Aggiornato al 12/03/2025

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Voltaire

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Terre rare. In Italia primo impianto europeo

di Vincenzo Rampolla

 

Mentre il quadro geopolitico si infiamma dopo lo scontro teatrale alla Casa Bianca tra il Presidente Usa Trump e il suo omologo ucraino Zelensky, che può fare la vecchia Europa sulle terre rare? Il nocciolo dell’accordo Usa-Ucraina poggia sui giacimenti, e Zelensky insiste iperterrito: L’accordo sulle terre rare è pronto per essere firmato.

La situazione europea è critica, senza arrivare al dramma. Gli sforzi di von der Leyen e dei Paesi membri virano tutti nella direzione di ridurre la dipendenza europea dalle importazioni di terre rare da Paesi come Cina e Russia, controllori della maggior parte dei minerali. Dopo la scoperta in Norvegia del più grande giacimento di terre rare in Europa, arriva la sorpresa italiana, con un impianto d’avanguardia. Nello stabilimento Itelyum Regeneration di Ceccano (FR), a settembre si è inaugurato il primo impianto europeo per il recupero delle terre rare. Parte del programma EU New-Re, il progetto è supportato da Eit Raw Materials, il maggiore consorzio mondiale nel settore materie prime e nasce da una collaborazione continentale tra Erion, Osai, Ku Leuven, Treee, Smart Waste Engineering, Glob Eco e l’Università degli Studi dell’Aquila. Il nuovo impianto di Ceccano è in linea con gli obiettivi europei del Critical Raw Materials Act (CRMA, compendio di norme EU per materie prime critiche, garante di approvvigionamenti sicuri e sostenibili). A regime, è in grado di trattare e recuperare più di 2.000 ton/anno di magneti permanenti provenienti da hard disk e motori elettrici a fine vita, equivalenti a quelli installati in più di 600.000 motori elettrici e ibridi. L’impianto, sviluppato e brevettato dall’Università dell’Aquila, sfrutta un rivoluzionario processo idrometallurgico per pulitura delle terre rare a basso impatto ambientale, grazie a soluzioni acide organiche riutilizzabili fino a 5 volte. Si prevede di adottare le tecnologie impiegate anche in Ispiree, innovativo progetto del programma Life - primo programma EU di ambiente e azione sul clima -.

Obiettivo europeo. Sviluppare una filiera più sostenibile e circolare nell’approvvigionamento delle terre rare, materiali vitali per il settore industriale, riducendo la vulnerabilità geopolitica, migliorando la sostenibilità e favorendo l’indipendenza economica dagli altri Paesi. Bruxelles dixit.

Le terre rare sono composte da 17 elementi, con diversi utilizzi nella produzione di articoli nell’industria a elevato contenuto tecnologico, particolarmente inquinanti: rinnovabili, batterie auto ricaricabili, dispositivi di uso quotidiano, applicazioni avanzate nei settori difesa e aerospaziale. Il loro recupero è essenziale. I maggiori giacimenti si trovano in Asia, in particolare in Cina, Russia, Sudamerica, Africa, Canada, Australia. In Europa uno dei più importanti è a Kiruna in Svezia, altri sono in Groenlandia, Finlandia e Norvegia.

Il gruppo minerario Rare Earths Norway (Ren) ha maturato una solida esperienza di sfruttamento della miniera di Kiruna, nella quale si stimano tra 1 e 2 M ton di quei 17 elementi chimici necessari per la produzione di tecnologie fondamentali. Lo scorso luglio 2024, Ren ha annunciato di aver trovato in Norvegia il più grande giacimento di terre rare del continente. Il giacimento di Fensfeltet (località norvegese, sud-est del Paese, 100 km da Oslo), conterrebbe 8,8 M ton di ossidi di Terre rare (Treo), indispensabili per lo sviluppo dell’energia sostenibile. La quantità è stata stimata dopo 3 anni di trivellazioni e analisi nel Centro Fen Carbonatite Complex del gruppo minerario norvegese, in collaborazione con la società di consulenza canadese Wsp. L’obiettivo di Rare Earths Norway è di contribuire a una catena del valore totale e compatta, dalla miniera al magnete, con un impatto climatico e ambientale notevolmente ridotte, dichiara A.Reistad AD di Ren. Le risorse minerarie del giacimento si estenderebbero sino a 468 m sotto il livello del mare e perforazioni aggiuntive suggerirebbero la presenza fino a 1.000 m di profondità. Le miniere di terre rare di Fensfeltet derivano da un antico condotto vulcanico formato 580 M anni fa da un flusso di magma ricco di carbonato e conterrebbero 1,5 M ton di metalli come il neodimio e il praseodimio, di elevato interesse nella produzione dei magneti per veicoli elettrici e turbine eoliche.

La prima fase estrattiva del giacimento potrebbe iniziare nel 2030 con un investimento iniziale di €870 M. Lo sfruttamento delle risorse del Centro permetterebbe alla Ren di coprire il 10% della domanda di terre rare, in linea con gli obiettivi europei indicati dal compendio di norme europee CRMA. Il gruppo minerario norvegese è già al lavoro con diversi partner per operare sul giacimento con tecnologie in grado di minimizzare l’impatto ambientale delle attività estrattive. Nei prossimi mesi verranno condotte ulteriori perforazioni e sarà valutata la fattibilità economica del progetto, con risultati entro il 2024 inizio 2025. La scoperta potrebbe ridurre la dipendenza dell’Europa dalla Cina, forte di circa 1/3 delle riserve mondiali di terre rare e da cui importa il 98% di tali materie prime.

La strategia di Trump. Sul tavolo dei negoziati della guerra in corso, Trump pone irruente la carta economica: sfruttare le risorse minerarie ucraine. Duplice obiettivo: mantenere le promesse fatte agli elettori e rinforzare l'industria tecnologica nazionale. Le minacce di tariffe e ritorsioni economiche lanciate da Trump a Stati EU, Messico, Canada e Cina rientrano nella sua strategia: dare l’idea di far pagare la protezione americana a ogni Paese con cui ha relazioni, Ucraina compresa. A questa la Casa Bianca proporrebbe un accordo speciale, l’astuta mossa di accesso alle terre rare presenti nel Paese invaso dalla Russia, in cambio degli aiuti militari,

Terre rare in Ucraina. In altre occasioni Trump ha giurato di sfruttare le risorse minerarie ucraine, talune strategiche per il progresso tecnologico; attualmente devono essere importate in primis da Cina, Russia e da altri Paesi non inseriti nella loro sfera d’influenza. Nonostante la guerra abbia congelato l’industria estrattiva, l’Ucraina è uno dei primi 10 Paesi al mondo per risorse minerarie fortemente richieste dal mercato, pari al 5% dell’intero pianeta. Prima della guerra, sul totale di 20.000 siti minerari, solo 3.000 erano sfruttati per titanio, litio, berillio, manganese, nichel, uranio, gallio, zirconio, grafite, apatite e fluorite. In dettaglio segue una sintesi di uso e importanza di 13 minerali e terre rare ucraine:

  • Litio: elemento fondamentale per la tecnologia detta duale, per uso civile e militare: batterie smartphone, industria nucleare, componenti computer, fotovoltaico e manifattura del vetro. Attualmente la Cina è il 3° produttore mondiale e con Australia e Brasile, detiene 90% dell’estrazione planetaria. L’Ucraina ne possiede 500.000 ton, 7% delle riserve globali.
  • Titanio: elemento chiave per il settore spaziale e aeronautica, cantieri navali, fabbricazione auto e strumenti medici. L’80% della produzione mondiale è nelle mani di Cina, Russia e Kazakistan.
  • Berillio: elemento indispensabile per il settore aerospaziale e per i settori strategici satelliti e reattori nucleari. Entra nella catena di produzione dei propellenti missilistici e delle tecnologie di precisione. Cina e Kazakistan si confermano leader di questo mercato, seguiti da Usa.
  • Uranio: elemento basilare per l’industria nucleare, con Usa e Europa che dipendono dalla produzione di Kazakistan, Uzbekistan e Russia.
  • Grafite: elemento di monopolio cinese, con 80% della produzione globale. Basilare nei settori batterie, industria meccanica e aerospaziale. 20% della produzione mondiale è ucraina.
  • Gallio: elemento fondamentale per semiconduttori e Led. Ucraina è il 5° produttore mondiale.
  • Neon: produzione pari a 90% di gas altamente purificato e essenziale per il settore dei chip Usa.
  • Ferro e manganese: l’Ucraina è ricca di entrambi gli elementi, necessari alla transizione energetica e per la produzione di acciaio green.
  • Rame, piombo, zinco, argento: l’Ucraina è rispettivamente 4ª, 5ª, 6ª e 9ª tra i produttori al mondo.

Per vantare ai propri elettori che gli Usa non offrono più protezione e aiuti gratis ai Paesi oltre Atlantico, a Trump è balenato di giocarsi rapidamente una tregua. L’idea è di inserire i negoziati con la Russia, abbinando le condizioni militari con quelle economiche. Sul tavolo delle trattative con Vladimir, Donald tira in ballo condizioni anche su Kiev, oscurando la difesa dei popoli aggrediti e occupati a vantaggio dei suoi interessi nazionali. America First vince. Zelensky ha azzeccato la manovra, ma impotente resta a guardare: che gli resta? I cancelli Nato e EU rimangono sprangati.

Chi pulirà dalla rust belt, la ruggine delle catene di montaggio nelle fabbriche arenate dai geni industriali Usa? Trump deve importare materie prime a basso costo, ininfluenti sul debito e sul deficit commerciale che ha promesso di voler abbassare a tutti i partner economici. Chi altro vorrebbe approfittarne? Sembra avere dimenticato l’AI, lo Spazio e le Big Tech. In realtà ha rivolto promesse anche ai grandi della tecnologica, Elon Musk in testa.

Le terre rare ucraine non sono forse un fortissimo segnale del menestrello Donald alla nuova Amministrazione, per puntare sui settori del futuro? Dove vuole arrivare? A esasperare il divario tecnologico con la potente Cina, acerrima rivale per l’egemonia globale e in procinto di risucchiarsi le immense risorse energetiche della Russia, senza scartare le minerarie.

Quanto occorrerà a Trump per sfruttare l’ingente tesoro minerario ucraino? Anni, decenni? Chi dice che tutte le fonti all’aria aperta siano sfruttabili, con una pesantissima ricostruzione, lunga e costosa? L’investimento di Trump appare legato al filo della propaganda più che a quello del business. Gli Usa e i compari europei puntano ad assicurarsi un investimento per il futuro tecnologico e militare, oltre il naturale limite della presidenza di Trump e la Russia, continuerà a fare carte false, difendendo la legittimità della sua invasione, pur di tenersi almeno 1/3 della ricca Ucraina occupata.

E i Paesi europei? Francia e Germania, inquinate dai virus di Bruxelles, già sono in fermento per allungare le mani sulle norme per pescare terre rare e minerali ucraini, in attesa dei negoziati Mosca-Washington e di Zelensky, lo scialbo leader che predilige abiti casual alla giacca e cravatta,

 

(consultazione:m.carraretto,qui finanza qf-green,marzo2025; m.perriello linkedin, febbraio 2025;c. arollo: giugno 2024)

Fonte: ANSA  Campioni di terre rare

 

Inserito il:12/03/2025 10:31:27
Ultimo aggiornamento:12/03/2025 11:00:46
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