La seconda sconfitta
di Gianni Di Quattro
La prima sconfitta è stata quella al referendum che proponeva alcune importanti riforme costituzionali bocciata dal popolo italiano. La seconda si è consumata in questi giorni e cioè il tentativo di fare approvare una legge elettorale condivisa da una maggioranza di parlamentari. Sono certamente sconfitte per il paese e sono sconfitte per Matteo Renzi che aveva iniziato la sua scalata alla politica nazionale dicendo che avrebbe cambiato il PD, che avrebbe portato a livello nazionale una nuova classe dirigente, che avrebbe riformato la costituzione semplificando e perseguendo maggiore efficienza istituzionale e gestionale dello Stato.
Tutti obbiettivi non raggiunti e l’ultimo, quello che è la seconda grande sconfitta, la recentissima bocciatura della Camera della nuova legge elettorale.
Adesso l’unica strada è di andare avanti come sempre, al solito sino al disastro sperando comunque di cavarcela e sperando che sia il più lontano possibile, come nel desiderio delle vecchie generazioni evidentemente non tenendo conto assolutamente delle esigenze dei giovani, del futuro insomma. Che vuol dire andare avanti come sempre? Vuol dire che i partiti di sinistra dovranno fare tra di loro una grande coalizione tentando di andare al governo ma sapendo che anche se ciò si verificasse sarebbe inutile perché le lotte intestine impedirebbero qualsiasi passo avanti, qualsiasi provvedimento come la storia insegna e come l’osservazione del quotidiano può confermare. I partiti di destra dovranno a loro volta fare coalizione sotto le indicazioni di Berlusconi, ma praticamente guidati da Salvini e dal suo fanatismo che non porterà molti benefici al paese data la sua superficialità e il suo estremismo.
Il movimento 5 stelle spera di non vincere perché si scoprirebbero le carte della sua vacuità, ma rischia comunque di vincere e allora l’unica strada che potrebbe percorrere è quella di affidarsi alla magistratura con un governo da questa in qualche modo gestito e con il beneplacito di qualche giornale e di un manipolo di giornalisti in prima linea in questa visione più che populista, fascista dello Stato e del paese come nel passato è avvenuto in tanti paesi europei, esempio la Grecia dei colonnelli o il Portogallo ed ora in molti paesi dell’ex est europeo, quello del vecchio stalinismo.
Insomma il paese ha sconfitto Matteo Renzi, ma al di là del giudizio sulla sua capacità politica e sulla sua consistenza culturale, il vero e grande sconfitto è proprio il paese stesso e soprattutto ha chiuso la porta alla innovazione, alla modernizzazione, alla competizione internazionale, ai giovani e in definitiva al futuro.
Come sempre, come prima e più di prima. La storia continua e il nostro paese marcia con allegria guidato da tanti privilegiati e da tanti nullafacenti verso il suo incerto destino.