può anche rappresentare solo un momento destinato ad allargarsi, un esempio destinato ad essere imitato. Il caso Ucraina insomma inaugura una nuova fase nel mondo che non sarà più come prima, è una pietra miliare del percorso del pensiero umano. Nella speranza che sia solo un brutto tratto di strada per l’umanità e che dopo la curva possa riprendere il cammino verso la civiltà e la bellezza.