Ancora un magistrato che parla e sbaglia
di Giorgio Panattoni
Sentivo ieri sera al telegiornale una magistrata, intervistata sulla tragedia di Rigopiano dire “la valanga era probabile …..”.
No, la valanga, quella valanga, era possibile, non probabile, perché definirla in quel modo significa assumere una ipotesi di colpevolezza non provata.
Almeno così hanno dichiarato gli esperti che sono intervenuti in materia.
E da parte di un magistrato questo non è accettabile se non dopo aver acquisito prove sufficienti ad affermarlo.
Che per il momento non ci sono.
E poi se la valanga era probabile, chi ha dato il permesso di costruire proprio lì l'albergo? E chi l'ampliamento per farlo diventare un quattro stelle?
Anche questa volta si è persa una preziosa occasione di tacere, o perlomeno di comunicare all’esterno in modo appropriato.
Che per un magistrato dovrebbe essere un dovere.
Veramente non capisco questa smania di comunicare ipotesi come se fossero prove, per di più in occasione della iscrizione nel registro degli indagati di sei persone, la posizione delle quali cambia in modo sostanziale se quella valanga, essendo probabile, poteva essere prevista e quindi in qualche modo contrastata.
Per di più indagati per non aver tenuta sgombra la strada di accesso all’albergo e per difetti di comunicazione. Almeno così dicono le cronache.
E nessuno indagato per il momento per le licenze edilizie.
Credo davvero che la materia delle comunicazioni dei magistrati e la loro diffusione debba essere regolamentata in altro modo.
Ovviamente grande rispetto per la magistratura, ma meno per chi interpreta in modo così superficiale e dannoso il suo ruolo.