Aggiornato al 31/03/2025

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Immagine realizzata con strumenti di Intelligenza Artificiale

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Cari amici, vi invito oggi al circo buffo: geopolitica e accozzaglia europea

di Achille De Tommaso

 

Signore e signori, benvenuti al circo! Il tendone è la geopolitica, il domatore è Trump; e noi, l'Europa, siamo l'elefante bendato cui lui cerca di far fare il numero con lo sgabello.

Premetto: Facciamo tanto i sorpresi quando Trump ci tratta a pesci in faccia. Ma per favore! Sembra che abbiamo la memoria corta. Ci lamentiamo che Trump, e quel suo vice, Vance, che sembra uscito da un film di Sergio Leone, ci trattino a pesci in faccia, ma ci siamo dimenticati quando tutti i media europei, con la Van der Leyen in testa (la cheerleader di Biden), hanno preso in giro Trump per mesi? Lo hanno sbeffeggiato, dipinto come un pagliaccio con parrucca gialla, sostenendo a spada tratta prima Biden e poi la Harris. E adesso ci aspettiamo che Trump ci inviti a cena? Un po' di coerenza! È un po' come se un bulletto, a scuola, ti prendesse a calci per anni, e poi lui si offendesse se un giorno tu gli tirassi uno schiaffone.

E non finisce qui. Dal lato russo, ci meravigliamo che, come Italia, non siamo stati invitati al tavolo delle trattative Russia-Ucraina, quando il Presidente della Repubblica Italiana, invece di fare il "paciere" (che sarebbe il suo mestiere), non solo lo dichiara per mesi “invasore” (e qui ci sta), ma si mette a dare del nazista (ignorando la storia) a quello che ci fornisce tuttora gas ed energia. E lo paragona pure a Hitler! Ma dico io, è come litigare in malo modo col cameriere al ristorante (sapete bene il rischio che correte…). E VOLEVAMO ESSERE INVITATI….

MA, SIGNORI, ANDIAMO TUTTI AL CIRCO!

Atto I del nostro Circo: l’uscita dei pagliacci "ReArm Europe": il progetto è una genialata. L'idea è che noi europei, inguaiati economicamente come mai, ci indebitiamo fino al collo per comprare armi. Bello, no? È come se ci dicessero: "Ragazzi, siete al verde, ma non preoccupatevi, indebitatevi ancora di più per comprare dei giocattoli nuovi, che così almeno vi divertite!".

C’è il piccolo dettaglio: chi ce le vende queste armi? Secondo Trump, dovremmo comprarle tutte dagli americani. Certo, così siamo sicuri di essere completamente ri-dipendenti da Washington anche per parti di ricambio e l'aggiornamento dei software. 

Ma l'alternativa è ancora più tragicomica: dovremmo farci le armi da soli! Creare un "carro armato europeo"; ma noi siamo europei, mica svizzeri! Noi siamo bravi a litigare su tutto, figuriamoci se riusciamo a metterci d'accordo su come deve essere fatto un carro armato. Immaginate le discussioni: "No, il cannone deve essere tedesco!", "No, le sospensioni devono essere francesi, come quelle della DS19!", "No, il design deve essere italiano, Pininfarina”. E poi, diciamocelo, fare le armi in Europa costa un occhio della testa. Un carro armato europeo costerebbe circa 28 miliardi di euro, mentre uno cinese costa 2.8 miliardi, uno russo 7/8 miliardi e uno americano 9 miliardi. E poi, in quanto tempo lo facciamo? Faccio un esempio: per fare aerei da combattimento europei ci sono voluti in media 15 anni, l’America e la Russia li fanno in meno di 10 anni, e la Cina in 7.

E quindi cosa facciamo? Ci indebitiamo per fare armi costosissime? Da un fornitore che ci prende in giro o da un'industria militare europea che non è competitiva, anzi, che non esiste. Geniale!

Non sarebbe stato meglio se Bruxelles avesse lanciato un piano di 800 miliardi per l’innovazione europea? Ad esempio nell’Intelligenza Artificiale?

L'Italia, poi, ha i suoi interessi prioritari, che non sono quelli di combattere la Russia. Noi dobbiamo guardare al Mediterraneo, non all'Est Europa. Abbiamo bisogno di navi, non di carri armati. Abbiamo bisogno di droni, non di aerei da combattimento. Abbiamo bisogno di una politica estera che tuteli i nostri interessi, non che segua gli ordini di Washington o di Bruxelles; o di Berlino.", sì, di Berlino, perché Berlino torna UBER ALLES. Infatti, ecco il secondo atto:

Atto II: Riarmo Tedesco, un gioco di abili equilibristi del Debito

Partiamo subito con un grande numero, pericoloso, da equilibristi: la NATO. Bella, solida, la nonna di tutte le alleanze. Noi lì, ligi, a lambiccarci il cervello su come versare almeno il 2% del PIL in armi (e magari il 5%, altrimenti Trump ci bacchetta – ma anche Obama, Bush e Clinton ci avevano fatto le stesse richieste). Ma ecco che la Germania, all’improvviso, che è in recessione da due anni (*) colpo di scena, decide di indebitarsi (INDEBITARSI ERA SACRILEGIO, PRIMA!) di 500 miliardi per il "ReArm Europe"! Ma questo cosa è: un doppione della NATO fatto in casa? Sembra un po' come comprare due lavatrici identiche perché una ti sembrava poco efficiente. E poi, quei 500 miliardi... non rischiano di far venire il mal di pancia allo spread europeo? (**) Non potevano, in Germania, usare tutti quei soldi per far ripartire la loro economia, che magari ci facevano del bene a tutti?

Atto III: Tango ballato da soli e riunioni spiritiche

Passiamo ora al numero più affascinante: Un tango ballato da una persona sola. Parliamo dell’Ucraina (che non ha ancora vinto dopo che doveva vincere prima con la controffensiva, poi con i carri armati, poi con gli aerei, poi con l’attacco alla Russia). Noi europei, impavidi e un po' naif, siamo rimasti gli unici a sventolare la bandiera della "Una Pace Giusta, con garanzie”. Trump, invece, con la delicatezza di un rinoceronte in un negozio di cristalli, ci dice che prima di Pasqua chiude la storia (almeno ci prova…). La Russia, comunque, non è che disdegni un bel dialogo, a patto di tenersi quel che si è preso... e qualcosina di più. E noi? Noi europei restiamo lì, come quello che balla il tango da solo, cercando di ricordarsi i passi mentre la musica cambia a ogni secondo, rischiando di restare tagliati fuori sia dalla festa americana, che da quella russa che sta avvenendo nell’altra stanza.

Ah no dimenticavo, qualcosa la facciamo! Ci riuniamo tra "volenterosi", una specie di club esclusivo di spiritisti (che vale come il due di picche) dove ci scambiamo pacche sulle spalle, ci sediamo in cerchio su un tavolo tenendoci le mani, ci promettiamo sostegno reciproco, anche un improbabile ombrello nucleare francese. E queste riunioni assomigliano sempre più a una seduta spiritica, dove evochiamo la famosa "Pace Giusta, con garanzie" ma non riusciamo a farla materializzare. È un po' come, invece di chiamare l'idraulico per riparare una perdita, ci mettessimo a fare abracadabra sul tubo, sperando che l'acqua smetta di uscire da sola.  E poi, questi “spiritisti” cosa vogliono? Voi per caso l’avete capito? Continuare la guerra in Ucraina dando altre armi, oppure costruire un “esercito di PEACEKEEPER dopo che la pace è stata fatta da altri”? Chi lo capisce è bravo. Tra parentesi, la Russia ha detto che non vuole che in questo esercito ci siano paesi NATO. L’alternativa sarebbe un battaglione ONU, ma l’ONU fa presente che lo deve decidere il Consiglio di Sicurezza, dove, per inciso, siede anche la Russia. 

INTERVALLO: ATTENZIONE CI STIAMO PERDENDO IL PARTY IN MEDIO-ORIENTE. Medio Oriente, il Ballo è Già Iniziato e Noi Europei Siamo Ancora al Bar: l'Arte di Farsi Ignorare con Stile

 Mentre alcuni si affannano a ballare il tango solitario in Ucraina e a evocare spiriti nelle riunioni dei "volenterosi", nel Medio Oriente è scoppiato un party che ci siamo completamente persi. Israele, Hamas, Giordania, Libano, Iran, Arabia Saudita, Egitto, Stati Uniti e un pizzico di Francia... tutti invitati, tutti a ballare. E NOI UE NON CI SIAMO…

Noi europei? Noi siamo ancora seduti al bar, a bere Aperol Spritz, a discutere se sia più giusto usare la cannuccia di carta o di bambù per salvare le tartarughe marine.  È un po' come quando sei a una festa e ti accorgi che tutti stanno ballando un ballo di gruppo che non conosci; e tu, per non fare brutta figura, fingi di essere più interessato a stare al bar.

Ah, a proposito, ma cosa è Hamas? Capirlo è un po’ come cercare di classificare un ornitorinco: mammifero? Rettiloide? Papero mutante?

Dunque, Hamas è un’organizzazione che nasce come movimento islamista e, secondo Stati Uniti, Unione Europea e altri paesi, è un gruppo terroristico. Ma poi… ha vinto le elezioni nel 2006! Un po’ come se una banda di rapinatori prendesse il controllo del consiglio comunale e iniziasse a governare con un passamontagna e un kalashnikov sul tavolo.

Ha una costituzione? Sì, e dentro c’è scritto che Israele deve sparire. Immaginate se la Svizzera scrivesse nella sua costituzione che l’Italia deve essere rasa al suolo. Quindi, Hamas è uno Stato? Non proprio. Un partito? Neanche. Solo terroristi? Non solo. È come cercare di inquadrare un cactus dentro una categoria botanica di "piante accoglienti".

Atto IV: il numero del pagliaccio triste per l'Abbandono Americano

Vi presentiamo adesso Il numero di Scaramacai – Il pagliaccio piagnone. “Dobbiamo riarmarci! Trump mollerà la NATO!", urliamo in lacrime. Ma davvero siamo sicuri? Ma se abbiamo un centinaio di basi USA in Italia! Mi sembra più probabile che i bolognesi la smettano di fare i tortellini e Davide Torrielli di mangiare bagnacauda! No, il punto non è se ci mollano, ma come ci mollano. (***) Infatti, se lasciano a noi le catene di comando militare NATO, allora sì che c’è il problema.  Perché, siamo 27 teste, ma senza un navigatore satellitare funzionante. Il problema non sono le armi, ma il loro coordinamento da parte di teste che funzionino e non si facciano concorrenza al loro interno. E poi ricordiamocelo: la UE è stata costituita come Unione Economica, non militare.

Atto V: Migranti, un Ballo a Tre (o forse a Quattro, Cinque)

Clamoroso! Mentre sull'Ucraina siamo divisi come i Beatles a causa di Yoko Ono, sui migranti troviamo un'insospettabile sintonia. Tutti più severi, tutti a pianificare di fare accordi con paesi terzi per la deportazione. Anche Trump è d'accordo.  L'Europa, un tempo paladina dei diritti umani, si trasforma in una discoteca dove si balla al ritmo di "chiudiamo le frontiere" e "rimandiamoli a casa". E chi guida le danze? Ma ovviamente, la Von der Leyen; e anche i paesi nordici, che hanno più no-go-zones islamiche, che campi di pattinaggio.

Atto VI: il gioco della pizza: Europa Mercato, non Potenza (sigh!)

E qui arriva la mazzata. Trump, e tutto il mondo, ci considerano un grande e appetibile mercato, ma non una potenza. Un po' come dire che siamo bravi a fare la pizza, ma non a comandare il pizzaiolo. Ci invadono coi loro prodotti e riescono a fare quello che vogliono con le nostre aziende: se le comprano o le distruggono (come con le telecomunicazioni, non solo operatori). E con la UE che sta a guardare, magari con qualche funzionario che scappa con valigie piene di soldi. E comunque, in UE, dicono, “sì, ma siamo dei grandi regolatori". Traduco: rompiamo le scatole alle Big Tech e a quelli che vogliono innovare; blocchiamo le nostre aziende innovatrici con la burocrazia, mentre quelle americane se ne fregano e ci precedono.

Ma che innovare e innovare: concentriamoci in quello che sappiamo fare: in Italia pensiamo a fare il ragù come si deve, e forse riusciamo ad essere competitivi!

Atto VI: IL GIOCO DEL MAGO: Il Green Deal, e come Trasformare l'Europa in un Museo

il Green Deal dell'UE. Bello, ambizioso, un vero capolavoro di ingegneria burocratica! Così bello che i cinesi se lo sono incorniciato, perché con esso stanno facendo soldi a palate. Spiego: praticamente, noi ci mettiamo la green vision, loro guadagnano i soldi veri. Geniale! È un po' come se noi avessimo l'idea di inventare la ruota e loro si prendessero il brevetto e la producessero in serie.

Abbiamo già distrutto la nostra industria dell'auto, mandando a casa migliaia di operai e regalando il mercato alle macchine elettriche cinesi. A questo punto, mi chiedo: possiamo distruggere qualche altra industria? Qualcuno ha qualche idea? 

Distruggere l'agricoltura, per esempio, sarebbe un ottimo obiettivo. Immaginate un'Europa senza agricoltori, senza campi coltivati, senza formaggi che puzzano di piedi e senza vini che fanno male alla salute. Un paradiso! Potremmo trasformare i campi in parchi eolici, così i turisti verrebbero a farsi i selfie con le pale eoliche al tramonto. 

Oppure potremmo distruggere l'industria del turismo. Basta voli low cost, basta crociere, basta alberghi energivori. Tutti a casa a guardare documentari sulla natura su Netflix! O col Metaverso. Così risparmiamo emissioni e combattiamo il cambiamento climatico. E poi, diciamocelo, i turisti sono rumorosi, sporcano e si lamentano sempre. Meglio senza!

Atto VII: Finale con un po' di Speranza

Insomma, signore e signori, la situazione è tragica, ma non seria. Trump è imprevedibile, la NATO, il riarmo dell’Europa (e tedesco) è un'incognita, la guerra in Ucraina è un disastro, e il Green Deal rischia di darci il colpo di grazia. Del Medio Oriente non sappiamo niente, e la UE è assente. Ma non disperiamo! Forse, se smettiamo di fare i fenomeni e iniziamo a giocare di squadra, possiamo ancora salvare la baracca. Uniamoci seriamente, con una politica fiscale ed internazionale unica, Riallineiamoci con gli USA e la Russia, smettiamola di fare i guerrafondai in Ucraina, riformiamo seriamente il Green Deal, e prepariamoci a contrattare con Trump per evitare i dazi. E, soprattutto, ricordiamoci che siamo italiani: siamo bravi a fare miracoli, anche quando tutto sembra perduto. Alla prossima, e che la forza sia con noi! (e un pizzico di c…, di fortuna, non guasta mai).

Ah scusate, dalla regia mi mandano una velina.

Mi si dice che gli stipendi italiani, secondo ultime indagini sono i più bassi al mondo, e che abbiamo la minore produttività.

E ci meravigliamo; ma perché ci meravigliamo? Il livello basso degli stipendi è funzione della produttività bassa. E quindi è giusto: bassa produttività, bassi stipendi.  E sapete perché abbiamo produttività bassa? Facile: perché abbiamo dipendenti sempre più anziani; e gli anziani vanno più spesso al gabinetto, e ci sono lunghe code al gabinetto, causando quindi più sospensioni del lavoro.

La soluzione è facile: PROSTAMOL!

(PS: inoltre, la “produttività” è data da “PIL generato per ora lavorata”. E, poiché, come PIL, siamo allineati al resto dell’Europa, e magari anche meglio, significa che le ore lavorate sono troppe. Dobbiamo lavorare di meno!”

 

(*) RECESSIONE TEDESCA

Nel 2024 il prodotto interno lordo (pil) della Germania si è ridotto per il secondo anno consecutivo, a conferma delle difficoltà dell’industria tedesca in un contesto di forte instabilità politica.

Il pil si è ridotto dello 0,2 per cento, secondo una stima fornita il 15 gennaio dall’istituto Destatis, che è in linea con le previsioni pessimistiche del governo e degli economisti.

Nel 2023 la riduzione del pil, attribuita soprattutto all’aumento dei costi dell’energia dopo l’invasione russa dell’Ucraina, era stata dello 0,3 per cento. “Nel 2025 la recessione potrebbe confermarsi per un terzo anno consecutivo”, ha affermato Jens-Oliver Niklasch della banca Lbbw.

Il pessimismo è motivato soprattutto dalla prospettiva di una guerra commerciale con gli Stati Uniti, il principale mercato delle esportazioni tedesche, dopo l’insediamento di Donald Trump. Inoltre, il paese resterà senza governo per mesi a causa dei lunghi negoziati che seguiranno le elezioni legislative anticipate del 23 febbraio.

“La Germania è ormai stabilmente il fanalino di coda dell’eurozona ed è l’unico grande paese europeo ad aver registrato una riduzione del pil rispetto al 2019, prima della pandemia di covid-19”, ha affermato Ruth Brand, presidente dell’istituto Destatis.

(**) Lo Spread. Dato che il Bund è il parametro di riferimento per i titoli di Stato dell’eurozona, l’azzeramento della politica fiscale della Germania sta avendo un effetto a catena sulle obbligazioni governative in euro.

Lo spread tra il BTP italiano e il Bund è sceso di circa il 2% a 106 punti base, il livello più basso dall’ottobre 2021, mentre i rendimenti dei titoli decennali italiani sono saliti al 3,84%.

Anche lo spread tra l’OAT francese e il Bund è sceso a 71 pb con un aumento degli yield dell’OAT al 3,5%, mentre lo spread tra il Bono spagnolo e il Bund è sceso del 4% a 66 pb, secondo Teleborsa. (MORNINGSTAR)

(***) Quanto è realistico un completo ritiro statunitense dal continente europeo. Nonostante l’avvicinamento di Trump alle posizioni del Cremlino e le dichiarate intenzioni di ridurre le forze convenzionali in Europa, un ritiro delle armi nucleari americane è alquanto improbabile, se non controproducente per gli obiettivi di Trump in merito alle relazioni con la Russia.

Un eventuale ritiro potrebbe essere interpretato dalla Russia come segno di disinteresse verso gli affari europei, se non addirittura di debolezza. Mosca potrebbe quindi sentirsi più libera di perseguire i propri obiettivi nel suo estero vicino, contando sul non intervento americano e la debolezza dei Paesi europei, eventualità che renderebbe l’Europa più instabile, l’opposto di ciò a cui Trump mira. L’ipotesi più probabile è piuttosto il mantenere una presenza (seppur minima) in Europa per controbilanciare la Russia, che rimane ancora oggi un competitor per gli USA.

 

Inserito il:28/03/2025 15:12:05
Ultimo aggiornamento:28/03/2025 17:39:15
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