Olga Nikitina (Contemporanea Russia - Egypt) – Coronavirus crisis on the earth
Peter Daszak e Wuhan: ultimo atto della farsa cinese
di Vincenzo Rampolla
La buona notizia è che, alla fine, Peter Daszak si è dimesso da una Commissione COVID-19 istituita da The Lancet, rivista medica internazionale di consulto, dopo che sono venuti alla luce i suoi conflitti di interesse con il WIV (Wuhan Institute of Virology).
La brutta notizia è che fino ad allora, Daszak aveva agito come apostolo del regime di Pechino, ripetendo alla nausea le sue idiozie sul fatto che il SARS-CoV-2 avesse avuto origine da qualche altra parte e in qualche modo fosse sbarcata in Cina.
La magra conclusione potrebbe essere che il conflitto di interessi di Daszak è stato scoperto solo grazie al materiale del FOIA (Freedom of Information Act, diffuso in oltre 100 Paesi al mondo, riunisce la normativa che garantisce a chiunque il diritto di accesso alle informazioni detenute dalle Pubbliche Amministrazioni, salvo i limiti a tutela degli interessi pubblici e privati stabiliti dalla legge), emerso dall'archivio e-mail di Anthony Fauci, immunologo e scienziato nella ricerca su Aids e altre immunodeficienze, Direttore del National Institute of Allergy. Il WIV aveva sborsato $ 600.000 in sovvenzioni per ricerche sui coronavirus dei pipistrelli e quindi nessuno all'OMS avrebbe mai immaginato che la forte collusione finanziaria di Daszak con il WIV lo avrebbe estromesso da un’approfondita indagine interna all’Istituto, ormai inderogabile, sulle sue procedure riservate, norme anti-contaminazione, registrazioni e altre pratiche e regolamenti adottati.
Richard H. Ebright, primario di biologia chimica alla Rutgers University (NJ), prestigioso ateneo Usa di ricerca nel Settore Pubblico e docente citato ovunque nei resoconti dei media come esperto di coronavirus e Sanità Pubblica, ha dichiarato ad aprile che: dire che Daszak non abbia avuto alcun conflitto di interessi con il WIV è veramente difficile e sarebbe la menzogna più sfacciata che si potrebbe immaginare.
Peter Daszak è per molti versi il paladino simbolo del mondo internazionale della prevenzione delle malattie. In qualità di Presidente di EcoHealth Alliance, negli ultimi anni ha speso milioni di dollari in sovvenzioni dal National Institutes of Health. L'obiettivo primario della sua organizzazione è stato prevenire le malattie emergenti, come i coronavirus. Fortemente coinvolto con il WIV, aveva finanziato la ricerca sul coronavirus dei pipistrelli che il laboratorio stava svolgendo alla fine del 2019, quando esplose l'epidemia di COVID-19.
Ancora all'inizio della pandemia, il 18 aprile 2020 Daszak scrisse un'e-mail, per ringraziare a nome del nostro personale e dei nostri collaboratori, il dott. Anthony Fauci per aver respinto la possibilità che il COVID-19 avrebbe potuto avere origine in un laboratorio. Com’è noto, tale possibilità è stata oggetto di indagine dal Presidente Joe Biden che aveva ordinato alla comunità di intelligence degli Usa di indagare sulle origini del COVID-19, con resoconto entro tre mesi. E alla fine, da pochi giorni la Cina ha ammesso la sua responsabilità a Wuham.
Il giorno successivo all'e-mail di Daszak, Fauci aveva risposto ringraziandolo per la sua nota gentile. Squallido rituale di complicità. All'inizio della giornata, durante un briefing sul coronavirus per la stampa, a Fauci era stato chiesto direttamente un parere su quella precisa possibilità. La risposta è stata: l'evidenza scientifica è totalmente coerente con il salto di una specie da animale a umano. Questa catena di email fa parte di più di 3.200 pagine di email di Fauci che il sito BuzzFeed ha ottenuto costretto da una richiesta dei funzionari del FOIA (Freedom of Information Act) e di recente pubblicate online.
Daszak è amicone dell’Istituto WIV e del Governo Comunista Cinese che lo coccola da anni.
Il suo ruolo, nel tentativo di screditare la teoria delle fughe di laboratorio è stato messo sotto torchio, con l’esame dei media sulle rivelazioni dei suoi legami con il WIV.
All'inizio della pandemia, Daszak dietro le quinte, è stato l’autore di una lettera aperta firmata da un folto gruppo di scienziati, in cui si rigettava categoricamente l'ipotesi che un incidente di laboratorio al WIV avrebbe potuto diffondere il virus nella città di Wuhan. Daszak non ha rivelato il suo conflitto di interessi quando ha firmato la lettera ed è stato pienamente coperto dai notiziari che tentavano di sfatare la teoria delle fughe di laboratorio.
C’è altro marcio da tirar fuori. Daszak era l'unico rappresentante degli Usa nominato in un panel di 10 persone convocato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il rapporto di quel panel, diffuso a febbraio, è stato rigettato anche dalla Amministrazione Biden perché superficiale e poco convincente. La relazione del team congiunto OMS-Cina ha tratto solide conclusioni sull’origine della pandemia, basandosi su un pugno di prove e va detto forte che le Autorità cinesi non hanno minimamente collaborato all’indagine.
Altre menzogne sono state smascherate, come l’esistenza di un virus in Thailandia simile al SARS-CoV-2 e anche in Giappone e Cambogia. Secondo fonti governativi cinesi EcoHealth Alliance a inizio anno ha lanciato una ricerca in questa direzione, per rintracciarne le origini.
Per amore del vero, la parte peggiore viene adesso: scoprire il conflitto di interessi di Daszak solo dopo l’indagine richiesta dal FOIA sull'archivio e-mail di Anthony Fauci. Ad aprile, Daszak dichiarò a un giornalista di non avere conflitti di interesse nel lavorare per difendere il WIV e Shi Zhengli, suo principale ricercatore di coronavirus di origine animale sui pipistrelli.
Scoprire le prove dell'influenza nociva della Cina sulle Organizzazioni internazionali di Sanità pubblica, purtroppo non è una novità. La stessa Oms è stata oggetto di pesanti critiche da parte dell'Amministrazione Trump per il suo trattamento con i guanti di velluto nei confronti della Cina a seguito dell'epidemia e per le sue inclinazioni pro-Cina.
È notevole il lavoro investigativo pubblicato finora dal Government Accountability Institute e concentrato sui Peter Daszak del mondo. Ne pullula il pianeta. Sono motori e agitatori in molti settori e in diverse professioni. Germinano ovunque, piuttosto nelle Università. Adescati dal Governo cinese con vari incentivi, si vendono per agire al loro servizio. Anche ai più alti livelli nel settore della Sanità e della PA vantano acume e perspicacia attinta dai cinesi abili a sfruttare a loro vantaggio le libertà dell’Occidente, rispetto al regime comunista.
Il problema è diffuso e la sua portata è inimmaginabile, neanche fossimo in tempo di guerra. Nessuno ha mai rifiutato di fare vaccinare i figli in tenera età per tifo, poliomielite, tetano, pertosse, morbillo, epatite B, rosolia, varicella. per non parlare dei vaccini per vaiolo, colera o febbre gialla necessari a chi deve operare all’estero. Qualcuno dice che il vaccino contro il morbillo favorisca l’autismo. Inquietante. E tutti parlano di vax e no-vax. Meglio tacere e non dire nulla. Ad aprir bocca, si può essere tacciati di tromboni pro covid. Scommettiamo?
E intanto proliferano sul pianeta i Peter Danzak.
(consultazione: governmental accountability institute; gatestone institute; libri: profiles in corruption, secret empires and clinton cash - peter schweizer)