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Nucleare Italia, legge delega del Governo. (1/2)
di Vincenzo Rampolla
Il 28 febbraio 2025, nel Consiglio dei Ministri è passato anche il disegno di legge delega sul nucleare sostenibile: Il Governo è delegato ad adottare, entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi recanti la disciplina per la produzione di energia da fonte nucleare sostenibile sul territorio nazionale, anche ai fini della produzione di idrogeno. Con il nucleare di nuova generazione, insieme alle rinnovabili - spiega il Ministro Pichetto Fratin - saremo in grado garantire la piena sicurezza energetica del Paese. Così l'Italia è pronta ad affrontare le sfide del futuro.
L'obiettivo che si pone il provvedimento è raggiungere, con una fonte di energia, caratterizzata per essere green programmabile e continua, gli obiettivi di decarbonizzazione e sicurezza energetica, come delineati dal PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima). Il nuovo nucleare dovrà assicurare energia sufficiente a prezzi accessibili, con un contenimento dei costi energetici e il rafforzamento della competitività del sistema.
La delega prevede che il Governo adotti una serie di decreti legislativi, per disciplinare in maniera organica l'intero ciclo di vita della nuova energia sostenibile, attraverso la stesura di un Programma nazionale: dalla sperimentazione, localizzazione, costruzione e esercizio dei nuovi moduli alla fabbricazione e riprocessamento del combustibile che sarà affrontato in una visione di economia circolare. Si interverrà anche sulla disattivazione e smantellamento degli impianti esistenti, la gestione dei rifiuti e del combustibile esaurito, la ricerca, lo sviluppo e l'utilizzo dell'energia da fusione, la riorganizzazione di competenze e funzioni, anche con l'istituzione di una Autorità indipendente per sicurezza, vigilanza e controllo. La delega servirà anche a prevedere strumenti formativi e informativi, formare nuovi tecnici e figure professionali del settore, individuare benefici per i territori interessati.
Il PNIEC prevede che l’atomo in Italia produca dall’11 al 22% del fabbisogno elettrico entro il 2050, e in quanto programmabile è una fonte scarsamente flessibile.
Lo scenario presenta non poche incognite. Oltre allo spinoso tema della localizzazione degli impianti, ci sono i costi: lo stesso Pichetto ha ammesso che al momento non si conoscono e che comunque il ritorno all’atomo potrà essere incentivato. Ha spiegato inoltre che la stima rispetto all'operatività dei primi impianti di nuova generazione arriva dalla Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile e dagli elementi che provengono dai vari centri di ricerca. Il PNIEC ha previsto il prossimo decennio; gli analisti dicono verso il 2030 per i reattori di nuova generazione.
Il testo integrale del DDL consente di cogliere le ambizioni dei redattori, i desideri e le fantasie al tempo zero di un progetto vitale per la sussistenza della componente energetica della Nazione. Più che inquietante, è generoso da parte del Ministro di ammettere con candore che al momento non si conoscono i costi. Forse negli anni trascorsi come insegnante di ragioneria negli Istituti Tecnici, il metodo del valore attuale operativo e finanziario di un progetto non era materia di studio.