Mstislav Pavlov (Leningrado, 1967 | Russian Impressionist painter) - Sadness
Mosca contro la società civile: le leggi in tempo di guerra
di Vincenzo Rampolla
Le repressioni contro la parte attiva della società civile in Russia si sono intensificate negli ultimi 20 anni e pare che ora abbiano raggiunto l’apice. Si è arrivati all’annientamento dell’attività civile, con la chiusura di molte organizzazioni pubbliche e di diritti umani, con la crescita dei prigionieri politici, la fuga emigratoria dalla Russia che ha negato ormai del tutto la libertà di parola, la libertà di coscienza e la libertà di dialogo: divieto totale di riunioni private. La firma di Putin alle leggi, ha trasformato l’attività legislativa in feroce strumento di potere sulla nazione. I 20 anni di lavoro del Parlamento russo sotto di lui possono essere divisi in due distinte fasi. Nel primo decennio si è assistito alla formazione di una moderna società civile. Si sono sviluppati media indipendenti, partiti politici di opposizione, organizzazioni non governative, fondazioni di beneficenza. Parallelamente, la Duma di Stato ha però iniziato ad adottare leggi e emendamenti minori nella Costituzione per limitare le libertà della società civile e l’azione di individui e organizzazioni straniere no-profit. Queste decisioni non hanno inizialmente suscitato grande preoccupazione nell’opinione pubblica.
Tutto è cambiato radicalmente il 24 settembre 2011 quando, alla Convention del partito Russia Unita, è stato annunciato che Putin si sarebbe presentato nuovamente alle elezioni presidenziali e Medvedev avrebbe guidato la lista del partito alle elezioni della Duma. Putin e Medvedev si erano accordati da tempo, alternandosi al potere in un gioco delle parti: Vai avanti tu, che poi getti la spugna, io ti rimpiazzo e nessuno fiata. Questo annuncio pubblico ha sconvolto i cittadini: hanno iniziato a iscriversi in massa come osservatori elettorali e i brogli elettorali sono diventati così spudorati che il giorno delle elezioni, il 4 dicembre 2011, a Mosca si è inscenata la prima grande protesta. Le proteste su larga scala del 2012 hanno avuto un forte impatto sul governo e su Putin in persona tanto che, nei successivi 10 anni, il Parlamento ha approvato numerose di leggi repressive volte al controllo assoluto dell’attività civile e politica in Russia. Una sintesi delle principali leggi, non può che confermare il suo piano.
Legge sugli agenti stranieri. Il concetto di agente straniero è apparso la prima volta nel 2012 nella legge sulle organizzazioni non profit, riferito alle organizzazioni non profit che ricevono finanziamenti esteri e partecipano ad attività politiche nell’interesse di Enti stranieri. Secondo la legge, gli agenti stranieri devono registrarsi presso il Ministero della Giustizia e indicare il loro status in tutte le pubblicazioni sui media e su Internet. Inoltre, devono esibire rapporti speciali, con regole nuove, frequentemente ribaltate retroattivamente, in modo da rendere impossibile il loro rispetto. Chiudere un’organizzazione riconosciuta come agente straniero diventa quindi un gioco per un tribunale. Tra il 2017 e il 2020 sono state approvate nuove leggi e emendamenti che allargano il concetto di agente straniero anche a individui, media e a associazioni pubbliche che operano senza costituire un’entità legale. Molte organizzazioni russe per i diritti umani, fondazioni caritatevoli e i principali media di opposizione sono stati costretti a interrompere il loro lavoro a causa dell’attribuzione di questo status. Inoltre, alcuni noti personaggi pubblici russi, avendo ricevuto il marchio di agente straniero, sono stati costretti a lasciare il Paese.
Legge sulle organizzazioni indesiderate. Nel 2015 è stato introdotto nella legislazione russa il termine organizzazione indesiderate, ovvero organizzazioni straniere o internazionali che sono una minaccia per la capacità di difesa o la sicurezza dello Stato, per l’ordine pubblico o per la salute della popolazione. La legge è stata approvata in tempi rapidissimi e molte organizzazioni non governative straniere note e rispettate sono state obbligate ad abbandonare la Russia.
Leggi sulla libertà di riunione e di protesta. Nel 2004 è stata adottata la legge sulle riunioni, i raduni, le dimostrazioni, le marce e i blocchi. Le leggi russe vietano l’organizzazione di azioni di massa se non sono state precedentemente concordate con le autorità. Ma le scadenze per tale accordo sono molto severe e anche un’azione concordata con le autorità non è detto che venga rispettata. In molti casi infatti è quasi impossibile prevedere il comportamento degli agenti di polizia all’ultimo momento. Negli ultimi 10 anni, questo articolo è stato modificato a piacere, introducendo nuovi divieti e aggiungendo maggiori misure punitive. Ad esempio, la minima ammenda per un partecipante è salita a 10.000 rubli e le punizioni sono apparse sotto forma di lavoro forzato e arresti per la partecipazione a un’azione non coordinata. Nel 2014, è stato poi introdotto nel Codice Penale un articolo che ha imposto fino a 5 anni di carcere nel caso di partecipazione a più di 3 azioni non coordinate nell’arco di 6 mesi o per altre ripetute violazioni delle regole per lo svolgimento di un evento pubblico. Secondo quanto riferito dai detenuti, la polizia ha usato una forza eccessiva contro i manifestanti reclusi e i difensori dei diritti umani, umiliandoli e minacciandoli. Agli avvocati che prestavano assistenza legale, sarebbe stato negato dalle forze dell’ordine anche l’accesso alle stazioni di polizia e ai tribunali. Oltre 60 procedimenti penali sono stati aperti anche per fake news di guerra e almeno 7 per screditamento e tentativo di ostruzione all’uso delle forze armate russe, contro persone che sono state criminalizzate in base alle recentissime modifiche del Codice penale entrate in vigore il 4 marzo 2022.
Le leggi anti-estremismo. In Russia, l’articolo 1 della legge federale Sul contrasto alle attività estremiste in vigore il 25 luglio 2002 contiene la definizione legale delle azioni considerate estremiste. Ripetutamente criticato per l’imprecisione della formulazione, permette di interpretare qualsiasi cosa come estremismo. In merito, mai da 20 anni, sono stati aggiornati. Nel maggio 2021, la Duma ha presentato al Parlamento una legge che vieta alle persone coinvolte nelle attività delle organizzazioni estremiste di candidarsi alle elezioni per la Duma. Il divieto si applica anche a coloro che collaboravano con l’organizzazione anche prima che questa fosse riconosciuta come estremista. Questo ha permesso di impedire a tutti coloro che erano in qualche modo collegati ai gruppi di Alexei Navalny - principale oppositore politico di Putin, rinchiuso in un carcere di massima sicurezza - di partecipare alle elezioni del 2021. Tutte queste organizzazioni sono state poi riconosciute come estremiste e disciolte.
Legge sulla propaganda gay. Nel 2013 la Duma ha approvato una legge che inserisce nel Codice delle violazioni amministrative un articolo che stabilisce la responsabilità per la propaganda tra minori di relazioni sessuali non tradizionali. Trascorsi appena 2 giorni dalla firma della legge, Putin ha firmato una nuova legge che vieta l’adozione, la tutela e l’affidamento di bambini da parte di individui che hanno una relazione con una persona dello stesso sesso.
Legge sulle attività di formazione. La legge sulle attività didattiche è entrata in vigore il 1° giugno 2021, nonostante la forte resistenza dell’opinione pubblica. La legge interpreta in modo molto esteso il concetto di attività educativa, ovvero l’attività di tutti i soggetti che trasmettono informazioni pedagogiche e disciplinari ad altre persone. In particolare, si rivolge ai blogger di YouTube che pubblicano contenuti scientifici educativi e divulgativi, a quelli di Instagram e a pubblicisti, scrittori, editori, giornalisti, conduttori televisivi e altri ancora. Per svolgere legalmente le loro attività, questi soggetti devono soddisfare alcuni criteri: essere maggiorenni, partecipare alla realizzazione di iniziative socialmente importanti, non presentare controindicazioni al lavoro educativo (ex. con precedenti penali) e via di seguito; le organizzazioni educative non possono poi essere registrate come organizzazioni no-profit, riconosciute come agenti stranieri.
Leggi sulle azioni di guerra. Il 5 marzo 2022, entrambe le camere del Parlamento hanno adottato una legge che introduce la responsabilità penale per la diffusione di informazioni false sulle Forze Armate russe, dichiarazioni che le screditano e richieste di sanzioni alla Russia. Per tali azioni, il documento prevede una pena fino a 1,5 M di rubli (€15.000) o fino a 3 anni di carcere. Una responsabilità nel lavoro, status mercenario o di ostilità politica, razziale o di altro tipo possono diventare fattori aggravanti, facendo salire l’importo della pena a 5 M rubli (€50.000) e carcere fino a 10 anni. Inoltre, se si ritiene che la diffusione di fake news abbia arrecato gravi conseguenze, la pena sale a 10-15 anni. In generale, ogni informazione sgradita alle Autorità può essere giudicata falsa o che screditi le Forze Armate russe, inclusi gli appelli e le azioni contrarie allo svolgimento della guerra in Ucraina. Un’ultima legge del 22 luglio punirà le persone colpevoli di collusione con agenzie di sicurezza straniere con un massimo di 8 anni di carcere e 1 M di rubli (€17.000) di ammenda. I russi giudicati colpevoli di cambiare posizione in un conflitto militare o di combattere per un esercito straniero dovranno scontate da 12 a 20 anni di carcere e un’ammenda di 500.000 rubli se dovessero combattere contro gli interessi della Russia.
Dal 24 febbraio, primo giorno dell’invasione russa dell’Ucraina, in molte città della federazione Russia migliaia di persone sono scese in piazza per manifestare il loro dissenso nei confronti della guerra. Le autorità hanno disperso le manifestazioni con la forza, usando tutte le leggi contro chi era sceso in piazza e contro i media indipendenti che sono stati censurati, chiusi e bloccati. Secondo la Ong russa per i diritti umani OVD-Info, tra il 24 febbraio e il 7 aprile, sono stati arrestati 15.413 manifestanti pacifici. Il 6 marzo, circa 5.000 persone sono state arrestate in 69 città russe e il 13 marzo oltre 900 persone sono state arrestate in 39 città. 113 minorenni sarebbero stati arrestati per aver preso parte a manifestazioni pacifiche in strada. Il 6 marzo la polizia di Arkhangelsk ha chiuso in carcere una donna e il suo bambino che aveva palloncini gialli e blu, i colori della bandiera dell’Ucraina: si erano rifiutati di lasciare la piazza.
(consultazione: olga romanova - 1 agosto 2022 le formiche; pravda; washington post; jerusalem post; amnesty international)