Mykola Get’man (Charkiv, Ucraina,1917 - Orël, Russia, 2004) - Moving out - Gulag collection
Controcanto al sig. Boschetti sulla guerra santa di Putin
di Tito Giraudo
Non nascondo di essere stato sorpreso pure io (ma è un eufemismo), dall’articolo del sig. Boschetti sull’invasione russa in Ucraina, definita “guerra santa”, termine che ci potrebbe anche stare dal momento che prima o poi nel corso delle guerre, le religioni diventano una componente strumentale.
La sorpresa, nel prosieguo dell’articolo è nel suo impianto che, giratela come volete, è una smaccata apologia putiniana come nessuno fino ad ora aveva avuto il coraggio di pronunciare.
I miei amici futuristi che fino ad ora sono intervenuti partendo dal presupposto fosse una cosa seria, (anche quel mattacchione di Davide Torrielli che sarà ancora intento a ponderare un testo di così grande spessore), sono caduti nel trappolone che solitamente i media ci ammanniscono per fare spettacolo, mescolando ai vari pareri anche quelli di un certo numero di strani personaggi, più o meno in buona fede, allo scopo di sollevare reazioni anche al fine di tenerci svegli per usufruire dei “consigli per gli acquisti”.
Detto questo, il mio stupore coinvolge purtroppo anche il nostro “Magazine”, che al di là dell’essere una palestra di opinioni deve, a mio parere avere un filtro che salvaguardi una linea generale di riconoscibilità, per cui prendere ufficialmente le distanze a mio parere non è sufficiente, non solo per la smaccata partigianeria del testo con ricostruzioni ed affermazioni storico politiche (non entro nella religione) che non vale la pena dibattere.
Ancora un po’ basito mi sono letto il curriculum dell’autore e ho ragione di ritenere che probabilmente egli vive rinchiuso in un suo mondo che più di guardare al presente russo, guarda al passato, addirittura facendo un salto temporale che cancella gli anni dell’Unione Sovietica e del compagno Lenin che convintamente sosteneva come le religioni fossero l’oppio dei popoli.
Tra i tanti errori del bolscevismo, questo è l’unico (a parte la libertà di professione di fede), che abbia avuto un certo fondamento in quanto la complicità tra potere e religioni ha contraddistinto tutta la storia dell’umanità, e quindi mi pare azzardato (magari Putin è caduto paolinamente sulla via di Stalingrado) ammantare un dittatore ex KGB di una patente messianica, quanto piuttosto del solito giochino, per cui visto che il clero controllato e finanziato è utile al regime, date le caratteristiche del popolo russo con la dicotomia tra la popolazione delle grandi città e quella sterminata della provincia, contraddizione tra consumismo e ruralismo, quest’ultimo di gran lunga povero e disinformato oltre che tendenzialmente religioso. Questa contraddizione, probabilmente pesa molto a Putin il quale è proprio dalle grandi città che vede i pericoli di occidentalizzazione e per questo serra le fila impedendo il contagio con le democrazie.
Torno a ribadire che Il presunto nazismo ucraino serve come scusa per un duplice scopo, da una parte di riannettere i territori perduti, dall’altra di arginare ai propri confini idee democratiche che pur faticosamente si sono sviluppate in Ucraina. Di nostalgici del nazismo il mondo è pieno anche se in misura inferiore di quelli del comunismo. Visto che di sopravvissuti di quei regimi ce ne sono sempre meno, i neofiti si sono inventati: fascismi, nazismi e comunismi immaginari, sfruttando la presenza non di minoranze con qualche peso politico, quanto di frange utili strumentalmente alla lotta politica, esattamente come sta facendo Putin con il presunto nazismo ucraino.
Il sig. Boschetti, per dare corpo alle sue tesi, individua anche nella Cina quella purezza delle tradizioni, anche qui dimenticando le assurdità maoiste e i fallimenti economici e sociali.
Tra i tanti danni lasciatici dal comunismo reale c’è la regressione verso forme molto simili al fascismo e al nazismo. La Russia dopo la caduta del muro ha avuto la grande occasione, dal momento che pareva un grande mercato, di avere una svolta di tipo occidentale; così non è stato e non credo le cause siano da imputare all’Occidente e alla Nato che prima dell’invasione era in uno stato di semi coma, quanto al disegno di sostituire al collettivismo una sorta di feudalismo capitalista, così è avvenuto anche per la Cina e per questo i due Paesi che tradizionalmente si sono sempre odiati sono diventati “pappa e ciccia”.
Termino notando, anche se in forme meno plateali, che il sig. Boschetti è in buona compagnia tra i resistenti perpetui delle sinistre estreme, gruppettare e ahimè, sindacali. I quali hanno dato il peggio di sé in questi giorni con i distinguo e gli pseudo pacifismi (se non riguardano i palestinesi) accompagnati da una ricostruzione storica della Resistenza del tutta arbitraria. Se quella degli ucraini non può, come sostengono costoro, essere equiparata alla Resistenza italiana, vorrei timidamente far notare che non è di Resistenza in Italia che si è trattato, quanto di una vera e propria guerra civile, simile e molto più estesa di quella tra ucraini e ucraini russofili. Di questo potremo dibattere con maggior costrutto rispetto alle presunte conversioni Putiniane.