Aggiornato al 30/12/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Ida Bohatta (1900-1992) - Baby new year

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Natale 2024 e Nuovo anno 2025

di Pietro Bordoli

 

Lettera aperta ai Soci dell’Associazione Culturale Nel Futuro ed ai Lettori di nelfuturo.com e nelfuturo.org.

 

Carissimi, permettetemi di indirizzarvi i miei più sinceri auguri affinché possiate passare al meglio questo periodo di Festività.

Ogni anno vengono spesi a questo proposito fiumi di parole, alcune davvero sentite, altre troppo spesso solo di maniera. Al fine di formularveli adeguatamente ho pensato di riproporvi quanto undici anni fa mia moglie (purtroppo, come molti di voi sanno, scomparsa nel maggio dello scorso anno) aveva pubblicato su questo magazine. Non sarei certo capace di fare di meglio.

Oltre agli auguri desidero anche qui ricordare che ai vecchi e nuovi Soci che ne facciano richiesta verrà inviato in omaggio il volume “I segni divennero parole ed io imparai a volare”, recentemente dato alle stampe, che raccoglie molti degli apprezzati scritti di Marialuisa Tittarelli Bordoli pubblicati in questo web magazine (qui il link alla sua presentazione).

Un caro saluto

Pietro Bordoli

 

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Tempo di auguri

di Marialuisa Tittarelli Bordoli

(Pubblicato su Nel Futuro in data 18/12/2013)

È tempo di auguri: voglio porgerli a tutto il clan di Nel Futuro, comprendendo ideatori, autori e lettori.
Voglio anche distinguere gli auguri per le due feste principali che stanno arrivando.

Gli auguri del Natale hanno un sapore agrodolce: contengono il richiamo agli affetti, al calore, alla famiglia, all’essere buoni, ai ricordi d’infanzia e …. anche alle aspettative deluse…..
Indipendentemente dall’aspetto religioso, risvegliano più o meno consapevolmente emozioni antiche: l’attesa di una magica notte in cui misteriosamente doni arrivano nelle case.

Molti di noi hanno sicuramente un racconto o un ricordo intenso di quelle mattine di festa e di meraviglia.
Ai miei tempi si vivevano diligentemente anche i quaranta giorni che precedevano il Natale.
Un lungo e noioso periodo durante il quale l’incitazione ad essere buoni era un imperativo categorico.
I nostri buoni propositi “maturati” venivano scritti con cura nella letterina, preziosamente istoriata con bambini Gesù e angioletti dorati, che nascondevamo sotto al piatto del papà alla tavola del gran pranzo natalizio.

C’era poi la poesia da recitare in piedi sulla sedia che finiva sempre con l’applauso dei commensali e il bacio ai genitori.
Insomma il Natale è un invito alla “ buonitudine” generale e gli auguri che si scambiano hanno ancora un sottofondo marcato d’invito alla bontà e al vogliamoci bene, almeno per un giorno.
Ho notato che dal postino, al portinaio, alla commessa, al barista, al benzinaio, è una gara di saluti augurali. Ogni incontro che facciamo in questi giorni viene sancito dagli auguri.
Lo scambio dei regali nasce per sottolineare questa intenzione.

Penso che sia un’usanza su cui vale la pena riflettere.
Trovo giusto esprimere anche con un dono, magari piccolissimo, il nostro interesse per le persone che ci stanno intorno.
Considero positivo regalare un po’ del nostro tempo nella ricerca di qualcosa di mirato per il destinatario, anche quando ci sembrano doni “obbligati”.

Qualcuno obietterà che è ignobile consumismo, spreco deleterio in un periodo di grave crisi: non vedo perché.
Un regalo non deve necessariamente suscitare l’idea di consumo e sperpero, ma di pensiero gentile e sentimento positivo.
Nel diario di Anna Frank ci sono scambi di regali non certo dispendiosi nella soffitta in cui si erano nascoste le due famiglie.

Anna Frank era ebrea, ma lo scambio dei regali lo praticava ugualmente, e, come ho scoperto da un amico cingalese, anche in Sri Lanka si fanno i regali e gli auguri a Natale ed è un giorno festivo.
Abbiamo testimonianze che narrano di tregue in tempo di guerra per il giorno di Natale e con scambio di auguri!

Il Natale è diventato una festa internazionale, indipendentemente dal suo significato religioso.
Mi piace pensare che sia il desiderio di pace e di fratellanza che spinge a questo, al di là delle religioni.
Lasciatemi sognare.
Almeno a Natale!
…..


Gli auguri per il nuovo anno hanno tutt’altro tono.
Sono più “goderecci” e prosaici.
Sono un tentativo di esorcizzare e propiziare i giorni che arriveranno.

Sono colmi di speranza per tacitare la sottile angoscia esistenziale che serpeggia alla fine di ogni anno.
Sappiamo tutti che la divisione del tempo è solo un’invenzione pratica per semplificarci la vita, tuttavia è anche una puntualizzazione al suo scorrere via.
Un altro anno è passato, nel bene e nel male, l’abbiamo vissuto, ne abbiamo fatto parte.
E ora?

Ne comincia un altro di cui non si sa nulla.
Conosciamo bene l’imprevedibile muoversi del caso e degli avvenimenti.
Che ci succederà?
Che sia Buono, che sia Fortunato quest’anno che viene, che vi sia favorevole e propizio e che lo sia per tutti quelli che amiamo.

Auguri deriva da àuguri, l’antica figura dei sacerdoti che pronosticavano il futuro dal volo degli uccelli o dalle viscere delle vittime sacrificali.
Farsi gli auguri quindi è un antico rito scaramantico, un desiderio di benefica predizione.
Il senso degli auguri che ci scambiamo con calore ed entusiasmo è veramente una barriera vocale di speranza che mettiamo tra noi e l’ignoto.

Che il fato mi ascolti benigno mentre ve li rinnovo con calore, ottimismo e sincero affetto.

Quanto al regalo…. Spero che mi pubblichino prima di Natale una novelletta. Questo è il mio dono con la speranza che vi sia gradito.

Marialuisa Bordoli Tittarelli Clicca il nome dell'autore per vedere tutti gli articoli che ha scritto.

 

Inserito il:21/12/2024 12:37:26
Ultimo aggiornamento:21/12/2024 16:34:57
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