Una certa visione e una certa voglia
di Gianni Di Quattro
È possibile che un uomo in condizioni di normalità anche se con un non elevato livello culturale, coltivi un certo rispetto verso l’umanità e pensi che aiutare il prossimo sia giusto e non solo perché affermato da qualche religione che professa. Ed è anche possibile che per prossimo questo uomo intenda qualsiasi altro uomo indipendentemente se è colto o meno, se viene dal Nord o dal Sud, se ha la pelle del suo stesso colore o per avventura di un altro colore. Tutto questo è possibile sino a quando questo nostro uomo buono e con una visione del mondo positiva e disponibile al rispetto verso gli altri, non incominci ad avere paura o non decida di conquistare un potere, qualsiasi potere. Infatti, questi sono i problemi grandi dell’uomo: l’ambizione e la paura. Sentimenti che cambiano radicalmente qualsiasi uomo, lo trasformano, lo scagliano contro chiunque e spesso con grande ferocia pur di difendersi o per attaccare una posizione che si ha voglia di conquistare per denaro, per prestigio, per giustificare a se stessi la propria esistenza od anche per sfruttare i propri privilegi. Così capita che Beppe Grillo cambi opinione sull’immigrazione e diventi razzista e addirittura ipotizzi una alleanza con Salvini. Perché lo fa? Ma perché le ultime elezioni, pur essendo solo amministrative e non determinanti, non lo hanno soddisfatto ed ha paura di perdere terreno rispetto ai concorrenti e soprattutto di non riuscire a conquistare il potere che ormai vuole sopra ogni cosa. Una voglia che sovrasta il suo passato, la sua visione del mondo e lo proietta in una prospettiva inimmaginabile solo qualche anno fa quando ha cominciato a lanciare i suoi vaffa da alcuni palchetti collocati in alcune città italiane e da quando ha incontrato Casaleggio, padre e figlio, che gli hanno aperto le porte di una innovazione tecnologica che forse non capisce del tutto ma che lo affascina al punto di rinunciare a capirla ed a lasciarla nella sua mente come un po’ misteriosa. Così capita che un movimento o partito che dir si voglia (la differenza la lasciamo agli analisti socio politici che amano partire da queste diverse terminologie per configurare strampalate definizioni) si lanci a propagandare il razzismo, anche se non lo ammette apertamente dicendo che si limita a difendere la sicurezza e il lavoro degli italiani (come grida Salvini insomma), ma senza capire come e cosa si deve fare. E soprattutto contribuisca a degradare il livello morale e sociale di un popolo già per conto suo sballottato tra ideologie del passato che variano dall’utopistico al ridicolo. Anche così si forma la cultura e il futuro di un popolo, ogni mattone è indispensabile per costruire un muro.