Aggiornato al 11/04/2025

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Immagine realizzata con strumenti di Intelligenza Artificiale

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Zio Donald “a campa i dadi …” (1)

di Davide Torrielli

 

Nella grande villa della famiglia americana, il caos regnava sovrano. Lo zio Donald era di nuovo in piedi sulla sedia del salotto, con la cravatta sghemba e il viso paonazzo, brandendo un vecchio mappamondo come se fosse un piano di conquista.

"Ascoltatemi tutti!" tuonò, puntando il dito a caso sulla sfera. "Questa volta attacchiamo il cortile dei vicini! Ci hanno mancato di rispetto lasciando il barbecue acceso senza invitarmi! Un affronto imperdonabile!"

Cugina Kamala, con la solita pazienza di chi ne ha viste troppe, si sfiorò le tempie e sospirò. "Zio, non possiamo dichiarare guerra al vicinato ogni volta che ti senti trascurato. L'ultima volta hai sequestrato la piscina di quelli dell'angolo dicendo che era ‘America First’."

Nonno Joe, che sonnecchiava sulla poltrona con una coperta sulle ginocchia, si destò a metà, borbottando: "Mmmh? Che succede? Dobbiamo portare i cavalli al fiume?"

Ma il vero problema arrivò in quel momento. Nipote Elon, il genietto ribelle della famiglia, entrò nella stanza su uno skateboard elettrico, facendo roteare una chiave inglese come se fosse Excalibur.

"Ragazzi, ragazzi!" esclamò con un sorriso da furbetto. "Dimenticatevi del cortile dei vicini, io sto costruendo un razzo per conquistare Marte! Ho già comprato il vialetto di casa e lo sto trasformando in una rampa di lancio!"

Zio Donald, che si stava scaccolando allegramente, si fermò di colpo, incrociando le braccia. "Aspetta un attimo, nipotino. Tu vuoi Marte, io voglio il cortile dei vicini... Facciamo uno scambio! Io ti finanzio il razzo, tu mi lasci invadere il barbecue!"

Una pallina di naso partì alla volta di Nonno che la ricevette in testa.

Cugina Kamala si mise le mani nei capelli, mentre Nonno Joe, senza capire bene cosa stesse succedendo, annuì con convinzione: "Ai miei tempi si conquistava il cuore della gente con una buona zuppa di pollo..."

Elon ci pensò su per un secondo, poi alzò le spalle. "Affare fatto! Ma voglio anche il garage per costruire la mia fabbrica di auto volanti."

"Auto volanti?" esclamò Kamala. "Elon, non possiamo trasformare questa casa in un cantiere spaziale!"

Ma lo zio Donald era già partito per la tangente. "Ehi, ehi, ehi! Se Musk può costruire astronavi, io voglio un muro attorno al quartiere per proteggere il mio barbecue! Nessuno entra senza il mio permesso! E poi... voglio una torre dorata, la più alta di tutte!"

"Zio, la gente deve poter uscire di casa!" urlò Kamala.

"Va bene, va bene... allora un tunnel sotterraneo segreto con il mio nome inciso in lettere giganti!" insistette Donald, mentre Elon prendeva appunti entusiasta.

Il rumore scomposto e fragoroso di una scorreggia partì dal deretano di zio che ridendo saltellava felice, spandendo miasmi orribili.

Nel frattempo, Nonno Joe aveva ripreso a sonnecchiare, borbottando frasi sconnesse sui cavalli e sulla buona vecchia America, sorseggiando ottimo whisky del Minnesota.

Mentre Kamala cercava di fermare la follia in corso, Donald e Elon avevano già siglato un accordo con una stretta di mano, seguiti da un Elon che diceva: "E se invece di un semplice razzo, creassimo un'astronave che può servire hamburger nello spazio? Potremmo chiamarla 'SpaceBurger'!"

Donald batteva le mani. "Genio! Io sarò il primo Presidente dello Spazio! E Marte sarà mio!"

Siglò la felicità con un rutto a 100 DB.

Kamala sospirò. I vicini, nel frattempo, stavano solo cercando di godersi una grigliata in pace, ignari della tempesta di follia che si stava abbattendo su di loro.

….. segue, alla prossima.

 

Inserito il:27/02/2025 10:54:26
Ultimo aggiornamento:27/02/2025 16:54:04
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