Jody Thomas (Bristol, UK - ) - Il murale a Bristol
Greta e i Gretini
di Tito Giraudo
Premetto che ogni riferimento a epiteti è privo di fondamento e non è nelle mie intenzioni storpiare alcunché.
I Gretini, sono coloro in estasi verso i messaggi di una ragazzina (e non mi interessa il suo stato di salute) che ha intrapreso una crociata ambientalista in perfetta continuità con il tipo di comunicazione che si è andato affermando in questi ultimi anni.
In questo momento in Parlamento si sta votando la riduzione dei Parlamentari, oltre 900 Gretini faranno passare una modifica costituzionale con voto plebiscitario, non perché è la loro convinzione ma perché i vertici dei Partiti preferiscono farla passare piuttosto che esporsi al ludibrio italiota.
Prendiamo il PD, si era sempre detto contrario al taglio fine a sé stesso e ora, senza nemmeno la certezza che il provvedimento sia accompagnato da un quadro istituzionale rappresentativo, tiene fede al contratto con i 5Stelle.
Sì cari Futuristi: contratto. Io do una cosa a te, tu dai una cosa a me.
Quando i Five Stars l’hanno fatto con la Lega era uno scandalo, ora si paga l’ingresso al Governo, facendo passare una delle tante riformette propagandistiche e dilettantesche dei Grillini, ottenendo in cambio non un’altra riforma, ma un pagherò la cui firma inesistente, di quelle che i notai rimandano indietro.
Comunque, non è della coerenza che voglio parlarvi ma, appunto, dei Gretini.
I Gretini nell’attualità, sono le anime belle folgorate dal messaggio della giovane svedese, e poco m’importa se sia o no eterodiretta.
Si può essere infantili a tutte le età. L’assemblea dell’ONU in adorazione di Greta fa il paio con il Parlamento Europeo in estasi nei confronti degli insulti verso i Paesi dell’Unione che la Capitana tedesca ha proferito: Gretini.
L’ambiente e i migranti sono due temi complessi che non meritano risposte semplicistiche, slogan, o peggio strumentalizzazioni politico elettorali, eppure i Gretini preferiscono le emozioni ai ragionamenti, anche perché le emozioni passano e i ragionamenti potrebbero essere scomodi.
Cari futuristi, lo sapete, mi piace provocarvi con le mie rievocazioni. Mi pare di sentirvi: di nuovo questo qui con la manfrina della Storia? Ebbene sì.
I primi Gretini nella storia del nostro Paese che mi vengono in mente sono quelli del 21. A Livorno comprarono a scatola chiusa una Rivoluzione, quella bolscevica che prometteva, il potere ai lavoratori, la giustizia sociale, insomma il paradiso in terra. Ebbene, costoro pur non contando inizialmente quasi nulla elettoralmente (finché si andò a votare), furono antesignani di un’ideologia basata sulle chiacchiere che per stare in piedi trasformò il concetto, per altro fantasioso, di dittatura del proletariato in dittatura e basta.
Altri Gretini furono i sessantottini. Dovevano cambiare la scuola rovesciandola anche loro come un calzino, distruggere la casta dei baroni universitari. Sennonché quegli stessi baroni divennero Gretini e, salvo poche eccezioni visto che da una sacrosanta rivendicazione i Gretini studenti si allargarono allo scibile rivoluzionario ispirandosi al “GramsciGretinoPensiero” (con l’unica variante che non si doveva fare più come in Russia ma come in Cina), i baroni Gretini diventarono rivoluzionari esattamente come i baroni siculi di gattopardesca memoria.
Morale: la scuola italiana di oggi non è dissimile da quella di ieri, magari un po’ peggio…
Mi fermo qui con i ricordi per tornare agli odierni Gretini.
I temi sono tanti in cui i Gretini italici si stanno cimentando, tutti trattati con la stessa superficialità al fine del facile consenso. Ora è il turno della riduzione dei parlamentari che sarà presentata come una riforma epocale, tipo reddito di cittadinanza, ma che alla fine della fiera lascerà tutto come prima perdendo ancora una volta l’occasione di fare una riforma costituzionale condivisa, e una legge elettorale che dia governabilità e non contratti buoni solo per tromboni legulei.
Scommetto gli zebedei (i vostri) che sull’immigrazione passeremo dal Gretinismo Salviniano al Gretinismo Boldriniano (felicemente reimbarcatasi nel PD), alternando il trucismo inconcludente al buonismo incosciente. Chacchiere tante, analisi fattive poche, soluzioni… boh!.....
Gretini di tutto il mondo unitevi sotto le bandiere dell’ambientalismo.
Avevano tentato i sinistri nostrani dopo la scopola della caduta del muro di riciclarsi ambientalisti, ci aveva provato “Ciccio Bello Rutelli” ma dato che oltre che bello è pure un po’ intelligente aveva desistito limitandosi a chiamare il suo Partito con il nome di un fiore (la margherita).
A dare la mazzata all’ambientalismo “de’ nojaltri” è stato Pecoraro Scanio che da ministro dell’ambiente fu il vero ispiratore dell’ambientalismo grillino con particolare riferimento alle grandi performance delle politiche sullo smaltimento dei rifiuti della Sindaca Raggi.
Il tema degli inceneritori è emblematico del Gretinismo cialtrone.
In attesa dell’invenzione del terzo millennio o dei cargo spaziali diretti su Alpha Centauri, è chiaro che i termovalorizzatori (ma io che sono blasfemo li chiamo inceneritori e non mi frega nulla), sono la soluzione, magari temporanea, in attesa che la scienza e non i Gretini trovino di meglio. Nel frattempo popolo ecologico romano o napoletano che siate, tenetevi i miasmi a pagamento, con la speranza che le Regioni dotate di termovalorizzatori rimandino indietro i vostri camion di immondizie: così imparerete a votare!
Quello che alla svedesina la scuola svedese non deve aver insegnato quando ha detto che noi matusa le stiamo rubando il futuro, è che un Paese di 5 milioni di abitanti mediamente ricchi, non ha certo il problemi di 5 miliardi di poveri cristi mediamente poveri, cui dell’ambientalismo non frega nulla, soprattutto che questa società di ladri del futuro Gretino, con tutti i difetti e i limiti, è quella che può vantare dati incontrovertibili a livello planetario di miglioramento generale poiché solo grazie al progresso scientifico ed economico si possono affrontare i temi ambientali, scevri da ideologie oscurantiste che mettono in discussione lo sviluppo.
Piaccia o meno ai Gretini, quest’accoppiata procura le risorse indispensabili anche per poter affrontare le tematiche ambientali senza impoverire il mondo ricco e affamare maggiormente quello povero.
Non vorrei che finisse come le problematiche del lavoro nel secolo scorso.
Le catene di montaggio erano alienanti? Sicuramente sì, ma la soluzione non ha visto gli operai immersi nel verde a fare lavori creativi, ma i Robot che hanno drasticamente ridotto gli stessi operai che oggi lamentano precariato e disoccupazione (e se andate alla svedesissima Volvo, vedrete solo robot).
Naturalmente banalizzo, perché di fronte alle banalità Gretine occorre farsi capire. In questo momento una Camera imbelle ha votato contro sé stessa. Solo in 14 hanno avuto il coraggio di essere impopolari. Credevo che con il Truce (che è della partita), avessimo toccato il fondo. Mi sbagliavo.