Sandy Puifong Quang (USA, 1989) - Pericles and Golliwog - 2014
Quelli che parlano di cose che non sanno
(un confronto che non si deve fare)
di Gianni Di Quattro
Si dividono in due categorie, quelli che parlano di cose che non sanno senza sapere di non sapere e quelli che parlano di cose che non sanno sapendo perfettamente di non sapere ma facendo finta di sapere. Questa seconda categoria in genere è costituita da persone che per la loro posizione potrebbero sapere quello che dicono e contano sulla ignoranza e sulla accondiscendenza di chi ascolta. Ciò non toglie che rappresentano la categoria più pericolosa perché sono manipolatori della verità o inventori di realtà inesistenti e sempre con lo scopo di sfruttare questi loro falsi pensieri influenzando e condizionando ed ancora stabilendo termini di paragone falsi ma pur sempre termini di paragone con cui poi tutti devono confrontarsi anche fosse solo per contestarli.
I casi della vita sono tantissimi soprattutto nel mondo politico, essendo quest’ultimo sempre a caccia di consenso e quindi sempre pronto ad inventare per compiacere od inventare per affascinare e catturare. Ma non è solo il mondo politico che ricorre alla falsità o non verità come oggi si dice per rendere normale questo tipo di malversazione morale e sociale, infatti succede in tutti i settori con particolare riferimento a quelli più contigui allo stesso mondo politico o che, magari per loro fini di potere, lo vogliono sottomettere.
Un esempio interessante di come si possa cercare di accreditare culture, atteggiamenti e iniziative in modo improprio è il paragone da molti sostenuto recentemente e soprattutto dopo la convention di Ivrea dello stratega di punta del movimento 5 stelle (Davide Casaleggio), il paragone dicevamo di quest’ ultimo movimento con quello che è stato a suo tempo il movimento di Comunità pensato, promosso e finanziato da Adriano Olivetti.
A parte il periodo in cui i due movimenti sono nati, fatto che non è da sottovalutare, la cosa più importante tuttavia è la loro genesi e cioè Comunità nelle intenzioni di Adriano Olivetti doveva essere (ed era) uno strumento di sensibilizzazione e di richiamo culturale verso un modo nuovo di vedere la società, un nuovo modo di definire i rapporti tra imprese e territori, così come un nuovo modo di ridisegnare la rappresentanza politica verso una forma di democrazia che Adriano chiamava diretta, ma in modo molto diverso da come la interpretano quelli del movimento 5 stelle a parte il fatto che costoro la basano prevalentemente sull’uso della tecnologia. E su quelli che sanno usare la tecnologia.
Infatti, Adriano Olivetti pensava non ad un centro in contatto con i cittadini tramite uno strumento tecnologico, ma ai territori e alle entità economiche su di essi presenti che creano e raccolgono consenso per poi convogliarlo verso il sistema decisionale del paese direttamente, scavalcando (questo sì) una rappresentanza che non solo non riusciva a rappresentare onestamente il paese e costituiva una linea di ritardo per qualsiasi decisione, ma inquinava queste ultime con la sua mancanza di professionalità e la sua partigianeria ideologica o collegata ad interessi non certamente comunitari. Il movimento 5 stelle vuole solo cambiare il sistema di scelta della rappresentanza che vuole comunque continuare a tenere anche se per le decisioni più significative scavalcata regolarmente dalla gestione diretta delle opinioni della comunità.
Nel secondo caso dunque c’è un vulnus pesante per la democrazia che diventa una espressione di una élite, costituita da chi sa usare la tecnologia e si sente di partecipare direttamente e non tramite un suo ufficiale rappresentante. Nel primo caso (la comunità di Adriano) c’è un allargamento della democrazia con il coinvolgimento di tutti tramite i territori e le presenze economiche periferiche (che sono poi i luoghi di lavoro e di produzione del reddito individuale e collettivo). Nel secondo caso c’è una selezione della comunità che esercita il potere con un restringimento della democrazia operante e con una maggiore facilità di esercitare da parte del governo il potere in tutte le sue sfaccettature.
A parte questa differenza tra le due concezioni che è evidentemente definitiva e non solo sul piano ideologico, ci sono poi le differenze dei valori propugnati e della visione della società. Adriano Olivetti parlava di un valore sociale delle imprese e della necessità della cultura, della informazione, della bellezza e dei servizi come sistema di crescita dell’uomo, mentre il movimento 5 stelle tende a non esprimere valori, a non costruire valori, ma a raccogliere esigenze ed evaderle. In altri termini il movimento 5 stelle è un sistema di organizzazione e fornitura di servizi che può anche raggiungere l’efficienza, ma non è un sistema di valori con al centro l’uomo e la sua crescita e il suo valore come pensava Adriano Olivetti.
Dunque dire cose senza sapere o facendo finta di sapere inquinando la verità è quanto vanno dicendo coloro che si arrischiano a fare confronti improponibili e quasi sacrileghi sul piano culturale e soprattutto umano e sociale che rappresentano poi le basi per costruire i valori politici di una comunità.