Aqeel Javed ( Isalamabad, Federal Capital, Pakistan) – Sad spring (2015)
Non tutte le primavere sono uguali
di Gianni Di Quattro
La primavera è il simbolo della vita, della natura che rinasce, delle speranze che si ingrossano, dei colori, dei profumi, della bellezza. Ma non tutte le primavere sono uguali, alcune si presentano grigie, dimesse, arrivano e se ne vanno senza lasciare alcun segno, senza farsene accorgere. Succede quando si dà voce alle armi, quando un disastro naturale abbatte tutto, compresi gli animi e i desideri di camminare, di andare avanti, quando la malattia si impadronisce del nostro corpo, quando la tristezza dell’età avanzata si rafforza prigioniera della incertezza del futuro, qualche volta della paura, delle nostalgie e dei rimpianti del passato.
La primavera che stiamo vivendo è di quelle primavere che non amano l’umanità, che cercano di non farsi notare, che appaiono ma poco e senza permanere. Intanto il clima, brutto, grigio e piovoso, soprattutto freddo, che non è clima di primavera, lontano dal tepore solito. E poi ancora piena di morti e di impedimenti a vivere con naturalezza, una forza che spinge verso la prudenza, l’isolamento, la solitudine dei vecchi e l’impazienza dei giovani che si vedono rubare tutte le loro voglie di socialità, di costruire la loro vita insieme ad altri, di scoprire sentimenti tra cui quello dell’amicizia, di provare a pensare di andare, di cercare.
Una brutta primavera si può dire senza offendere un simbolo che ci ha reso felici per tanti anni. Una primavera che si è trasformata in un tunnel tra inverno ed estate, un tunnel senza aria, dove tutti camminiamo cercando di uscirne al più presto, di arrivare alla fine, dove tutti cerchiamo di non perderci di vista gridando e cercandoci alla voce proprio come fanno i bambini quando entrano in una stanza buia e gridano per scacciare la paura.
Naturalmente la primavera rimane primavera anche se brutta, lo dice la parola stessa. È sempre l’anticamera di cose belle, è il momento in cui i drammi si attenuano, i pericoli si capiscono e si vincono, le speranze, anche se in tono minore, ci sono sempre. La primavera non sempre è bella, ma sempre è necessaria, sempre è il momento del riscatto, della rinascita, della bellezza anche se con i colori meno accesi. Forse anche la nostra più grande portafortuna.