Dobbiamo farcene una ragione
di Gianni Di Quattro
Il terrorismo colpisce in tanti modi e altri continuerà a scoprirne. Sarà lsis o saranno altre organizzazioni locali o internazionali non importa perché è la stessa cosa e le iniziative vengono continuamente copiate. In più si aggiunga tanti episodi di squilibrati che invidiano la popolarità degli atti terroristici e che si fanno sentire provocando tanti morti e feriti ovunque nel mondo anche perché la vita che si conduce produce per un motivo o per l’altro tanti squilibrati. Le intelligence dei vari paesi lavorano bene e investono sempre più, collaborano tra di loro come mai prima, hanno data base sempre più corposi e sofisticati, sorvegliati h24/7. Ma i lupi solitari, gli affiliati alle organizzazioni terroristiche e gli squilibrati nella sola Europa per esempio sono potenzialmente milioni.
Sono milioni i fanatici per motivi religiosi, perché credono che la partecipazione ad un atto di violenza possa riscattare la loro vita grigia davanti a familiari, amici, fidanzate. E le polizie, le intelligence possono tenere sotto controllo e scoprire quelli che fanno qualcosa per farsi scoprire e che hanno un comportamento che possa offrire anche solo un minimo sospetto, ma non possono controllare tutti. Dobbiamo farcene una ragione! Ed allora l’unica difesa è la maggiore attenzione alla nostra vita da parte di ciascun cittadino e da parte del pubblico. Le autorità devono proibire i luoghi aperti per lo svolgimento di incontri, concerti ed eventi per evitare i casi Torino, controllare faticosamente ma con estrema pignoleria tutti i partecipanti ad eventi in luoghi chiusi come teatri e stadi per esempio.
Il cittadino quando decide di partecipare a qualcosa deve sapere che la trafila cui si deve sottoporre è lunga e richiede pazienza, i controlli in entrata e uscita devono essere tanti e il tempo impiegato per la partecipazione deve essere calcolato come due volte quello effettivo relativo alla esecuzione cui si vuole assistere. Dobbiamo farcene una ragione! Tutto ciò è sicuramente una limitazione della propria libertà di movimento, provoca la perdita o il rispetto non assoluto della propria privacy, significa la creazione di strutture poliziesche e di culture di controllo che possono non piacere specie se implementate in paesi la cui democrazia non è ben salda per qualche motivo o dove le ragioni del disagio sociale hanno raggiunto o stanno per farlo limiti di insopportabilità e che possono portare a conseguenze inimmaginabili anche se si può stentare a crederlo.
Ma le alternative sono peggiori e ogni cosa nella vita ha un costo e quello che queste società sono costrette a pagare ora e non si sa per quanto tempo e quando potrà essere ripristinata una vera e completa libertà è alto, molto alto. Ma dobbiamo farcene una ragione!