Katarzyna Maria Laciak (Solarolo Rainerio, Cremona) - Checco Zalone
Tolo, Tolo: solo, solo … tristezza
di Davide Torrielli
Natale da sempre è un periodo di gioia, allegria e spensieratezza, un periodo nel quale la gente riesce a dimenticare per un limitato periodo di tempo, le proprie ansie e preoccupazioni.
Ecco perché normalmente, anche collegandosi ad una maggiore disponibiità di tempo, escono nei botteghini i famosi film panettone, le saghe e quant’altro.
Questo è il periodo dei Boldi, dei De Sica, della leggerezza unita alle stupidaggini fini a se stesse; un periodo nel quale si tollera qualche parolaccia mangiucchiando del sano pop corn con i figli.
È uscito in questo quadro il nuovo episodio della saga Star Wars che dimostra ancora una volta la grandezza di chi riesce a produrre storie così ben fatte e articolate, effetti speciali avvincenti: un film bellissimo, lungo e visto tutto di un fiato, che ha saputo convincere anche i più critici detrattori del genere.
Poco dopo, incentivato da quanto vedevo in termini di successo, ho assistito attonito all’ultima opera di Zalone, del quale ricordavo le gag di Sole a Catinelle che mi aveva lasciato un bel ricordo anche se sfumato ed in linea con la leggerezza del genere.
Ho cercato per tutta la proiezione, seduto di fianco a mia figlia Alessia, di guardarlo con la positività natalizia che mi contraddistingue, commentando in modo ironico quanto vedevo, ammiccando qualche risatina qui e là, nello stimolare una reazione alla basita figlia.
Al termine della proiezione ho anche cercato di non scivolare subito in un giudizio perentorio, riservandomi di costruire un’analisi un po’ più attenta a quanto ho visto, per non far cadere la mannaia subito già utilizzata dalla mia Alessia, dotata di una capacità estremamente positiva che le consente di capire subito se una cosa va o non va.
Bene, ci ho messo qualche giorno, ma amici formiconi, come ebbe a dire il compianto Fantozzi, che rimane un incommensurabile grande, Tolo Tolo è una cagata pazzesca!
Il comprendere come orde di italiani abbiano potuto apprezzare l’opera del Checco nazionale cercando di delineare il loro giudizio con apprezzatissima ironia usata nel gestire l’argomento immigrazione, piuttosto che beceramente incasellarsi nel chi se ne frega, è un compito veramente arduo per i nostri sociologi.
L’opera non fa ridere salvo che in due modestissimi angoli della narrazione, tratta il tema con un sarcasmo fastidioso, è a tratti misogeno, e urta la sensibilità di molti, se ne esiste ancora un pezzo da qualche parte: da notare che chi vi scrive non è propriamente incline a film impegnati piuttosto che a seriose opere tedesche o ungheresi, ma questo è stato veramente oltre.
Probabile che il confronto con la saga stellare sia stato impietoso ed abbia contribuito al mio giudizio negativo, ma occorre anche cercare di inquadrare il successo dello Zalone con i movimenti sociali e politici che sommuovono il nostro paese. Diciamo che quanto ho visto, al di là del giudizio verso il problema immigrazione, a riguardo del quale ognuno si tenga il proprio pensare, è triste e non poco e se questo viene definito un film di successo, spero proprio che i miei figli si trasferiscano in un altro paese in fretta, non fa ridere e non fa pensare se non male e non si riesce a comprendere neanche calandosi in un’analisi culturalmente più profilata.
Se non l’avete ancora visto e se conservate un etto di stima nei miei confronti, evitatelo pure: Cetto La Qualunque in confronto è una mirabile opera comica.
Che tristezza.