Mohammed Khalil (Al- Zarqa, Jordan, 1960 – Palestinian Territory) – The Singer
Il popolo sovrano anche a Sanremo?
di Riccardo Grosso
Sanremo ha evidenziato come oggi, per qualsiasi cosa, anche per il colore delle deiezioni, si debba dare voce al popolo sovrano.
Anche io nel mio piccolo mi occupo di canto, ma sono l'Ultimo degli ultimi, ed ogni riferimento è puramente casuale.
Non mi permetto di giudicare il lavoro di chi è più esperto di me, e preposto a valutare le canzoni.
Sono di un'altra epoca, nessuna delle tre canzoni finaliste mi piace.
Per me la vincitrice è Arisa, ma non ho speso neanche un centesimo per dichiararlo al mondo.
Per Sanremo funziona grossomodo così; la giuria popolare, il popolo sovrano, fa le sue votazioni.
Queste vengono mediate, e stravolte, in base al giudizio di una giuria competente (si spera, ma non posso essere io a giudicare) che prevale e decreta il successo definitivo. Punto.
E' un regolamento, piaccia o no. Si può cambiare, ma è così, e si discute su quel meccanismo, non sulla "volontà popolare".
Non ci si insulta per cose del genere, ci si fa curare piuttosto, la psicoterapia può aiutare, o si fa un corso accelerato di alfabetizzazione funzionale.
Ridurre qualsiasi cosa a una fede politica, o calcistica che è la stessa cosa, è il segno dei nostri tempi nei quali siamo complici di un meccanismo squadrista: rossi, neri, bianchi, gialli, verdi, toro, juve, e via discorrendo.
La canzone di Mahmood personalmente non mi piace, ma qualcuno più esperto di me ha valutato che, evidentemente, una canzone più impegnata, che parla di realtà familiari di periferia, con i problemi legati alla disgregazione familiare, sia più interessante delle classiche canzoni d'amore tipo quelle arrivate seconde e terze. Nulla ci va mai bene: se vince la classica canzone d'amore, ci lamentiamo perché a Sanremo il metro di giudizio è sempre lo stesso.
Se vince una canzone impegnata, vediamo complotti di partito dietro le scelte ragionate di chi è preposto a farle.
Proviamo qualche volta ad occuparci di fare bene le cose che sappiamo fare.
Così in generale vedremo un cantante che esprimerà sempre meglio la sua arte senza essere dimenticato, un critico musicale che giudicherà con sempre maggiore professionalità, un politico che si prodigherà per attuare politiche, e via discorrendo.
Se diamo valore alle competenze, ciascuno si sente motivato a migliorarsi.
Se buttiamo sempre tutto in rissa, le persone competenti via via si ammutoliranno, e le capre si mangeranno tutta l'erba.