Aggiornato al 21/12/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Immagine realizzata con strumenti di Intelligenza Artificiale

 

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Possiamo stare tranquilli: Harris vincerà!

… a ruota libera

 

di Davide Torrielli

 

Tra due mesi gli Stati Uniti metteranno mano al loro presidente e il fiato è sospeso, non solo per loro, in quanto da chi vincerà questo confronto dipenderà il futuro di molte tensioni mondiali e situazioni critiche tra le quali, ma non solo, la guerra in Ucraina e la situazione israelo-palestinese.

Chi ha potuto seguire lo scontro televisivo tra Trump e la Harris, avrà di certo potuto rilevare in che pericolo siamo, stante l’inconsistenza arrogante del primo, il quale altro non fa che sostanzialmente denigrare l’operato dei democratici irridendo in stile berlusconiano, con promesse altisonanti e del tutto propagandistiche. Al contrario, la Harris ha dalla sua lo stile concreto che proviene dal suo mestiere di procuratore, profilo che emerge generoso dalle sue pungenti quanto precise repliche.

A questo proposito devo dire che ho seguito il dibattito in lingua originale e l’ho poi rivisto con la traduzione in italiano, simultanea; posso affermare che ciò che arriva al telespettatore nella seconda configurazione è del tutto diverso, ed a tratti fuorviante, dall’originale. In questo senso consiglio la visione in inglese, ovviamente, per chi ha un minimo di dimestichezza linguistica in quanto sono due approcci diversi.

Una presidenza Trump sarebbe una iattura e non solo per gli yankees, ma per tutti noi in quanto, anche se mascherata nel confronto, la posizione di questo signore delinea delle azioni dissennate senza prudenza, che avrebbero risvolti negativi pesanti su molti dei temi scottanti che ci riguardano, in particolare per la Nato.

Qui oggi non intendo analizzare le due rispettive proposte politiche ma cercare e condividere conforto nel proporre il metodo di previsione statistica “into the white house” messo a punto da Allan Lichtman, uno storico esperto in analisi di ripetizione di pattern storici a lungo termine. Alan si avvalse di uno strumento tecnico previsionale per terremoti elaborato da un certo russo il quale ci lavorò per una vita.

Lo strumento previsionale si basa su tredici main keys che non coinvolgono opinioni ma esclusivamente numeri che provengono, in forma yes or not, da analisi fattuali ed oggettive. Basti dire che l’applicazione retroattiva dello strumento diede risultati stupefacenti con un unico dubbio sulle contestate elezioni di Bush credo, del 2000, che tutti noi ricordiamo come uno scippo.

Per il resto un successo completo!

Bene, cari amici formiconi, l’applicazione di tale metodo fornisce la rassicurazione riguardante la certa vittoria della Harris sul ciuffone fuori come un balcone.

Per eventuali approfondimenti su come funzione il metodo delle tredici chiavi vi invito a ricercarne schema su internet dove il nome di Allan Lichtman viene proposto in modo diffuso e completo delineandone un profilo di scienziato apprezzato da molti del settore.

Chi vivrà vedrà.

Te curas

 

 

Inserito il:18/09/2024 19:29:18
Ultimo aggiornamento:19/09/2024 07:16:29
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